mercoledì 31 agosto 2011

L'amore è una repubblica di Carol Shields

The republic of love
L'amore non viene preso sul serio, da nessuna parte.
Non è rispettato. 
E' l'unica cosa al mondo che vogliono tutti - di questo è convinta - 
ma per qualche ragione alla gente piace far finta 
che l'amore sia una cosa insignificante, sciocca.
Il lavoro è importante. 
Il posto dove vivi è importante. 
Le guerre e il buon sesso e le relazioni razziali e l'ambiente
sono importanti, come anche la salute e la malattia. 
Persino ai minimi mutamenti della fede o delle inclinazioni politiche
viene dato un peso 
negato invece all'amore. 
Si gira la testa dall'altra parte e si fa finta che non esista,
anche quando si tratta di una di quelle passioni tumultuose che entrano nella vita delle persone
e ne sconvolgono il corso.
L'amore è relegato a un'operetta amatoriale, all'interno di scherzosi bigliettini d'auguri,
agli annali di stantii circoli di poesia.
Cuore e ore, sentimento e pentimento. 
Lord Byron, Edna St Vincent Millay.
E' da donnette, è imbarazzante, roba di cui ridere, roba da idioti.

Trama:
Una vera storia d’amore sullo sfondo della città canadese di Winnipeg. Due protagonisti insoliti e complessi come ciascuno di noi: Fay, trentacinquenne studiosa di tradizioni popolari con la passione per le sirene, all’apparenza incapace di avere una relazione stabile; Tom, famoso conduttore di un programma radiofonico, 40 anni e già tre matrimoni falliti alle spalle. Solo Carol Shields poteva descrivere con ironia e delicatezza quest’uomo e questa donna che si innamorano follemente, spingendosi anche in territori più pericolosi, dove entrano in gioco la singolarità del desiderio, la forza e la fragilità dei legami affettivi, la libertà di scelta degli amanti alle prese con il loro amore, con la famiglia e la società. Il risultato è un romanzo emozionante e pieno di fascino.

L'autrice:
Carol Shields: Nata nel 1935 e morta nel 2003, è considerata, insieme a Margaret Atwood e Alice Munro, tra le più significative rappresentanti della moderna narrativa canadese. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali tra cui, nel 1995, il Pulitzer per la letteratura per Diari di pietra, già finalista al Booker Prize e vincitore del Governor General’s Literary Award, il più prestigioso premio letterario canadese. 

Recensione:
E' facile fare del sarcasmo sulle storie d'amore, ma nessun adulto dotato di buon senso parla mai della ricchezza dell'amore, della sua trascendenza, che si manifesta davvero, si sta manifestando proprio adesso, negli ultimi anni del nostro lungo, duro, sterile, amaro e promiscuo secolo. 
Anche qui si sta manifestando, in questa tranquilla città del continente americano con mezzo milione di abitanti e il traffico e il clima e i parcheggi asfaltati e le aiuole avvizzite e gli alberi dalle foglie ingiallite - proprio qui, come un miracolo.
 
Per chi aspetta fin dall'inizio del libro la storia d'amore tra Fay e Tom, allora dovrà rassegnarsi ad attendere.
Si metta comodo in poltrona, e dimentichi la trama: se si cerca quella storia d'amore, ci vorrà tempo. Se si cerca semplicemente l'amore, nelle sue infinite sfumature, allora sarà accontentato.
E' questo il romanzo giusto, se si è superata magari la fase dell'adolescenza e della post adolescenza e si è nel pieno delle facoltà mentali (in pratica se non si è infestati dalle scelte prese di pancia e da ormoni impazziti).
Attenzione: con ciò non voglio dire che la Shields abbia scritto una storia per "vecchi". Assolutamente no.
Ma ci ha raccontato un amore forte e maturo, un amore appassionato ma adulto.
E questo amore, questa storia che dà il titolo al romanzo, non apparirà che a metà dello stesso. Su 400 pagine e più, i nostri protagonisti si incontreranno solo dopo la duecentesima.
Fino a quel momento sarà in scena comunque l'amore: quello vissuto o meno fino a quel momento da entrambi (lei, mai stata sposata; lui, già più di una volta); l'amore delle persone che li circondano... amore duraturo, eterno, amore abbandonato, amore sofferente...
Entrambi portano addosso il bagaglio non solo delle proprie esperienze ma anche di quelle che hanno vissuto accanto ad amici e parenti. Esperienze positive, negative: tutto e tutti hanno contribuito a farli incontrare e reagire a quell'incontro innamorandosi. Entrambi sono alle prese con un lavoro che occupa il loro tempo e la loro mente, coinvolgendoli, influenzandoli, dando loro risposte che a volte non cercavano, certezze che non credevano di avere. Tom, dj notturno a contatto con la musica e con gli ascoltatori della notte, Fay, ricercatrice appassionata di sirene, oggetto del libro che sta scrivendo.

Sembrano due vite che corrono su binari paralleli, eppure ad un certo punto quei binari si incrociano a discapito di qualsiasi legge matematica e iniziano a percorrere la stessa strada, insieme.
Una strada che non si presenta tutta rose e fiori, perché non è solo questo l'amore.
Una strada che bisogna voler percorrere con impegno, dedizione, passione. E a volte sarà difficile percorrerla, e si sentirà il bisogno di fermarsi, di deviare, di abbandonarla.

Non posso continuare: sarei ripetitiva, ridondante. La Shields ha preso un tema sfruttatissimo riuscendo a dargli forma, stile, originalità.
Ha saputo dare dignità a un sentimento fin troppo inflazionato anche nella letteratura. L'ha fatto con maestria e maturità.
Leggetelo.

Autore: Carol Shields
Editore: Voland - Collana Amazzoni
Pagine: 432
Prezzo: €15,00

Una forma di vita di Amélie Nothomb

Une forme de vie

Trama:
Quotidianamente sommersa dalla posta dei suoi lettori, Amélie si imbatte nella lettera di Malvin Mapple, soldato americano obeso di stanza a Baghdad. Comincia così uno stravagante scambio epistolare. Poco a poco Amélie si affeziona al soldato e ai suoi compagni di taglia XXXXL. Ma all’improvviso Melvin Mapple smette di scriverle e Amélie, sconcertata, tenta di ritrovarlo, ci riuscirà?...



 L'autrice:
Scrittrice belga di lingua francese. Figlia di diplomatici, è nata a Kobe, in Giappone, nel 1967. Nel 1992 viene pubblicato in Francia da Albin Michel il suo primo romanzo, Igiene dell’assassino, che diventa il caso letterario dell’anno: 100.000 copie vendute, due riduzioni teatrali, un film. Nelle edizioni tascabili lo stesso romanzo vende altre 125.000 copie. Da quel momento pubblica un romanzo all'anno, fedele alla stessa casa editrice, Albin Michel, come in Italia è fedele alla Voland. Il romanzo Stupore e tremori (Albin Michel 1999) ha venduto in Francia 400.000 copie. Tradotta in 15 lingue, ha ottenuto numerosissimi premi letterari tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori (da cui è stato tratto anche un film diretto da Alain Corneau), il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Sin dal suo primo romanzo Amélie Nothomb ha imposto uno stile: sguardo incisivo, spesso impietoso e crudele, umorismo fulmineo, storie originali che ruotano intorno a sentimenti eterni. 

