lunedì 18 giugno 2012

Recensione: Oltre il buio di Alberto Petrosino


Trama:
Eva si sveglia al buio.
Un peso la tiene schiacciata al suolo e lei respira a fatica.
Non ricorda niente del passato né del presente. Non percepisce il suo corpo.
Urla più forte che può, ma non capisce se il grido è reale, o soltanto un riflesso della sua mente.
Poi, quando la disperazione sembra soffocarla, sente qualcosa. Si accorge che non è sola ad affrontare quello strano destino.
Altre tre persone si svegliano imprigionate nell’oscurità, in una realtà priva di ricordi.
Non possono vedersi. Non possono muoversi. Non possono toccarsi. Non hanno memoria. Non sanno come son arrivati fin là.
Solo il suono delle loro voci sembra reale.

L'autore:
Alberto Petrosino nasce a Livorno nel 1985. Figlio unico, trascorre calde giornate estive in un campeggio sulla costa etrusca, tra amicizie che resistono allo scorrere del tempo e amori marchiati per sempre a fuoco nel suo cuore. È alle medie che comincia a interessarsi a giochi, hobby e letture che lo avvicinano al mondo Fantasy. La passione per l’universo fantastico cresce di anno in anno, portandolo a scrivere racconti in grado di condurlo in un luogo incantato dal quale non vorrebbe mai far ritorno. La scrittura diventa uno strumento che crea un ponte tra vita e immaginazione. Frequenta la Facoltà di Psicologia di Firenze, specializzandosi in Psicologia Sociale e delle Organizzazioni. Pian piano si rende conto che scrivere è un modo per vivere nuovi sogni, poiché quelli degli altri a volte non bastano. È fidanzato con Alessia, una splendida ragazza dagli occhi smeraldo conosciuta in quel campeggio sulla costa etrusca, ed è felice.

Recensione:
Oltre il buio è il romanzo di esordio di un giovane autore italiano, Alberto Petrosino, pubblicato nella collana Little Dreamers. Il progetto Little Dreamers, nato in seno alla Casini Editore - ora trasformatasi in Art of Life - ha l'obiettivo di realizzare romanzi destinati ai più piccoli, inserendoli in una serie di progetti interattivi. Col romanzo di Petrosino, Little Dreamers ha deciso di ampliare i propri orizzonti e iniziare a coinvolgere anche un pubblico adolescente, dando vita perciò al primo - e finora unico - volume della collana young-adult.
Un libro in formato tascabile, dalla copertina piacevole che riporta un passaggio del romanzo; numerazione delle pagine assente, nello stile tipicamente "casiniano".
Dalla trama non si può intuire granché: è una di quelle storie che devi accettare a scatola chiusa, senza sapere in cosa ti ritroverai immerso. Necessita un atto di fede verso chi ti consiglia il libro dicendoti: "a me è piaciuto, spero potrai dire lo stesso anche tu". Accetto il consiglio e mi tuffo in queste pagine senza poter neanche immaginare a cosa andrò incontro.
Infatti ciò che ho letto si è dimostrato ben al di là della mia immaginazione. Non è compito mio riassumervi la trama, per il semplice motivo che un libro del genere, viste le dimensioni abbastanza ridotte, va vissuto direttamente attraverso la lettura, senza nessun riassunto, spiegazione, semplificazione di ciò che si andrà a leggere. Anche perché non mi sarebbe così facile riuscire a sintetizzare la storia, senza rischiare di confondervi o annoiarvi. Ciò che accade in queste pagine spiazza e confonde, e ci lascia anche con un po' di domande irrisolte. Non perché sia previsto un seguito, ma perché nella vita non ci può essere una risposta a tutto e certe cose bisogna accettarle e basta.
Alla fine di questa lettura onirica e visionaria, mi ritrovo a dover smontare ciò che mi avevano fatto credere.
Non è un libro per adolescenti e non può rientrare nel genere young adult: l'autore è davvero in gamba, ha uno stile impeccabile, a tratti poetico, ma non è adatto ai più giovani. Questo romanzo sarebbe dovuto rientrare direttamente nella collana classica dell'allora Casini, ma non certo in un progetto per ragazzi, che potranno anche leggerlo ma non credo che lo troveranno adatto alla loro età e alle loro aspettative. Tra l'altro è fuorviante anche chiamarlo romanzo: la narrazione si sviluppa attraverso una serie di racconti che sembrano essere stati concepiti singolarmente, scollegati l'uno dagli altri, per poi essere stati inseriti in un unico romanzo e aver ricevuto in dono un filo conduttore a fare da trait d'union.
Complessivamente Oltre il buio sa farsi apprezzare per lo stile e la capacità di narrare e descrivere dell'autore, un po' meno per i contenuti. Credo sia uno scrittore su cui puntare, ma valorizzandolo nella giusta maniera e permettendogli di esprimersi attraverso la forma a lui più congeniale.
Originale l'idea di inserire a fine volume l'esperienza di Petrosino da "ragazzo qualunque" a scrittore. Se queste pagine, emozionanti e divertenti, fossero state diffuse on line credo avrebbero procurato un pubblico più ampio disposto a scommettere su Oltre il buio, fosse solo per la curiosità che fa nascere intorno ad esso. 



