Titolo: Ho rubato la pioggia
Autore: Elisa Ruotolo Editore: Nottetempo Pagine: 164 Prezzo: €14,00 |
Trama
Ho rubato la pioggia è l’affresco di una provincia campana superstiziosa, una terra di mestieri inverosimili da tempi immemorabili. Il ragazzino di “Guardami” abita con il padre e con Silvia, una ragazza che vive pulendo le case degli altri. Cesare, l’amico di famiglia che non sa parlare, si innamora di lei ma non riesce a dirlo. In “Io sono Molto Leggenda” il figlio dell’allenatore di una squadra sempre perdente entra al posto del centravanti e la squadra vince. Un grande club lo seleziona, ma tra i campi di serie A il ragazzo si perde. “Il bambino è tornato a casa” racconta di due sorelle, che preparano conserve e sognano con le telenovelas, e di Matteo, un bambino che scompare e forse un giorno ritorna. Le storie della Ruotolo costruiscono un mondo con tranquilla ineluttabilità, e poi lo sospendono a quei piccoli scarti della vita che somigliano al destino.
Cominciava a salirmi dentro l'arroganza che sarà pure giusto abbiano in petto le leggende, e prima di dormire giurai baciando mille crocifissi che avrei tenuto duro e che, oh, mica c'era da scherzarci tanto con me. Perché potevo pure non sapere che erano 'sti alamari ma non mi levava un punto, pensai tirando le coperte da sotto il materasso senza curarmi del freddo. Perché io ero Molto Leggenda.
Attendo con ansia la comunicazione della cinquina al Premio Strega.
Dei dodici candidati in realtà ne ho letti solo due e mezzo, perciò diciamo che il mio tifo non deriva da una valutazione attenta di tutti i romanzi in gara. No. Due ne ho letti, uno ce l'ho in lettura. E anche se non sono neanche alla metà di quest'ultimo, ecco, io vorrei fosse lui a poter indossare la fascetta di Vincitore Premio Strega 2014. Ovvio che quindi vorrei che tra qualche giorno passasse tra i cinque. (ma poi, dico io, devo andarmi a innamorare proprio di un romanzo di una piccola casa editrice, una di quelle che raramente vincono al premio strega? ma uff).
Che c'entra tutto ciò con la recensione a questo romanzo?
C'entra che ho letto Ho rubato la pioggia e mi sono follemente innamorata del modo di scrivere di Elisa Ruotolo, candidata allo Strega non con questo ma con Ovunque Proteggici (piccola interruzione: ma quanto son belli sti due titoli? Pura poesia).
Comunque.
Ho rubato la pioggia è una raccolta di soli tre racconti, il cui tratto distintivo è la scrittura divina dell'autrice. Mentalmente, a fine lettura, ho fatto un inchino alla Ruotolo, al libro e ai suoi personaggi: se lo meritavano tutti. A quel punto ho deciso che Elisa Ruotolo è un fenomeno (la tentazione era scrivere il mio fenomeno, perché quando mi innamoro divento un po' possessiva...) e ho creduto in Ovunque proteggici prima ancora di iniziare a leggerlo (cosa che sto facendo in questi giorni e wow. Grandiosa 'sta donna).
Chiacchiere su chiacchiere su chiacchiere e ancora non ho iniziato a spiegarvi perché siete obbligati ad amare Ho rubato la pioggia.
Perché questo libro è poesia. Sentite la poesia che attraversa le sue pagine fin dal titolo e dalla meravigliosa copertina. Ho smesso di innamorarmi delle copertine da tempo ormai: mi basta uno sfondo bianco e un titolo nero e già sono felice. Ma qui l'immagine è poesia che si sposa col titolo e pure col contenuto: un piccolo capolavoro.
Nei tre racconti incontrerete personaggi particolari, personaggi che vogliono sfidare il mondo, provando a essere o a fare qualcosa cui non sembra siano destinati. Personaggi che riescono a vivere e a sopravvivere finché restano nel guscio della loro casa, del loro paese: una volta fuori, il mondo se li mangia.
Conoscerete Molto leggenda, un ragazzino cui l'attributo di leggenda non basta quando è sul campo di calcio, ma che resterà tale solo nei confini del suo campetto; conoscerete Irene e Bianca, due sorelle zitelle, alle prese con le loro conserve zeppe di peperoncino e con le loro attenzioni a una cognata che ha perso figlio, scomparso misteriosamente, e marito, che l'ha abbandonata, e che sta provando comunque a vivere la sua vita; e infine vi imbatterete in Silvia, una ragazza che fa per lavoro le pulizie di casa e a un certo punto si installa a casa di un padre e un figlio, e Cesare, vecchio amico di famiglia balbuziente che si innamorerà di lei.
Storie di quotidianità rese eccezionali dalla penna della Ruotolo, che fa in modo che i personaggi sfilino davanti ai nostri occhi in carne e ossa, facendoceli conoscere e riconoscere. I suoi personaggi diventano vivi, reali: sono veri. Vorrei stare qui ore a parlare di ognuno di loro, della loro profondità, che vien fuori anche se le pagine a disposizione sono poche, della loro credibilità.
E vorrei stare qui non ore ma giorni a dirvi quanto l'autrice si prenda cura di noi, di tutti i suoi lettori. Dietro le sue pagine si sente che c'è un grande lavoro, sembra quasi di star leggendo un libro scritto tanti anni fa. Un libro che non si fa influenzare dalle mode o dalle necessità del momento, né nella forma né nei contenuti. Quando questo accade, io - da lettrice - non posso che essere riconoscente a chi non si è limitato a buttare giù le frasi come le vengono ma le ha prese, le ha misurate, le ha pesate, le ha cesellate, le ha strofinate e poi lucidate fino a farne uscire qualcosa di spettacolare.
Ho letto che rubare la pioggia vuol dire agire senza ricavarne nulla di concreto, senza averne guadagno.
Ecco, smettiamola di rubare la pioggia: leggiamo questo libro, leggiamo Elisa Ruotolo.