martedì 7 agosto 2012

Inchiostro Estivo (recensione): Hanno ammazzato la Marinin di Nadia Morbelli

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Trama:
È la vigilia di Pasqua e Genova è sommersa da una pioggia torrenziale. Cullata dalle sua­denti note di una musica jazz, Nadia Mor­bel­li, redattrice quarantenne magra come un’ac­ciuga e dai capelli rosso fuoco, è immersa in un più che meritato bagno caldo, quando improvvisamente nel palazzo salta la luce. Lì per lì non ci fa troppo caso. Tre giorni dopo, però, suona alla porta un agente di polizia per comunicarle che proprio quella sera, sul suo stesso pianerottolo, è stata ammazzata «la Marinin», la petulante vicina di casa. Una vecchiaccia davvero tremenda. Un ladro alle prime armi colto sul fatto? Può darsi. Ma al­lora perché non ha toccato l’argenteria e i soldi lasciati sul comò? La tentazione è troppo forte e Nadia si fa subito prendere dalla sin­drome di Maigret, spronata anche dalle in­triganti conversazioni col dottor Prini, vice­questore-letterato, ruvido d’aspetto ma di modi fin troppo gentili... Così, tra un salto alla bocciofila, quattro chiacchiere davanti a uno stoccafisso alla ligure, e i tête-à-tête con Prini che assumono sempre più l’aria di un flirt, Nadia comincia a individuare una pista davvero interessante. Una pista che af­fonda le radici in quelle terre e in un pezzo oscuro di storia d’Italia.
Brillante, intelligente, comico, Hanno ammazzato la Marinin è un romanzo che, dietro l’appassionante intrigo giallo, mette magnificamente in scena i tic e i vizi della provincia italiana.

L'autrice
Nadia Morbelli è nata a Genova, dove si è laureata in paleografia specializzandosi nello studio dei manoscritti umanistici. Collabora con diverse riviste, nazionali e internazionali, esperte nel settore. Attualmente lavora come redattrice in una piccola casa editrice e vive fra Genova e il Basso Piemonte, da cui parte della sua famiglia proviene. I momenti più belli della sua vita li trascorre in biblioteche polverose o viaggiando in giro per il mondo.

Inchiostro Estivo

E' un dispiacere ritrovarsi a leggere un romanzo del genere e restarne quasi totalmente delusi. Soprattutto dopo aver nutrito discrete aspettative verso di esso. Negli ultimi mesi mi è capitato di leggere romanzi di scrittrici italiane agli esordi che mi hanno stupito per la loro bravura e sensibilità (la Rattaro), ironia e genialità (la Limone). Non so da cosa dipendesse, ma il titolo e la copertina mi facevano ben sperare. Per non parlare della trama. Non amo particolarmente i gialli, ma se questo genere narrativo è utilizzato come punto di partenza per creare una storia diversa, popolata da personaggi mai banali, dialoghi arguti, trovate originali allora il giallo fornisce lo scenario ideale per far muovere e parlare i protagonisti della storia. Ed è proprio questo il tentativo della - fantomatica? - Morbelli. (A proposito, chi si nasconde dietro questo nome? Anche la protagonista del romanzo si chiama Nadia Morbelli, il che ci porta a ipotizzare che forse questo non sia il vero nome dell'autrice. O sbagliamo?). Si parte dal misterioso omicidio dell'acida vicina di casa, l'anziana signora Marinin, per dar vita a chiacchiere di condominio, o di paese, segreti - di pulcinella - intrecciati con le vicissitudini personali della protagonista. Purtroppo il romanzo non decolla. Le battute divertenti non fanno colpo sul lettore, i personaggi non sono memorabili, il giallo non incuriosisce nessuno. L'idea ci piace molto, il personaggio di Nadia ci piace molto, e apprezziamo anche l'omicidio dell'acida Marinin. Peccato che lo sviluppo non sia altrettanto piacevole. La narrazione procede sottotono, portandoci tra pettegolezzi e situazioni che non ci interessano assolutamente. Così come la soluzione del mistero ci lascia annoiati e totalmente estraniati. Pagina dopo pagina ci ritroviamo al di fuori della storia, in (im)paziente attesa che il romanzo finisca. Un buon contenitore mancante di un degno contenuto. L'autrice è al suo esordio: ci auguriamo che possa far di meglio al suo prossimo tentativo.

Titolo: Hanno ammazzato la Marinin
Autore: Nadia Morbelli
Editore: Giunti A
Pagine: 224
Isbn: 9788809776135
Prezzo: €10,00
Valutazione: 2 stelline
Data di pubblicazione: 4 Luglio 2012

7 commenti:

  1. Ahi, come sei lapidaria qui! E pensare che questo titolo mi incuriosiva...Mi sa che seguirò il tuo implicito consiglio e non lo leggerò.

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    1. Anche io ne ero davvero incuriosita, ma che delusione in seguito...
      per riuscire a recensire la caterva di libri che ho in arretrato, mi sono data alla brevità per questo mese. Ma non è così facile e qualche recensione risulta meno chiara di altre

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  2. Peccato, riponevo molte aspettative in questo romanzo :(

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    1. Se ce l'hai già, leggilo che ci vuole pochissimo così mi fai sapere ;)

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  3. In effetti hai colto nel segno, svelando il vero giallo del romanzo: ovvero che non è un giallo, pur fingendosi tale. Vorrebbe essere - anche - uno spaccato della provincia italiana che, come è noto, annoia da poco a molto, dipende dalle personali propensioni. In particolare mi interessava quel suo conservare ancora più o meno vitali elementi di un passato che oggi pare remoto, e invece è solamente recente, anche se non ce ne rendiamo più conto. Quanto alla storie che racconta, e al suo finale, non possiamo aspettarci pirotecnie eclatanti, trattandosi di vicende reali. E la realtà raramente ha tratti romanzeschi... Nadia (Morbelli)

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    1. Nadia, grazie per essere passata. Penso di aver compreso il tuo tentativo di raccontare la realtà della provincia italiana con un mistero a fare da filo conduttore, ma non da protagonista, però non sono riuscita a entrarci davvero dentro. Colpa mia, molto sicuramente, spero che altri lettori saranno in grado di apprezzare meglio e più di me!

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    2. Cara Girasonia, non è colpa tua, né di nessuno: ognuno abbiamo le nostre propensioni, i nostri gusti, le nostre idiosincrasie. È naturale che tutto non possa entrare nelle corde di tutti. Io ho cercato di riprodurre, il più fedelmente possibile, una vita 'normale', con dialoghi 'normali', scritti in un linguaggio normale. A scompaginare il tutto uno pseudo-giallo, così, per indorare un po' la pillola (come il miele attorno alla tazza di letteraria memoria). Insomma, mi faceva piacere raccontare storie vere che rischiano di finire nel dimenticatoio, perché piccole, perché banali, perché provinciali, perché vecchiotte. Tutto lì... Bello, però il tuo blog!
      Nadia

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