Recensione:
Amélie Nothomb è un'artista ultramoderna: prende un'idea, non necessariamente originalissima, le dà forma con carta e inchiostro e ne ricava, solitamente, un'opera particolare, che anche se non otterrà il riconoscimento generale, riuscirà in ogni modo a far parlare di sé.
Capita così un po' con tutti i suoi romanzi, e Una forma di vita non è da meno.
In sole 116 pagine la Nothomb è capace di costruire una bella architettura, come se la lettura di quelle pagine potesse avvenire su piani diversi, scoprendone ogni volta un nuovo significato.
Corrispondenza epistolare, necessità della guerra, vita al fronte, obesità, scelte, cambiamenti, staticità...
La Nothomb concentra tutto ciò che in quel momento le sta a cuore, tutto ciò che vuole urlare ai suoi lettori, senza distrarli e confonderli per troppe pagine. In un'ora e mezza la storia nasce, cresce e si sviluppa e ci porta verso un epilogo degno di quella storia, o ancora di più, degno della sua autrice.
Punto di partenza è una lettera inaspettata tra le migliaia di lettere che compongono la sua abituale corrispondenza. Tra chi le scrive per complimentarsi, chi per essere aiutato nella carriera, chi per ottenere qualcosa, chi per sfogarsi, confidarsi, ecco che spunta questa breve missiva di un soldato americano di stanza a Baghdad, in cui non fa che affermare la sua sofferenza e la sicurezza che lei, la scrittrice, potrà comprenderlo.
Da lì parte una strana amicizia tra i due, Melvin e Amélie, fatta di confidenze e confessioni da parte di lui, e comprensione e appoggio da parte di lei. Fino alla scoperta dell'enorme bugia che si nasconde dietro quelle lettere.
Cos'è questo romanzo?
Un pretesto per affrontare il tema dell'obesità, così attuale negli Stati Uniti e così importante per la Nothomb non tanto in quanto malattia ma per il suo rapporto morboso col cibo (uno dei temi più cari alla scrittrice)?
O un motivo per parlare della guerra e delle sue conseguenze?
O, ancora, una possibilità per la scrittrice di sottolineare un aspetto della sua personalità di fronte a determinate situazioni?
E' un romanzo autobiografico o un romanzo a più ampio respiro?
Di denuncia o di accettazione di uno stato di fatto?
Credo che potrei continuare ancora per molto con le mie congetture, potrei trovare altri significati a queste pagine, perché se c'è qualcosa che la Nothomb sa fare è proprio questa: portare il lettore a riflettere, continuamente, su ciò che sta leggendo, sul perché quel libro sia stato scritto e sulle conseguenze di quelle letture.
La si può amare, la si può odiare o si può restare indifferenti di fronte al suo stile: a me è capitato di tutto con i suoi romanzi.
Di questo però posso dire che non mi ha lasciata per nulla indifferente e che tutti i significati e le motivazioni che posso aver trovato leggendolo potranno essere facilmente riassunti in quel perfettissimo titolo: Amélie ha messo in scena Una forma di vita.

Autore: Amélie Nothomb
Editore: Voland - Collana Amazzoni
Pagine: 128
Prezzo: €14,00

martedì 30 agosto 2011

Avvistamento: A settembre voglio stare con Garzanti!

Non vi avevo ancora mostrato le novità settembrine di casa Garzanti... è giunto il momento!
Tra le varie uscite ho individuato due titoli che entreranno nella mia libreria il prima possibile.


Un giorno mi troverai
di Kim Edwards 

Trama: Regione dei Finger Lakes, stato di New York. È una notte di luna piena.
Lucy Jarrett è di fronte alle acque del lago, illuminate dai riflessi del cielo. Le sembra ancora di vedere il padre nella sua ultima notte di vita, seduto nel giardino di casa, l'aria pensierosa e turbata, pochi istanti prima di salire su quella barca che l'avrebbe portato alla morte.
Sono passati anni da allora, anni in cui Lucy ha cercato di dimenticare, di farsene una ragione, senza mai riuscirci. Ma adesso, forse, è venuto il momento di scoprire la verità.
Lucy è tornata a casa, dopo un lungo periodo all'estero. Nella grande tenuta in riva al lago tutto è rimasto come allora, i fiori di melo pallidi come le stelle e le stanze buie, rimaste sempre chiuse da quella terribile notte.
In casa, tra le vecchie cose di famiglia dimenticate da tutti, Lucy ritrova alcune lettere risalenti ai primi anni del Novecento e un lenzuolo da neonato, con un ricamo di lune e fiori. Un motivo identico a quello delle preziose vetrate della chiesa del paese dove compare sempre una donna misteriosa, dai grandi occhi azzurri, con in mano un mazzo di iris della stessa varietà che cresce nel giardino di Lucy.
Chi è questa donna? E chi è Rose, colei che firma le lettere misteriose? Lucy deve scoprirlo a tutti i costi. È convinta che lì, nei frammenti della vita dimenticata delle due donne, e forse in quella di una bambina abbandonata, si nasconda un segreto terribile. Un segreto che ha portato suo padre verso una strada senza ritorno.

L'autrice:
Kim Edwards insegna letteratura all'università del Kentucky, a Lexington, dove vive insieme al marito e alle figlie. E' autrice di una raccolta di racconti, The secrets of the fire king, finalista del prestigioso PEN/Hemingway Award e vincitrice del Whiting Award e del Nelson Algren Award.
Figlia del silenzio è il suo primo romanzo.

Hanno detto del libro:
- «Kim Edwards è al suo meglio.»
Publishers Weekly
- «Kim Edwards non delude. Anche stavolta ha creato un cast di personaggi memorabile. Un romanzo potente sull'influenza della storia, l'importanza delle nostre convinzioni e la forza di portarle avanti.»
Booklist
- «Un dramma familiare che racchiude un segreto sconvolgente. Un romanzo forte, che punta al cuore.»
Usa Today

Booktrailer


Titolo: Un giorno mi troverai
Autore: Kim Edwards
Editore: Garzanti
Pagine: 432
Prezzo: €18,60
Data di pubblicazione: 8 settembre



I segreti di Juniper Lane
di Cammie McGovern

Trama: Non ci sono stati spari, né grida. Eppure, nella bella villetta dipinta di beige del quartiere residenziale di Juniper Lane, Linda Sue è stesa ai piedi delle scale, con la testa fracassata.
Betsy Treading, la sua vicina di casa, è accanto al corpo, con la camicia da notte sporca di sangue. Betsy soffre di sonnambulismo. Non sa perché si è risvegliata lì, né come ci è arrivata.
Soprattutto, non sa cosa sia successo a Linda Sue. Per la polizia è molto facile accusarla dell'omicidio.
Dodici anni dopo, Betsy esce di prigione. Ancora non sa chi abbia davvero ucciso Linda Sue, ma è determinata a scoprirlo.
Perché Betsy non aveva nessun motivo per ucciderla, era sua amica. Ma ai tempi del processo tutti, compreso il suo avvocato, hanno preferito credere che fosse stata semplicemente colta da un raptus di follia. Le prove schiaccianti e l'inspiegabile silenzio dei vicini di casa l'avevano condannata, senza possibilità di appello.
Durante tutti quei lunghi anni di carcere solo una persona le è rimasta accanto, Marianne, che viveva proprio nella villetta di fianco. Ed è proprio da lei che Betsy si rifugia per capire cosa c'è dietro quell'orribile delitto che è sicura di non aver commesso. Troppe sono le tessere del puzzle che non combaciano. E dietro le aiuole ordinate e le facciate dipinte di fresco delle villette si nascondono molte persone sospette, dal passato non proprio limpido. Come Geoffrey, un affascinante scrittore, o la stessa Marianne, ossessionata in maniera patologica dalla sicurezza e dalle ronde di quartiere. Betsy deve scoprire le loro vere facce. Solo così potrà riappropriarsi della sua vita spezzata.
Besteller in USA, I segreti di Juniper Lane ha conquistato la stampa che ha consacrato Cammie McGovern come una delle migliori scrittrici di thriller degli ultimi anni.
Sullo sfondo di un'atmosfera satura di elettricità, una storia di false apparenze e menzogna, di colpa e innocenza che lascerà senza fiato gli amanti della suspense. 

L'autrice: 
Cammie McGovern ha ricevuto premi prestigiosi per i suoi racconti, pubblicati su riviste come «Glamour», «Ladies' Home Journal», «Redbook» e «Seventeen». Già autrice di un romanzo inedito in Italia (The Art of Seeing), vive a Amherst nel Massachusetts con il marito e i tre figli, il più grande dei quali è autistico. Ha fondato Whole Children, un'organizzazione dedita all'assistenza ai bambini problematici. Venduto in dieci paesi, acclamato dalla critica e dal pubblico, Contatto visivo è stato proclamato romanzo dell'anno dal «New York Times»; Julia Roberts ne ha acquistato i diritti cinematografici.

