lunedì 9 marzo 2015

Le stanze buie di Francesca Diotallevi

Titolo: Le stanze buie
Autore: Francesca Diotallevi
Editore: Mursia
Pagine: 400
Prezzo: €22,00
Valutazione:

Trama
Torino 1864. Un impeccabile maggiordomo di città viene catapultato nelle Langhe: per volere testamentario di un lontano zio, suo protettore, dovrà occuparsi della servitù nella villa dei conti Flores. Il protagonista si scontra così con il mondo provinciale, completamente diverso da quello dorato e sfavillante dell'alta società torinese, e con le abitudini dei nuovi padroni e dei loro dipendenti. Nella casa ci sono un conte burbero, una donna eccentrica e anti-conformista, ma anche sola e infelice, un cameriere dalla doppia faccia e una vecchia che sa molte cose, ma soprattutto c'è una stanza chiusa da anni nella quale non si può assolutamente entrare. A partire da questo e da altri misteri il maggiordomo si troverà, suo malgrado, a scavare nel passato della famiglia per scoprire segreti inconfessati celati da molto tempo e destinati a cambiare per sempre la sua vita.




Qualche mese fa Andrea, blogger de Le mele del silenzio, ha chiesto ad alcune blogger di partecipare al compleanno del meleto parlando di quei libri che più abbiamo amato. La scelta non era per niente facile: se si ama leggere, i libri amati sfiorano l'infinito o quasi. Dopo mille tentennamenti ho deciso di scegliere un libro recentissimo verso il quale mi sono ritrovata a provare stima, affetto, rispetto, amore, nostalgia e sì, un po' anche di adorazione. Un libro che mi ha fatto venire voglia di parlarne a chiunque, di consigliarlo continuamente, di pubblicizzarlo quasi l'avessi scritto io.
E visto che si tratta di un libro a me caro, ho pensato di riportare quella recensione anche qui su Cuore d'inchiostro, che ci tengo a mostrare le cose belle!

Da quando ho letto Le stanze buie, ho questa costante voglia di riprenderlo in mano e rileggerlo.
Ho voglia di ascoltare quella scrittura che non si può che definire elegante e di classe, ho voglia di alzare lo sguardo dalle pagine e ritrovarmi immersa in un'atmosfera passata pregna di segreti, di ambiguità, di forti tensioni. Voglio entrare nelle stanze in cui non è concesso di entrare. E arrivare alla fine del libro per poi magari ricominciare a riviverlo, ancora una volta. E ancora, e ancora.
Accomodiamoci insieme ne Le stanze buie di Francesca Diotallevi.
L'autrice è un'esordiente, ma per lei non servirà nessuna frase di circostanza sul - che so - perdonarle certe imperfezioni perché è alle prime armi o aspettarci sicuramente di meglio la prossima volta, ecc. ecc. Qui non ci sono prime armi: Francesca sfodera fin dal primo momento l'artiglieria pesante e lo fa con maestria. Non c'è immaturità né incertezza: l'autrice è sicura, la sua scrittura è musica, l'ambientazione del romanzo è impeccabile, i personaggi sono vivi. E sono tentata, sì, di parlarvi anche della trama, ma al contempo vorrei sedere qui e lasciare che i tasti parlassero solo per complimenti, che mostrassero la mia soddisfazione nel voltare pagina dopo pagina, che urlassero la bravura di una scrittrice giovane (giovane!) che non decide di seguire le facili e banali mode del momento. La sua è una storia immersa in un tempo fuori dal nostro tempo che non fa che renderla eternamente valida, eternamente impeccabile.
Forse ormai i tasti hanno fatto il loro dovere e il messaggio è giunto: Le stanze buie è un romanzo che ha valore.
Vittorio Fubini, il maggiordomo protagonista della storia, è un personaggio degno di un Neri Pozza. Chi mi conosce sa quanto io stimi la casa editrice in questione e ponga le sue pubblicazioni sempre un gradino al di sopra di tutte le altre: ecco, Vittorio Fubini in casa Neri Pozza ci starebbe alla grande. Un maggiordomo che ci ricorda Carson (per gli amanti di Downton Abbey) per il suo rigore e per la sua abnegazione al lavoro e ci ricorda Mr Stevens (per i lettori di Ishiguro) per la sua freddezza e apparente estraneità ai sentimenti e alle cose del mondo. Un protagonista anziano, un io narrante che vive nella seconda metà dell'800 e che sicuramente poco ha a che spartire con una giovane ragazza come la Diotallevi, che invece è capace di farlo parlare e agire in maniera più che credibile. Lo seguiremo nelle sue mansioni presso la nuova casa dove ha preso servizio, ben presto immerso nelle tensioni e ambiguità dei suoi nuovi datori di lavoro. E in un amore che mai avrebbe previsto nella sua vita.
La storia si prende tutto il tempo che le serve: non è dato modo di confondersi o di ignorare qualche dettaglio. Francesca è scrupolosa e puntuale: mostra di saper gestire la narrazione senza lasciare nessun interrogativo sospeso. E mentre scrive, infarcisce, forse inconsapevolmente, la narrazione di echi. Echi che noi lettori avvertiamo da lontano, sentiamo risuonare quando ormai stanno per scomparire. E da quegli echi capiamo, sentiamo, che la scrittrice è prima di tutto una lettrice, e come lettrice ha amato le sorelle Bronte, ha adorato Ishiguro, ha divorato Henry James... e di tutte le sue letture ne ha fatto tesoro. Un tesoro che poi ha regalato a noi. Un regalo del genere non si può che accettarlo e apprezzarlo. Un romanzo del genere va comprato, prestato, rubato. Leggete Le stanze buie e poi non fermatevi lì. Prestatelo ai familiari. Parlatene agli amici. Se siete editori contattate la Diotallevi e assicuratevi i suoi romanzi per la vita. Se avete una casa cinematografica fatene un film. Se avete una casa discografica, trasformatelo in musica (io lo metterei nelle mani e nella voce di Florence & the Machine). Se avete un castello o una casa nelle Langhe, organizzate un tour in stile Le stanze buie. Insomma, vivetela questa meravigliosa storia, che ne vale la pena!

domenica 8 giugno 2014

Ho rubato la pioggia di Elisa Ruotolo

Titolo: Ho rubato la pioggia
Autore: Elisa Ruotolo
Editore: Nottetempo
Pagine: 164
Prezzo: €14,00
Valutazione:

Trama
Ho rubato la pioggia è l’affresco di una provincia campana superstiziosa, una terra di mestieri inverosimili da tempi immemorabili. Il ragazzino di “Guardami” abita con il padre e con Silvia, una ragazza che vive pulendo le case degli altri. Cesare, l’amico di famiglia che non sa parlare, si innamora di lei ma non riesce a dirlo. In “Io sono Molto Leggenda” il figlio dell’allenatore di una squadra sempre perdente entra al posto del centravanti e la squadra vince. Un grande club lo seleziona, ma tra i campi di serie A il ragazzo si perde. “Il bambino è tornato a casa” racconta di due sorelle, che preparano conserve e sognano con le telenovelas, e di Matteo, un bambino che scompare e forse un giorno ritorna. Le storie della Ruotolo costruiscono un mondo con tranquilla ineluttabilità, e poi lo sospendono a quei piccoli scarti della vita che somigliano al destino.

Cominciava a salirmi dentro l'arroganza che sarà pure giusto abbiano in petto le leggende, e prima di dormire giurai baciando mille crocifissi che avrei tenuto duro e che, oh, mica c'era da scherzarci tanto con me. Perché potevo pure non sapere che erano 'sti alamari ma non mi levava un punto, pensai tirando le coperte da sotto il materasso senza curarmi del freddo. Perché io ero Molto Leggenda.

Attendo con ansia la comunicazione della cinquina al Premio Strega.
Dei dodici candidati in realtà ne ho letti solo due e mezzo, perciò diciamo che il mio tifo non deriva da una valutazione attenta di tutti i romanzi in gara. No. Due ne ho letti, uno ce l'ho in lettura. E anche se non sono neanche alla metà di quest'ultimo, ecco, io vorrei fosse lui a poter indossare la fascetta di Vincitore Premio Strega 2014. Ovvio che quindi vorrei che tra qualche giorno passasse tra i cinque. (ma poi, dico io, devo andarmi a innamorare proprio di un romanzo di una piccola casa editrice, una di quelle che raramente vincono al premio strega? ma uff).
Che c'entra tutto ciò con la recensione a questo romanzo?
C'entra che ho letto Ho rubato la pioggia e mi sono follemente innamorata del modo di scrivere di Elisa Ruotolo, candidata allo Strega non con questo ma con Ovunque Proteggici (piccola interruzione: ma quanto son belli sti due titoli? Pura poesia). 
Comunque.
Ho rubato la pioggia è una raccolta di soli tre racconti, il cui tratto distintivo è la scrittura divina dell'autrice. Mentalmente, a fine lettura, ho fatto un inchino alla Ruotolo, al libro e ai suoi personaggi: se lo meritavano tutti. A quel punto ho deciso che Elisa Ruotolo è un fenomeno (la tentazione era scrivere il mio fenomeno, perché quando mi innamoro divento un po' possessiva...) e ho creduto in Ovunque proteggici prima ancora di iniziare a leggerlo (cosa che sto facendo in questi giorni e wow. Grandiosa 'sta donna).
Chiacchiere su chiacchiere su chiacchiere e ancora non ho iniziato a spiegarvi perché siete obbligati ad amare Ho rubato la pioggia.
Perché questo libro è poesia. Sentite la poesia che attraversa le sue pagine fin dal titolo e dalla meravigliosa copertina. Ho smesso di innamorarmi delle copertine da tempo ormai: mi basta uno sfondo bianco e un titolo nero e già sono felice. Ma qui l'immagine è poesia che si sposa col titolo e pure col contenuto: un piccolo capolavoro. 
Nei tre racconti incontrerete personaggi particolari, personaggi che vogliono sfidare il mondo, provando a essere o a fare qualcosa cui non sembra siano destinati. Personaggi che riescono a vivere e a sopravvivere finché restano nel guscio della loro casa, del loro paese: una volta fuori, il mondo se li mangia. 
Conoscerete Molto leggenda, un ragazzino cui l'attributo di leggenda non basta quando è sul campo di calcio, ma che resterà tale solo nei confini del suo campetto; conoscerete Irene e Bianca, due sorelle zitelle, alle prese con le loro conserve zeppe di peperoncino e con le loro attenzioni a una cognata che ha perso figlio, scomparso misteriosamente, e marito, che l'ha abbandonata, e che sta provando comunque a vivere la sua vita; e infine vi imbatterete in Silvia, una ragazza che fa per lavoro le pulizie di casa e a un certo punto si installa a casa di un padre e un figlio, e Cesare, vecchio amico di famiglia balbuziente che si innamorerà di lei.
Storie di quotidianità rese eccezionali dalla penna della Ruotolo, che fa in modo che i personaggi sfilino davanti ai nostri occhi in carne e ossa, facendoceli conoscere e riconoscere. I suoi personaggi diventano vivi, reali: sono veri. Vorrei stare qui ore a parlare di ognuno di loro, della loro profondità, che vien fuori anche se le pagine a disposizione sono poche, della loro credibilità. 
E vorrei stare qui non ore ma giorni a dirvi quanto l'autrice si prenda cura di noi, di tutti i suoi lettori. Dietro le sue pagine si sente che c'è un grande lavoro, sembra quasi di star leggendo un libro scritto tanti anni fa. Un libro che non si fa influenzare dalle mode o dalle necessità del momento, né nella forma né nei contenuti. Quando questo accade, io - da lettrice - non posso che essere riconoscente a chi non si è limitato a buttare giù le frasi come le vengono ma le ha prese, le ha misurate, le ha pesate, le ha cesellate, le ha strofinate e poi lucidate fino a farne uscire qualcosa di spettacolare.
Ho letto che rubare la pioggia vuol dire agire senza ricavarne nulla di concreto, senza averne guadagno. 
Ecco, smettiamola di rubare la pioggia: leggiamo questo libro, leggiamo Elisa Ruotolo. 


sabato 7 giugno 2014

Le giocatrici di Marilena Lucente

Titolo: Le giocatrici
Autore: Marilena Lucente
Editore: Spartaco
Pagine: 160
Prezzo: €10,00
Isbn: 9788896350393

Valutazione:

Trama
Teresa è una scommessa persa: per pagare un debito di gioco, suo padre l’ha fatta sposare con Perzechella, uomo freddo e calcolatore che vince a carte, stravince al Lotto e nasconde i soldi nella fodera del suo paltò. È la fine degli anni Settanta: una quaterna secca sognata, non giocata ma estratta, scatena la febbre di una intera comunità messa a confronto con le leggi del destino. Niente a che vedere con la compulsività delle slot machine, lo straniamento fisico e mentale che vivono oggi i giocatori, la vicinanza all'universo della malavita, il vortice di negatività in cui si precipita dopo aver perso tutto: brucia, brucia il bar Las Vegas, rifugio infernale di Anna, che ora ha solo gli occhi, la bocca e il cuore pieni di cenere. Intanto si accendono le luci della sala Bingo dove donne sole vivono nell'attesa di riscattarsi dal passato, girare pagina, rincorrere un amore che vola sulle ali di una farfalla. Solo che ancora una volta bisognerà misurarsi con il caso, la buona e la cattiva sorte. Frenesia, speranze, illusioni e sconfitte: un racconto declinato al femminile, quello di Marilena Lucente, che esplora il fenomeno del gioco, un mondo popolato di figure inquietanti e dolci al tempo stesso. Si vince e si perde, ci si incontra, ci si detesta, si piange e si ride, si scopre che farcela da sole è impossibile perché «il desiderio, l’amore, la morte: sono questi i tre fottutissimi giochi della vita».



