mercoledì 27 febbraio 2013

Recensione: Il colore del latte di Nell Layshon




Trama:
È la primavera del 1831 quando Mary incomincia a scrivere la sua storia. Scrive lentamente, ci vorranno quattro stagioni perché racconti tutto. Ma non importa: scrivere è diventato un bisogno primario per lei, come mangiare e dormire. Viene da una famiglia di contadini, ha quindici anni, una gamba più corta dell’altra e capelli chiari come il latte. Conosce solo la fatica del lavoro nei campi, proprio come sua madre, suo padre e le sue sorelle. Conosce solo il linguaggio della violenza, che il padre le infligge se non lavora abbastanza. Ma ha un cervello lucido e una lingua tagliente. Un giorno il padre la allontana di casa perché il vicario vuole una ragazza che accudisca la moglie malata. Mary non vuole abbandonare l’univa vita che conosce, ma non ha scelta. E nella nuova casa imparerà a scrivere, e scrivere rende liberi anche se la libertà ha un prezzo.

L'autrice:
Nell Leyshon è nata a Glatsboury, in Inghilterra e vive nel Dorset. È autrice pluripremiata di numerose sceneggiature, soprattutto teatrali. Passerà alla storia per il suo talent: è infatti la prima sceneggiatrice donna a cui il Shakespeare’s Globe Trust abbia mai commissionato (dalla sua fondazione nel 1599) uno spettacolo per il Globe, il teatro più famoso del mondo, il luogo in sui Shakespeare stesso lavorò ai suoi capolavori. Forse per l’influsso delle numerose sceneggiature prodotte, la scrittura di Nell Leyshon coinvolge e assorbe immediatamente, i suoi personaggi conquistano e convincono come fossero persone in carne e ossa. Il colore del latte ha stupito la stampa e il pubblico internazionali e ha conquistato tutti in casa editrice.


Recensione:
Il colore del latte l'ho iniziato un giorno a causa della pigrizia. Ero sul letto, avevo appena finito un libro e mi annoiava a morte il dovermi alzare a prenderne un altro. Avevo voglia di leggere ancora, ma volevo che fossero i libri a raggiungermi e non viceversa. Accade così che nei momenti di totale pigrizia vinca il libro fisicamente a me più vicino. E' riuscito ad attirare la mia attenzione perché era a portata di mano, rispetto ad altri romanzi che forse avrei preferito leggere prima. Ma a volte va così, e devo dire che è anche andata inaspettatamente bene.
Già, Il colore del latte è un romanzo che ti spiazza alle prime pagine. Il lettore si scontra con uno stile non immediatamente piacevole. Uno stile che apparentemente non ha gran cura della punteggiatura, della sintassi, di maiuscole e minuscole; che si traduce in una trascrizione del parlato di una ragazzina, contadina, di inizi ottocento. La ragazzina si presenta, ci sillaba il suo nome, si descrive fisicamente, ci informa dell'anno in cui scrive quel diario (1831) e di quel che vede fuori dalla sua finestra per poi avvisarci che ci racconterà i fatti accaduti l'anno precedente. Dal principio. La sua scrittura è zoppicante, un po' come lei che ha una gamba che non le funziona perfettamente, e i suoi racconti ci lasciano - almeno per le prime pagine - con qualche punto interrogativo. Innanzitutto ci chiediamo come faccia Mary, è questo il suo nome, a saper scrivere visto che non sembra assolutamente avere tempo, modo o semplicemente voglia di imparare. Insieme alle sorelle deve badare alla fattoria e alle faccende di casa. I genitori assumono le fattezze di freddi datori di lavoro, le giornate sono scandite dalla fatica e dal sudore, lo svago non esiste. (Dickens vi avrebbe trovato materiale per un'altra dozzina di romanzi!). Unico personaggio più umano è il nonno, impossibilitato a muoversi, al quale Mary è molto affezionata.
Non siamo di fronte alla tipica protagonista che ci si potrebbe aspettare da un romanzo del genere: Mary non sogna di andare via lontano da quella casa, non sogna il riscatto sociale né il principe azzurro. Non è in cerca di qualcosa di diverso. Non sa ancora cosa vuole, è l'unica delle quattro sorelle a non sapere cosa desidera, ed è la prima delle quattro a cui viene offerta la possibilità di cambiare. Può lasciare la casa, andare a servizio presso una famiglia benestante dove il lavoro che dovrà svolgere sarà molto meno faticoso, le persone più educate, le possibilità di cambiare maggiori. Eppure Mary non vuole, non è in cerca di quello, non ha bisogno degli agi che le vengono offerti. Costretta ad accettare, quel cambiamento dapprima innocuo le stravolgerà completamente la vita.
Anche se inizialmente si potrebbe far fatica a entrare nella storia, a causa di quel parlato così immediato ma troppo sgrammaticato, poco alla volta il lettore riesce perfettamente a vedere Mary, dai capelli color del latte, a immedesimarsi in lei, a comprenderla. Il lettore riesce a vivere il disagio della ragazzina nel momento in cui si ritrova in una nuova casa alle prese con persone con le quali non è cresciuta insieme; percepisce la difficoltà a sentirsi apprezzata essendo un sentimento che non ha mai provato prima e di cui non ha mai avvertito il bisogno; avverte la curiosità verso la possibilità di imparare a leggere e a scrivere, e il profondo desiderio di continuare a farlo, anche se a un prezzo troppo alto.
Si continua a leggere e ci sembra che Mary sia l'autrice, ci sembra impossibile che colei che ci ha parlato fino a quel momento sia solo un personaggio uscito fuori dalla fantasia di una scrittrice.
Questo è un romanzo di quelli che definisco forti. Una di quelle storie che parte in sordina, poi passano i giorni - l'ho letto una settimana fa - ed è ancora lì a pulsare nei miei ricordi come se l'avessi appena finito. E' un romanzo che continua a parlarmi anche da lontano, a raccontarmi la bellezza della vita e la necessità di sentirsi liberi.