Hanno detto del libro:
- «Di sicuro i personaggi di Desperate Housewives si troverebbero a loro agio nell'inquietante Juniper Lane.»
Kirkus Reviews
- «Un romanzo che seduce, pieno di colpi di scena e sconvolgenti falsità che vengono alla luce.»
Publishers Weekly
- «Cammie McGovern è tornata con un nuovo successo che è insieme il pungente ritratto di una società e un appassionante romanzo letterario.»
Bookpage
- «Un giallo sulla sfiducia e l'inganno, reso ancora più sinistro dalle oscure verità che si nascondono dietro una facciata rispettabile.»
Booklist


Titolo: I segreti di Juniper Lane
Autore: Cammie McGovern
Editore: Garzanti
Pagine: 288
Prezzo: €17,60
Data di pubblicazione: 25 agosto



Il club dei suicidi di Albert Borris

Crash into me

I dieci modi peggiori e più stupidi per suicidarsi
10.   Fare finta di avere una pistola e puntarla contro la polizia
9.     Soffocarsi con un sacchetto di plastica
8.     Arruolarsi
7.     Saltare giù dal tetto di una casa
6.     Leccare una presa elettrica
5.     Tagliarsi i polsi con un coltello di plastica
4.     Fumare e aspettare che ti venga il cancro
3.     Starsene in piedi su una collina sotto la pioggia con una gruccia di metallo in mano e aspettare un fulmine
2.     Overdose di lassativi! (dovrebbe essere al primo posto)
1.     Ascoltare i Nirvana in macchina finché il cervello non ti va in pappa 

Trama:
Owen ha tentato sette volte di uccidersi, Audrey ci ha provato tirandosi una padellata in fronte, Jin-Ae ha unghie affilate per ferirsi e Frank vuole solo stare meglio. Sono i Suicide Dogs e sono legati da un patto di morte. I quattro giovanissimi aspiranti suicidi si conoscono online e decidono di attraversare l’America in uno strampalato pellegrinaggio on the road che li porterà sulle tombe dei loro idoli, da Hemingway a Kurt Cobain. Ultima fermata la Death Valley, un degno scenario per onorare il loro estremo drammatico giuramento. Durante il percorso però i ragazzi condivideranno non solo le avventure di viaggio ma anche segreti inconfessabili e desideri mai realizzati. Il loro legame crescerà e si rafforzerà a ogni chilometro. Fino a far nascere sentimenti che metteranno in discussione la loro scelta.

L'autore:
Albert Borris vive nel New Jersey, è un affermato teen counselor e ama il trekking estremo. Ha seguito le tracce del leopardo delle nevi sull'Himalaya e ha girato l'Islanda a piedi, ma definisce il suo lavoro quotidiano, che ama immensamente, come la più entusiasmante avventura della sua vita. "Il club dei suicidi" è il suo primo romanzo.
Sito dell'autore: www.albertborris.com/


Recensione:
Se fossi un'insegnante e Albert Borris fosse un mio studente, gli direi una delle frasi più odiate dagli studenti di tutti i tempi: "Puoi fare di meglio".
Sì, perché è questo il primo pensiero che mi ha attraversato la mente quando ho terminato la lettura del romanzo.
Un'idea, una storia, uno svolgimento che avevano tutte le carte in regola per diventare qualcosa di esplosivo, di diretto, di incisivo. E invece sembra che l'autore si sia trattenuto, che abbia preso l'idea e l'abbia spogliata di qualsiasi tratto che l'avrebbe resa più interessante e soprattutto più viva.
La narrazione non decolla, a tratti annoia, risulta addirittura spenta.
Il club dei suicidi è la storia di quattro ragazzi, due ragazze e due ragazzi, che si conoscono in chat accomunati dalla voglia di suicidarsi e dai passati tentativi di suicidio mal riusciti.
Chiacchierando sul web decidono di intraprendere un viaggio insieme sulle tombe dei suicidi celebri, viaggio che terminerà nella Death Valley, dove moriranno tutti e quattro insieme.
Il viaggio si svolge tra alti e bassi, battibecchi e silenzi, dubbi e curiosità, senza cercare di capire cosa si stia facendo, senza cercare di dare un senso alla propria vita, o forse alla propria  - prossima - morte.
Durante il viaggio i ragazzi si uniranno, si sentiranno parte di qualcosa - loro che non si sono mai sentiti parte integrante di una famiglia, di una classe, di un gruppo - inizieranno ad appartenersi, a preoccuparsi per l'altro, a diventare amici. Loro malgrado. Accadrà senza che se ne accorgano. Le loro chiacchiere non li faranno riflettere troppo su ciò che stanno per fare: quelle chiacchiere li spingono ad agire direttamente, a decidere di stipulare un nuovo patto che non preveda più una morte comune ma una vita comune. Una vita insieme.
Non si può sindacare sulle motivazioni che ci sono dietro ad un suicidio, perché per chi vuole vivere, nessuna motivazione, neanche la più grave, basterà a contemplare l'idea di mettere fine alla vita.
Non si può giudicare il perché quei ragazzi siano arrivati a quel punto. Si può però comprendere quanto possa essere facile farli venire fuori, se guidati da affetto vero e preoccupazione reali. Se li si fa uscire dalla solitudine e li si fa sentire vivi.
Credo che questo romanzo avrebbe potuto essere spettacolare, per il messaggio che porta, per le tematiche che affronta, per la delicatezza e la sensibilità necessarie per affrontare argomenti del genere. Un romanzo che può far riflettere, può far parlare, può cambiare anche le cose. Peccato che l'autore non sia andato a fondo, che i personaggi siano rimasti tratteggiati superficialmente, che non si siano indagate le origini di ogni motivazione, e che lo stile, personalmente, l'abbia trovato troppo frammentato e poco godibile.
Un bel tentativo, ma non del tutto riuscito. 

le prime 24 pagine. 
Leggile QUI

Autore: Albert Borris
Editore: Giunti Y
Pagine: 304
Prezzo: €14,50

L'estate dei fantasmi di Saundra Mitchell

Shadowed Summer

Trama:
Benvenuti a Ondine, soporifero paesino della Louisiana in cui non succede mai niente. L’unico fatto degno di nota risale a molti anni fa, quando un ragazzo scomparve misteriosamente. C’è chi dice che sia affogato nel lago, chi sostiene sia scappato lontano. Quel posto dimenticato, popolato da ragazzini indolenti, vecchi benpensanti e manovali non offre molti diversivi a Iris e Collette. Le due amiche inseparabili si preparano a passare l’estate dei loro quattordici anni fra noia e sogni di fuga dalla monotonia.
Ma quella caldissima estate, inaspettatamente, si rivela per loro piena di segreti, misteri e scoperte, tra l’emozione di esperienze normali, come il primo amore, e paranormali, poiché a Ondine il posto più vivo sembra essere il cimitero.
L’estate dei fantasmi è un romanzo ad alta tensione, straordinariamente coinvolgente, che trascina il lettore nelle misteriose paludi della Louisiana dove, sepolta da troppo tempo, si nasconde una terribile verità.

L'autrice:
Saundra Mitchell, scrittrice pluripremiata e appassionata di storie del mistero, vive a Indianapolis con la sua famiglia. L'estate dei fantasmi è arrivato tra i finalisti del premio Edgar pe ri libri YA. 
Sito dell'autrice: http://saundramitchell.com/

Recensione:
L'estate dei fantasmi ha una cover che mi ha attirata fin dal primo momento.
Contavo molto su ciò che quella cover nascondeva e al contempo rivelava, complice ovviamente il titolo stampato su: una storia di fantasmi, una storia avvolta da tenebre, da rumori, sussurri nella notte... insomma da tutto ciò che potrebbe tener sveglio e allerta l'animo più coraggioso e temerario.
Per me, fifona patentata, una ghost story ogni tanto è l'ideale per scuotermi, darmi quella giusta dose di brividi che come una furia vado fuggendo ovunque!
E devo dire che il romanzo della Mitchell è stato davvero il romanzo giusto per me. Avendo come target un'età piuttosto giovane, intorno ai 14/15 anni, e affrontando le mie paure come una ragazzina di quell'età, ho trovato nell'estate dei fantasmi la giusta miscela di strizza e godibilità!
Credo che in effetti questo romanzo abbia il pregio di presentarsi quasi come ricordo dell'adolescenza di ogni lettore. Della mia di sicuro.
Ho giocato ai fantasmi. Ho giocato alle streghe. Ho giocato con una tavoletta Ouija improvvisata, invocando gli spiriti di, ahimé beata ingenuità, gente famosa ormai morta.
E ognuno di questi giochi ha regalato a me, e agli amici che partecipavano a questi esperimenti, momenti di paure, risate nervose, sensazione di potere!
Così accade a Ondine, un piccolo paesino che potrebbe essere quello di ognuno di noi, durante un'estate afosa e noiosa (chi non ha trascorso da adolescente un'estate simile, un periodo in cui non si ha ancora il permesso per far nulla, e allora ci si arrangia come si può), a due amiche inseparabili, Iris e Colette.
Un po' per combattere la noia, un po' per rendere quelle giornate più movimentate, le ragazze si improvvisano streghe, invocano spiriti, trascorrono giornate al cimitero. Quel che nasce come un gioco ben presto però diventa qualcosa di inquietante. Lo spirito di Elijah, un ragazzo scomparso tanti anni prima, si palesa a Iris e solo a lei. La tormenterà finché la ragazza non andrà alla ricerca della verità che si cela dietro la sua scomparsa.
Iris dovrà affrontare l'incredulità e lo scetticismo dell'amica, l'ostilità degli adulti che sanno più di quanto non dicano, la difficoltà a farsi credere e accettare dagli altri.
La rivelazione di Elijah nella vita della ragazza porterà ben più di un semplice mistero: Iris si troverà a far i conti con l'essere sola, con dei sentimenti che sente di non avere il diritto di provare, con la lealtà verso i suoi affetti.
Da quattordicenne Iris vivrà esperienze che la faranno maturare e che le faranno compiere scelte adulte.
Ho apprezzato molto la Mitchell per aver raccontato una storia per adolescenti senza scadere negli stereotipi dei romanzi young adult. Le scelte dell'autrice si sono rivelate serie e mature.
Il libro si legge in poche ore, è molto scorrevole e veloce, e allieta sicuramente gli afosi pomeriggi estivi!