Le giocatrici di Marilena Lucente è molto più di quel che pensavo.
Probabilmente molto più di quel che pensate voi che state leggendo questo mio post.
Prendete questo libro (insomma, almeno virtualmente), gettate uno sguardo alla trama e ...dai, che vi viene in mente? Potrebbe piacervi? Vi lascia indifferenti? Vi siete fermati alla cover e non avete letto manco un rigo della trama? Ok, qualunque siano le vostre impressioni, so per certo che la lettura di questo libro le smentirà, per portarle a un livello più alto e inaspettato.
Ho letto Le giocatrici e ho scoperto:
- una scrittrice in gamba;
- delle storie suggestive e così reali da sembrare quasi appartenere alla mia vita, al mio passato. O forse al passato della mia famiglia;
- che, annotazione personale, posso leggere - e pure apprezzare e magari anche amare - i racconti.
Protagonista assoluto è il gioco d'azzardo.
Un gioco che viene confuso con il destino e le sue promesse. Un gioco che prende la vita e la appende ai numeri. Un gioco che diventa una mano che inserisce un gettone e uno sguardo che spera e dispera.
C'è la necessità del brivido, della scommessa, forse anche della perdita.
Camminiamo tra le storie di Teresa, Ninetta e Nicolino (in realtà quest'ultimo è un personaggio secondario e non andrebbe citato, ma fa da trait d'union per l'ultimo racconto perciò lasciatemelo passare) - mamma e figli - e quel che percepiamo è la loro non vita, il loro annullamento. Sono persone che non fanno parte del mondo perché non riescono più a vederlo. Non hanno i bisogni dei comuni esseri umani: il loro bisogno è uno e uno solo. Il gioco. Tutto il resto diventa uno sfondo difficile da mettere a fuoco, uno sfondo che acquista significato solo se dà la possibilità di continuare a scommettere e a rischiare, altrimenti perde i contorni e diventa un'immagine sfocata.
Il primo racconto è quello per me più suggestivo, un racconto che sembra appartenere al passato di chi ha vissuto nel napoletano, di chi ha avuto nonni che credevano nell'efficacia della smorfia e della sua corretta interpretazione, un passato in cui "Non ti pago" di De Filippo aveva la sua evidentissima ragione d'essere. I numeri erano una fede, non una scommessa. I numeri non tradivano, ma potevano far impazzire, quello sì.
E leggere di Teresa e di Perzechella mi ha fatto fare un salto nel tempo. Racconto pittoresco e realistico, supportato da una forza narrativa davvero impressionante. Una storia che ha il sapore dell'Italia di un tempo, di quella che forse non abbiamo mai conosciuto ma che ci è stata raccontata tante volte.
Questo primo racconto lancia il suo incantesimo: una volta che si è finiti nella storia, difficilmente se ne uscirà. Anche se i protagonisti non sono più gli stessi, i tempi sono ben più recenti e i numeri sono stati rimpiazzati da qualcosa di ancora più infernale.
Ed ecco che dopo Teresa entra in scena Anna. (E se anche voi avevate una nonna che si chiamava Anna, ma che tutti chiamavano Nina, Ninù o, come preferiva fare mio nonno, uè Nì, capirete che Anna non è una totale estranea ma non è altro che Ninetta, la figlia di Teresa e Perzechella).
Il tono cambia, così come l'ambientazione e l'atmosfera. La febbre - primo racconto - mi è sembrato intriso di realismo magico: personaggi silenziosi, forti, ai quali i numeri sembrano quasi conferire poteri divini. Nel secondo, Game over, trionfa un realismo più crudo e disperato: si ricorre alle slot machine quando i giochi sono finiti, quando non si hanno più speranze. Un gioco che sembra metafora di suicidio: non si ha più nulla, non si è più nulla, non resta altro che gettare via l'ultimo barlume di se stessi in quelle macchinette sperando, chissà, che le immagini allineate possano restituirci ciò che siamo.
E poi c'è l'ultimo racconto, Le giocatrici, che nella sua disperazione sembra lasciare aperta la porta alla speranza. Il gioco è l'alternativa alla solitudine, alla vecchiaia, a una vita ormai troppo tranquilla.
Ho trovato bellissima la successione delle tre storie: ieri, oggi e domani. Si comincia col racconto (che personalmente considero il più bello e il più poetico) che sembra una leggenda, un passato che può appartenere a chiunque; si continua con una storia più attuale e disperata, che ha il sapore del dramma del nostro presente; e si finisce con un futuro - quello della vecchiaia - abbastanza triste e solitario ma non privo di speranze.
Protagoniste di queste storie sono tutte donne, disposte a perdere il senno, il lavoro, la sicurezza, la stima di sé pur di poter giocare ancora una volta. Donne disposte a credere solo in quel destino che la sfida con la dea bendata potrà portare loro. 
L'autrice è stata bravissima nel suo lavoro. Come dicevo all'inizio: qualunque cosa mi aspettassi, ho ricevuto di più. E se ho avuto l'occasione di imbattermi in questo titolo, devo ringraziare il passaparola (tradotto: devo ringraziare ciò che ha scritto La lettrice rampante nel suo blog). Perciò spero che anche questo post possa essere un passaparola per qualcun altro. Spero che, entrando in libreria, qualcuno si trovi questo libro davanti agli occhi, lo riconosca, lo sfogli e si faccia già convincere dalle prime righe. A quel punto lo leggerà e poi ne parlerà a qualcun altro, che entrerà in libreria, lo riconoscerà, lo leggerà e se ne innamorerà e ne parlerà a qualcun altro...
Insomma buona lettura!


venerdì 6 giugno 2014

Di nuovo insieme alla Signora Harris

Titolo: La signora Harris va a New York
Titolo originale: Mrs Harris goes to New York
Autore: Paul Gallico
Traduttore: F. Pe'
Editore: Frassinelli
Pagine: 192
Prezzo: €17,50
Isbn: 9788820054816
Data di pubblicazione: 2013

Valutazione:



Trama
Dopo l'incursione da Dior a Parigi, la signora Harris è tornata felicemente alle sue quotidiane abitudini: la tazza di tè in compagnia dell'inseparabile signora Butterfield, qualche fuggevole visita al pub, il cinema settimanale. E soprattutto il lavoro di colf nelle case della Londra upper class, dove non mancano mai succulenti quanto scandalosi intrighi sui quali fantasticare con l'amica. Ma un giorno qualcosa interrompe di nuovo la routine: Ada Harris si accorge che Henry, il tenerissimo ragazzino della casa accanto, viene regolarmente maltrattato dai genitori adottivi che se ne occupano dopo l'abbandono della - snaturata! - giovane madre. Ada decide allora di rintracciare il vero padre di Henry, impresa non facile dal momento che vive negli States e il suo cognome è Brown... come cercare un signor Rossi in Italia. Ma niente può fermare la nostra entusiasta signora inglese. Perché quel che è giusto è giusto! D'altro canto la fortuna (che qualche volta ci vede benissimo) fa la sua parte: una delle facoltose famiglie per le quali Ada lavora deve trasferirsi proprio a New York, e non può assolutamente fare a meno dei suoi impagabili servigi. Accompagnata dall'imprescindibile, e straordinariamente recalcitrante, signora Butterfield, Ada solca l'oceano con una nuova missione: restituire un bambino all'affetto del padre. La signora Harris è irresistibile: eccentrica e generosa, ironica e risoluta, energica e gentile, affronta ogni avventura con spirito pragmatico...


La signora Harris, io, l'avevo già incontrata un paio di anni fa. (Giusto per, magari anche voi l'avete incontrata qui).
Avevamo avuto la possibilità di trascorrere qualche ora insieme al termine delle quali eravamo già in preda alla malinconia. Ci saremmo incontrate ancora? Le prospettive non erano per niente rosee. Intuivamo che la possibilità di rivederci non dipendeva da noi, purtroppo. Fattori esterni influenzavano l'andamento del nostro rapporto di amicizia, e a noi non restava che sperare che quegli elementi prima o poi capissero l'importanza di darci un'altra occasione.
E dopo due anni, è accaduto. Siamo tornate insieme, ancora una volta per poche ore. Ma intense. Ancora una volta, purtroppo, abbiamo dovuto dirci Addio, perché non ci è dato sapere se ce ne sarà una prossima.. Ma ora possiamo vivere di ricordi e crogiolarci un po' nella malinconia. Perché è questo l'effetto di Ada Harris: quando mi racconta le sue novità mi travolge, mi fa sentire parte di quel pezzo di vita che sta condividendo con me e mi rende nostalgica quando quel racconto ha termine.
Quando inizia a parlare, ha un effetto rilassante. Sento che quella storia è ciò di cui ho bisogno in quel momento, so che mi farà star bene, perché la Harris non è una che si lagna o che perde tempo a raccontare storie infelici. Sono sicura che se ha qualcosa da dire, è perché avrà un lieto fine. Perciò posso mettermi comoda e tranquilla: le sue parole mi faranno vedere il mondo - almeno per quell'intervallo di tempo che trascorro con lei - sotto un'altra luce. Dove il male ha breve durata e l'infelicità viene spazzata via come un granello di polvere. Il suo modo di parlare non sarà ricercato. Né nelle intenzioni dell'autore c'è l'obiettivo di creare un romanzo memorabile. No. Paul Gallico è un intrattenitore e la donna che esce dalle sue pagine fa divertire, rilassare e distrarre il lettore dai pensieri di ogni giorno. Ma non lo fa in maniera clamorosa o sensazionalistica: non c'è bisogno di effetti speciali. Ovunque Mrs Harris vada, riesce a stravolgere la quotidianità nella maniera più naturale e ovvia possibile. Creando una nuova quotidianità, più brillante, più vera. Migliore.
I romanzi di Paul Gallico sono romanzi senza troppe pretese, di quelli da leggere a mò di intervallo, per sollevare lo spirito. Che sia questo romanzo o quello precedente, non ha importanza: importante è che ogni lettore abbia la possibilità di incontrare Mrs Harris. Credetemi: avete bisogno di conoscerla. E signor Frassinelli, dico a te: dai, non c'è due senza tre, traducine un altro, che ti costa? O magari traducili entrambi, i due che mancano, così non ti scoccio più.


mercoledì 23 aprile 2014

Curiamoci con i libri! (Curarsi con i libri di Ella Berthoud e Susan Elederkin)

Titolo: Curarsi con i libri
Titolo originale: The Novel Cure
Autore: Ella Berthoud e Susan Elderkin
Curatore: Fabio Stassi
Traduttore: Roberto Serrai
Editore: Sellerio
Pagine: 644
Prezzo: €18,00
Isbn: 9788838931130
Data di pubblicazione: 2013

Valutazione:



Si può curare il cuore spezzato con Emily Brontë e il mal d’amore con Fenoglio, l’arroganza con Jane Austen e il mal di testa con Hemingway, l’impotenza con Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, i reumatismi con il Marcovaldo di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi e adattato per l’Italia da Fabio Stassi, autore de L’ultimo ballo di Charlot. Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.


