martedì 3 luglio 2012

Recensione: La cavalcata dei morti di Fred Vargas

L'Armée Furieuse

Trama:
Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell'industria. Forse è stato un ragazzo di banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal medioevo.
C'è un cadavere, sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, che trascinano con sé anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa Lina ha visto la Schiera.
È solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti piú spaventosi di una antica, cupa credenza?
«Fra i miei uomini, capitano, ce n'è uno affetto da ipersonnia che crolla addormentato sul piú bello, uno zoologo specialista in pesci, di fiume soprattutto, una bulimica che scompare per fare scorta di cibo, un vecchio airone esperto di leggende, un mostro di cultura che non si schioda dal vino bianco, e via di seguito. Non possono permettersi di formalizzarsi troppo.
- E lavorate?
- Molto».

L'autrice:
Fred Vargas è uno pseudonimo. L'autrice ha deciso di adottarlo in omaggio alla sorella gemella Jo, una pittrice che nelle sue opere si firma appunto Vargas (Vargas è il cognome del personaggio interpretato da Ava Gardner nel film La contessa scalza). È figlia di una chimica e di un surrealista. È ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs), ed è specializzata in medievistica. Per cinque anni ha lavorato sui meccanismi di trasmissione della peste dagli animali all'uomo. Scrive ogni suo romanzo in ventuno giorni, durante il periodo di vacanza che si concede ogni anno. Rivede poi il testo per tre o quattro mesi, con il suo editor privilegiato: la sorella Jo. Scrive dall'85. Dal '92 ha pubblicato quasi un libro l'anno. È tradotta in 22 lingue ed è considerata l'anti-Patricia Cornwell. A tal proposito, ha dichiarato che «il poliziesco è una specie di favola, ironica o tragica o cerebrale. Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi (che nella realtà non esistono): un delitto è sempre semplice». Questo non le impedisce certo di dispiegare nei suoi romanzi una straordinaria visionarietà, unita a una capacità di indagine psicologica e alla passione per meticolose ricostruzioni ambientali.
Di Fred Vargas Einaudi Stile libero ha in catalogo finora: Io sono il Tenebroso (2000, 2003, 2006), Chi è morto alzi la mano (2002 e 2006), Parti in fretta e non tornare (2004 e 2006), Sotto i venti di Nettuno (2005 e 2008), L'uomo a rovescio (2006, 2008), Nei boschi eterni (2007 e Super Et 2008), L'uomo dei cerchi azzurri (2007), Un po' piú in là sulla destra (2008 e 2010), Un luogo incerto (2009 e 2011), Prima di morire addio (2010 e 2011), I quattro fiumi (2010), Critica dell'ansia pura (2010), La cavalcata dei morti (2011 e 2012) e le raccolte La trilogia Adamsberg (2009), che riunisce le prime inchieste del commissario, Scorre la Senna (2009), raccolta di tre racconti con protagonista il commissario Adamsberg, e I tre evangelisti (2010), che riunisce in un unico volume i romanzi Chi è morto alzi la mano, Un po' più in là sulla destra e Io sono il Tenebroso.
Nel 2012 Einaudi ha pubblicato, nei Super ET, la uniform edition comprendente le raccolte I casi dei tre evangelisti e I casi del commissario Adamsberg.