I primi due capitoli del libro QUI
grazie a 10 righe dai libri! ^_^


Autore: Saundra Mitchell
Editore: Giunti Y
Pagine: 256
Prezzo: €14,50

 

lunedì 29 agosto 2011

Tutte le ragazze lo sanno di Winifred Wolfe

Ask Any Girl

  La fantasia mi offre sempre visioni anticipate di avvenimenti meravigliosi. 
E dopo mi è difficile separare l'immagine che mi sono fatta da quella reale, 
che di solito è molto meno piacevole. 
Per esempio avevo immaginato che alla stazione 
ci sarebbe venuto incontro una macchina con un autista al tempo stesso giardiniere e uomo di fiducia che, toccandosi il cappello, si sarebbe rivolto a me chiamandomi "signorina Meg". 
Ross e io allora ci saremmo seduti dietro tenendoci per mano, 
e ci saremmo avviati lungo un viale di campagna odoroso e tranquillo 
verso una grande casa bianca in cima a una collina,
dove sulla soglia ad aspettarmi a braccia aperte ci sarebbe stata Marta, la zia di Ross,
pronta a stringermi a sé. 
"Cara" 
avrebbe detto con  voce tremante per l'emozione. 
"Oh, cara!"
Eh sì, alcuni momenti più belli della mia vita non sono neanche esistiti.


Trama:
Locandina del film
La storia narra le avventure di Meg Weehler, una bella ragazza di provincia, involontariamente buffa e timida, che arriva a Manhattan in cerca di un lavoro ma, soprattutto, del vero amore. Trovato un impiego in una società di marketing, Meg si inserisce piano piano nella vorticosa vita della Grande Mela, sventando con totale candore i tentativi di vari corteggiatori di portarla a letto. In realtà il suo obiettivo è conquistare Evan, il fratello playboy del suo capo Miles Doughton, il quale si presta a farle da pigmalione. La sua battaglia di seduzione porta Meg a cercare di capire meglio quello che gli uomini si aspettano dalle donne, tentando di adeguarsi a tale immagine, con risultati spesso esilaranti. Ma alla fine Meg si renderà conto non solo di non aver bisogno di accontentare gli uomini, ma anche di essere perdutamente innamorata dell’ultima persona che avrebbe mai pensato di poter amare… La sua freschezza stilistica, l’originalità e la carica stilistica che lo animano rendono questo libro incredibilmente moderno e anticonformista per la sua epoca, un esempio di una letteratura femminile coraggiosa e intelligente che non ha nulla da invidiare a quella di oggi.

L'autrice:
Winifred Wolfe, nata nel 1928 a Boston, iniziò la sua carriera come scrittrice di soap opera radiofoniche e televisive di grande successo. Autrice di numerosi racconti, si impose sul mercato editoriale internazionale con il suo primo romanzo Tutte le ragazze lo sanno (Ask Any Girl), al quale seguirono molti altri libri, tra cui Un matrimonio perfetto (If a Man Answer), pubblicato in Italia da Elliot Edizioni nel 2010. Nelle sue opere sono sempre protagoniste donne impegnate ad affermare una nuova identità femminile nella società dell’epoca. Morì nel 1981 a New York.


Recensione:
Può darsi che mia nonna abbia avuto uno speciale talento per il cucito, ma quando si tratta di ricamare particolari io davvero brillo. Un bel punto qui e uno là rendono sempre migliore una bella storia.

Ecco un libro che sono stata FELICE di aver letto.
Un libro che fin dalle prime pagine mi ha fatto sorridere, poi ridere, mi ha fatto fermare e appuntare frasi, riflessioni, idee dell'autrice e mie, un libro che da questo momento in poi consiglierò a chiunque mi chiederà di suggerirgli un titolo da leggere.
E' un romanzo fresco, leggero, piacevolissimo: non ci si aspetta nulla di particolarmente impegnativo o serio(so), nulla di spiccatamente profondo o riflessivo, eppure nella sua leggerezza prende il lettore (ma forse di più la lettrice) incantandolo, ammaliandolo, lasciandolo, alla fine, soddisfatto.
Vien voglia di andare dritti dall'autrice, Winifred Wolfe, per congratularsi con lei per il suo risultato, per complimentarsi per l'uso delle parole, per il suo umorismo, per la sua conoscenza della natura umana, vien voglia di chiederle un'intervista e di convincerla a scrivere ancora tanti romanzi, vista la sua capacità di saper rispecchiare il gusto di noi lettori (lettrici) degli anni 2000...
Non possiamo che restare a bocca aperta sapendo che quel libro fu scritto e pubblicato 50 anni fa, quando il mondo non solo appariva ma era così diverso, così semplice ma al contempo complicato dall'assenza di tutto ciò che rende la vita facile oggi, quando i rapporti tra uomini e donne avrebbero dovuto essere più chiari, più immediati, perché o diretti al matrimonio o niente. Tendiamo a consdierarla un'epoca in cui le donne non avevano ancora la loro piena libertà e indipendenza, ancora troppo legate alle decisioni e scelte del pater familias, quando andarsene di casa e vivere da sole sarebbe stata un'eresia...
Winifred Wolfe, nata nel lontano 1928, ci racconta una storia che va decisamente a sbattere contro tutto ciò che noi avevamo creduto e immaginato.
Ci racconta la storia di una ragazza ventunenne, Meg, che potrebbe essere tranquillamente la storia di ognuna di noi, al giorno d'oggi. Non ci proietta negli anni '50: noi lettori (lettrici) ci sentiamo connesse con la protagonista, in una sorte di unione spirituale che va al di là del tempo e dello spazio, e riusciamo a identificarci in lei, perché spesso abbiamo parlato e agito come lei...
Meg decide di allontanarsi da casa per andare a vivere a New York da sola, lavorando per sostenersi e sperando, un giorno, di trovare marito. La famiglia non è contraria alla sua scelta ma non la appoggia totalmente: ha un atteggiamento a tratti critico e polemico verso la sua decisione di andare, ma non si sogna di contrastarla.
La vita di Meg si dividerà tra il lavoro, le amiche al pensionato dove trova alloggio, e un uomo che sembra nascondere qualche segreto...
Poco alla volta, quando la ragazza si renderà conto che niente va come dovrebbe, che le sue sono illusioni  e che i suoi desideri sono ben lontani dal realizzarsi, deciderà di agire, sfruttando le competenze acquisite grazie al suo lavoro di ricerca sul mercato e decidendo di applicarle all'uomo di cui si ritrova innamorata, per indurlo a scegliere esclusivamente lei e a chiederle di sposarlo...
Come d'abitudine, non vi racconterò ovviamente il finale, né vi fornirò altri particolari: ciò che rende questa storia particolarmente attraente, non è certamente solo la trama. La Wolfe è brillante, è ironica, è spassosa e sa prendersi gioco delle donne della sua epoca, difendendole allo stesso tempo.
La donna ne esce forte, grintosa, ingenua e maliziosa, imbranata e decisa... ma (quasi) sempre profondamente innamorata.
Agli uomini non è riservato lo stesso trattamento: risultano eleganti ma distratti, gentili ma ingannevoli, guidati spesso da secondi fini.
La realtà è questa. Tutte le ragazze lo sanno.