Titolo: Oltre il buio
Autore: Alberto Petrosino
Editore: Casini Editore - Little Dreamers
Pagine: 248
Isbn: 9788879052214
Prezzo: €12,90
Valutazione: 3 stelline
Data di pubblicazione: 9 Maggio 2012

domenica 17 giugno 2012

Recensione: Il rumore dei tuoi passi di Valentina D'Urbano


Trama:
In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato «la Fortezza», Beatrice e Alfredo sono per tutti «i gemelli». I due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un’amicizia ruvida come l’intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un’amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi.
Ma alle soglie dei vent’anni, la voce di Beatrice è stanca e strozzata. E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.

L'autrice:
Valentina D'Urbano è nata nel 1985 a Roma, dove vive e lavora come illustratrice per l'infanzia. Il rumore dei tuoi passi è il suo primo romanzo.


Recensione:
Non so come affrontare la recensione a questo romanzo. E' questo il motivo per cui l'ho letto un mese fa ma ancora non mi sono decisa a parlarne. Sul momento la storia mi ha presa, mi ha travolta e mi ha anche convinta al punto da meritarsi 4 stelle. Poi passano i giorni e qualcosa inizia a stonare: le 4 stelline non sono più meritatissime ma iniziano a vacillare. Sono sicura che se, per ogni libro che leggiamo, scrivessimo una recensione a caldo e un'altra invece dopo qualche mese, le nostre impressioni per la maggior parte delle volte non coinciderebbero. Come in questo caso.
Perciò cercherò di andare per ordine e raccontarvi ciò che mi ha colpita durante la lettura, e ciò che invece mi disturba oggi, a distanza di un mese.
Quando il libro uscì ero davvero curiosa perché si trattava di un'esordiente italiana che era riuscita a pubblicare con una casa editrice importante, perché l'esordiente in questione è giovanissima (classe '85) e perché l'avevo incontrata al Salone del libro, l'avevo sentita raccontare il suo passaggio da sconosciuta a emergente tra centinaia di altri scrittori e mi ero emozionata con lei e per lei. Il passo tra il desiderare quel libro e ritrovarmelo tra le mani è stato brevissimo. Mi faccio convincere dalla copertina, da quel girasole (il mio fiore preferito - mica si era intuito dal nick che sfoggio??) che sembra dare una speranza a quei due ragazzi che sembrano distanti e parto quindi positivamente prevenuta. Quanto alla storia, bene o male sapevo già cosa aspettarmi, dopo aver letto la trama, qualche intervista e varie informazioni in giro. Mi faccio trascinare da Alfredo e Bea e dalla loro vita difficile, amara, vuota. Mi ci ritrovo immersa, quasi soffocata, con la voglia di uscirne il prima possibile e contemporaneamente di andare fino in fondo, anche se si tratta di affondare coi due protagonisti. Emergo dalla lettura stravolta, provata, ma apparentemente soddisfatta. Insomma, un esordio positivo.
Passano pochi giorni e la storia inizia risuonarmi in maniera diversa. Echi di La solitudine dei numeri primi, Acciaio, Non ti muovere e qualcosa di Ammaniti non ben identificato si mescolano al romanzo della D'Urbano. Non intendo assolutamente parlare di plagio o roba del genere: mi riferisco alla natura della storia. All'amarezza, al degrado, alla vita nei quartieri peggiori. Mi riferisco alla descrizione di quell'Italia tanto vera, forse, ma tanto brutta. Quell'Italia che non vorremmo, che ci illudiamo stia cambiando ma è sempre lì. Cosa c'è di stonato nel descrivere questo pezzo del nostro paese? Una mancanza di originalità, sicuramente, una storia come ne abbiamo già lette e viste chissà quante tra libri e tv. Perché forse è questa una falla dell'essere italiano: l'eccessivo realismo, che si traduce sempre e costantemente in pessimismo. Non è contemplata nessuna via d'uscita, nessuna soluzione. Il lieto fine non fa parte della nostra eredità (fortuna che Dante e Manzoni erano ancora uomini di speranza). Quello che ha elaborato la D'Urbano non può essere chiamato certo lieto fine: è un contentino, uno spiraglio che ci assicura che basta il minimo errore e si chiuderà definitivamente. Una storia triste con un finale altrettanto triste che già abbiamo incontrato in passato, sempre attraverso scrittori italiani. Il rumore dei tuoi passi ha per protagonisti due adolescenti. Ma io credo che questo romanzo non lo farei leggere durante questa fragile età. Preferirei regalare loro pagine di speranza e possibilità, di coraggio e impegno piuttosto che queste incentrate sulla resa, sull'impossibilità di cambiamento, sulla morte. Meritano di credere che hanno la possibilità di cambiare il mondo, piuttosto che arrendersi ancor prima di provarci. Non so quanto le pagine della D'Urbano possano aiutare, non so quanto possano dire di nuovo rispetto all'Italia della Mazzantini, della Avallone, di Giordano.
In conclusione, mi ritrovo ad abbassare il voto di una stellina e a consigliare la lettura a quegli adulti, che ormai hanno i piedi piantati a terra e poca fede nel cambiamento. Ma i più giovani, lasciamoli ancora sognare...


