sabato 23 marzo 2013

Recensione Méto - Il Mondo di Yves Grevet


Trama:
La fuga sull’Isola di Méto e dei suoi amici si è conclusa con la cattura e con il ritorno nella Casa. Non solo egli ha fallito, ma per tutti è un traditore che ora fa parte del gruppo E, un’élite addestrata nel portare a termine pericolose missioni sul continente. Così il sistema pensa di averlo messo con le spalle al muro. Invece per Méto è l’occasione di scoprire finalmente il Mondo oltremare e la verità sul proprio passato: chi tira le fila della Casa? Perché proprio a lui è toccata questa sorte? Quale futuro li aspetta? Per Méto la missione più pericolosa sarà quella di liberare se stesso e i suoi amici dalla tirannia.

L'autore:
Nato nel 1961 a Parigi, ma ha trascorso tutta l’infanzia a Vitry-sur-Seine (Val-de-Marne) in compagnia dei due fratelli maggiori. Autore di teatro, insegnante in un liceo nella periferia parigina e docente di scrittura creativa. Méto ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti sia della critica che da giurie di librai e giovani lettori, tra cui Prix Tam-Tam (2008), Prix del Collegie du Doubs (2008), Prix Enfantaisie, Svizzera (2009), Prix Roseau d’or (2009), Prix Gragnotte della città di Narbona (2009), Prix Chasseurs d’histoire (2009).

Recensione
Non è cosa facile riuscire a parlare di Méto - Il mondo, ultimo volume di una trilogia distopica francese, senza fare cenno ai due volumi precedenti. Questo terzo capitolo ci porta finalmente tutte (o quasi) le risposte alle domande che ci eravamo posti durante la lettura di Méto - La casa e Méto - L'isola, regalandoci una conclusione soddisfacente.
Dimenticatevi le distopie cui ci stanno abituando le autrici americane contemporanee.
Dimenticatevi le eroine con arco e freccia, la divisione del mondo in fazioni, il bando dei sentimenti o avanzate ricerche scientifiche e tecnologiche che portano alla creazione di un nuovo concetto di umanità. Dimenticatevi anche le forti emozioni e i violenti batticuori. La società in cui si trovano a vivere Méto e i suoi coetanei è ben diversa dalle varie distopie cui stanno cercando di assuefarci. Innanzitutto è tutta concentrata in una semplice "casa", un istituto che somiglia più a una scuola, (con camere per gli studenti, aule per le lezioni, palestre e mense) in cui vivono solo ragazzi (nessuna donna ne ha mai fatto parte) la cui vita è regolata dai "Cesari" e da Giove. I ragazzi vengono raggruppati in colori, devono obbedire agli ordini, non fare domande, accettare il loro destino, pur non sapendo assolutamente quale sia. Non conoscono il mondo al di fuori della casa, non sono a conoscenza dell'esistenza di altro. Non hanno memoria del loro passato, non conservano il loro nome, devono semplicemente sottostare a determinate regole. Quando Méto inizia a capire il meccanismo e a ribellarvisi, il suo sguardo si allargherà, la mente inizierà a ragionare, nuovi pensieri ad affollarsi. Scoprirà l'isola, ma non basta. Méto vuole sapere. Ha bisogno di indagare sul proprio passato, ha bisogno di conoscere cosa accade nel presente per poter cambiare il futuro. I suoi tentativi lo riporteranno di nuovo nella Casa, di nuovo alle prese coi Cesari e coi loro ordini, ma stavolta lo manderanno anche fuori, nel Mondo, in missione.
E' con questo terzo volume che finalmente Yves Grevet si sbottona e ci racconta quel che è accaduto nel mondo, com'è organizzato e perché. Purtroppo tutto ciò che viene raccontato è filtrato dalla voce dei Cesari, che tramandano ai ragazzi la storia così come vogliono che venga tramandata: ma qual è la verità?
Sembra ci sia stata una guerra, cui ha fatto seguito un'epidemia che ha diviso la terra in zone sicure o meno, le case sono i luoghi in cui ragazzi e ragazze (scopriamo che ci sono anche case solo per ragazze) potranno crescere in maniera sicura. Le loro famiglie hanno dovuto abbandonarli perché non era prevista la possibilità di crescere più di un figlio. Ma è davvero questo ciò che è successo? O la storia così raccontata è un pretesto per giustificare altro?
In questo terzo volume l'autore ci dà le risposte che volevamo ma poi ce le toglie, ci mostra una strada ma ce ne fa percorrere un'altra, ci indica un possibile futuro ma non ci assicura che sarà proprio quello.
Questo capitolo finale non vuole regalarci nessun happy ending, ma neanche lasciarci un retrogusto troppo amaro. Non ci lancia negli occhi facili emozioni e batticuori, pur avendone la possibilità: anche se l'amore inizia a nascere, purtroppo quel sentimento non basta a raddrizzare ciò che c'è di sbagliato nel mondo.
Méto è una trilogia per adolescenti come per adulti: non me la sento di inserirla tra gli ya, perché non rispecchia nessun criterio dei romanzi appartenenti alla categoria. E' una storia che coinvolge poco o forse pochissimo il lettore dal punto di vista emotivo, inducendolo maggiormente alla riflessione, al dubbio, alla domanda. E' una storia fin troppo dettagliata e precisa, la descrizione minuziosa di ogni azione che viene compiuta porta quasi all'esasperazione, al non poterne più, a una sorta di ribellione da parte del lettore che si trova a inveire contro l'autore con un "basta con questi dettagli, abbiamo capito, vai al sodo!". Eppure se da un lato siamo tentati dall'odiare Grevet per questo suo stile chirurgico, dall'altro ci troviamo a vivere l'esperienza di Méto come se fosse la nostra: ogni suo passo lo compiamo anche noi, ogni suo respiro, ogni suo tentativo. Grevet ci fa diventare i suoi protagonisti, ci fa condividere ogni loro attimo, ci fa sentire la loro frustrazione ci fa comprendere il perché delle loro decisioni.
Capiamo che scrivere una trilogia del genere non è cosa facile, tanto meno farla apprezzare (ma forse in Francia i ragazzi sono abituati meglio di quelli italiani? chissà) e farla circolare col passaparola. Ma ci si può  - e ci si deve - provare.