Sul sito 10 righe dai libri
un bell'assaggio del libro per voi!
Titolo: Tutte le ragazze lo sanno
Autore: Winifred Wolfe
Editore: Elliot Edizioni
Pagine: 256
Prezzo: €16,00

Recensione in anteprima: Starcrossed di Josephine Angelini

Starcrossed

Trama:
Helen, timida adolescente di Nantucket, sta quasi per uccidere il ragazzo più attraente dell'isola, Lucas Delos, davanti a tutta la sua classe. L'episodio si rivela essere qualcosa di più di un mero incidente. Helen teme per la sua salute mentale: ha iniziato ad avere incubi di notte e allucinazioni di giorno. Ogni volta che vede Lucas le appaiono tre donne che piangono lacrime di sangue. Il tentato omicidio porta Helen a scoprire che lei e Lucas non stanno facendo altro che interpretare i ruoli di un'antica tragedia d'amore. Le apparizioni femminili rappresentano infatti le Erinni. Helen, come l'omonima Elena di Troia, è destinata a dare inizio alla guerra a causa della sua relazione con Lucas. I due scoprono sulla loro pelle che i miti non sono leggende. Ma è giusto o sbagliato stare con il ragazzo che si ama se questo significa mettere in pericolo il resto del mondo? Come si sconfigge il destino? 

L'autrice:
Josephine Angelini è nata in Massachissettes, la più piccola di otto fratelli. Figlia di un agricoltore, si laurea in teatro alla Tisch School of the Arts a New York, con particolare attenzione sui classici. Ora vive a Los Angeles col marito. 
Sito dell'autrice: www.josephineangelini.com/



Recensione:
C'è da dire che l'uscita di Starcrossed è attesa con fermento e impazienza, per tutti quei lettori e lettrici che non hanno avuto la possibilità di leggerlo in anteprima.
Attesa e impazienza che aumentano ogni volta che nel web viene pubblicata una nuova recensione in cui non si fa altro che tessere le lodi di questa storia e della sua autrice.
Ed ecco qui la mia, a pochissimi giorni dalla sospirata pubblicazione.
Non vi aspettate fuochi d'artificio dalle mie parole: la lettura di Starcrossed non è stata così appagante com'è accaduto per la maggior parte dei lettori (o soprattutto lettrici).
E' ormai nota la passione della Angelini (la scrittrice, per l'appunto) per la mitologia greca e il suo desiderio di incrociare i personaggi omerici con la tragedia shakesperiana.
Che sarebbe successo se Romeo e Giulietta fossero stati i protagonisti dell'Iliade? Come si sarebbe sviluppato il loro impossibile amore?
Da qui l'idea della trama, ce lo rivela la Angelini in una intervista.
Protagonista è Helen, un'adolescente alta e timida, ma dotata di una considerevole forza fisica, che vive a Nantucket, un'isola, col padre Jerry. La madre ha abbandonato marito e figlia quando Helen era ancora piccola. Migliore amica di Helen è Claire, una ragazza orientale, bassina e simpatica, soprannominata Ridarella. La calma che si respira sull'isola e a scuola sarà turbata dall'arrivo della famiglia Delos, di cui si inizia a parlare in giro, soprattutto riguardo all'avvenenza dei figli.
Helen è incuriosità e al contempo indispettita dalle chiacchiere sulla nuova famiglia, e l'incontro a scuola con alcuni dei componenti dei Delos non va come vorrebbe. Al posto dell'indifferenza che probabilmente avrebbe voluto ostentare, Helen si sente mossa da un odio feroce nei loro confronti e proverà ad uccidere uno di loro, Lucas, saltandogli addosso nei corridoi della scuola.
Da quel momento in poi gli eventi precipitano, e si può immaginare cosa accada nella mente di Helen.
"Perché l'ho fatto? Chi sono quegli esseri che mi istigano a uccidere? Chi sono i Delos? Chi sono io? Voglio la verità!"
Sarà proprio la nuova famiglia a rivelare a Helen la sua natura, la sua vera identità, a spiegarle cosa sta accadendo e come dovrà comprotarsi in futuro.
Helen è una semidea, e così anche i Delos.
Non voglio continuare: avete già saputo troppo.
Posso accennarvi che ci saranno allenamenti, rapimenti, lotte, tradimenti e ovviamente tutto ciò che era odio si tramuta in un batter d'occhio in amore.
Ho vissuto la lettura di questo romanzo non in maniera particolarmente appassionata: si tratta di uno dei tantissimi Young Adults in giro in questo periodo e le dinamiche sono molto simili. I clichés del genere sono stati religiosamente rispettati. Ciò non lo rende meglio o peggio di altri romanzi, ma semplicemente lo pone sullo stesso piano. Se si ha voglia di leggere la storia d'amore tra una ragazza - che si crede normale e poi scopre di non esserlo - e un essere paranormale (che si parli di angeli, vampiri, demoni, fate o semidei il senso non cambia), Starcrossed può andare bene.
Se siete in cerca di una storia originale che introduca un elemento nuovo che la renda distinguibile da tutte le altre... bé, sono un po' scettica anche al riguardo. Ok per l'introduzione della mitologia greca (che io apprezzo e approvo) ma non è stata trattata in modo adeguato, mescolando mitologia e personaggi omerici in maniera un po' confusionaria.
E, a dirla tutta, non è neanche il primo romanzo fantasy che basi la sua storia su dei e semidei. (La saga di Percy Jackson vi dice qualcosa?).
Merito della storia è di farsi leggere velocemente nonostante le sue quasi 500 pagine: ha un ritmo televisivo. Non sembra di trovarsi di fronte ad un romanzo ma ad una serie tv, dove ogni capitolo è un episodio nuovo: ci si mette comodi in poltrona e si guarda tutta la serie, correndo veloci verso il finale. Un finale che lascia un po' di interrogativi e confusione, che sembra voler mescolare le carte in tavola per prepararci al capovolgimento del seguito, pardon dei seguiti.
Li leggeremo? Certo!
Siamo i paladini delle seconde possibilità, ormai dovreste saperlo, e siamo i curiosi per eccellenza dei secondi volumi di ogni trilogia o saga che si rispetti: è lì che scopriamo il vero talento di un autore, soprattutto se al suo esordio.
Ci vediamo l'anno prossimo, con Dreamless!


Titolo: Starcrossed
Autore: Josephine Angelini
Editore: Giunti Y
Pagine: 464
Prezzo: €16,50
Data di pubblicazione: 7 Settembre
Booktrailer:

Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì di Katherine Pancol

Les écureuils de Central Park 
sont tristes le lundi

Sai cosa bisogna fare nella vita, luv?
Bisogna amare. Con tutte le forze.
Dare tutto senza aspettarsi nulla in cambio. 
Così funziona.
E' una cosa talmente semplice che nessuno ci crede!
Quando ami qualcuno non hai più paura di morire, non hai più paura di niente...
Per esempio, da quando ci vediamo, da quando so
che ogni giorno ti incontrerò dopo la scuola, 
che ti fermerai o che mi passerai davanti salutandomi con un cenno della mano,
bé,,, sono felice! 
Per me già vederti è un momento di felicità. 
Mi fa venire voglia di alzarmi e di saltare... 
E' il mio modo di essere felice.
(n.d.r. non vi ricorda tanto la volpe del piccolo principe? quanta Francia si respira in queste pagine!)
Trama:
I personaggi di Katherine Pancol sono ancora affannosamente in cerca della felicità pur scansandola per mille, buone ragioni. Hortense, la sua sfacciataggine e la carriera che decolla, l'odio ostinato per i sentimentalismi e Dio sa quanta fatica per abbandonarsi all'amore. Shirley, un valzer serrato tra relazioni sbagliate che dura da troppo e ormai l'ha sfinita. E poi lei, Josephine. Timidezza incurabile e maglioni sformati. Che attraversa Parigi per prendersi cura di un fiore. Gary che non ha la pazienza di aspettare, Philippe che invece non fa altro, e infine Oliver - "faccia da re umile" - che fa l'amore come s'impasta del buon pane. Un girotondo di vorrei ma non posso che finalmente ha la forza di interrompersi: fare i conti con quello che è stato, farlo adesso e senza riserve, per afferrare un lembo di felicità. D'altronde, gli scoiattoli di Central Park insegnano: la felicità ci inganna e dura un istante. La domenica i turisti affollano il parco, ma il lunedì?

 L'autrice:
Katherine Pancol (Casablanca, 1954) giunge in Francia all’età di cinque anni. Dopo aver insegnato lettere classiche, è diventata giornalista, collaborando con «Paris-Match» e «Cosmopolitan». Per Dalai editore ha pubblicato Gli occhi gialli dei coccodrilli (2009) e Il valzer lento delle tartarughe (2010), i primi due volumi della trilogia best seller in Francia.

