giovedì 19 gennaio 2012

Recensione: La fattoria delle magre consolazioni di Stella Gibbons

Cold Comfort Farm

"In effetti, quando avrò cinquantatrè anni o giù di lì 
mi piacerebbe scrivere un romanzo all’altezza di Persuasione, 
con un’ambientazione moderna ovviamente. 
Quindi, per i prossimi trent’anni raccoglierò materiale per il romanzo. 
Se qualcuno mi chiederà a cosa sto lavorando, 
risponderò
"raccolgo materiale". 
Nessuno avrà nulla da obbiettare. E del resto, lo farò davvero." 
Trama:
Flora Poste è stata educata in modo eccellente a fare tutto tranne che a guadagnarsi da vivere. Rimasta orfana a vent’anni e dotata di una rendita esigua, va a vivere presso dei lontani parenti alla Fattoria delle Magre Consolazioni nel Sussex. Il suo arrivo alla fattoria coincide con l’inizio di uno dei romanzi più divertenti mai scritti. I parenti sono a dir poco eccentrici e la fattoria è sgangherata e in rovina: i piatti vengono lavati con rametti di biancospino e le mucche hanno nomi come Rozza, Senzascopo, Inetta e Superflua. La vecchia matriarca settantanovenne, zia Ada, che non è più stata giusta nella testa da quando ha “visto qualcosa di orribile nella legnaia” circa settant’anni prima, tiene in scacco l’intera famiglia. Come Alice di Lewis Carroll, Flora non si fa intimidire da chi dice cose senza senso e si rifiuta di essere trascinata in un mondo di matti. Non si può, pensa Flora, rovinare la vita propria e altrui invocando disgrazie infantili, non si può sottostare alla follia per quanto interessante, bisogna ribellarsi… e nel giro di pochi mesi le cose alle Magre Consolazioni cambiano in modo radicale.

L'autrice:
Stella Gibbons (1902-1989) si diplomò in giornalismo alla London University nel 1923 e lavorò per la “British United Press”, l’“Evening Standard” e “The Lady”.
La Fattoria delle Magre Consolazioni, il suo primo romanzo, fu pubblicato nel 1932 e divenne un immediato bestseller (tranne che nello Stato Libero d’Irlanda, da cui fu bandito per l’esplicita approvazione delle pratiche contraccettive). Da allora è sempre stato in commercio, evento piuttosto raro nel mondo editoriale.
Nel ’34 vinse il Prix Femina Vie Heureuse. Più volte adattato per la televisione e la radio dalla BBC, nel 1995 John Schlesinger diresse il film, la cui sceneggiatura fu scritta da Malcolm Bradbury.
Le critiche furono in ugual misura positive e negative per lo stesso motivo: era una donna ed era divertente. Inoltre l’aver distrutto un genere, quello rurale, passionale-gotico molto in voga all’epoca (si pensi a Thomas Hardy e D.H. Lawrence tra gli altri) non le guadagnò una grande simpatia tra i critici.
La Fattoria delle Magre Consolazioni non ha perso nulla del proprio charme anche perché la Gibbons, con insolito acume, tra le nascenti mode di quegli anni ne aveva colte e ridicolizzate alcune, che ancora oggi dominano la nostra esistenza: la psicoanalisi, il cinema e le star di Hollywood, un maschilismo mascherato da intellettualismo.