I DIECI MIGLIORI ROMANZI PER TRENTENNI
London Fields, Martin Amis
La scimmia sulla schiena, William Burroughs
La giornata di uno scrutatore, Italo Calvino
Middlesex, Jeffrey Eugenides
Fiesta, Ernest Hemingway
Il meglio della vita, Rona Jaffe
Schiavo d'amore, William Somerset Maugham
Billy Budd, Herman Melville
La vita breve, Juan Carlos Onetti
Orfero in paradiso, Luigi Santucci

(Prima di cominciare a parlarvi di questo libro: ecco il consiglio che mi ha mandato in crisi. Ancora pochissimi anni e concludo la mia passeggiata nei trenta. Che tragedia scoprire che per un trentenne questi sono i dieci migliori e io ne ho letto, per puro caso, solo uno... ho ventiquattro mesi per correre ai ripari, che poi dovrò mettermi in pari con quelli consigliati per i quarantenni, e anche lì...)


Nella mia libreria ho riservato uno scaffale per quei libri che parlano di libri.
Consiglio...
Non parlo di romanzi che ruotano intorno ad altri romanzi (anche se in passato ho avuto un debole anche per questi. E nel novantanove percento dei casi si sono sempre rivelati una fregatura),  stavolta mi riferisco a saggi, a volumi creati non per raccontare una storia ma esclusivamente per parlare di libri.
Ho volumi sul piacere di leggere, sui perché del leggere, sul come leggere, sulla necessità di leggere ogni giorno, sul pericolo di leggere. E ancora volumi che si dedicano a giocare coi libri tramite quiz interessanti e carini. Volumi elaborati dai lettori per i lettori, o solo per le lettrici. Volumi che mostrano le connessioni tra romanzi e quadri. Per la maggior parte non si tratta di opere memorabili ma di piccole perle di cui una persona normale potrebbe tranquillamente fare a meno mentre il lettore compulsivo sente il bisogno di avere.
Come poter resistere pertanto al richiamo dell'ultima pubblicazione appartenente a questa categoria?
Curarsi con i libri dell'accoppiata Elderkin-Berthoud è una chicca, di quelle da tenere a portata di mano.
Nasce come prontuario per dare una soluzione ai mali della vita attraverso i libri.
Ora un tentativo del genere potrebbe suonare un po' troppo ambizioso, e un tantino pretenzioso.
Chi saranno mai queste due per ritenere di essere in grado di dare una risposta ai problemi attraverso le letture? Avranno letto abbastanza nella loro vita per arrogarsi un diritto del genere?
Bè, diciamo che della biblioterapia hanno fatto una professione e la svolgono ormai da anni.
Ma ci sanno fare o si spacciano per profonde conoscitrici della letteratura mondiale (nonché dell'animo umano)?
Ritengo che la risposta ognuno possa trovarla da sé, leggendo il volume pubblicato da Sellerio.
Sì, perché io potrò ad esempio ritenere azzeccatissimo il loro consiglio inerente al disturbo della lettura quale può essere Faccende di casa, essere distratti dalle. Soluzione? Creare un angolo per la lettura. Cito questo caso giusto a titolo esemplificativo e giusto perché, dopo averlo letto, mi sono detta che quella era la soluzione più ovvia, più semplice, più banale di tutte al mio problema e nonostante ciò non avevo mai preso in considerazione di creare quell'angolino. Detto fatto, l'angolino è nato: è bello accogliente e perfetto, leggere lì è un sogno per me. Senza quel volume forse non avrei mai dato il via all'idea. Vero che in questo caso il consiglio non è stato direttamente letterario, ma le biblioterapeute si prendono cura del lettore a 360 gradi ;)
...applicazione del consiglio!
Andando ai disturbi e ai rimedi che propongono, devo ammettere che a volte mi sono risultati fin troppo superficiali, della serie: ma a quello ci sarei arrivata benissimo da sola! In effetti questo volume l'ho vissuto e lo vivo come uno spunto: uno spunto per abbinare certe letture a certi "malanni" che non avrei mai preso in considerazione. Uno spunto da cui partire per proporre il mio rimedio personale e non accontentarmi del loro. Uno spunto per immaginare una malattia non presente e riflettere sulla possibile cura. Ovviamente la  mia cultura non è pari alla loro, perciò le mie armi a disposizione saranno in numero minore... ma così la sfida che mi autopropongo è ancora più avvincente!
Concludo dicendo che questo è un volume perfetto per i curiosi. Se lo siete, non potete evitare di dargli un'occhiata in libreria, di sfogliarlo e di interrogarlo. Ci saranno disturbi di cui non vi fregherà un accidenti, ma vi troverete a leggere i rimedi come se fossero tutto ciò di cui avete bisogno in quel momento. Sì, perché a un certo punto non ci interessa del binomio malattia-cura ma solo dei titoli che vengono proposti e di come ci vengono presentati: ci troviamo a cercarli avidamente, sperando di non averli mai incrociati nel nostro percorso di lettori, per avere nuove magari meravigliose letture da trovare e a cui dedicarci. (La mia wish list si è allungata paurosamente dopo aver chiuso questo libro e questo mi fa venire in mente un'altra cosa, che dirò appena chiudo la parentesi). Eccola. Ho preso questo libro con l'intenzione di metterlo sul comodino e di usarlo all'occasione. Di leggerlo un malanno alla volta, o magari un paio di malanni alla volta. Ecco, non funziona così. Ne leggi uno, li vuoi leggere tutti. Pensi che quello dopo potrebbe essere il tuo malanno, quello che manco sapevi di avere ma che le due bibliowomen sapranno risolverti proponendoti la lettura che cercavi da una vita. Insomma, lo inizi e non lo metti più giù. Potrà pure restare sul comodino, ma solo dopo essere stato portato a termine.
Curarsi con i libri è una missione.

domenica 13 aprile 2014

Vuoi vedere i miei libri nuovi - per nuovi si intende di mia nuova acquisizione ma possono essere anche usati anzi lo sono tutti?

Buon pomeriggio!
Se fossi una blogger alla moda questo post ora si chiamerebbe In my mailbox - che i titoli in inglese per le rubriche in italiano fan sempre figo; se fossi una blogger alla moda ma che vuol mantenere l'originalità questo post avrebbe un titolone che non dovrebbe richiamare in alcun modo le parole in my mailbox (però sposarne la sostanza, eh) ma pur sempre in inglese (che sennò poi dove va a finire la figaggine?) ma sono solo io che scrivo e voi, se ci siete, che leggete.
E se ora ci fossimo incontrati dal vivo vi avrei detto - in italiano, e per i pochi eletti, magari in napoletano - volete vedere i libri che ho comprato?
E da qui nasce una non rubrica, perché non ha cadenza e forse alla fine di questo post morirà pure, che chiamerò come mai nessuno ha fatto prima d'ora: Vuoi vedere i miei libri nuovi - per nuovi si intende di nuova acquisizione ma possono essere anche usati anzi lo sono tutti??? 
1,2,3 via alla rubrica!
(P.S. sì, lo so, sono diventata una maniaca del p.s. Allora: non metterò trama né dati particolari: son libri usati, anche la presentazione che ne faccio si adegua al loro stato :) Se però cliccate sui titoli verrete rimandati direttamente alle pagine delle rispettive case editrici, se sono libri ancora esistenti in commercio o alle schede corrispondenti in aNobii - sempre che aNobii non decida di crollare proprio ora).



La gang dei sogni, di Luca Di Fulvio
La ragazza che toccava il cielo, di Luca Di Fulvio
Perché li ho presi: colpevoli sono gli Youbookers. Dopo aver casualmente ascoltato la loro intervista all'autore - un autore a me sconosciuto, all'epoca - ho deciso che avrei dovuto leggere La gang dei sogni. E ho pure iniziato a leggerlo, ma il libro era in formato digitale e a un certo punto ho sentito il bisogno della carta. Bisogno che non poteva essere soddisfatto, visto che il romanzo è ormai fuori catalogo. (Ah, se poi a qualcuno venisse la voglia ed è più paziente di me, pare che questa estate uscirà l'edizione economica).
Dove li ho presi: Miracolosamente San Libraccio un giorno ha deciso di inserirne una e una sola copia de La gang dei sogni a metà prezzo e ha deciso di non farla sparire dal mio carrello. La ragazza che toccava il cielo pure era a metà prezzo, e quindi via, diamogli questa doppia occasione a sto scrittore.
In che condizioni sono: entrambi come nuovi. Grazie, precedenti lettori, per non averli rovinati! o per esservene liberati senza neanche averli sfogliati!

Il ventre di Parigi, di Émile Zola
Un tenebroso affare, di Honoré de Balzac
Perché li ho presi: Ad essere sincera, li ho presi principalmente per due ragioni: per il prezzo e perché sono classici. La mia filosofia di vita è: per i classici ne vale sempre la pena. Se poi costano 1€, non c'è manco bisogno di fermarsi a riflettere. Però sono edizioni Newton Compton... se le traduzioni si riveleranno il male assoluto, se i refusi brinderanno alla salute dei miei nervi una pagina sì e l'altra pure, allora li prenderò e farò fare loro una brutta magica sparizione. O li regalerò a qualche lettore che mi sta antipatico (perciò, se un giorno di questi vi proponessi di regalarvi questi libri...)
Ulteriore motivazione all'acquisto di questi due romanzi: si tratta di Zola e Balzac. Del primo ho letto Al paradiso delle signore (dopo essermi ovviamente innamorata della meravigliosa serie tv The paradise ed esserne rimasta troppo presto orfana) ma con tutta la vasta produzione letteraria di Zola non posso certo fermarmi solo a quella lettura. Perciò ho accolto Il ventre di Parigi (e non solo, ma lo vedrete più giù). Di Balzac ho letto Eugenie Grandet e Papà Goriot, letture obbligatorie quando ero al liceo. Ne ho un vago ricordo, purtroppo, perciò prima o poi rileggerò quelli e li affiancherò a questo titolo, non certo tra i più famosi. Ma anche Balzac ha una produzione letteraria infinita e io mi sento sempre troppo ignorante nei confronti di questi autori. Devo assolutamente se non mettermi in pari, almeno iniziare ad accorciare le distanze tra la mia ignoranza e i loro romanzi. 
Dove li ho presi: nell'unico negozietto di libri usati della mia città, Ricordi Perduti o chiamato semplicemente "da Willy" dagli affezionati del luogo.
In che condizioni sono: ottime, per essere edizioni ormai fuori catalogo da una quindicina d'anni. Non finirò mai di stupirmi per come la gente non maltratti i libri. (O forse per come non si degni di aprirli neanche per curiosità?)

Il richiamo del cuculo, di Robert Gailbrath aka J.K. Rowling
Perché l'ho preso: Questo libro non ha bisogno di molte chiacchiere o presentazioni. Amo la Rowling, anni fa amai Harry Potter, qualche mese fa ho amato Il seggio vacante... amerò Il richiamo del cuculo? Insomma quando c'è la Rowling prendo il verbo amare e lo coniugo. Non m'interessa leggere i suoi libri appena escono, anzi. Mi piace aspettare che le chiacchiere passino e l'entusiasmo si spenga... poi aspettare ancora di sentire un senso di mancanza. Insomma quel momento giusto di cui tanto si parla, che quando lo sento dire agli altri faccio la scettica e la dubbiosa ma poi lo so che a me succede proprio così, e insomma.
Dove l'ho preso: Era il momento giusto di comprare Il richiamo del cuculo perché il sito del Libraccio lo aveva a metà prezzo. Poi verrà il suo momento per essere letto, magari a ridosso dell'uscita del prossimo. Vi farò sapere.
In che condizioni è: praticamente nuovo, che ve lo dico a ffà.

L'urlo e il furore, di William Faulkner
Perché l'ho preso: Perché io sono facilmente influenzabile. La versione della storia - della mia storia con questo libro - che dovrei ufficialmente diffondere potrebbe essere la banale: ne ho sempre sentito parlare, l'autore ha vinto il nobel, non ho mai letto niente di suo e bla bla bla.
La versione reale invece è tristemente questa: guardavo una serie tv - stendiamo un velo su quante e quali serie tv io segua - e una delle protagoniste aveva scritto in passato un tema - un saggio o qualcosa del genere - sui personaggi de L'urlo e il furore. Vengono letti stralci di quel tema, i personaggi del telefilm si soffermano a parlare del romanzo e bum, lo voglio.
Dove l'ho preso: Non pensavo di trovarmelo in breve tempo a portata di mano e di tasche. Solito negozietto da Willy, a 2,50€. Poi vi faccio sapere, che se è bello ci faccio un tema pure io, ne parliamo insieme, qualcuno ci sente parlarne e bum, di nuovo...
In che condizioni è: ma anche questo è come nuovo, diamine. Non ci sono più i libri usati di una volta.