Titolo: Il rumore dei tuoi passi
Autore: Valentina D'Urbano
Editore: Longanesi
Pagine: 320
Isbn: 9788830431140
Prezzo: €14,90
Valutazione: 3 stelline
Data di pubblicazione: 10 Maggio 2012

Recensione: Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola

Trama:
Dura la vita per Alice Allevi, che ha appena superato la delusione per non aver vinto un micro seminario di Scienze Forensi. Non che le interessasse tantissimo l’argomento: il fatto è che il seminario si sarebbe tenuto a Parigi, e a Parigi vive Arthur. Ma tant’è, si sa che per lei l’Istituto di Medicina Legale «è un amante malfidato che prende senza dare»… Ma la vita lavorativa ha in serbo per lei altre sorprese, e nello specifico una causa d’interdizione. Lui è Konrad Azais, un famosissimo scrittore, best seller in tutto il mondo, grande esperto di enigmistica. A richiedere l’interdizione sono i figli, che ritengono il padre ormai vittima della demenza senile visto che ha dichiarato di voler lasciare tutti i suoi beni a una sconosciuta. Quando poi Azais muore in circostanze misteriose, che nemmeno l’autopsia riesce a chiarire, Alice inizia un’indagine combinando le sue conoscenze di medicina legale, l’intuito e la ricerca tra librerie e le opere di Azais…

L'autrice:
Alessia Gazzola è nata a Messina nel 1982. Medico chirurgo dal 2007, si è specializzata in Medicina legale nel luglio 2011. Ha scritto il suo primo racconto all’età di cinque anni e da quel momento non ha più smesso. L’allieva, il romanzo con cui ha esordito nel 2011, ha avuto un grandissimo successo: 4 edizioni, 60.000 copie vendute, in corso di pubblicazione in 4 paesi europei (Germania, Spagna, Turchia e Francia) e diritti venduti per la produzione di una serie televisiva. Con questo secondo romanzo risponde finalmente alle richieste dei lettori che reclamavano a gran voce una nuova indagine di Alice Allevi, la sua eroina.

Recensione:
Quando l'anno scorso è uscito il primo romanzo della Gazzola, L'allieva, ho temuto che la protagonista fosse davvero come riportava la fascetta: una Kay Scarpetta all'italiana. Temevo che l'autrice volesse riproporsi come la nuova Patricia Cornwell riportando alla luce un genere letterario, il medical thriller, qui da noi quasi del tutto assente. Non che questa fosse necessariamente una cattiva idea, sono io che con la Cornwell e i suoi romanzi non vado granché d'accordo. Fortunatamente son bastate poche pagine per accorgersi che non era così: la Gazzola ha saputo creare un personaggio unico e una storia che non ha certo i toni cupi, e sicuramente più seri, tipici dei romanzi della Cornwell. L'allieva è risultata esplosiva. (trovate qui la mia recensione).
Ecco che arriva finalmente il secondo episodio della nostra amica Alice Allevi e, se l'anno scorso ci siamo accostati alla lettura anche con quel pizzico di sano scetticismo, quest'anno ci fiondiamo sul libro con voracità, come se non aspettassimo altro. Un segreto non è per sempre ha superato le nostre aspettative e ci ha rivelato una Gazzola in piena forma: l'autrice ha saputo superare i tentennamenti tipici di chi è alle prime armi e ha mostrato al mondo il suo talento di scrittrice.
Se nel primo volume la pecca era rappresentata da una mancanza di approfondimento dell'aspetto medical-thriller, che aveva deluso pertanto quei lettori accostatisi al romanzo essenzialmente per quel motivo, ora la Gazzola si dimostra in grado di migliorare anche questo aspetto. Decisamente un passo avanti, che rende questo secondo romanzo più accurato da questo punto di vista, ma senza lasciarlo sprofondare nel thriller tout court. L'autrice ha rivelato di saperci fare, di saper affrontare e approfondire l'aspetto medico-legale, ok. Ma il suo romanzo non si merita la piena approvazione esclusivamente per questo motivo: ciò che ho maggiormente apprezzato è l'originalità con cui si accosta alla scrittura, mescolando serietà e ironia con leggerezza e freschezza. Il libro si fa leggere con piacere, ci cattura e ci coinvolge. 
Alice Allevi continua ad essere una nostra amica. Combinerà ancora qualche guaio, s'impiccerà ancora di affari che non dovrebbero riguardarla, e sì, sarà ancora innamorata. Di chi, non è facile dirlo. (Oddio, per me lettrice è facilissimo: è dall'anno scorso che faccio un tifo sfegatato per Claudio, ma non ci siamo ancora liberati definitivamente di Arthur...). Anche stavolta, come la prima, ci sembra di conoscere da sempre Alice, di aver diviso la casa con lei al posto di Yukino, di lavorare con lei nello stesso laboratorio, o di aver condiviso il banco di scuola quando eravamo al liceo. Alice è una di noi. Quello che fa, quel che pensa e soprattutto quello che dice ci stupisce e ci diverte come ha sempre fatto la nostra migliore amica. A volte la disapproviamo, ma se lei non fosse così forse non l'ameremmo allo stesso modo. Solo a lei capitano le situazioni più improbabili, ma solo lei sa uscirne alla grande, seppur collezionando qualche indimenticabile gaffe (che noi comunque troviamo esilarante - solo perché non è capitata a noi, in quel caso ci saremmo già nascoste al mondo intero!). 
Alessia (sì, chiamiamola per nome questa scrittrice che vorremmo fosse la nostra biografa personale: solo a lei potremmo affidare il racconto della nostra vita sapendo che saprebbe renderla piacevole, allegra, frizzante) non ha creato un personaggio, ha dato vita ad una persona. Una donna che ha il volto della nostra amica, compagna di scuola, collega, coinquilina: una di noi, come noi ma con qualcosa in più rispetto a noi: la capacità di intrattenerci, renderci allegri, farci compagnia ogni volta che lo desideriamo.
A fine lettura non siamo soddisfatti: non possiamo accettare che la storia finisca. Ne vogliamo di più, vogliamo altre pagine, vogliamo una vita intera di Alice. O forse vorremmo esistesse una Gazzola tascabile per poter guardare la nostra vita con le sue parole. 