Recensione:
Arrivati al terzo volume della trilogia, lo si apre con circospezione, un po' intimiditi dalla mole, un po' spaventati perché si è coscienti che alla fine di quelle 750 pagine dovremo dire addio a quei personaggi che ci hanno tenuto compagnia per tanti giorni, che abbiamo iniziato a conoscere e ad apprezzare nonostante i difetti, quei personaggi che ci hanno detto tanto con le loro parole e i loro silenzi.
Abbiamo abbandonato i coccodrilli e strizzato un occhio alle tartarughe dando il benvenuto agli scoiattoli.
Gli scoiattoli di Central Park, felicissimi quando arriva il weekend perché c'è gente che li riempie di attenzioni, di foto, di cibo, perché non vengono mai lasciati soli e quando poi arriva il lunedì e non trovano nessuno, gli scoiattoli non capiscono quella solitudine, sono tristi, si sentono abbandonati
Anche il lettore diventa vittiima della stessa sindrome: sa che dopo questo volume verrà il lunedì e se nei giorni precedenti la Pancol ci ha riempiti di attenzioni, di parole, di storie, senza abbandonarci mai, ora sta per lasciarci... qual è la reazione dell'essere umano a questo pericolo?
Evitare che arrivi il lunedì.
Evitare di andare incontro alla felicità, se si corre il rischio poi di perderla; prolungare la straordinarietà seppur effimera di ciò che viviamo per non dover affrontare il vuoto della quotidianità...
E cosa pensate che accada in questo ultimo volume?
Che Joséphine abbia imparato la lezione e vada a prendersi finalmente Philippe senza se e senza ma??
Che Hortense abbia capito che l'amore conta e che tutti ne hanno bisogno, compresa lei, e che una volta per tutte le sue scelte dovrebbero essere guidate anche da quel sentimento?
Che ancora Joséphine si tuffi nella composizione del secondo romanzo senza paure?
No, no e no.
Le mille pagine precedenti non hanno annullato le paure delle due donne, non le hanno convinte ad andare a prendersi la loro vera felicità prima che questa scappi.
Aspettano che sia la felicità a bussare alla loro porta, e non è detto che le apriranno. Sono ancora decise a vivere in maniera triste, perché sono loro ad averlo scelto, piuttosto che rischiare una felicità che qualcuno o qualcosa potrebbe sottrarre, come accade agli scoiattoli il lunedì.
Non è il tipo di romanzo che mi piace riassumere, perché più della storia sono le sensazioni che questa comunica al lettore, le impressioni che se ne ricavano, il senso di perdita che si vive alla fine di quelle pagine, accompagnato da un senso di soddisfazione di aver assistito a una storia così piena e completa.

Autore: Katherine Pancol
Editore: Dalai Editore
Pagine: 768
Prezzo: €20,00



Booktrailer:

domenica 28 agosto 2011

Il valzer lento delle tartarughe di Katherine Pancol

Le valse lente des tortues

Il fuoco crepitava nel camino. 
I regali di Natale brillavano ammucchiati sul parquet ungherese a spina di pesce.
Si stavano formando due clan:
i grandi che attendevano solo la gioia di distribuirli, 
con la segreta speranza di aver fatto centro,
i giovani che aspettavano trepidanti la realizzazione dei sogni elaborati
nel segreto dei desideri notturni.
Alla leggera tensione dei primi faceva eco l'attesa ansiosa dei secondi,
che si domandavano se avrebbero dovuto dissimulare la delusione 
o se avrebbero potuto fare salti di gioia 
senza doversi sforzare.

Trama:
Sapere se davvero un coccodrillo dagli occhi gialli ha divorato oppure no suo marito Antoine, scomparso in Kenya, per Joséphine non è più importante. Grazie ai soldi guadagnati con le vendite del suo best seller, ha lasciato Courbevoie, nella banlieue parigina, per un appartamento chic nell’elegante quartiere di Passy. Invece sua sorella Iris, che aveva tentato di attribuirsi la scrittura del romanzo, ha finito con il pagare la follia del proprio inganno in una clinica per malati di depressione. Ormai libera, sempre timida e insoddisfatta, attenta spettatrice della commedia strampalata e talvolta ostile che le offrono i suoi nuovi vicini, Joséphine sembra alla ricerca del grande amore. Veglia sulla figlia minore Zoé, adolescente ribelle e tormentata, e assiste al successo dell’ambiziosa primogenita Hortense, che a Londra si lancia nella carriera di stilista. Fino al giorno in cui una serie di omicidi distrugge la serenità borghese del suo quartiere e lei stessa sfugge per poco a un’aggressione… Ancora una volta intorno all’irresistibile e discreta Joséphine gravita tutto un mondo di seduttori, carogne, imbroglioni ma anche di persone buone e generose. Ancora una volta la straordinaria penna di Katherine Pancol ci proietta in un vortice di eventi e personaggi all’affannosa ricerca di un senso nella inesauribile complessità della vita.

L'autrice.
Katherine Pancol (Casablanca, 1954) giunge in Francia all’età di cinque anni. Dopo avere insegnato lettere classiche, è diventata giornalista, collaborando con “Paris-Match” e “Cosmopolitan”. A Il valzer lento delle tartarughe – secondo volume della trilogia iniziata con Gli occhi gialli dei coccodrilli – segue Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì.
  
Recensione:
 Ho letto il secondo volume della trilogia senza mai staccarmi dal primo e da quello successivo. E' naturale che a questo punto, dopo le 520 pagine del primo, avvertissi un po' di stanchezza. Ma non credo di essere stata la sola.
Credo che anche la Pancol in questo volume abbia rallentato, tirato il freno a mano e si sia adagiata un po'. Se ci aveva regalato un inizio travolgente e scoppiettante, dove ad ogni pagina ci si aspettava tutta quella dose di vita e di realtà, raccontata incredibilmente bene, qui invece la situazione cambia un po'.
Personalmente mi ero talmente affezionata a Joséphine e al suo entourage di personaggi che niente mi avrebbe dissuasa dal continuarne la lettura per tutti e tre i volumi, però ho storto un po' il naso quando mi sono resa conto dell'espediente utlizzato dalla scrittrice per tenere alta l'attenzione e la curiosità del lettore.
Da romanzo (quasi) rosa qual era stato Gli occhi gialli dei coccodrilli, questo si tinge di giallo, di nero, con ben due misteri da risolvere e un assassino a piede libero.
Ho trovato questo aspetto, così come l'inserimento di nuovi personaggi, i condomini dell'edificio in cui si trasferisce Joséphine con le figlie, un po' forzato, come se ci fosse bisogno di altra carne a cuocere per non deludere i lettori.
Il piacere di leggere la storia della nostra protagonista fortunatamente non cala. Joséphine inizia a vivere la propria vita alzando la testa, finalmente, anche se sempre più spesso si frena, non riesce a buttarsi a capofitto come vorrebbe, come dovrebbe.
Qui quegli occhi gialli che osservano sono scomparsi, lasciando il posto alle piccole tartarughe.
Ogni scelta, ogni novità accade lentamente, frutto di un lungo processo. Josephine non riesce a tuffarsi nella vita, ci va piano, coi piedi di piombo, per ogni passo avanti che fa, ce ne sono almeno tre indietro. 
E il romanzo diventa un valzer, che prende il suo ritmo seguendo la nostra protagonista nelle sue insicurezze, nei suoi dubbi, nel suo amore non rivelato né accettato, un valzer che lei ad un certo punto decide di danzare per poi fermarsi e tornare a sedersi, tornare nella sua immobilità, continuando a danzarlo solo nei suoi sogni...
Se vuole qualcosa, Joséphine non ha la forza né la velocità per andarsela a prendere. Aspetta, rimugina, si alza, fa un passo, torna seduta, ci riprova... La sua vita è un valzer costante che prima o poi dovrà trasformarsi in un ritmo più deciso.
Il giallo, gli omicidi, i misteri non appartengono a questa storia: sono solo un contorno. Unica protagonista è lei, e tutti gli altri personaggi sono i suoi partners di danza, che prendono consistenza di volta in volta nel rapporto con lei. Ci sarà chi la farà andare più veloce, chi la rallenterà, chi la farà andare a tempo.
Un romanzo fatto di piccoli passi.