Come un respiro interrotto, di Fabio Stassi
Perché l'ho preso:  Perché è proprio bello da vedere, e pure da toccare. E deve essere bello pure da leggere perché sennò mi arrabbio e ci rimango male. Perciò chiunque l'abbia letto e non gradito si astenga dal comunicarmelo. Voglio vivere nell'illusione della sua sconfinata bellezza finché non avrò deciso di leggerlo.
Questo è proprio uno dei nuovi acquisti di cui vado più fiera. (E comunque non l'avrei mai preso se poco tempo fa non avessi letto L'ultimo ballo di Charlot).
Dove l'ho preso: su quel gran sito del Libraccio. Sono stata a un passo dal prendere anche un altro suo libro, ma quel maledetto omuncolo che dirige i carrelli del libraccio me l'ha cancellato all'ultimo momento e mi ha fregata. Quel gran sito a volte è un maledetto sito. Ovviamente, a metà prezzo - non il sito ma il libro, eh.
In che condizioni è: ovviamente, come nuovo.

Terrestre, di Jean-Claude Mourlevat
La psichiatra, di Wulf Dorn
Perché li ho presi: Diciamo che questi due romanzi non erano sicuramente delle priorità, anzi. Terrestre di Mourlevat è uno young adult. E sì, lo so, ormai la mia è quasi una guerra contro la ciofeca degli ya, perciò perché me lo sono andato a cercare? Per una di quelle motivazioni assolutamente inutili: perché l'ha scritto un francese. Finora credo che la totalità di romanzi di questo genere che mi sono ritrovata a leggere siano stati di provenienza americana (e ormai son tutte fotocopie) o italiana (stendiamo lenzuola pietose). Vediamo un po' un francese cosa è capace di creare, vediamo se ne farà una pallida imitazione dei colleghi di oltreoceano (e quindi di quelli d'oltralpe che imitano quelli d'oltreoceano) o se sarà capace di raccontare una storia nuova e, magari, necessaria. Perché alla fine di ogni ya mi ritrovo a pensare che no, non se ne sentiva la necessità di quel romanzo. Chissà che Mourlevat non mi metta a tacere. (Volete sapere se ci credo a quel che ho appena detto? No, non ci credo). 
La psichiatra non mi aveva mai attirata più di tanto, l'ho sempre trovato uno di quei libri snack: li leggi quando hai un languorino di qualcosa di saporito, ma poi dopo averlo letto non ti resta quasi niente (come dopo aver mangiato uno snack, soprattutto se al cioccolato: come se non avessi mangiato a nulla. A che serve? solo ai sensi di colpa). E anche qui la domanda: allora perché l'ho preso? Perché una mia amica mi ha mandato un whatsapp dicendomi: l'hai letto La psichiatra? Devi, te lo consiglio. E questa amica non mi ha mai consigliato libri, perciò ho apprezzato la cosa e mi sono ripromessa di prenderlo (e leggerlo) alla prima occasione.
Dove l'ho preso: tramite scambio con altre ragazze, liberandomi di libri per me davvero brutti.
In che condizioni sono: Lode agli scambi: anche qui i libri sono come nuovi!

Kiss kiss, di Roald Dahl
Le ragazze di Sanfrediano, di Vasco Pratolini
Il compleanno dell'iguana, di Silvia Ballestra
Perché li ho presi: qui la motivazione più vera è quella economica, il prezzo. A solo 1€ per libro non potevo dire di no. Ma se fosse stata l'unica motivazione, avrei dovuto riempire buste di libri, vista la quantità di libri a quel prezzo, perciò dai, lasciatemi spiegare. Per quel che riguarda Kiss Kiss di Dahl, con quella cover inquietante, l'ho preso perché di lui ho letto troppo poco (quando ero piccola io evidentemente non andava di moda: non mi è mai capitato un suo romanzo tra le mani, ho recuperato solo in età adulta). Si tratta di una raccolta di racconti, forse inquietanti come la cover.
Le ragazze di Sanfrediano di Pratolini l'ho preso perché conosco l'autore solo di nome, perciò diamogli un'occasione per diventare conoscenza di fatto.
Il compleanno dell'iguana di Silvia Ballestra sarebbe passato del tutto inosservato - soprattutto per la mostruosa copertina, aggravata dall'impossibilità di toglierci quell'adesivaccio senza distruggere il tutto, ma ci riuscirò - se non fosse stato che mio fratello mesi fa mi disse: NON HAI MAI LETTO SILVIA BALLESTRA?? (e sì, il maiuscolo è necessario se voglio far capire il tono usato). 
Insomma, no, non ho mai letto Silvia Ballestra, e non ci scommetterei ma se non sbaglio il fratello mi chiedeva proprio se avessi letto questo libro. Ok Silvia: Sei breve, costi 1€, vieni anche tu a giocare con me.
Dove li ho presi: a Napoli, a Porta Nolana, per chi conosce la zona. Per chi non la conosce, pazienza. Si fanno affari!
In che condizioni sono: attenzione attenzione! qui ci troviamo di fronte a veri libri usati. Sarà che sono davvero vecchietti? Il libro di Dahl è datato 1981 e quello di Pratolini 1966. Quello della Ballestra, invece, è ancora giovanissimo: 2001. E infatti è l'unico che probabilmente non è stato mai aperto e sarebbe come nuovo se le pagine non fossero ingiallite (probabilmente anche a causa del soggiorno su bancarelle esposte quotidianamente al sole di Napoli. Ho libri abbronzati, io).

Camere separate, Pier Vittorio Tondelli
Altri libertini, Pier Vittorio Tondelli
Perché li ho presi: Se davvero state leggendo quel che sto scrivendo, allora sapete cosa mi ha detto mio fratello riguardo alla Ballestra. Prendete la stessa frase, al posto del nome della scrittrice metteteci Tondelli e fate conto che quella frase io la stia urlando a me stessa. Cavolo no, non ho mai letto Tondelli! Ho scelto questi due titoli tra quattro presenti, ma non ho voluto prenderli tutti perché se poi al primo che leggo scopro, che so, di non sopportarlo? Di odiarlo?
Voi lo sopportate? oppure anche voi NON AVETE MAI LETTO PIER VITTORIO TONDELLI???
Dove li ho presi: da Willy, come sopra. A 2,50€ l'uno
In che condizioni sono: giusto un po' abbronzati ma decenti. Insomma non brillanti come i precedenti.

Libri e amori a Los Angeles di Jennifer Kaufman
I terribili segreti di Maxwell Sim, di Jonathan Coe
(Per questi due libri devo chiedere scusa per la fantasia della foto: l'esaltazione del momento mi ha portato a disporre i libri ovunque e fotografarli. Mai foto furono più penose.)
Perché li ho presi: Grande interrogativo. Di questi non sono soddisfattissima. Mi spiego meglio. Di Coe lo sarei, eccome se lo sarei, io sono una Coe-reader della prima ora. Ma questo libro ha un enorme difetto che vi spiegherò nel "dove li ho presi", difetto che mi fa arrabbiare e passare la voglia di leggerlo. Però lo volevo, io devo avere tutti i Coe, è una regola.
Quanto a Libri e amori a Los Angeles sento che con una probabilità che sfiora il 99,99 percento sarà un libro di cui mi pentirò. Uno di quelli che la cara Nereia di Librangolo Acuto renderebbe protagonisti di Francamente me ne infischio (se vuoi, dopo essermene infischiata io, poi te lo passo). Sì, mi sembra uno di quelli che vuole fregare il lettore mettendo un libro in copertina e nel titolo. Lo so, fin troppo facile. Ma a 3€ che vuoi? Lo prendo e se mi fregherà, pazienza. Gli ho dato io l'ok.
Dove li ho presi: Libri e amori ecc l'ho preso a Napoli, sulla bancarella degli incellophanati. Coe l'ho ricevuto tramite uno scambio. Maledetto. Ribadisco, io leggo tutti i Coe. Però li leggo rigorosamente in edizione Feltrinelli. E invece questo è in una stramaledetta edizione Mondolibri. E mi scusassero gli abbonati Mondolibri e chi crede in quel sistema: io odio le loro edizioni. Questo l'ho preso in scambio e la tipa aveva caricato la cover Feltrinelli nella scheda. Delusione a mille, avrei voluto fare la tipa a pezzettini ma poi mi sono scocciata. Per ora mi tengo questa maledetta edizione, ma non finisce qui!
In che condizioni sono: Libri e amori ha resisito al tempo grazie al cellophane, non dimostra la sua età. Coe è mondolibri, e ho detto tutto e pure troppo.

La piccola automobile bianca, di Dan Rhodes
Vita immensa, John Williams
Blue Nights, Joan Didion
Perché li ho presi (e anche: perché li ho fotografati insieme?): cosa hanno in comune questi tre autori? Qualsiasi lettore al mondo potrà affermare con certezza che non hanno assolutamente nulla in comune. Io invece ho la risposta alla domanda: di ognuno di questi autori voglio leggere almeno due romanzi e non ne ho ancora letto nessuno. Il bello è che i titoli che ho trovato non erano quelli che avrei desiderato, ma non ho badato a questi dettagli. Quando me li sono ritrovati tutti lì, a un prezzo più che abbordabile, ho pensato che potevo mettere fine a questa loro "comunanza". E mentre cerco i link da applicare ai titoli, scopro insieme a voi due cose: che uno di questi libri non esiste e che io sono una cretina.
Non ci sono tracce di Vita immensa nel web... Tutta colpa di quel maledetto cellophane. Tolto quello, sto scoprendo che in realtà il libro è una bozza non corretta per la stampa. E fin qui, ok. Ma, cosa odiosa ,scopro che in realtà il titolo originale del libro è Butcher's crossing. E indovinate un po? Butcher's crossing io ce l'ho già, evidentemente quando la Fazi l'ha trasferito da bozza a libro ha ben pensato di cambiare copertina e titolo. Ma non vi pare un'ingiustizia? (il libro finisce in scambio, hai visto mai che a qualcuno interessi...)
Ho perso troppo tempo per questa notizia togliendo spazio alla Didion e a Dan Rhodes: mi scusino gli autori, voglio amarli e spero di farlo presto!
Dove li ho presi: Porta Nolana a Napoli. 3€ l'uno.
In che condizioni sono: Solo Rhodes è un po' ammaccatello, gli altri sono perfetti (anche quel maledetto di Vita immensa, sgrunt).

Inganno, di Philip Roth 
Perché l'ho preso: Roth è Roth, servono altre motivazioni? Prima o poi prenderò tutta la sua bibliografia.
Dove l'ho preso: tramite scambio, santissimi scambi!
In che condizioni è: perfetto, tenuto benissimo, grazie ancora lettrice che scambia!


Nanà, di Émile Zola
Tenera è la notte, Francis Scott Fitzgerald
Perché li ho presi: perché sono classici, perciò mi appello alla teoria espressa nella prima foto. E quanto a Zola, valgono le stesse considerazioni. E poi questo è Nanà: prima o poi devo leggerlo anch'io! Quanto a Tenera è la notte, io mi incanto quando leggo Francis Scott Fitzgerald. (Prossimo obiettivo: Belli e dannati).
Ah, li ho presi anche perché era l'ultimo giorno del 25% sugli Oscar Mondadori e non avevo ancora onorato quello sconto!
Dove li ho presi: udite udite, in libreria!
In che condizioni sono: Perfetti sotto ogni punto di vista.