Titolo: Un segreto non è per sempre
Autore: Alessia Gazzola
Editore: Longanesi - La Gaja Scienza
Pagine: 416
Isbn: 9788830432161
Prezzo: €17,60
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 19 Aprile 2012

giovedì 14 giugno 2012

Recensione: Cuori di carta di Elisa Puricelli Guerra


Trama:
Tutto inizia con un libro che si trova nello scaffale sbagliato, in una biblioteca di cui non si conosce il nome. Il libro si apre nel mezzo perché dentro c’è un foglio ripiegato in due. Sul foglio c’è un messaggio scritto da una ragazza. Un coetaneo che frequenta la biblioteca lo trova. I due cominciano a scambiarsi messaggi attraverso il libro. Non si firmano con i loro veri nomi, ma come Una e Dan, i protagonisti di Puck il folletto.
Anche se non si riconoscono, forse si vedono tutti i giorni a scuola: è Una la rossa che sorride come se si fosse appena ricordata qualcosa di buffo? È Dan il biondino con gli occhi verdi da gatto che vedono dentro le persone? Dan e Una sembrano due ragazzi come tanti, ciascuno con una storia familiare più o meno diffi cile, con passioni, desideri, paure. Cercano di scoprirsi, si punzecchiano, flirtano, e si rivelano uno all’altra come forse non sarebbero mai riusciti a fare di persona.
A poco a poco, però, dai loro messaggi emerge una realtà sempre più strana e inquietante. Dove si trovano davvero Dan e Una? Che posto è l’Istituto che frequentano insieme a tantissimi altri ragazzi? Si tratta di un collegio? Di una scuola speciale? Di un riformatorio? E perché tutti i giorni devono prendere una medicina che cancella i loro ricordi?
Dan e Una continuano a scriversi e a registrare tutto, finché la realtà, più cruda e feroce di qualsiasi storia nei libri, irrompe nelle loro vite e li costringe a uscire allo scoperto.

L'autrice:
Elisa Puricelli Guerra è nata a Milano dove vive e lavora. Ha studiato storia medioevale all'Università Statale di Milano e dal 1998 si dedica alla letteratura per ragazzi. Lavora da anni come editor e traduttrice e ha pubblicato diversi romanzi. E' da sempre una lettrice compulsiva di libri di tutti i generi e, se fosse un mestiere, passerebbe il suo tempo a leggere.

Recensione:
Cuori di carta è il secondo romanzo di Elisa Puricelli Guerra che mi ritrovo a leggere perché totalmente soggiogata dal titolo. Il primo lo lessi un anno fa, più o meno, (Cuorenero, il cui titolo tanto mi richiamava il mio caro Cuore d'inchiostro) e fui soddisfattissima della lettura. Si trattava di un romanzo pubblicato nella collana Battello a Vapore della Piemme, e pertanto indirizzato a lettori davvero giovanissimi - trovate QUI la mia recensione. In attesa del seguito - di cui non si hanno notizie - ecco che arriva in libreria, per Einaudi Ragazzi, Cuori di carta, dal titolo così simile a quel Cuorenero, che per un istante mi sono illusa potesse essere il secondo volume. Dalla trama scopro che si tratta di tutt'altra storia, ma comunque affascinante, nonostante sia destinata anche questa ai ragazzi e ragazze dagli 11 anni in poi.
Credo che la Puricelli Guerra sia una di quelle autrici che riescono a piacere ai piccoli così come ai grandi, tenendo lontani probabilmente soltanto gli adolescenti che forse non si accontenterebbero della semplicità di una storia del genere.
Con i tot anni che mi ritrovo (ad un certo punto sembra sia vietato dichiararli) mi sono innamorata di questo piccolo romanzo, che usa la forma epistolare per narrare gli avvenimenti.
E' una storia che inizia in una biblioteca, precisamente inizia con un libro, Puck il folletto di Rudyard Kipling.
Una ragazza lascia un messaggio nel libro come se fosse in una bottiglia, indirizzato a chiunque lo troverà. Il libro di Kipling è uno di quelli meno letti e meno richiesti, perciò la ragazza è sicura che chi troverà il messaggio sarà la persona giusta. Il ragazzo fortunato destinatario della lettera risponderà alla stessa maniera e da lì inizierà una loro fitta corrispondenza. Quando noi lettori temiamo che la storia sia tutta lì, scaramucce amorose tra due ragazzini, primi batticuori e corteggiamenti cartacei, il panorama si amplia e dalle parole dei due protagonisti, che si ribattezzano Dan e Una, scopriamo che il luogo in cui i due si trovano a vivere non è un normale collegio scolastico. A dirla tutta, forse neanche il mondo esterno è il mondo che avremmo creduto di trovare. Un romanzo che sfiora il distopico, anche se concentrato in una microrealtà. Una storia che non è solo cuore e batticuore, ma molto di più.
Dan e Una, e tutti i ragazzi che si trovano a vivere in quell'istituto, hanno il dovere di guarire dalle loro colpe, dalle loro sofferenze passate, dai loro errori, per poter tornare poi alle loro famiglie finalmente sani. Il metodo sperimentale cui vengono sottoposti per affrontare il passato e poi superarlo altro non è che l'oblio. La cancellazione di ciò che è accaduto per tornare ad essere felici come un tempo. E nel momento in cui la cancellazione arriverà, dimenticheranno il loro soggiorno all'istituto e tutti coloro che hanno conosciuto. Dan e Una sono condannati a dimenticarsi per sempre.
Una storia toccante sulla crescita, sul non sentirsi pronti, sul non essere all'altezza delle aspettative e dei desideri dei propri genitori, sulla difficoltà nel lasciarsi andare, nel farsi amare, nel fidarsi dell'altro. Una storia di coraggio e di forza. E di amore.
L'autrice ha dato una conclusione alla storia, perciò stavolta non dovremo aspettare anni prima di sapere come andrà a finire. E gli ha regalato un lieto fine che solitamente in questo genere di storie ha sempre un retrogusto amaro. Qui quell'amarezza manca, inadatta probabilmente ai più piccoli che hanno ancora bisogno di credere nel futuro, nella possibilità dei cambiamenti, nel lieto fine. Anch'io ci credo ancora, e sono felice che la Puricelli Guerra ci creda ancor di più!
Merita un cenno anche il formato del volume (un carino e maneggevole 14x19,5 cm), la stupenda copertina del bravissimo Iacopo Bruno e il prezzo: €10,00 accettabilissimi per un romanzo per ragazzini. 