Recensione:
Colpo di fulmine.
Scattò non appena sentii il titolo di questo romanzo. Fu confermato dopo aver dato uno sguardo a quella cover così semplicemente seria, si trasformò in innamoramento nel momento in cui gettai un occhio alla trama.
Stella Gibbons e Astoria Edizioni avete colpito nel segno: vi amo!
Quando inizierete a leggere la storia vi troverete di fronte una protagonista inizialmente comune, un luogo altrettanto comune, e uno svolgimento della storia che avrebbe sicuramente mantenuto quei tratti se fosse uscito dalla penna di un altro scrittore. Ma la penna è quella di Stella Gibbons, un'autrice inglesissima ma ben diversa dai suoi predecessori dell'epoca vittoriana. Una penna intenzionata a prendere di mira la letteratura di moda in quel periodo: quella passionale, romantica, coinvolgente. Che fosse Hardy, o D.H. Lawrence o le sorelle Brontee, la Gibbons non si intimorisce e colpisce con ironia e sagacia.
Ci racconta la storia di Flora Poste, una ragazza rimasta orfana all'età di vent'anni, e che per tirare avanti - invece di cercare lavoro - cercherà dei familiari che possano accoglierla dandole vitto e alloggio. In cambio la ragazza li aiuterà nel suo modo migliore.
Non siamo di fronte a una ragazza triste e sfortunata per la perdita dei genitori: Flora non ne risente troppo, in quanto anche in vita la loro è sempre stata un'assenza. Non si preoccupa troppo del denaro, o del futuro: ci saranno di sicuro dei parenti che l'accoglieranno e che le permetteranno di vivere senza dover pensare al lavoro. E al momento giusto, ne è sicura, spunterà l'uomo che la sposerà.
La figura di Flora non è la donna eroina che tira avanti nonostante le sventure, non è la donna fragile che ha bisogno di un uomo accanto: è una donna pratica, ironica e molto, molto snob. Tra tutti i parenti che avrebbero potuto darle un tetto, deciderà di recarsi presso la fattoria delle Magre Consolazioni, dove ogni zio, zia, cugino o parente lontano sembra aver decisamente qualche rotella fuori posto. Accanto alla famiglia, anche gli animali della fattoria risultano strambi e originali, a partire dai loro nomi: Rozza, Inetta, Superflua, Senza Scopo sono le mucche e poi c'è il toro Grande Affare.
Una famiglia matriarcale con a capo la zia Ada Funesta, che resta chiusa nella sua camera ogni giorno della sua vita e le cui uniche parole sembrano essere: Ho visto qualcosa di orribile nella legnaia...
Un cugino dongiovanni, ma in realtà innamorato solo del cinema, una cugina timorosa, il marito della cugina un predicatore convinto... ogni appartenente alla famiglia Desoladder potrebbe risultare inquietante ma in realtà ci appare divertente grazie alla descrizione che la Gibbons ci regala.
All'interno di questa famiglia allargata, una di quelle che Garçia Marquez avrebbe raccontato nei suoi romanzi  - seppur trasportandola a migliaia di chilometri lontana dal Sussex - la nostra protagonista arriva col suo senso pratico, con un po' di snobismo e con un forte senso del dovere. Deve cambiare le cose. Solo quando avrà stravolto ma migliorato la vita di ognuno di loro, potrà tornare a godere della propria vita e a costruire il proprio futuro.
Risultato?
Sorprendente! La nostra cara autrice (sì, ci è diventata Cara e non vediamo l'ora di incrociarla in altri romanzi) ha saputo organizzare un romanzo che fosse simpatico, malizioso, irriverente. Il suo stile è preciso, va dritto al punto senza incertezze. Il lettore si accorge di trovarsi di fronte a delle pagine che non hanno il solo scopo di raccontare una storia, ma di colpire le menti, di sconvolgere i benpensanti (il romanzo fu bandito  in Irlanda per l'approvazione delle pratiche contraccettive), parodiare i grandi romanzieri del passato. Tutto ciò si percepisce ad ogni parola e gode l'approvazione del pubblico. E se non si fosse in grado di comprendere quali sono i passaggi che rendono particolarmente profondo e innovativo il romanzo, è la stessa autrice a fornirci le coordinate: nella lettera che precede l'inizio del romanzo, la Gibbons, rivolgendosi a dei fantomatici scrittori, dice loro che ha evidenziato quelli che ritiene i passaggi migliori facendoli precedere da uno, due o tre asterischi. E se non è genialmente ironica una trovata del genere...
Promosso a pieni voti!

Titolo: La fattoria delle magre consolazioni
Titolo originale: Cold Comfort Farm
Autore: Stella Gibbons
Editore: Astoria Edizioni
Traduttore: Bruna Mora
Pagine: 287
Isbn: 9788896919002
Prezzo: €17,00
Valutazione: 5 stelline

4 commenti:

  1. si però di questo passo rischio il tracollo finanziario... anche questo tocca andare subito a comprarlo
    son già attirata dagli stessi motivi... titolo e copertina ma dopo aver letto la recensione ne sono innamorata!

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    1. Mi sa che noi lettori siamo destinati a restare squattrinati a vita con tutto quello che spendiamo per i libri!
      Però una volta scoperta Astoria Edizioni... diciamo che ci si può pentire dei soldi spesi per altri libri, ma non per questi!

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  2. Ho questo libro sullo scaffale di attesa da un po' ma il momento di leggerlo si sta avvicinando!

    Astoria sta facendo un ottimo lavoro di recupero ma... ha un solo difetto, che si è reso evidente nelle nuove traduzioni di Georgette Heyer (uno dei miei idoli letterari).
    Tutto quanto è utile sapere del libro è nei risvolti di copertina e basta. Per 17 euro (li ho pagati per i due di Heyer nonché per questa Fattoria), che non sono pochi, mi aspetterei anche un'introduzione e soprattutto delle note. Nelle vecchie edizioni Sperling & Kupfer di Heyer, per quanto tagliate, c'erano delle ottime, utilissime note che con Astoria sono sparite. E si sente la differenza.

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    1. La Heyer l'ho conosciuta, in gran ritardo, proprio grazie al recupero effettuato da Astoria, perciò non ho avuto modo di confrontare le loro edizioni con quelle passate. Quanto alle note o alle introduzioni, hai ragione, però chissà: la Casa editrice è ancora giovane, e già è da apprezzare la loro capacità di presentarsi ai lettori, forse col tempo inseriranno quei dettagli che per ora mancano :)

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