Come funzionano i romanzi, James Wood
I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, Piero Dorfles
Perché li ho presi: Quello di James Wood lo volevo da così tanto tempo che quando l'ho trovato non ricordavo più dov'è che l'avevo sentito nominare, chi me ne aveva parlato e roba simile. Perciò l'ho preso sulla scia dell'euforia di averlo trovato. Quello di Piero Dorfles mi sembrava uno di quei libri, che se avesse avuto facoltà di scelta, sarebbe uscito dalla libreria sbattendo le porte e urlando: addio, io vado a casa di Sonia! Insomma, il libro fatto apposta per me
Dove li ho presi: devo ringraziare il solito santo (san libraccio, ovvio) se ho recuperato James Wood, a metà prezzo. Mentre per Dorfles non l'ho preso da nessuna parte, mi è stato picevolmente e inaspettatamente regalato :)
In che condizioni sono: felici di essere con me




Ho finito. Davvero.





lunedì 7 aprile 2014

E si ritorna a Borgo Propizio! (E le stelle non stanno a guardare di Loredana Limone)

Titolo: E le stelle non stanno a guardare
Autore: Loredana Limone
Editore: Salani
Pagine: 384
Prezzo: €14,90
Isbn: 9788867155163
Data di pubblicazione: 6 Marzo 2014

Valutazione:

Trama
Tanti sono gli avvenimenti che scombussolano le giornate di Borgo Propizio e dei suoi numerosi abitanti, come la sempreverde zia Letizia, indaffarata a gestire la latteria insieme a Belinda, nipote acidina; le due sorelle Mariolina e Marietta, con il loro teatrino di litigi e riappacificazioni; l’amabile Ruggero, rozzo-che-piace; Dora, più pettegola che giornalaia; il maresciallo capo Bartolomeo Saltalamacchia... Con a capo il sindaco Rondinella, il paese sfoggia una nuova zelante giunta, il cui assessore alla Cultura, il nevrotico professor Tranquillo Conforti, incarica Ornella di organizzare un evento per l’inaugurazione della biblioteca. Sì, perché il paese ora vuole la sua biblioteca civica. E dovrà essere un evento speciale, o meglio spaziale, addirittura un festival letterario, sotto le luccicanti e propizie stelle del borgo. Be’, non sempre propizie. Le chiacchiere ricominciano il giorno in cui giunge Antonia, una forestiera dai boccoli ramati, che porta un misterioso bagaglio interiore. Scappando da se stessa, è alla ricerca di un luogo dove curare l’anima,tanto da decidere che lì organizzerà la propria vendetta d’amore. Una vendetta contro chi? E perché? Quale che sia il motivo, è un piatto che andrà servito freddo. Ma Antonia non sa che Borgo Propizio ha il dono di cambiare la vita di coloro che varcano la sue mura merlate…



Non vedevo l'ora di mettere di nuovo piede a Borgo Propizio.
Un po' come quando andiamo in vacanza in un luogo che sentiamo perfetto per noi e facciamo i salti mortali per tornarci sempre più spesso. In fondo ogni nuova città è un po come un libro: ha la sua immagine, la sua storia, i suoi personaggi, la sua vita e pure la sua conclusione, ahimé, quando siamo costretti a lasciarla. E come ogni libro, ha la possibilità di essere rivissuta ogni volta che vogliamo (o, almeno, possiamo).
Ecco, io a Borgo Propizio ci ero stata già due volte (se non vi ricordate... qui). La Limone mi aveva dato l'occasione per recarmici la prima volta, ma a distanza di mesi avevo già sentito l'esigenza di farvi ritorno: ho ripercorso le stesse strade, incontrato gli stessi personaggi, assistito agli stessi dialoghi. Tutto brillava e sorrideva come sempre.
Chissà, se qualche settimana fa  non fosse uscito questo secondo romanzo, magari ci sarebbe stata una mia terza volta nel Borgo Propizio di sempre, fino ad imparare a memoria: il paese e il libro. Ma ecco che giunge in libreria E le stelle non stanno a guardare e io non ho più bisogno di accontentarmi di rivivere il passato, sono pronta a fare un passo avanti.
L'impatto con questo secondo romanzo è stato, da un certo punto di vista, più rassicurante. Mi sono dedicata alla lettura come se già sapessi ciò che vi avrei trovato, e quella consapevolezza mi confortava. Avevo bisogno di rivedere il paese e la sua latteria, di sapere che tra Mariolina e Ruggero tutto procedeva alla grande, di sentire che Cesare e Claudia, di nuovo insieme, confermavano di essere fatti l'uno per l'altra.
E volevo essere sicura che Letizia non avesse perso la sua passione per il G.M e che Belinda... beh, per Belinda mi aspettavo una svolta, mi aspettavo che Borgo tutto si muovesse per portare nella sua vita qualcosa di grande. Ecco, ero lì, col libro tra le mani, in attesa di sapere che tutti i miei pensieri - o forse desideri - diventassero realtà. E, soprattutto, volevo il sorriso. Volevo quel sorriso che per ben due volte il primo volume mi aveva regalato per tutte le sue pagine, volevo che mi spuntasse in volto e non se ne andasse più.
...nessuna aspettativa particolare, in pratica, no??
Il romanzo è stato davvero un toccasana. Uno di quei romanzi che arrivano nel momento giusto, che confortano con le loro certezze, che ti fanno sentire in pace col mondo e ti fanno percepire ancora di più la primavera. Sì, E le stelle non stanno a guardare è un romanzo primaverile. Una storia che fa sbocciare altre storie, che porta novità: i suoi personaggi sono pronti a darsi una scossa, a cambiare, ad agire. Il lettore si fa facilmente trasportare da vecchie e nuove amicizie (e si fa conquistare tantissimo dalla possibilità Belinda-Francesco, sghignazzando come una matta - sì, "il lettore" sono diventata improvvisamente ed esclusivamente "io" - ad ogni loro incontro e dialogo) e si rilassa, tira un sospiro di sollievo e si rilassa. Arriva alla fine pensando: è andato tutto bene, grazie Loredana.
Allora perché tre stelline invece di quattro? Cosa è successo?
È successo che mentre mi trovavo ad amare il romanzo, venivo distratta da alcuni aspetti che non mi andavano giù. Ero come un'innamorata al primo stadio: all'inizio vede tutto perfetto e roseo, ma basta far passare un po' di tempo per cominciare a notare che non è tutto una meraviglia. Che c'è qualcosa che non va. Il bello dell'amore è che continuiamo ad amare nonostante quelli che per noi sono difetti, nonostante ci sia qualcosa che non ci piace. Così è accaduto col Borgo. Amore amore, sorriso stampato ma. C'è qualche piccolo ma.
A tratti mi è sembrato troppo lungo, o meglio: troppo concentrato su troppe storie.
La storia di Belinda e l'amore, quella di Ornella e del festival, di Antonia e del suo passato amoroso, di Mariolina e il suo destreggiarsi tra matrimonio e lavoro, di Marietta e la sua ricerca di una compagnia nella vita, di Saltalamacchia e la sua famiglia, di Cesare e Claudia e l'adozione... Troppe, ecco.
Tutte storie interessanti e piacevoli e pure spassose, ma non tutte hanno avuto l'approfondimento che si meritavano. Alla fine la sensazione è quella di un'occasione mancata.
In alcuni casi ci sono aspetti che mi sono rimasti oscuri, non spiegati e ho pensato che forse è il modo dell'autrice per dirmi: non ti preoccupare, le risposte te le darò nel prossimo volume. Il che sarebbe ovviamente accettabile, ma Borgo Propizio ci aveva abituato in maniera diversa: tutto comincia e finisce in quel volume. Non c'è attesa, è tutto compiuto.
Perché non raccontare meglio il rapporto tra Cesare e Claudia? Perché non spiegare meglio quel che ha fatto Antonia e svelare una volta per tutte i segreti dello scrittore? Perché non dare un seppur momentaneo happy ending (o magari unhappy) alla relazione tra Marietta e il sindaco?
Non so, mi sembra che alla chiarezza del primo Borgo Propizio si sia sostituito un modo di raccontare meno diretto, più ambiguo. 
Il bello è che la storia me la sono totalmente goduta, ma solo dopo averla finita mi sono resa conto che qualcosa non mi tornava. Come se per riuscire a raccontare tutte quelle storie, fosse stato detto tanto ma non abbastanza. Questo romanzo è di quelli gustosi da leccarsi i baffi ma non ci sazia, anzi, ci fa venire ancora più fame. Terminiamo l'ultima pagina pensando: Loredana, non è finita qui.
Questo è il motivo delle 3 stelline: per mettere la quarta, voglio qualcosa di più, che al momento non c'è.
In conclusione E le stelle non stanno a guardare non ha tradito le mie aspettative: nonostante manchi qualcosa, il romanzo è divertente, è rilassante, è ironico... è di una carineria unica. Però per essere soddisfatta voglio un seguito dove tutto possa compiersi. Al più presto.

venerdì 4 aprile 2014

Libri interessanti nel mese di aprile

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È quasi un mese che gironzolo on line per riuscire a beccare tutte le prossime uscite interessanti di questo mese. È un'attività che mi diverte, mi entusiasma e mi rassicura: per ogni libro interessante che becco, sto lì a pensare che nella vita i libri che vorrò leggere non finiranno mai. (Che poi mi ritrovi a pensare anche che non basterà una vita per leggerli tutti è un pensiero che mi angoscia, ma decido di non ascoltarlo e nasconderlo dietro gli entusiasmi).
Stavolta mi sono resa conto, però, che le nuove uscite che trovavo in giro mi stavano lasciando fin troppo insoddisfatta. Sempre i soliti titoli, le solite trame, la solita sbobba. Allora ho preso tutti i titoli, li ho riuniti tutti in un lunghissimo elenco e mi sono divertita a depennarli uno dopo l'altro: questo no, sarà banale; questo no, mi ha stufata; questo via, copertina imbarazzante; questo off limits, titolo tremendo; e così via. Li ho abbattuti uno dopo l'altro, col rischio di non ritrovarmi a desiderare più nulla. Qualcuno ha resistito perché era - nella mia mente - decisamente meritevole; altri hanno superato la selezione ma con qualche riserva (riserva che si scioglierà solo se li leggerò... vedremo).
Ok, diamo inizio ai "Perché ho scelto questi libri". Presenterò motivazioni brevi e poco intelligenti, statene certi ;)