Titolo: Cuori di Carta
Autore: Elisa Puricelli Guerra
Editore: Einaudi Ragazzi - Collana Carta Bianca
Pagine: 224
Isbn: 9788866560043
Prezzo: €10,00
Valutazione: 3,5 stelline
Data di pubblicazione: 11 Maggio 2012

Recensione: Una sorpresa sulla Fith Avenue di Allison Winn Scotch

Time of my Life

Trama:
La vita di Jillian è perfetta e patinata come le numerose (forse troppe) riviste che divora compulsivamente. Ha arredato la casa seguendo i consigli di Elle Decor, cucina solo piatti raffinati che prepara seguendo le sofisticate ricette di Gourmet, e la sua cabina armadio è perfettamente ordinata secondo le regole auree indicate da Vanity Fair.
È sposata a un uomo elegante con un prestigioso posto in banca e ha un'adorabile bimba di diciotto mesi, che assomiglia come una goccia d'acqua a un angioletto. La sua è una famiglia da pubblicità. Eppure... quando riceve la notizia dell'imminente matrimonio del suo ex rimane turbata e non riesce a evitare di porsi una domanda molto pericolosa: Come sarebbe la mia vita se avessi fatto una scelta diversa? Careful what you wish for, attenzione a quel che desideri, perché potresti non esserci preparata...
Ed è proprio quel che capita a Jillian quando si sveglia nel suo vecchio appartamento di Manhattan, pronta a recarsi al suo divertente lavoro di un tempo. E soprattutto a incontrare il fidanzato di allora, Jackson, l'uomo che qualunque ragazza sogna la notte. Con il senno di poi, dicono, ci si vede benissimo, e Jillian è finalmente libera di cambiare tutta la sua vita. Può ritrovare la madre che l'ha abbandonata, può sfruttare la sua conoscenza del futuro per conquistare nuovi clienti, può risolvere i conquistare nuovi clienti, può risolvere i conflitti che l'hanno allontanata da Jackson. Ma è proprio quello che vuole davvero?

L'autrice:
Allison Winn Scotch collabora con le riviste più prestigiose, tra le quali Glamour, ed è autrice di numerosi romanzi, tutti bestseller del New York Times.
Sito dell'autrice: http://www.allisonwinn.com/


Recensione:
Una sorpresa sulla Fifth Avenue non nasconde nessuna sorpresa sulla Fifth Avenue. Con questo non sto esprimendo (per ora) un giudizio di valutazione sul romanzo ma presentando un dato di fatto: il titolo è abbastanza fuorviante. E' un titolo che richiama folli giornate di shopping, colazioni davanti alle vetrine di famosi gioiellieri, storie dall'atmosfera allegra e dalle facili risate. E ovviamente amori, giusti o sbagliati che siano. Gli amori (ribadisco l'ovviamente) ci saranno, ma tutto il resto no. Perché la celebre Fifth Avenue non è assolutamente protagonista del romanzo il cui titolo originale è molto più fedele alla storia: Time of My Life
Accettato il fatto, quindi, che si sta leggendo un romanzo dal titolo sbagliato, ci si può dedicare ad esso con aspettative diverse da quelle che ci si era potuti creare inizialmente. 
A parte il titolo, il romanzo ai miei occhi si presenta in maniera positiva: una trama che mi attira, un formato piacevole e per finire il prezzo: €9,90 per una prima edizione con copertina rigida. Se la Sperling proprio ultimamente aveva esagerato nel rapporto pagine/prezzo per La probabilità statistica dell'amore a prima vista, in questo caso si è data una controllata ed è venuta incontro a noi lettori con un prezzo più che appetibile.
I presupposti negativi e positivi si bilanciano: la lettura può iniziare senza nessun pregiudizio.
Parto col dire che l'idea della storia mi è piaciuta.
Donna sposata, una figlia, una vita apparentemente più che soddisfacente, una casa alla moda, una quotidianità senza particolari problemi, un marito presente anche se un po' troppo razionale: il suo mondo crolla alla notizia che l'ex-fidanzato da cui si è separata una decina di anni prima sta per sposarsi. Si risveglia nel passato, quando l'ex-fidanzato è ancora il suo attuale ragazzo, quando ancora non ha conosciuto il marito e ancora non ha deciso di abbandonare il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Dopo il primo prevedibile momento di spaesamento e la constatazione che non c'è modo per tornare indietro, pardon, avanti nel futuro, decide di vivere quella come la sua seconda occasione per rimettere a posto ciò che non va nella sua vita futura. 
Come dicevo, l'idea mi piace. Non so quanto sia stata sfruttata nel campo narrativo, credo (ma potrei anche ricordare male) di non aver letto nulla del genere, mentre invece mi sarà capitato di vedere idee del genere applicate a serie televisive o a qualche film (un esempio è l'emozionante - almeno per me - The Family Man, con Nicholas Cage, anche se la dinamica non è proprio identica). 
Mi piacciono le storie di salti temporali, che siano propriamente fantasy o semplicemente un po' fuori dagli schemi come questa. Pertanto l'arrivo di Jillian nel suo passato e i suoi tentativi di riuscire a inserirsi in quella nuova-vecchia vita è stato gradevole. Purtroppo la narrazione non procede nel migliore dei modi. 
La storia diventa abbastanza scontata fin dalle prime pagine: condivido la scelta dell'autrice di far tornare la protagonista nel passato non tanto per cambiarlo ma per apprezzare il suo presente, ma non ne condivido la prevedibilità. Lo stile non ha nulla di particolare, se non che si potrebbe tranquillamente leggere una sola frase per pagina senza perdere il filo di ciò che accade. Tante parole ma nessuna sostanza: le pagine scorrono veloci senza darci l'occasione di soffermarci su quel che stiamo leggendo. Sembrano non avere consistenza, e a noi lettori sembra di conoscerle ancor prima di leggerle. La lettura non si trasforma in noia, grazie comunque ad una storia abbastanza coinvolgente, ma avrebbe bisogno di una marcia in più. 
La trovo una lettura ideale per la spiaggia: anche se il sole ci batterà in testa e saremo un po' storditi dal caldo, non rischieremo di perderci qualche passaggio importante. La lettura è così semplice da essere perfetta per una calda estate. 