Autore: Katherine Pancol
Editore: Dalai editore
Pagine: 602
Prezzo: €11,90
 

Gli occhi gialli dei coccodrilli di Katherine Pancol

Les yeux jaunes des crocodiles

Joséphine avrebbe vooluto sospendere il tempo,
impadronirsi di quel momento di felicità e mettelo in bottiglia.
La felicità, si sa, è fatta di piccole cose. 
La aspettiamo sempre con la maiuscola, e invece ci viene incontro
su due gambette fragili e può passarci sotto il naso
senza che ce ne accorgiamo. 
Quella sera lei la afferrò e non la lasciò più andare. 
Guardando dalla finestra vide il cielo stellato e alzò il bicchiere
per brindare alle sue stelle.

Trama:
Questo romanzo si svolge a Parigi. Eppure si incontrano coccodrilli. Questo romanzo è la storia di una menzogna. Ma anche una storia di amori, di amicizie, di tradimenti, di denaro, di sogni.
Questo romanzo è pieno di lacrime e sorrisi. Questo romanzo è la vita.

La prima è bella, ricca e vive un matrimonio in apparenza felice; la seconda è stata abbandonata dal marito e deve fare i conti con due figlie da crescere e una serie infinita di difficoltà finanziarie. Anche i loro sogni sono differenti: Iris spera in una brillante carriera da sceneggiatrice, Joséphine vuole affermarsi come studiosa di storia medievale. Ma le loro esistenze subiscono un’imprevista trasformazione. Durante una cena, Iris conosce un editore e gli fa credere, per darsi un tono, di essere alle prese con la stesura di un romanzo, restando però preda della propria bugia. Davanti all’offerta dell’uomo di pubblicarlo, si rivolgerà alla sorella chiedendo la sua complicità per scriverlo: l’una intascherà il successo, l’altra il denaro. In un crescendo di tensioni, il destino riserverà alle protagoniste incredibili sorprese, soprattutto quando il libro diventerà un best-seller. Una girandola di eventi che si susseguono fino all’ultima pagina, esplorando le pieghe più intime della natura umana, in special modo quella femminile. Su tutto, l’orgoglio di non cedere mai né al vittimismo né allo sconforto, nonostante le ferite e i dolori. Perché ognuno ha la sua stella da inseguire, gialla e brillante come gli occhi dei coccodrilli che osservandoci e scrutando le nostre paure, le illusioni e le ossessioni, illuminano la via per raggiungere la felicità. 

L'autrice:
Katherine Pancol (Casablanca, 1954) giunge in Francia all’età di cinque anni. Dopo avere insegnato lettere classiche, è diventata giornalista, collaborando con “Paris-Match” e “Cosmopolitan”. A Gli occhi gialli dei coccodrilli fa seguito Il valzer lento delle tartarughe, il secondo volume della trilogia che si conclude con Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì

Recensione:
Come rinunciare alla mia passione per le scrittrici francesi, quando la Pancol mi offre su un vassoio d'argento non uno ma ben tre romanzi, e dalla mole sostanziosa?
Non mi sono immediatamente tuffata su di loro, perché avevo bisogno di leggerli uno dopo l'altro, senza interruzioni, avevo bisogno di immergermi in un'atmosfera francese per un tempo prolungato.
E la Pancol mi ha regalato davvero dei bei momenti, grazie alle sue pagine ironiche, leggere, piene di vita.
Ho vissuto questa storia in maniera totale da non riuscire a separare nettamente i momenti che appartengono all'uno o all'altro volume, e mi è stato difficile separare i commenti ai tre, ma ci proverò.
I primi complimenti vanno necessariamente a questo primo libro della trilogia, per aver saputo creare dei personaggi così reali e così energici, da aver sollecitato il mio animo di lettrice a interessarsi a loro, a interrogarsi su di loro, a seguirli, necessariamente, per i libri successivi.
Gli occhi gialli dei coccodrilli è stato uno dei miei libri da spiaggia e ombrellone di questa estate.
Che ci fosse il solleone o che tirasse un vento forte, io restavo lì ad assaporare quelle pagine che sembrava non finissero mai e che invece sono volate via troppo presto.
E' la storia di Joséphine, ricercatrice universitaria medievalista, sposata con Tonio e con due figlie, Hortense e Zoé. La quotidianità viene immediatamente rovesciata da Tonio, che la lascia per un'altra donna e per un lavoro in Africa: un allevamento di coccodrilli.
La storia (e la vita) di Joséphine è questa: un lavoro che paga poco, una figlia che non la stima, una sorella che ha sempre approfittato di lei e della sua debolezza, una mamma che non sembra averle mai voluto bene. Accanto a lei c'è Shirley, l'amica inglese della porta accanto, che sembra nascondere qualche segreto.
Joséphine non è solo il ricettacolo di tutte le disgrazie che la vita può regalarti: Joséphine è anche una scrittrice, pur non sapendo ancora di esserlo, è una donna innamorata, è un'amica leale, una mamma che farebbe di tutto per le figlie.
Cosa distingue questa storia dalle tante altre simili che si trovano negli scaffali di tutte le librerie?
La Pancol ha creato un mondo di personaggi che dopo qualche pagina diventano persone. Ha dato personalità, una storia, un passato e dei sogni a ognuno di loro tanto da renderli credibili, reali, renderli come noi.
Ha creato un romanzo dove ci si sente addosso costantemente gli occhi dei coccodrilli. Niente sfugge a quello sguardo, neanche di notte.
Gli inganni non avranno vita lunga, le scelte sbagliate sembreranno amplificate davanti a quegli occhi, i ricordi rimossi non potranno che tornare a galla. Il coccodrillo non perdona: se ti individua, non ti mollerà più. Sembra ci siano un paio di occhi apposta per ogni personaggio. E così la scelta di Joséphine di acconsentire a scrivere il libro per la sorella, di nascondere alle figlie la morte del padre, di innamorarsi di un uomo ma senza avere il coraggio di provarci, di rassegnarsi al trattamento a volte cattivo a volte indifferente della madre non potranno durare a lungo.
Quegli occhi gialli scoprono ciò che non va e inducono a rimediare agli errori, anche se il rischio è di affogare.
Joséphine non affoga, ma sembra tornare a galla più forte che mai. 
Alla fine del romanzo i nostri occhi non resteranno completamente asciutti e il nostro buon senso critico sarà andato a farsi una passeggiata lontano da noi: il romanzo ci è piaciuto, forse anche di più, e non possiamo che continuare a seguire la Pancol, cercando di immaginare dove ci porterà la prossima volta. 

Autore: Katherine Pancol
Editore: Dalai Editore
Pagine: 524
Prezzo: €11,90

sabato 27 agosto 2011

Le lettere segrete di Jo di Gabrielle Donnelly

The Little Women Letters

"Ieri ero una donna che viveva, molto felicemente e fedelmente, con il suo ragazzo. 
Oggi non sono più la solita. Sono una moglie, quindi faccio parte della stirpe di donne in questa famiglia
che si sono innamorate e si sono sposate, una stirpe lunghissima che risale indietro nella storia oltre la mamma 
e nonna Jojo, persino oltre nonna Jo, sua madre e la trisnonna di sua madre, 
fino alla donne di cui non sappiamo niente ma alle quali somigliamo nel modo 
di camminare e di pensare, perché è da loro che discendiamo.
La mamma dice sempre che per le donne i tempi sono cambiati, 
ma questo è rimasto uguale, innamorarsi e promettersi di stare insieme per sempre, 
anche quando la passione sarà svanita e saremo vecchi, indaffarati e stanchi, dopo aver allevato
figli, sistemato case, cambiato lavoro e ascoltato le battute e le storie reciproche mille volte, 
quando Matthew avrà la pancia come suo padre e io non troverò le chiavi della macchina 
come la mamma. Lui sarà mio marito e io sua moglie. 
E questo è... straordinariamente meraviglioso."

Trama:
Mentre Emma è elettrizzata per i preparativi del suo matrimonio e Sophie disdegna una fila di corteggiatori per dedicarsi anima e corpo alla carriera di attrice, Lulu, la più inquieta delle sorelle, passa disordinatamente da un lavoretto all’altro, con una grande passione per la cucina, ma senza alcuna prospettiva sentimentale all’orizzonte. E che cosa succede se un giorno, in soffitta, rovistando in una vecchia valigia alla ricerca di alcune ricette, si imbatte per caso in un plico di lettere scritte nientemeno che dalla trisnonna Jo March, l’intrepida protagonista di Piccole donne? Nonna Jo era proprio come lei, amava passare ore scanzonate a fare pettegolezzi con le adorate sorelle, pur essendo molto diversa dalle altre. Per Lulu le lettere di nonna Jo sono una vera illuminazione.Piene di segreti, di saggezza, di consigli meravigliosi sull’amore e sulla vita sprigionano una forza e un coraggio tali da spingerla finalmente a immaginare la sua strada.