Titolo: Méto - Il mondo (Méto #3)
Titolo originale: Méto Le monde
Autore: Yves Grevet
Traduttore: Francesco Meni
Editore: Sonda
Pagine: 264
Isbn: 9788871066844
Prezzo: €14,00
Valutazione: 3 stelline
Data di pubblicazione: 20 Marzo 2013

8 commenti:

  1. Bellissima recensione. Grazie! Non conoscevo per nulla questa trilogia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io mi ci sono imbattuta per caso due anni fa e da allora le son stata dietro fino alla fine :)

      Elimina
  2. E' la prima volta che vedo un libro di questa casa editrice, dalla copertina pensavo fosse un fumetto. Si sente nelle tue parole un po' di nostalgia per questa serie, Meto ti mancherà? Se la risposta è si allora deve essere una trilogia che vale la pena leggere. Quando un libro ti manca, allora è sempre un bel libro :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, son passate un paio di settimane dalla fine della lettura e non mi manca come mi sono mancati in passato altri personaggi... sono contenta di averla letta ma mi sa che non ha lasciato il segno in profondità.

      Elimina
  3. Ciao, non ho letto per intero la recensione...non ho letto alcun libro della trilogia, ho scoperto il libro guardando le novità in biblioteca. Secondo te questa trilogia merita comunque di essere letta ?
    Leggendo la quarta di questo libro a me ricordava molto Vango (di cui devo ancora leggere il II) e la voglia mi era un po' scemata :/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, con Vango non ha alcuna affinità, ma devo dire che per me Vango è un libro meritevole e bellissimo (mentre a quanto mi pare di capire per te non è così)
      La trilogia di Méto è interessante, anche se abbastanza lenta e poco ritmata. Insomma, va letta a piccole dosi ;)

      Elimina
  4. Buongiorno,

    In aprile, riceviamo Yves Grevet. Sul blog dei médiathèques delle Porte dell'Essonne : Bibliobloguons, organizziamo un piccolo sondaggio : votate per la vostra coperta preferita di Méto.
    Passate a dare il vostro parere : http://bibliobloguons.blogspot.fr/2013/04/les-couvertures-de-meto.html

    RispondiElimina