Titolo: Una sorpresa sulla Fifth Avenue
Titolo originale: Time of My Life
Autore: Allison Winn Scotch 
Traduttore: Marco Zonetti
Editore: Sperling Kupfer
Pagine: 228
Isbn: 9788820052720
Prezzo: €9,90
Valutazione: 2,5 stelline
Data di pubblicazione: 5 Giugno 2012

mercoledì 13 giugno 2012

Avvistamento: La vita matrimoniale di Miss Buncle di D.E. Stevenson

"D.E. Stevenson fu “obbligata” dai suoi lettori a scrivere il seguito de Il libro di Miss Buncle (astoria 2011), tanta fu la passione suscitata dal personaggio di Barbara."

Queste parole riportate sul comunicato stampa relativo al romanzo in questione mi hanno colpita. Dopo essere stata deliziata da Il libro di Miss Buncle (la mia recensione la trovate QUI) avevo sperato di poter conoscere altre storie riguardanti Barbara Buncle e la sua vita così ordinaria per lei ma così sconvolgente per gli altri. Evidentemente è questo l'effetto che suscita il romanzo della Stevenson a tutti i suoi lettori: fa venir voglia di continuare a leggere. Posso dirmi felice che in passato i lettori abbiano preteso che la storia di Miss Buncle non si concludesse lì, e che la casa editrice Astoria l'abbia portato qui in Italia senza lasciar passare troppo tempo tra una pubblicazione e l'altra.
Adoro questa casa editrice e tutte le sue scelte editoriali: quante volte l'avrò ripetuto?

 La vita matrimoniale di Miss Buncle 
di D.E. Stevenson

Trama:
Barbara Buncle, ora Barbara Abbott, ha scritto un libro, sotto pseudonimo, che ha provocato un piccolo terremoto nel villaggio di Rivargenton. Per quanto scritto con tono molto lieve, Disturbatore della quiete pubblica ha rivelato difetti e debolezze di gran parte degli abitanti del villaggio, i quali non solo non hanno apprezzato ma hanno sviluppato un’assoluta insofferenza nei confronti dell’autrice, fino a poco prima considerata persona insulsa e innocua.
Così Barbara e Arthur Abbott vanno a vivere a casa di lui, a Hampstead., Londra. Ma dopo pochi mesi si rendono conto che la vita mondana a cui si sono assoggettati, ciascuno pensando di fare cosa gradita all’altro, riesce loro insopportabile e che la soluzione più facile per uscirne è trovare una casa in campagna. Così inizia la ricerca di Barbara, che dopo mesi capita nel villaggio di Wandlebury, dove trova una casa che si rivela essere perfetta. L’arrivo a Wandlebury è subito segnato da un malinteso: scambiata per qualcun altro, a Barbara viene fatto leggere un testamento, che a tutta prima le riesce incomprensibile, ma che nei mesi successivi avrà una parte non da poco nella vita degli Abbott. E poi risorge l’insopprimibile bisogno di Barbara di scrivere del mondo intorno a sé. Ma cosa comporterebbe pubblicarlo? Dovrebbero abbandonare ancora una volta la loro residenza?
La vita matrimoniale di Miss Buncle, oltre a dar conto dello sviluppo della storia della nostra eroina, racconta con immutata ironia e con lo stesso tono a volte dolcemente tagliente di idiosincrasie, difetti e pregi di un mondo che ci è lontano ma che spesso ci sembra vicinissimo