Sto leggendo, o almeno finora ho letto solo le prime due pagine ma spero di continuare, Suite francese di Iréne Némirovsky, una delle scrittrici che più ammiro al mondo. Da quando i diritti sulla sua opera sono scaduti, le case editrici ormai fanno a gara nel pubblicare o ripubblicare vecchi romanzi o racconti inediti. Passigli editore si è concentrato su questi ed è in uscita Speranze e destini, ultimo di quattro volumi in cui vengono raccolti gran parte dei suoi racconti.
Parlando di questa autrice, non poteva sfuggire alla mia ricerca Un paesaggio di ceneri di Élisabeth Gille, romanzo della figlia della Némirovsky. L'hanno definito, nella scheda, seguito ideale di Suite francese. Definizione ambiziosa sicuramente, ma che mi ha incuriosita e convinta a leggere - per l'appunto - Suite francese. Per poi meditare se sia il caso o meno di dare una chance alla figlia. Se voi avete già letto il capolavoro della madre e decidete di provare questo, fatemi sapere.
Parlando di figli d'arte, mi è nato spontaneo  il collegamento con il romanzo di Elisa Fuksas, Figlia di. Forse la trama non presenterà nessun elemento particolarmente originale, ma mi attirava la connessione col romanzo sopra, che ho deciso di leggere solo perché l'autrice è "figlia di". Insomma la Fuksas mi ha fregata, io ci sono cascata. Ma magari il libro potrebbe rivelarsi un gran Libro. Magari. 
Rimanendo in tema familiare, il nuovo libro di Concita De Gregorio (leggo tutti i suoi libri, sono una calamita) è scritto in tandem col figlio Lorenzo, ed è incentrato sulle storie che madre e figlio hanno da raccontarsi. Non ho ancora capito quale sia il titolo, perché alcuni siti portano una copertina indicante Le storie smarrite del gatto e del corvo, altri Un giorno sull'isola. Ma pare che quest'ultimo sia quello vincente... chissà. Comunque la De Gregorio va letta, anche se i suoi non sono romanzi (e io ho una forte predilezione per questa forma narrativa): sa usare le parole per arrivare al lettore e farlo riflettere e capire. È davvero una donna in gamba.
È invece la voce di un padre quella di Serva del signore: un padre alle prese con la scelta drastica della figlia, ossia quella di dedicare la vita a Dio. Scelta che la porterà per sempre lontana da lui. La voce del padre guiderà l'intero romanzo per poi lasciare le ultime pagine alla risposta della figlia. Qui mi fido della E/O e delle loro scelte editoriali: il tema, se ben trattato, potrebbe essere interessantissimo. 
E se invece i genitori mancano e restano solo i figli? Se quei figli possono vivere la loro vita senza essere figli di? Ce lo racconta Giorgio Scianna in Qualcosa c'inventeremo, romanzo ambientato ai nostri tempi dove i protagonisti sono due adolescenti rimasti orfani che decidono di continuare la loro vita come se niente fosse accaduto. Passando da un orfano all'altro ci imbattiamo subito in Roderick Duddle - che dalla sola trama già mi sembra di conoscere - di Michele Mari alle prese con il destino, a volte beffardo a volte benigno. 
Un'intera famiglia, invece, è la grande protagonista del ritorno di Gianluca Morozzi con Radiomorte. Leggete la trama, dai, leggetela ora (leggetela. ora.) e poi venite a dirmi se non vi attira. Di Morozzi non ho ancora letto nulla (shame on me) ma ne ho sentito dire gran bene. E questo romanzo lo voglio tanto, e non vi sto a dire il perché, se avete letto la trama (e leggetela, dai!) capirete. 
Si parte con una famiglia per arrivare a una storia di guerra e d'amore nel romanzo di Theresa Revay, Le luci bianche di Parigi. Dalla Russia verso Parigi, una mamma e due figlie iniziano un viaggio che le porterà attraverso la Rivoluzione d'ottobre fino all'occupazione nazista. Durante il percorso: la perdita della mamma, la nascita di un amore.
Ancora anni '20, ma questa volta in Inghilterra: niente guerra nella vita di Lucia (Lucia a Londra) tra Riseholme e Londra, ma solo un tranquillo e - almeno all'apparenza - piacevole romanzo di costume. 
Ci pensano Milena Agus e Luciana Castellina a ricostruire la storia immediatamente successiva a quell'epoca: le due donne ci trasportano nel dopoguerra, in Italia, attraverso un resoconto ottenuto sia parlando con chi quel periodo l'ha direttamente vissuto, sia osservando dall'esterno quel che è accaduto. Se siete interessati: Guardati dalla mia fame è il titolo che fa per voi.
Cronologicamente facciamo un passo avanti e ci dirigiamo verso gli anni '60, in America: un gruppo di giovani e i loro tentativi di fondare una Comune, presumibilmente chiamata Arcadia. Questo mi interessa assai, l'ha scritto Lauren Groff e il titolo è - per l'appunto - Arcadia.
Giovani meno sognatori ma molto più disamorati sono i protagonisti di Cazzimma, romanzo d'esordio di Stefano Crupi. Spiegare a un non napoletano cos'è la cazzimma non è cosa facile, anche perché ha diverse sfumature. Non è questo il fulcro del romanzo: se però volete capirne di più, il 15 aprile correte a prendere questo romanzo. Non so perché (non è vero, lo so) ma mi ispira assai. 
E poi... e poi ho parlato troppo. Perciò qualcuno lo lascerò fuori e sarete voi a decidere cosa possa attrarvi. 
Spendo le ultime parole solo per i tre saggi che ho deciso di mettere in luce qui: Dantzig cerca di riuscire a definire il concetto di capolavoro passeggiando per i capolavori della letteratura mondiale (e sfido a non essere curiosi al riguardo)con il suo A proposito di capolavori; Chiuso per kindle racconta la difficile ma soddisfacente vita di librai e librerie nell'epoca dell'ebook (specchietto per le allodole? ok, sono un'allodola); Leggere di Giusi Marchetta (scusate l'assenza di cover, ma mica l'ho capito se sto libro verrà davvero pubblicato o meno) racconta le gioie del leggere e le difficoltà di avvicinarsi alla lettura. 
Ah, visto che sono in tema, Il risveglio della signorina Prim ha come protagonista una donna che diventa bibliotecaria. Poi magari la biblioteca non apparirà nel romanzo manco di striscio, ma hai visto mai. 
Ah, stavolta non sono in tema ma un a proposito degli spropositi ci sta bene di tanto in tanto, Paola Cereda (al suo esordio con Se chiedi al vento di restare - prima o poi reperirò la cover, lo prometto!) fa parte della scuderia Meucci Agency. Giuro che ogni volta che ho letto un romanzo uscito da questa agenzia letteraria me ne sono sempre innamorata, perciò via, appuntiamoci il titolo anche se non abbiamo la copertina.
E poi mille grazie ad Astoria, che pubblica un nuovo esilarante capitolo di Agatha Raisin
Posso chiudere qui, e scusate le chiacchiere. E pure il ritardo (che il post doveva uscire il primo aprile ma una parola di qua, una trama di là, siamo giunti al 4.)

(P.S: l'ultima cosa, giurin giurello. Aspetto con ansia Gli illuminati di Eleanor Catton, che doveva uscire per Fandango a gennaio. Poi a febbraio. E a marzo. Ora voci di corridoio pare affermino esca ad aprile: io ormai non ci credo più, ma se sapete qualcosa fatemi sapere! Passo e chiudo)

(P.S bis: il mio giuramento che quel p.s. sarebbe stata l'ultima cosa che avrei scritto purtroppo va a farsi benedire. Ho inserito un altro romanzo, un Neri Pozza: ma ci rendiamo conto che avevo fatto un post di uscite senza romanzi Neri Pozza, la mia amata? Bé, finalmente ho data e cover: si tratta di uno dei romanzi che erano arrivati tra i finalisti al Premio Neri Pozza 2013, perciò bisogna assolutamente leggerlo. Si trova qui sotto, Dentro c'è una strada per Parigi - il titolo non vi basta? a me sì! - di Nòvita Amadei.)



Maschio bianco etero
di John Niven
Kennedy Marr è un donnaiolo, un egocentrico, un narciso. Un uomo baciato dal successo, uno di quei bastardi a cui la vita ha servito le carte migliori. E ha scoperto che Hollywood è un posto formidabile per praticare gli eccessi. Nulla al mondo lo convincerebbe a lasciare la California per tornare nello sprofondo inglese. Ma non ha fatto i conti con l'Agenzia delle entrate. Cosí, quando inopinatamente viene insignito di un prestigioso - e ricco - premio letterario è costretto ad accettare. Anche se ciò significa passare un anno in un college inglese a insegnare scrittura creativa a dei pivelli senza talento. E soprattutto ritrovarsi faccia a faccia coi fantasmi del passato. Dopo lo strepitoso Gesú Cristo protagonista di A volte ritorno, John Niven inventa un altro personaggio iperbolico e irresistibile, un uomo capace di fare a pezzi per sempre la reputazione del maschio contemporaneo.
Edizioni Einaudi, €18,50. 1 aprile


Un paesaggio di ceneri
Élisabeth Gille
Nella Francia occupata dai nazisti, un giorno del 1942 Léa Lévy, di 5 anni, separata dai genitori, ebrei russi, nella speranza che così le sia più facile sfuggire alla deportazione, viene accolta in un collegio religioso della regione di Bordeaux. Testarda e ribelle, la bambina semina lo scompiglio, dando filo da torcere alle suore che la nascondono e proteggono. Sarà la grande amicizia che la lega a Bénédicte, di due anni più grande, ad aiutarla a evadere in un mondo infantile, lontano dalla violenza degli adulti. Ad accomunare le due bambine, il pesante tormento di non sapere più nulla dei genitori scomparsi. Ma se alla Liberazione per l’una ogni cosa si chiarisce, tutto rimane immerso nella tenebra più fitta per l’altra, che niente e nessuno riuscirà a distogliere dalla sua ostinata ricerca della verità. Bénédicte si batterà per restituire un futuro a Léa. Ma quando l’identità di una ragazzina è stata distrutta, la sua coscienza saccheggiata e devastato il suo immaginario, è ancora possibile rinascere dalle proprie ceneri? Salutato all’uscita in Francia nel 1996 come un avvenimento letterario, Un paesaggio di ceneri costituisce sotto molti aspetti il seguito ideale di Suite francese, il romanzo capolavoro di Irène Némirovsky, madre dell’autrice. Nella drammatica e struggente storia della piccola Léa si rispecchiano, trasfigurate in grande letteratura, le vicissitudini personali e famigliari della Gille.
Edizioni Marsilio. €16,50. 2 aprile


A proposito di capolavori

Charles Dantzig
Dantzig cerca di definire il concetto di “capolavoro” in letteratura (soprattutto ma non solo, perché vengono chiamati in causa anche dettagli pittorici o sequenze cinematografiche) attraverso un'opera colta e briosa, composta di brevi capitoli, meditati e divertiti allo stesso tempo, in cui confluiscono analisi letterarie, squarci autobiografici, umorismo e passioni personali. Dispiegando la sua vivace erudizione, lo scrittore ci guida in una passeggiata fra le opere della letteratura cinese, greca, latina, francese, italiana, inglese, russa, portoghese, americana ecc. per mostrarci come definire un capolavoro sia operazione paradossale, poiché 1'essenza del capolavoro è sottrarsi a ogni tentativo di definizione. Ogni capolavoro è unico, non è frutto di applicazione artigianale, non nasce dalla fatica e dall'impegno; al contrario, è un opus irripetibile e, pur legato alla sua epoca e ai suoi luoghi, non risente delle mode, ma contribuisce invece a crearle, regalando al lettore una tregua dalla quotidianità e forse anche un momento di eternità: “Il capolavoro ci trasforma in capolavoro”.
Archinto Editore. €19,00. 2 aprile


Chiuso per Kindle - Diario di un libraio in trincea
M. Timpano - P.Francesco Leofreddi
Insidiato dai negozi online e dai supermercati, minacciato dall'e-book e dalla crisi, il libraio resiste come un soldato che crede molto, moltissimo, nella sua missione: presentare ogni giorno ai lettori storie e idee in forma di libro, scegliendo con esperienza e passione tra le migliaia di proposte che affollano i cataloghi degli editori. Tra gli scaffali, Don Chisciotte e Maigret, libri di ricette e casi letterari nelle varie sfumature si spartiscono l'attenzione degli acquirenti senza risparmiarsi colpi bassi. Loro, i lettori, si difendono come possono, confortati dall'inserto del giornale di fiducia e da una sana diffidenza. "Chiuso per Kindle" è un viaggio nella vita quotidiana di una libreria, un'irresistibile galleria di clienti raccontata da chi lavora dietro la cassa, la cronaca senza omissioni delle cattive abitudini dell'editoria nell'era del best-seller a tutti i costi. Ma è anche, e soprattutto, un atto d'orgoglio nei confronti di un mestiere insostituibile, che nessun tablet potrà sconfiggere. Massimiliano Timpano e Pier Francesco Leofreddi sono due librai, vivono e lavorano a Roma.
Edizioni Bompiani. €9,50. 2 aprile


La figlia di
Elisa Fuksas
Se non portasse quel cognome, il suo ragazzo l’avrebbe amata lo stesso? Con un altro padre, sarebbe stata scelta da quelle amiche impeccabili e in carriera? Con una famiglia qualunque, avrebbe trovato qualcuno disposto a pubblicare il suo libro – l’astrusa biografia di un’intellettuale comunista? La risposta è no, questo è pronta a credere Olimpia Reale, il giorno in cui un editore, rifiutando il frutto di anni di lavoro, le propone un volume su suo padre. Perché Valerio Reale non è solo uno dei fotografi più noti d’Italia ma tiene una rubrica di successo in tv. E lei, neanche trent’anni e un attico in centro a Roma, si trova in balia di questi pensieri nel momento peggiore, con la sorella appena tornata da Londra per Natale, un prosciutto Pata Negra nella borsa e un bouledogue francese al guinzaglio (i due improbabili regali per i genitori). Ma è allora che la vita riesce a sorprenderla davvero: il fidanzato la lascia senza motivo, una noiosa cena formale si trasforma in un gioco di seduzione e il ritmo delle giornate cambia all’improvviso. E Olimpia si scopre diversa, agguerrita, decisa, come e più di suo padre.
Edizioni Rizzoli. €18,50. 2 aprile


Chez Maxim's - Ricordi di un fattorino
José Roman
I ricordi del fattorino José Roman del leggendario ristorante Maxim’s, uno dei luoghi esemplari di Parigi e della sua storia, riscritti, solo per la forma, da un giovane Raymond Queneau. «Monarchi e maragià, principi e milionari, magnati della finanza e dell’industria, diplomatici e uomini politici, tutta la nobiltà dell’universo, tutti i notabili mondiali sono venuti da Chez Maxim’s a “DIVERTIRSI” in una atmosfera di lusso e di ebbrezza, nella società delle mondane raffinate, con l’élite delle cortigiane. Se anche in quell’ambiente s’insinuavano parassiti di gran classe, spie, avventurieri, la volgarità però non era mai ammessa». Con questa filosofia, José Roman, nelle memorie del 1939 raccontava i primi quattro decenni di esistenza del vero tempio della Belle époque. Gli erano corsi davanti, dall’osservatorio privilegiato di fattorino in realtà factotum al servizio dei capricci e delle necessità di quegli elegantissimi dandy, di quelle provocanti divoratrici di patrimoni. Al Maxim’s, per obbligo di buon gusto mancando ogni numerazione, non c’era altro modo di accontentare i clienti se non conoscendone perfettamente nomi, compagnie e gusti. Un fattorino, ricercato come l’autore di queste indiscrezioni, diventava così, obbligatoriamente, uno scrigno di segreti e un confidente, quando non anche un complice di debosce. È l’ambiente di Feydeau che Roman racconta, fatto di un’aristocrazia malinconicamente decaduta e un patriziato del denaro famelico, tanto diverso da quello del Moulin Rouge di Toulouse-Lautrec, da far credere a una lotta di classe allo champagne. I ricordi del fattorino di Maxim’s furono riscritti, solo per la forma, da un giovane Raymond Queneau. L’autore di Zazie nel metró riesce a nascondere perfettamente la sua mano, come scrive Giuseppe Scaraffia nella Nota finale. «Ma erano proprio l’estraneità del mondo e del linguaggio di Roman a interessare quel trentenne introverso, impegnato nell’impossibile scommessa di avvicinare la lingua scritta a quella parlata».
Edizioni Sellerio.€14,00. 3 aprile