Recensione:
E' strano per me parlare qui nel blog di Fred Vargas e di un suo romanzo, perché è da anni una delle mie autrici preferite eppure non l'ho mai presentata qui a Cuore d'Inchiostro. 
Questo perché l'ultimo romanzo pubblicato in Italia risale a luglio 2011, quando il blog iniziava a muovere i primi passi, ma io mi sono decisa a leggerlo solo qualche giorno fa. Il mio ritardo non è da imputare alla mancanza di tempo o altre - deboli - scuse. L'unica motivazione era la certezza di sapere che dopo aver letto La cavalcata dei morti non avrei avuto più nessun romanzo della Vargas in attesa: insomma mi sarei sentita abbandonata al solo destino delle riletture, o alla speranza che la scrittrice ne pubblicasse al più presto uno in Francia e che l'Einaudi si sbrigasse a tradurlo in tempi brevissimi... Fantascienza, in pratica.
Qualche giorno fa la crisi di astinenza cominciava a farsi sentire insieme al bisogno di ritrovarmi a passeggiare lentamente al fianco di Adamsberg, seguendo il corso dei suoi apparentemente scollegati pensieri.
Solitamente sono una che odia i gialli. Nella letteratura, al cinema, in tv. Forse perché da piccola me ne hanno fatti sorbire fin troppi - quando c'era la moda dei vari Tenenti Colombo, Signore in giallo, Ispettori Derrick e chissà quanti altri ancora - al punto che "da grande" me ne son voluta liberare. Probabilmente affermare che li odio è esagerato, ma rende l'idea.
Ciononostante, là dove autori e registi contemporanei hanno fallito nel cercare di farmi appassionare al genere, la Vargas ci è riuscita nel giro di poche pagine. E continua a riuscirci con ogni suo romanzo che mi ritrovo a leggere.
Come quest'ultimo, La cavalcata dei morti.
Chi ha già letto la Vargas, conoscerà sicuramente il commissario Adamsberg e gli agenti che gli ruotano intorno. Incontreremo ancora una volta il suo vice Danglard, un pozzo di cultura che non riesce a star lontano dalla bottiglia; l'agente Violette Retancourt, una donna enorme, pratica ma delicata a cui il commissario affiderebbe la propria vita e quella degli altri; l'ingenuo Estalère, poco furbo, poco sveglio ma che riesce a portare il commissario sulla giusta strada attraverso la sua ingenuità; e poi ancora Mercadet e la sua ipersonnia, Froissy e la sua costante necessità di cibo, Veyrenc e il suo parlare per versi... e non mancherà il vicino di casa Lucio, col suo braccio fantasma accompagnato da un prurito altrettanto fantasma, e infine Zerk, new entry, degno figlio del commissario.
Basterebbe la sola presenza di questi straordinari personaggi a rendere il romanzo affascinante e a convincere i lettori a dargli un'occasione. Perché il giallo che prende luogo ne La cavalcata dei morti ha sicuramente il suo fascino e incuriosisce il lettore, ma mai quanto faranno i vari personaggi che sfilano nella storia. La Vargas ha un incredibile talento nel dipingere le persone, nell'approfondirle, nel dare al lettore la chiave per immaginarle, per comprenderle, per conoscerle a fondo. Di ognuno di esse scopriamo vizi e virtù , presente e passato, azioni e motivazioni: niente è lasciato in superficie, nessun personaggio è solo abbozzato. Abbiamo a che fare con delle persone vere e proprie: nessuno sarà l'eroe senza macchia, nessuno avrà l'intuito geniale, nessuno sarà il cattivo senza possibilità di redenzione. Ognuno darà il proprio apporto, tra errori e intuizioni, conducendoci verso un finale non così scontato.
Quattrocentoventi pagine di stile impeccabile: grandi assenti la banalità e la prevedibilità. La Vargas sa scrivere - merito va anche all'Einaudi che sa affidarsi a traduttrici eccellenti - sa descrivere, sa dipingere scene realistiche, creare dialoghi ironici, geniali, perfetti; sa dare alla storia un ritmo non incalzante ma adatto al respiro di Adamsberg, ai suoi tempi, ai suoi passi. Leggo il romanzo e mi sento uno dei personaggi tipici della scrittrice: accanto ai soliti, la Vargas sembra prevedere la nostra presenza, il nostro bisogno di determinate parole e atteggiamenti del noto spalatore di nuvole, la nostra curiosità non solo nei confronti della storia ma di tutti quegli amici da troppo tempo lontani.
Mi ritrovo alla fine del romanzo non sognante e neanche con gli occhi che luccicano. L'autrice non vuole illudere né commuovere il lettore, ma semplicemente vuole regalargli una storia vera, qualcosa che possa essere credibile, che possa apparirgli viva. Per farlo sentire vivo.
Tra tutti i suoi romanzi, La cavalcata dei morti non conquista il posto di mio preferito in assoluto (che invece va all'irresistibile Parti in fretta e non tornare, in cui Adamsberg fa la sua prima apparizione) ma merita quattro stelline e forse più e il privilegio di essere caldamente consigliato!


Titolo: La cavalcata dei morti
Titolo originale: L'Armée furieuse
Autore: Fred Vargas
Traduttore: Margherita Botto
Editore: Einaudi
Pagine: 432
Isbn: 9788806209759
Prezzo: €19,00
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 5 Luglio 2012




(Nel caso a qualcuno di voi venisse la voglia di comprarlo, ora il libro esiste anche nell'edizione economica Numeri Primi a 13€)

4 commenti:

  1. anche io apprezzo vargas e non sono un'amante dei gialli, pertanto ti chiedo: hai letto elizabeth george? a me piace moltissimo per la caratterizzazione die personaggi, che quando finisci il libro i protagonisti ti sembrano quasi amici. non c'è fra gli autori che hai recensito finora e mi chiedevo se ti piace e se hai mai letto qualcosa di suo. ciao! Paola

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, Paola, mai letta. Non mi ha mai attirata... quel che mi piace della Vargas non è la sola caratterizzazione dei personaggi, ma il fatto che siano tutti strambi a modo loro, e che dietro di essi ci sia una profonda ironia dell'autrice. Se anche la George è capace di ironia la leggerò, altrimenti...

      Elimina
  2. I personaggi di vargas sono surreali, non molto realistici e questo fa parte del fascino di questi libri. Quelli di george invece sono molto reali e profondamente umani, ben descritti nelle loro contraddizioni. C'è ironia: secondo me è americana potrebbe essere anche inglese per lo stile e non solo perchè i romanzi sono ambientati in inghilterra, soprattutto a londra. c'è ironia ed è spesso divertente il confronto fra l'aristocratico ispettore linley e il sergente barbara havers, certamente non nobile e non femminile ma con il cuore al posto giusto. se ti volessi cimentare ti consiglierei di non iniziare dal primo della serie (si leggono comunque senza problemi) ma da "il prezzo dell'inganno" seguito da "il morso del serpente". per me è stata una bella scoperta e, letto uno, ho dovuto leggerli tutti! Beh, sono curiosa del tuo parere se prima o poi la leggerai. Ciao! Paola

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benissimo, dopo questi dettagli direi che mi hai incuriosita abbastanza e ti ringrazio anche per il consiglio: ha scritto così tanti libri la George che non avrei saputo da quale iniziare.
      Mi procurerò Il prezzo dell'inganno e una volta letto ti farò sapere :)

      Elimina