L'autrice:
Dorothy Emily Stevenson (1892-1973), il cui padre era cugino di Robert Louis Stevenson, nacque a Edimburgo e visse in Scozia tutta la vita. Non venne mandata a scuola ma istruita privatamente. A otto anni scrisse il suo primo racconto. Sposatasi con un capitano dell’esercito, nel 1923 scrisse il suo primo romanzo,
e il secondo apparve solo nove anni dopo. Nel 1934 scrisse Il libro di Miss Buncle (astoria 2011) e da lì in poi scrisse un libro all’anno, vendendo quattro milioni di copie in Inghilterra e tre milioni negli Stati Uniti. Fu il pubblico a chiederle di non abbandonare il personaggio di Barbara Buncle: da qui La vita matrimoniale di Miss Buncle (1936), che qui presentiamo, e Le due signore Abbott (1943). Il tono della sua scrittura è sempre stato quello di una ironia affettuosa ma non perciò meno pungente; la vita all’interno di piccole comunità, dove con più facilità si possono osservare e descrivere pregi e difetti dell’animo umano, è stata il centro del suo interesse narrativo. Molti dei suoi romanzi sono stati definiti leggeri. In realtà sono delle commedie estremamente divertenti, scritte da una donna acuta, con una straordinaria capacità di osservazione umana e sociale. Caduta per anni nell’oblio, da una decina d’anni a questa parte si assiste alla riscoperta dell’autrice.

L'incipit
“Dovremmo trasferirci,” disse Mr Abbott distrattamente. Le mani di Mrs Abbott  si fermarono a mezz’aria interrompendo il tragitto verso il manico della caffettiera. Gli occhi grigi si spalancarono, la bocca si aprì (mostrando una dentatura di  eccelso fulgore) e rimase aperta, senza che ne uscisse alcun suono. L’accogliente  sala da pranzo era molto silenziosa, il fuoco scoppiettava nel camino, il pallido sole invernale entrava dalla finestra per posarsi sul tappeto turco di lana rossa e blu, sui  mobili di quercia intagliata e sulle figure inerti di Mr e Mrs Abbott che sedevano  al tavolo della colazione, su cui l’argento brillava e la porcellana splendeva, il che  era normale quando veniva pulita e lucidata da mani premurose. Era domenica mattina, com’era facile intuire dall’ora tarda e dal silenzio innaturale che regnava  fuori, oltre che dentro, la piccola ma comoda casa degli Abbott. 
“Ho detto che dovremmo trasferirci,” ripeté Mr Abbott.
“Sì… mi era sembrato che l’avessi detto,” disse Mrs Abbott incredula. Mr Abbott abbassò il giornale e guardò la moglie da sopra gli occhiali. Era il giornale della domenica, naturalmente, e Mr Abbott stava leggendo gli annunci editoriali. Anche lui era un editore, per cui gli interessavano molto le inserzioni pubblicitarie, dalle quali però non si lasciava ingannare. La notizia che la Faction & Whiting stesse per pubblicare il Più Grande Romanzo del Secolo, zeppo di Avventura, sfavillante d’Ingegno e traboccante di Humour, procurava in lui niente più di un vago stupore al pensiero di quanti soldi avesse dovuto ricevere l’agente pubblicitario. Mr Abbott mise via il giornale senza rimpianti e guardò sua moglie e, guardandola, le sorrise, perché era bello guardarla, perché lui l’amava e perché lei lo divertiva e lo intrigava moltissimo. Erano sposati da nove mesi e, se a volte era convinto di sapere tutto di lei, altre volte invece gli sembrava di non sapere proprio nulla… che matrimonio appagante era il loro!
“Sì, ho detto ‘trasferirci’,” ripeté (con quella che Barbara Abbott chiamava segretamente “la voce sorridente di Arthur”). “Perché non ci trasferiamo, Barbara? Risolverebbe tutti i nostri problemi in un colpo solo. Potremmo trovare una bella casa, lontano dalla città, con un bel giardino, gli alberi e tutto il resto…” aggiunse Mr Abbott, facendo un vago gesto con la mano, quasi a voler far comparire la casa sotto gli occhi di Barbara, e la cosa strana fu che ci riuscì. Barbara visualizzò subito una bella casa con un bel giardino, lontano dalla città. Le apparve tutto davanti agli occhi come una visione: prati e alberi e aiuole piene di rose, con una bella casa in mezzo; il tutto immerso nel sole. “Sì,” disse lei trepidante, “sì, perché no? Se non t’importa di lasciare Sunnydene… non c’è motivo, intendo…”
“Esatto,” concordò il marito, “vedo che capisci. Non c’è proprio alcun motivo, e poi risolverebbe tutti i nostri problemi.”
Si guardarono, ridacchiando un po’ imbarazzati: i loro problemi erano talmente assurdi. Si erano mai viste due persone, all’apparenza sane di mente, infilarsi in un pasticcio tanto stupido e ridicolo?
Titolo: La vita matrimoniale di Miss Buncle
Titolo originale: Miss Buncle Married
Autore: D.E. Stevenson
Traduttore: Ester Borgese
Editore: Astoria
Pagine: 320
Isbn: 9788896919354
Prezzo: €17,50
Data di pubblicazione: 20 Giugno 2012

martedì 12 giugno 2012

Un Cuore d'inchiostro tra le Chrysalidi


Buongiorno a tutti!
Scrivo questo piccolo post 
perché in questi giorni Cuore d'inchiostro è ospite
 dei favolosi 
Questa settimana perciò ci troverete anche lì,
con le nostre recensioni e le nostre chiacchiere!
Se ne avete voglia, 
raggiungeteci: vi aspetto!