Speranze e destini
Irene Némirovsky
Ma l’opera della Némirovsky non è ancora del tutto conosciuta: sono numerosi i racconti pubblicati su varie riviste dall’inizio degli anni Trenta fino alla morte tuttora inediti o non noti in Italia, scritti che costituiscono una incredibile miniera di grande letteratura. Così come Adelphi ha pubblicato tutti i romanzidella Némirovsky, la Passigli Editori sta pubblicando l’intera raccolta dei racconti. Speranze e destini, che ha come tema i grandi e tragici avvenimenti tra rivoluzione sovietica e seconda guerra mondiale è l’ultimo, dopo Siamo stati felici, Giorno d’estate e Sortilegio, dei quattro volumi di racconti che fanno conoscere in modo più approfondito le opere di questa grande scrittrice che si è imposta, dopo alcuni decenni dalla morte, nel gotha degli scrittori più amati del mondo intero.
Passigli Editore. €14,50. 3 aprile


Radiomorte
Gianluca Morozzi
Vi presentiamo i Colla: l’incarnazione di un ideale. Padre di successo, madre affettuosa, figlio maggiore bello e capace, figlia minore intelligente e sensibile. Cosa fanno di mestiere? Sono mercanti di felicità. Mostrano al mondo che diventare come loro si può, basta acquistare il bestseller di Fabio Colla La famiglia felice al tempo della Crisi. Milioni di lettori lo hanno già fatto e oggi i quattro sono invitati a parlare della loro ricetta infallibile in una sperduta radio di provincia. Ma una volta entrati in studio, senza cellulari per non disturbare la trasmissione, l’intervista prende una piega spiacevole. Le domande si fanno incalzanti. Poi le porte si chiudono. Infine Kristel, la giovane dj, comunica soavemente che uno dei quattro non uscirà vivo di lì. Chi? Lo decideranno loro. Non esiste un modo per salvarsi. Ma è possibile ritardare il gran finale comprando tempo in cambio di parole: raccontando i più terribili segreti. E dal passato dei Colla riemergono gli incubi rimossi della «famiglia perfetta». Sospinti dalla paura, i Colla mostrano il loro vero volto. E il mito dell’armonia familiare si dissolve in una trama sempre più nera… In questo romanzo dal ritmo serrato Gianluca Morozzi ritrova le atmosfere e la suspense di Blackout, chiudendo tra le quattro mura di uno studio radiofonico un gioco di specchi, di verità, di orrori sepolti nell’idillio dell’Appennino bolognese.
Edizioni Guanda. €15,00. 3 Aprile


Un giorno sull'isola o Le storie smarrite del gatto e del corvo (Quale sarà il titolo?)
Concita De Gregorio in viaggio con Lorenzo
Una madre e un figlio arrivano in un'isola, siedono allo stesso tavolo con due computer, e anziché parlarsi si scrivono. All'inizio è un esercizio di avvicinamento tra due mondi, e anche un mettersi alla pari, figlio e madre. Poi, come pesci in una rete luminosa, trovano le storie che si erano smarrite, e andavano cercando da una vita. Storie così vicine alla vita stessa, che quasi con la vita si confondono. Ma non del tutto.
Edizioni Einaudi. €14,50. 8 aprile






Il risveglio della Signorina Prim
Natalia Sanmartin Fenollera
Se vuoi intraprendere questo viaggio apri bene gli occhi, respira profondamente e dimenticati della velocità del mondo. Stai per imboccare la strada che ti condurrà a Sant'Ireneo di Arnois, un universo dove le persone sono più buone e la vita è più bella, dove il frastuono e la frenesia non arrivano e dove finalmente avrai il tempo per godere a pieno delle piccole gioie quotidiane. Proprio a Sant'Ireneo approda la signorina Prim, una trentenne coltissima che sotto l'apparenza razionale e lo spirito indipendente nasconde le debolezze e le contraddizioni di un animo sensibile e passionale. Spinta dal desiderio di scappare dai ritmi dell'ufficio, dalle interminabili giornate tutte uguali, avvelenate da sorrisi sarcastici e occhiate malevole, dopo aver letto sul giornale l'annuncio di un posto di lavoro come bibliotecaria a casa di un "gentiluomo", si è infatti convinta che l'occasione per cambiare passo sia finalmente arrivata. Quando però si presenta a casa del suo nuovo principale - una sorta di orgoglioso e affascinante Mr Darcy che con metodi assolutamente non convenzionali insegna ai bambini del paese - si rende conto di non essere preparata a fronteggiare una realtà così distante dalla sua tradizionalissima formazione. Sant'Ireneo, infatti, è una colonia di esiliati dal mondo moderno che hanno deciso di rinunciare alla carriera e al successo per vivere una vita semplice e rurale, ispirata ai più alti valori filosofici e morali e decisi a recuperare lo splendore dell'antica cultura europea. Le regole e le abitudini di questo paese, così come i suoi anticonformisti e arguti abitanti, aiuteranno la signorina Prim a ristabilire un contatto con la bellezza delle piccole cose e la accompagneranno lungo un cammino di crescita personale che la porterà molto più lontano di quanto lei stessa avesse immaginato e le daranno la forza di aprirsi all'amore...
Edizioni Mondadori. €16,50. 8 aprile


Leggere
Giusi Marchetta
È un compito sfiancante, complicato, persino doloroso. Servono pazienza e immaginazione. Ma trasmettere ai ragazzi la passione per la lettura è possibile. Ce lo racconta, con leggerezza, un'insegnante che qualche volta ci riesce. Hanno quindici, sedici anni. Sono insicuri, confusi, hanno dubbi su tutto. Meno che su una cosa: leggere è noioso, difficile e non rende felici. Leggere, insomma, non serve a niente. I ragazzi fuggono dalla pagina scritta: le storie le trovano in tv, le informazioni su Google, e la bellezza se la cercano addosso. Pensare di poterne fare esperienza attraverso le parole è un'idea che non li sfiora. Verrebbe quasi da arrendersi e lasciarli andare. Oppure no. Giusi Marchetta mette a frutto la sua esperienza di insegnante precaria e di lettrice appassionata per raccontare agli altri insegnanti, ai genitori, ma soprattutto ai ragazzi ai quali queste pagine spigliate danno del tu che l'amore per i libri può contagiare. Con un montaggio serratissimo che accosta ricordi d'infanzia, riferimenti letterari da Dante a Hornby, da Calvino a King ed esperimenti di didattica.
Edizioni Einaudi. €14,00. ???


Il cappello del maresciallo
Marco Ghizzoni
Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino, mentre l’ex sindaco è «fuggito» dalla sua tomba: è troppo persino per il maresciallo Bellomo e per i suoi due obbedienti sottoposti. Nel breve volgere di due giorni, mezzo paese viene preso dalla febbre dell’intrigo, che non risparmia nessuno: dalla segretaria comunale Gigliola, zelante in tutto tranne che nel lavoro, al ruvido macellaio milanista Primo Ruggeri, per non parlare della bella barista Elena, contesa tra due uomini e ben decisa a conquistarne un terzo. L’indagine si complica, finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il cappello... Una commedia degli equivoci sul filo del giallo che mette in scena con gusto la provincia italiana, i suoi caratteri, la sua allegria e i suoi misteri, in un intreccio che coinvolge e trascina come una sarabanda.
Edizioni Guanda. €16,00. 10 aprile


Questa non è una canzone d'amore
Alessandro Robecchi
Un fortunato autore televisivo ha abbandonato la trasmissione cui deve la fama e una discreta agiatezza. Si chiama Crazy Love e racconta la vita sentimentale della «né buona né brava gente della Nazione». Sotterfugi, tradimenti, odio, passioni e rancori, al motto di «Anche questo fa fare l’amore». Un enorme successo, ma lui non ne può più. Felice e orgoglioso della sua scelta, una sera gli si presenta in casa un tizio che cerca di ucciderlo. Si salva la vita, ma da qui in poi cominciano i guai. Una coppia di killer colti e professionali, due zingari in cerca di vendetta, una giovane segugia col cuore in frantumi, collezionisti e contrabbandieri di souvenir nazifascisti, qualche morto di troppo. Sullo sfondo accanto a una Milano multietnica e luccicante, la vita brulicante del campo rom, la sua cultura, la sua eticità. Questo di Robecchi è un giallo e una commedia, tra Scerbanenco e le canzoni di Enzo Jannacci. Una commedia nera, piena di suspense, di sorprese e paradossi. Raccontata da una voce caustica e cattiva, che tutto commenta e descrive con acuminata ironia, e che tiene in equilibrio il sarcasmo ribelle e sfacciato del suo investigatore chandleriano appassionato di Bob Dylan) e il cinismo a suo modo morale del punto di vista criminale e della vendetta. A riprova che un thriller di qualità è sempre anche critica sociale e romanzo di costume.
Edizioni Sellerio. €15,00. 10 aprile


Qualcosa c'inventeremo
Giorgio Scianna
Cosa fanno due adolescenti da soli in casa, senza adulti tra i piedi, e non per un pomeriggio ma per giorni, settimane? Mirko e Tommaso prendono ottimi voti, mangiano le verdure, tengono tutti gli scontrini, vanno a letto presto. Gli adulti la chiamano "la situazione": la professoressa Mavaldi, zio Eugenio, persino quello spostato dello zio Gil. La situazione è che Mirko e Tommaso Turriani, orfani da pochi mesi, affidati allo zio residente a Pavia, non hanno nessuna intenzione di lasciare la loro casa di Milano. Il prezzo più alto per restare da soli sono certi di averlo già pagato, e adesso rigare dritto è l'unico modo per andare avanti. Solo che la vita, loro lo sanno bene, non sempre è d'accordo con noi su quello che ci spetta. E quando Mirko decide di mentire per andare a Madrid a vedere la finale di Champions, per andarci con Greta, per passare una notte con lei non può immaginare di aver dato il via a un conto alla rovescia, una valanga che rischierà di travolgere tutti.
Edizioni Einaudi. €17,00. 15 aprile


Cazzimma
Stefano Crupi
In una Napoli assolutamente autentica, brulicante e famelica, con il suo caos perenne e una folla eterogenea ad animare i suoi vicoli stretti, il giovane Sisto, insieme all'amico Tommaso, detto "profumo", commette l'errore di dar vita a un piccolo traffico di droga destinato a una ristretta cerchia di facoltosi clienti. I due ragazzi credono di potersi arricchire indisturbati, trascorrendo la loro vita tra pomeriggi nella sala giochi e serate anfetaminiche, ma non hanno fatto i conti con Cavallaro, il potente boss che tutto vede e tutto comanda. Sarà solo grazie allo zio di Sisto, Antonio, suo padre putativo ed eminente personalità criminale all'interno del quartiere, che il ragazzo avrà salva la vita, a patto però di macchiarsi di un peccato bruciante, capace di segnarlo profondamente. Come riuscirà a liberarsi dal giogo che lo tiene legato a doppio filo alle sue colpe? Esiste un modo per rimediare e rinascere? L'incontro casuale con una ragazza getterà una luce diversa sulla vita di Sisto e lo spingerà verso una nuova direzione, più consapevole, più adulta, capace di farlo crescere e maturare. Cazzìmma racconta il punto di vista di una gioventù senza scopi, abulica, che si consegna agli eventi soffocando ogni sussulto di ribellione, nella convinzione che le cose capitino, e che non ci sia nulla da fare, quasi a esprimere implicitamente quel fatalismo tutto partenopeo con cui certi comportamenti sono accettati e considerati immutabili.
Edizioni Mondadori. €16,00. 15 aprile