Vibrante, fresco e divertente, Le lettere segrete di Jo racconta le vite delle tre pronipoti di Jo March. E, proprio come Piccole donne di Louisa May Alcott, parla a chiunque sappia cosa significa avere una sorella o un’amica del cuore, a ogni giovane donna che si chieda cosa mai le riserverà la vita, a chi non riesca a resistere a un favoloso paio di scarpe.

L'autrice:
Gabrielle Donnelly è nata e cresciuta a Londra, dove ha scritto per diverse riviste femminili, prima di trasferirsi a Los Angeles e specializzarsi in giornalismo dello spettacolo. Insieme a Julia Braun Kessler ha pubblicato, con lo pseudonimo di Julia Barrett, Presumption: An Entertainment, uno dei primi sequel di Orgoglio e pregiudizio. Vive a Los Angeles con il marito ed è una fan sfegatata di Louisa May Alcott da quando era bambina. Sito dell'autrice: http://gabrielledonnellyauthor.com/default.html

Recensione:
il mio primo romanzo
Quand'è l'ultima volta che leggendo un libro vi siete sentiti felici, perché ogni pagina vi regalava una nuova emozione, un ricordo, un sentimento lontano che pensavate di aver perduto, un momento del vostro passato che credevate non sarebbe tornato più così facilmente?
L'ultima volta in cui, giunti all'ultima pagina di quella storia, avete dovuto ricorrere al fazzoletto e far sparire immediatamente quella lacrima che proprio non ce l'ha fatta a trattenersi? Lacrima che non è stata l'unica: altre l'hanno preceduta durante la lettura e silenziosamente preannunciata. Non perché la storia fosse necessariamente commovente, ma perché quelle pagine a voi personalmente hanno detto e raccontato qualcosa di diverso, qualcosa di più rispetto a qualunque altro lettore che ci si sia imbattuto. 
O vi è mai capitato che durante la lettura di un libro, c'è improvvisamente una frase che vi riporta indietro all'incipit del vostro cuore? All'inizio degli inizi, al vostro primo inizio...
A me è successo oggi.
Pochi minuti fa. E andando contro il mio modus agendi, che prevede la recensione di un libro solo quando sono trascorse almeno 24 ore dalla sua conclusione, mi sono ritrovata a dover mettere giù le mie impressioni, le mie sensazioni, i miei complimenti a questa storia, alla sua autrice, alla casa editrice che l'ha portata qui da noi.
Ho 35 anni e 29 anni fa mi fu regalato il mio primo romanzo. Ero piccola, all'epoca, ma grande abbastanza per innamorarmi di quella storia e delle sue protagoniste: era Piccole Donne di Louisa May Alcott.
Si dice che il primo amore non si scorda mai, e a me è accaduto così. Non solo non l'ho dimenticato, ma l'ho rivissuto tante di quelle volte da distruggerlo quasi, quel povero libro, che almeno non era da solo a subire quella sorte: ad esso avevo affiancato gli immancabili seguiti Piccole donne crescono, Piccoli uomini e I ragazzi di Jo. Vivevo costantemente insieme alla famiglia March. Non dimenticherò mai le prime parole, lette e rilette mille volte: 

"Un natale senza doni non è un Natale, brontolò Jo distesa sul rustico tappeto."

Son trascorsi quasi 30 anni da quella prima volta, e oggi ne ho vissuto un'altra. 
Oggi ho avuto tra le mani Le lettere segrete di Jo, The little women letters, ed è stato come ritornare a casa.
Non potete immaginare la pelle d'oca che mi è venuta quando, a pag. 298, mi sono imbattuta in quella magica citazione:

I beni materiali non le importavano granché, ma senza poter fare i regali, pensò, Natale non sarebbe stato Natale.  

Jo March
Da un'affezionata come me alle quattro sorelle March, il rischio di deludere le aspettative era alto: non avrei tollerato che lo spirito di quella famiglia venisse tradito o distorto, o magari attualizzato in maniera improbabile.
Nessuna delusione: Gabrielle Donnelly deve averle amate altrettanto, e capite, e tenute vicine come ho fatto io, e come me tante altre donne della mia età, probabilmente.
Ed è così che apriamo il libro e ci troviamo di fronte ad una scenetta familiare: entriamo dalla porta di casa e sentiamo un chiacchiericcio allegro e confortevole; oltrepassiamo l'ingresso per seguire quelle voci. Di fronte a noi ecco le donne della famiglia Atwater: la mamma Fee, una psicoterapeuta che negli anni settanta fu una delle paladine del femminismo, e le figlie Emma, Lulu, Sophie. Prendiamo una sedia e accomodiamoci con loro: le loro chiacchiere sono amabili e non potremo che sentirci accolti come se fosse la nostra famiglia.
Il ramo femminile della famiglia Atwater discende direttamente dall'eroina della nostra infanzia (/chi non ha desiderato essere lei?), l'energica Jo March, trisavola delle ragazze. Le tre ragazze in realtà non conoscono molto della loro antenata, se non le poche notizie che sono giunte alla madre, ma che non sono abbastanza per rendere ai loro occhi quella donna ammirevole o invidiabile come invece è stato per noi.
Meg
Eppure la loro vita, le loro esperienze, il loro modo di essere non fa che rispecchiare l'appartenenza al ramo March; in fondo la vita non è poi così diversa a distanza di un secolo e mezzo. E in Emma, Lulu e Sophie ritroviamo i caratteri, le lotte, le esperienze di Meg, Jo e Amy.
A scoprire questo parallelismo sarà Lulu, che grazie al suo ritrovamento diventa uno dei personaggi principali della storia come un tempo era Jo: protagoniste tutte insieme ma con  i riflettori puntati maggiormente su una di loro.
Lulu ritrova in una soffitta le lettere che Nonna Jo scriveva alle sorelle.
La ragazza sente il bisogno di tenerle per sé, almeno per il momento, e in esse trova un rifugio sicuro ogni volta che ne avverte l'esigenza.
Lettere in cui anche noi lettrici - ma sì, lettrici perché Piccole donne è sempre stato per donne! - troviamo un rifugio, troviamo il conforto di una storia che non è stata dimenticata e che non ci viene raccontata in maniera diversa, scopriamo che avevamo bisogno anche noi di farci raccontare ancora una volta quelle pagine.
Non posso andare oltre col racconto di questo romanzo, perché presa dall'euforia lo riassumerei tutto, fino alla fine.
c'è qualcosa di stonato in questo romanzo?
Amy
Non l'ho trovato. Gabrielle Donnelly ha saputo riprodurre le dinamiche di una famiglia con prevalenza donne senza renderla mai sdolcinata e calandola perfettamente nel suo secolo. Le tre ragazze non parlano dell'affetto che provano tra di loro, ma lo dimostrano dicendo il contrario: prendendosi continuamente in giro, usando l'ironia in maniera rassicurante, in un modo così carino che ti fa sentire parte di quella famiglia. Non c'è bisogno di essere mielosi per volersi bene: l'importante è ciò che si fa, non ciò che si dice.
Quel che esce in maniera potente da queste pagine è un fortissimo messaggio d'amore, sembrerebbe quasi urlato, ma in realtà non lo troveremo scritto da nessuna parte: lo viviamo senza rendercene conto.
Se ci si ama, niente sarà mai totalmente perduto. Lo avevamo capito con la famiglia March, ci viene ricordato con le ragazze Atwater.
E' difficile separarsene, dopo aver vissuto intense ore con loro.
Beth
Un tempo pensavo che quando quel sipario calava sulla famiglia March, l'unico modo per poterlo rialzare era prendere quei libri, e ricominciarli daccapo.
La Donnelly mi ha dimostrato che il sipario poteva essere alzato di nuovo, senza necessariamente tornare indietro... ora mi ritrovo a pormi la stessa domanda: è calato per sempre o qualcuno un giorno lo rialzerà?
Qualsiasi cosa accada, per ora mi basta la felicità che ho guadagnato in questa lettura.




Per chi volesse un assaggio del libro, 
su 10 righe dai libri le prime 68 pagine


Titolo: Le lettere segrete di Jo
Autore: Gabrielle Donnelly
Editore: Giunti - Collana A
Pagine: 400
Prezzo: €16,00