Recensione: Aria. Messaggio per me di Miriam Dubini

Trama:
C’è un posto in cui finiscono le lettere smarrite, i regali perduti, i messaggi svaniti nell’aria. Ci sono occhi che sanno leggere il vento e cuori che possono volare. “Che idiozia!” direbbe subito Greta. Tredici anni, anfibi e una bicicletta da corsa su cui sfrecciare via appena qualcuno inizia a parlare d’amore. Come la sua compagna di classe Lucia, che invece sembra non pensare ad altro, o Emma, che sa tutto sulle questioni di cuore. Greta non crede nell’amore, fino a quando non arriva Anselmo. Bello come un angelo, misterioso come i pacchi che consegna in giro per Roma a bordo della sua bicicletta. Nel tentativo di scoprire il segreto di quel ragazzo, le tre amiche approdano in una ciclofficina dove accadono cose miracolose. Greta non riesce a crederci, ma quanto più si avvicina ad Anselmo, tanto più scoprirà che in comune loro due non hanno solo la passione per la bicicletta. 

L'autrice:
Miriam Dubini è nata a Milano il 25 marzo del 1977. La sua prima bicicletta fu una “Saltafoss” con bandiera dei pirati ereditata da un cugino ribelle. La seconda una mountain bike dipinta con le bombolette spray dei suoi amici graffittari, che l’ha accompagnata per tutti gli anni del liceo classico. Poi c’è stata una bici olandese giallo sole che l’ha vista laurearsi in semiotica e specializzarsi con un master in scrittura per il cinema e la fiction. Ha lavorato per la Ditta Gioco Fiaba e per il circo di Ambra Orfei come attrice e drammaturga di teatro ragazzi, ha scritto libri e fumetti per Disney ed Edizioni BD, ha inventato giochi per Art Attack e poi ha cambiato città e bicicletta. Ora vive a Roma, scrive libri per ragazzi, sceneggiature per cinema e televisione e s’inerpica sui colli con Merlina, una bici da corsa azzurra come l’Aria.

Recensione:
Ma quant'è carino questo libro?
Non è professionale iniziare in questo modo una recensione, lo so, ma è la prima cosa che mi è passata per la testa appena l'ho adocchiato, ed è la prima cosa che mi son ritrovata a ripetere appena l'ho terminato.
"Ma quant'è carino?"
Quel che promette attraverso l'immagine di copertina (realizzata dalla bravissima Cintia Gonzàlves) viene mantenuto: è una storia che ci fa alzare gli occhi verso il cielo, che ci fa trasportare dal vento, che ci fa tuffare a occhi chiusi verso il nostro destino. Un romanzo dedicato soprattutto alle ragazzine preadolescenti: verso gli 11-12 anni i loro sogni diventano più forti, più costanti e più innamorati. Non hanno ancora bisogno di incontrarsi con amori immensi, difficili e proibiti. Bastano dei begli occhi, una bici e qualche piccolo mistero per cadere innamorate.
La Dubini ci racconta in meno di 200 pagine una storia che inizia in maniera ordinaria: una vita familiare non sempre ideale, un carattere non troppo socievole, dei tentativi di amicizia e soprattutto un incontro-scontro che cambia la direzione dei pensieri dirottandoli insistentemente verso un lui.
Non ci si rende immediatamente conto che quell'ordinarietà, quel racconto di come si instaura un'amicizia e di come possa nascere un amore, nasconda qualcosa di più. Qualcosa di straordinario, di ultraterreno forse, di magico. Un mistero che non acquista i toni tipici dello young adult, non sfocia nell'esplicito sovrannaturale, ma cerca di mantenere il suo equilibrio tra cielo e terra, tra vento e ruote.
Il giusto equilibrio sono loro, i due protagonisti, irrimediabilmente attratti l'uno dall'altra.
Da una parte c'è Greta, attaccata alla terra da una mamma non sempre materna nel modo giusto, zavorrata dal peso delle responsabilità nonostante l'età, ancorata dal dover essere cresciuta troppo in fretta.
Dall'altro lato c'è Anselmo, con testa e cuore tra le nuvole, con un incarico misterioso da portare a termine che gli fa alzare costantemente gli occhi al cielo, con responsabilità più grandi di lui ma che lo fanno sentire leggero, fatto di aria e di vento.
Il loro incontro sarà uno scontro tra due modi di vivere e di considerare la vita. Ma sarà anche la necessità di avere più terra sotto i piedi per Anselmo, e più vento tra le braccia per Greta. Dal loro incontro potrà nascere il perfetto equilibrio, o lo sconvolgimento totale di due vite. 
Lo stile dell'autrice è molto semplice, per adattarsi al pubblico cui è rivolto, ma l'impressione definitiva è di trovarsi tra le mani un romanzo davvero carino, uno di quelli da regalare alle nostre sorelline, cuginette, nipotine.
Peccato solo per un aspetto: la storia ha la sua conclusione ma non definitiva. E' il primo volume di una serie,  perciò la storia non finisce qui. 
Fortunatamente alla fine del volume potrete gustarvi il primo capitolo del secondo episodio: Aria - Il volo della rondine, e iniziare a immaginare come continuerà...


Titolo: Aria. Messaggio per me
(Aria #1)
Autore: Miriam Dubini
Editore: Mondadori - 
Collana Mondi Fantastici
Pagine: 200
Isbn: 9788804616627
Prezzo: €16,00
Valutazione: 3 stelline
Data di pubblicazione: 8 Maggio 2012