Titolo: Il colore del latte
Titolo originale: The Colour of Milk
Autore: Nell Leyshon
Traduttore: Rita Giaccari
Editore: Corbaccio
Pagine: 180
Isbn: 9788863804256
Prezzo: €14,00
Valutazione: 3,5 stelline
Data di pubblicazione: 31 Gennaio 2013

16 commenti:

  1. Ma sai che non mi attirava minimamente? Avevo immaginato tutta un'altra storia, ma grazie alla tua bellissima recensione mi sono ricreduto. Sono molto curioso soprattutto per lo stile particolare che l'autrice utilizza e per l'epoca in cui è ambientato :)

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    1. Ho letto pareri negativi in giro, lo stile non attira, e alcuni si annoiano alle prime pagine. Non so, con me è scattata la reazione opposta. All'inizio era un po' "strano" ma si fa leggere così velocemente e dopo qualche giorno ti ritorna alla mente continuamente che non posso che parlarne bene!

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  2. Sonia, io ho iniziato a leggerlo questo romanzo, ma purtroppo lo stile proprio non mi andava giù. Non riuscivo più a sfogliare le pagine, sembrava quasi pesassero tonnellate ed ovviamente la voglia di continuare è scemata molto velocemente. L'ho rimesso fra i libri da leggere, ma purtroppo ancora la voglia di prenderlo in mano e sfogliarlo non è tornata.
    Non riesco ad entrare in sintonia con questo stile così strano, proprio non ci riesco.
    Forse mi perderò una storia splendida, ma purtroppo per ora va così, spero cambierà.

    Certamente leggere la tua opinione così positiva mi fa pensare di aver sbagliato completamente ragionamento, ma davvero spero potrò ritornare ad avere voglia di leggerlo e di apprezzarlo quanto te :)

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    1. Sì, Ale, avevo letto la tua opinione sotto la recensione di Morna. E' proprio il tipo di libro che non consiglierei spassionatamente a tutti. Insomma, se non ci si fa prendere dallo stile è inutile andare avanti: non farà che irritare o annoiare. Se invece lo stile colpisce e si entra in sintonia, si scopre qualcosa di bello...
      Dai, che di bei romanzi ce ne sono tanti: qualcuno dobbiamo pure lasciarlo andare! ;)

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  3. Non lo avevo mai visto prima che ne parlassi tu, devo farci un pensierino. La scelta narrativa dell'autrice mi pare molto coraggiosa, sono curiosa di sapere se potrebbe piacermi.
    Ciao

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    1. Anch'io sono curiosa di sapere se potrebbe piacerti ;)

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  4. Sembra un libro molto particolare. Non penso gli avrei dato una chance leggendo solo la trama, ma da quel che hai scritto sembra nascondere molto, molto di più. Chissà, magari lo proverò :)

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    1. Sì, lo so, questo libro non richiama l'attenzione. Come dicevo, si è meritato la sua chance solo a causa della mia pigrizia: fossi stata in un momento più "attivo", chissà, forse non l'avrei manco letto!
      (perciò rivaluto la mia fedele compagna pigrizia!)

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  5. l'ho letto tutto d'un fiato, è scritto maccheronicamente se posso osare ma è compatibile con il profilo della protagonista quindi normalissimo. La storia è davvero forte, fa pensare e mi ha molto turbata - rattristata :(

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    1. E' vero, è forte, è triste ma è anche coraggioso e maturo. Insomma lascia il segno.

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  6. Mi piacerebbe tantissimo leggerlo, soprattutto adesso che ho letto la tua recensione! Ottocento, vita contadina....mhhh, fiuto un libro che fa per me!

    PS. Bentornata!

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    1. Quando penso all'Ottocento, diciamo che non mi vengono in mente le atmosfere di questo libro ma ben altro... però è interessante vedere quell'epoca anche da questo punto di vista.
      Grazie!

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  7. Questo è un romanzo che mi attira e mi respinge allo stesso tempo: ne sono incuriosita e cerco pareri in giro per il web, lo prendo in mano in libreria e al supermercato, ne leggo qualche pagina a caso e sono sempre tentata di prenderlo ma poi lo ripongo inesorabilmente al suo posto.
    La tua recensione fa pendere l'ago della bilancia verso "devo comprarlo e leggerlo!" ma credo che aspetterò ancora un po' perché so che adesso non riuscirei a dedicargli la giusta attenzione e lo abbandonerei inesorabilmente al suo destino...

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    1. Eh, vedi, io tutto sto giro l'ho evitato. Me lo son ritrovata tra le mani e senza pensarci troppo l'ho letto subito :D

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  8. Ho preso questo libro in biblioteca, mi aveva incuriosita, oggi l'ho iniziato e oggi l'ho finito... tutto d'un fiato in un pomeriggio, mi è capitato poche volte, pochissime, che un libro mi catturasse dalle prime righe in questo modo.. splendido, impossibile smettere di leggere fino alla fine, ho provato a metterlo sul comodino e a staccare.. non ci sono riuscita fin quando non l'ho terminato, e m.a.r.y. ora e lì che gira nella mia testa e nel mio cuore!

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    1. Peccato che blogger mi abbia notificato il tuo commento solo ora! Comunque è vero, la protagonista non abbandona facilmente la testa e il cuore del lettore ;)

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