Roderick Duddle
Michele Mari
Figlio di una prostituta, Roderick cresce tra furfanti e ubriaconi all'Oca Rossa, locanda con annesso bordello. Quando la madre muore il signor Jones, il proprietario, pensa bene di cacciarlo: quello che entrambi ignorano è che nel destino di Roderick c'è un'immensa fortuna, poiché è l'unico erede della nobile famiglia Pemberton. Il ragazzino si ritrova alle calcagna una folla di balordi, mentecatti, loschi uomini di legge e amministratori, assassini, prostitute, suore non proprio convenzionali, ognuno deciso a impadronirsi in un modo o nell'altro di una parte del bottino. E cosi Roderick fugge, per terra e per mare, in un crescendo di imprevisti, omicidi, equivoci e false piste.
Edizioni Einaudi. €22,00. 15 aprile


Lucia a Londra
Edward Frederic Benson
La tranquilla cittadina di Riseholme, nell’annoiata provincia inglese degli anni Venti, ha una sua regina indiscussa, l’impareggiabile Lucia. Lucia divide le sue giornate tra tè con la sua fedele corte di amiche, pettegolezzi e concertini domestici, fin quando un evento giunge inaspettato a sconvolgere la sua esistenza: una grossa eredità. Lucia allora abbandona Riseholm per trasferirsi nel quartiere più esclusivo di Londra, iniziando la sua scalata all’alta società: tra contesse, principi e artisti sbruffoni, Lucia, dopo una serie di esilaranti avventure, diventa la beniamina dell’aristocrazia londinese, o almeno così crede lei…
Fazi Editore. €15,00. 17 aprile

Dentro c'è una strada per Parigi
Nòvita Amadei
Adèle passeggia per le strade del suo quartiere a Parigi, e sembra fragilissima nel suo cappotto sbilenco di lana beige. Ha ottant’anni, e la città si schiude davanti ai suoi occhi come un paesaggio lontano ed estraneo: gallerie d’arte al posto di calzolai, corniciai e bot teghe passate per secoli di padre in figlio; corridoi di supermercati anziché la lun ga e rassicurante fila di negozietti di un tempo. Sébastien, suo figlio, vive a Londra, dove continua a trascurarla e a non condividere con lei pensieri e affetti. Il giorno in cui, dopo il secondo ictus, suo marito se n’è andato, Adèle ha pianto, ma soltanto perché si è sentita colpevolmente sollevata. Era diventato irriconoscibile, come «una statua con gli occhi strabuzzati», ha osato confessare a Martha, la giovane donna che vive con la figlia di tre anni nell’appartamento affianco al suo. Fino a qualche tempo fa Martha era sposata e, da agente immobiliare, aveva la testa piena di nozioni di estimo, norme di diritto, leggi fiscali, regolamenti edilizi. Poi divorzio e disoccupazione hanno vinto per lei ogni altra combinazione di problemi. Ora, dopo aver accompagnato la piccola Eline a scuola, fa colazione da sola con le calze ai piedi e le briciole dei biscotti della figlia sul tavolo. Un modo come un altro per ritardare l’inizio della giornata. A volte se ne va al parco e a zonzo per il quartiere con Eline recitando filastrocche, cantando e rientrando col pane dell’ultima sfornata. A volte sale al piano di sopra dove rigoverna l’appartamento di Jacob Lundman, un uomo con una voce profonda e morbida e gli occhi così neri che la pupilla si confonde con l’iride. Adèle piace così tanto a Eline che la piccola non capisce perché non vivano insieme dato che abi tano sullo stesso pianerottolo, porta a porta, e dato che Adèle è sola e anche loro lo sono. Eline le lascia ogni tanto dei disegni sullo zerbino e Adèle risponde con cara melle, biglietti di ringraziamento o filastrocche che la bambina recita con la madre prima di dormire, come una preghiera. Adèle, Martha, Eline: tre donne sole e inquiete, alla ricerca di un posto del mondo dove stare e ritrovarsi o, come dice la più piccola delle tre, di una strada che le riporti a casa. La solitudine sembrerebbe irrimediabile, se l’amore, «il dolore più gran de e la più grande consolazione» secondo le parole di Adèle, non facesse nuovamente irruzione nella loro vita a indicare che è nel cuore che c’è una strada per Parigi.
Edizioni Neri Pozza. €16.00. 17 aprile.



Arcadia
Lauren Groff
America, anni Sessanta. Un gruppo di giovani decide di fondare una comune basata sull’amicizia, la condivisione, l’amore e l’indipendenza dal denaro: la chiameranno Arcadia. Ed è qui che nasce il piccolo Bit, il primo dei molti figli che andranno a popolare un mondo bucolico e ricco solo di ideali. Ed è lui, Bit, con la sua voce da bambino e di giovane adulto, che ci racconta i sogni di una generazione, e le difficoltà del realizzarli: l’orto, gli esperimenti di sesso e amore condiviso, che fanno nascere più rancori che felicità, i bambini cresciuti da Madre Natura, liberi ma anche affamati e confusi. L’amore per Helle, bambina tanto bella quanto problematica, che lo accompagnerà tutta la vita. La fine della comune costringerà entrambi, nati e cresciuti in un mondo popolato di sognatori, a misurarsi con il mondo reale, quello degli anni Ottanta in California.
Codice Edizioni. €16,90. 17 aprile


La prova nascosta
Laurence Cossé
Cosa succede se a un certo punto nel mondo viene scoperta la prova inconfutabile dell'esistenza di Dio? Se Dio smette di essere oggetto di immaginazione o di fede e diventa un fatto reale, concreto, certo? Se il bene e il male hanno una spiegazione logica, se il mistero dell'esistenza smette di essere un mistero? Succede che il mondo va sottosopra, crollano i miti e i valori su cui finora si è basata la società, si sgretolano le divisioni di classe e le gerarchie, svanisce quella beata incertezza grazie alla quale l'uomo, per natura conflittuale e aggressivo, ha sviluppato nei secoli un modus vivendi che gli consente di coabitare il pianeta con i suoi simili. È lo scenario che si trovano ad affrontare cinque insigni teologi, da una parte illuminati, anzi folgorati, dall'evidenza della prova, dall'altra incerti se divulgarla al mondo scatenando una serie di destabilizzanti reazioni a catena. L'opportunità o meno della divulgazione della prova diventa il problema principale delle massime autorità politiche e religiose, timorose soprattutto di perdere i loro privilegi in un eventuale mondo nuovo votato al bene. Ed è uno scenario che Laurence Cossé affronta con ironia, immaginando le convulse iniziative messe in atto dal governo francese e dal Vaticano per occultare la prova: un balletto tra Roma e Parigi che diventa critica sferzante delle gerarchie della Chiesa.
Edizioni E/O. €16,00. 23 aprile


La serva del Signore
Jean-Louis Fournier
Un padre scrittore. Un padre solo, vedovo, anziano. Una figlia che a trent'anni decide di uscire dal mondo, ritirarsi in un luogo remoto per darsi a una vita religiosa fatta di preghiera e di meditazione. Per la figlia quella ricerca di Dio è la conquista della libertà, della felicità, dell'amore autentico. Per il padre è un ennesimo abbandono, e soprattutto il rimpianto di non avere più con sé, e per sé, quella figlia che prima di darsi alla religione era spigliata, creativa, spiritosa, dotata di un humour nero che lo faceva ridere. Scherzavano insieme, ridevano insieme, ma da dieci anni lei se n'è andata. È una storia vera. Fournier racconta al lettore della figlia e si rivolge alla figlia, racconta com'era e come non è più, e chiede alla figlia il perché del suo radicale mutamento, la invita a tornare. O meglio, a tornare a essere una persona "normale". Il testo è commovente e spiritoso, con una vena di filosofico cinismo che stempera l'amarezza di fondo dell'uomo sì di successo, ma vecchio e solo. È un viaggio nelle più intime angosce personali che l'autore ha voluto rendere pubbliche. Ma le ultime tre pagine sono la risposta della figlia…
Edizioni E/O. €12,50. 26 aprile


Se chiedi al vento di restare
Paola Cereda
Agata non sa nulla dell’amore e della bellezza. È una ragazza semplice, cresciuta su un’isola dell’Arcipelago Toscano, da un padre distante, che è solo capace di toccare il ferro della sua fucina, e una zia bigotta, invecchiata anzitempo e terrorizzata all’idea di volerle bene. Al posto di una madre, un’assenza, sotto forma di un vestito azzurro sepolto in un armadio. Al posto delle carezze che meriterebbe, parole dure che feriscono come schiaffi. È la scoperta della passione a cambiare per sempre il corso della sua esistenza. Per la cucina, grazie alla creazione di una salsa capace di dispensare il buonumore e far gustare il mondo. Per un giovane zingaro, addestratore di cavalli in un circo, che le fa capire, in un muto linguaggio di soli gesti, che la vita non è un inferno, come le hanno fatto sempre credere. È il piacere di un istante, un paio di scarpe rosse col tacco che danno scandalo, un ballo silenzioso con l’uomo che ami, e non importa se non è tuo marito, la pienezza che si prova solo quando si realizzano i propri sogni. Così Agata inizia finalmente e vivere, a ribellarsi a un mondo chiuso, schiacciato dal moralismo, dalla corruzione, dalla prepotenza. Ma lì è nata, e lì vuole rimanere. Capirà che l’amore e la bellezza, in fondo, sono come il vento, se non chiedi loro di restare, rimarranno a riempire i tuoi giorni. Un romanzo mediterraneo, forte, fantasioso, originale, allegro e profondamente umano. 
Edizioni Piemme. €14,50. 29 aprile


Agatha Raisin e la strega di Wyckhadden
M.C. Beaton
Ritrovatasi mezza calva per colpa della precedente avventura, Agatha fugge a Wyckhadden. Una strega del posto le vende un tonico che fa ricrescere i suoi folti capelli e un filtro d’amore, che Agatha prova su un ispettore di polizia locale. Tutto sembra andare per il meglio. Ma la strega viene trovata morta, uccisa a randellate. Che fare? Per una volta Agatha non ha voglia di intervenire, ma la strana compagnia di anziani, che stabilmente vive nell’albergo in cui soggiorna Agatha, svela a poco a poco tali e tanti segreti e possibili motivi di vendetta che la nostra aspirante investigatrice proprio non ce la fa a stare ferma.
Edizioni Astoria. €15,00. 16 aprile



Guardati dalla mia fame
Milena Agus, Luciana Castellina
È forse la prima volta che un avvenimento, in questo caso un efferato delitto, viene raccontato in uno stesso libro da due voci contrapposte che entrano nella pelle della vittima o dell’aggressore. Nella Puglia del dopoguerra, terra di passaggio dove si incontrano reduci, transfughi, tedeschi e alleati, in occasione di un comizio di Giuseppe Di Vittorio, politico e sindacalista, avviene un linciaggio. Milena Agus e Luciana Castellina entrano nei fatti, ciascuna con la propria passione e la propria ragione, minuziosamente documentate. Milena Agus penetra nel palazzo delle vittime, e le ricrea con la sua smagliante e amorosa immaginazione, mentre Luciana Castellina ricostruisce la storia di quegli anni, assai poco nota, e le circostanze che fecero di una folla di poveri braccianti e delle loro donne dei feroci assassini: una all’interno, l’altra all’esterno, in due superfici che si toccano senza conoscersi, il palazzo e la piazza, e che quando vengono a contatto, esplodono.
Edizioni Nottetempo. €14,00. 30 aprile


Le luci bianche di Parigi
Theresa Revay
1917, San Pietroburgo. Con lo scoppio della Guerra civile e la partenza per il fronte del fratello maggiore, alla giovane contessa Xenia non rimane che un’unica soluzione: abbandonare la villa di famiglia e intraprendere con la madre incinta e la sorellina Macha un rischioso viaggio verso Parigi. Rimaste sole dopo la morte della madre, Xenia e Macha sbarcano il lunario tra mille difficoltà, cucendo e ricamando vestiti. Una sera, però, mentre sta cercando la sorella con cui ha appena litigato, Xenia incontra Max, un giovane fotografo di moda. Ha inizio così una travolgente storia d’amore sullo sfondo del secolo breve e dei suoi grandi eventi: la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, l’occupazione nazista di Parigi, la Resistenza francese, la deportazione degli ebrei, la Seconda guerra mondiale e lo sfavillante mondo della moda, in cui Xenia trova rifugio dai suoi affanni e dalle sue passioni. Ambizioso affresco del Novecento, Le luci bianche di Parigi è uno dei romanzi storici più venduti e apprezzati sulla scena letteraria internazionale.
Beat Edizioni. €13,90. 30 aprile