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venerdì 13 aprile 2012

Recensione: L'inconfondibile tristezza della torta al limone di Aimée Bender

The Particular Sadness of Lemon Cake



Trama:
Alla vigilia del suo nono compleanno, la timida Rose Edelstein scopre improvvisamente di avere uno strano dono: ogni volta che mangia qualcosa, il sapore che sente è quello delle emozioni provate da chi l’ha preparato, mentre lo preparava. I dolci della pasticceria dietro casa hanno un retrogusto di rabbia, il cibo della mensa scolastica sa di noia e frustrazione; ma il peggio è che le torte preparate da sua madre, una donna allegra ed energica, acquistano prima un terrificante sapore di angoscia e disperazione, e poi di senso di colpa. Rose si troverà così costretta a confrontarsi con la vita segreta della sua famiglia apparentemente normale, e con il passare degli anni scoprirà che anche il padre e il fratello – e forse, in fondo, ciascuno di noi – hanno doni misteriosi con cui affrontare il mondo.
Mescolando il realismo psicologico e la fiaba, la scrittura sensuale di Aimee Bender torna a regalarci una storia appassionante sulle sfide che ogni giorno ci pone il rapporto con le persone che amiamo.

L'autrice:
Aimée Bender (1969) è l'autrice del romanzo Un segno invisibile e mio (minimum fax 2002), scelto tra i libri dell'anno dal Los Angeles Times, e di due raccolte di racconti, Creature Ostinate e Grida il mio nome. I suoi libri sono stati tradotti in più di dieci lingue. 
Sito dell'autrice: http://www.flammableskirt.com/home.html


Recensione:
Avendo già incontrato la Bender nel suo primo romanzo (Un segno invisibile e mio, trovate la mia recensione qui), ero abbastanza preparata a ciò che avrei trovato in questa storia. Sapevo che sarebbe stata un racconto senza tempo e senza spazio: sembra che non esistano particolari limiti nei romanzi della Bender, ma che tutto possa risultare allo stesso tempo universale ma (in maniera spiazzante) anacronistico.
La protagonista, la piccola Rose, sembra una bambina di altri tempi che si ritrova a vivere nell'era contemporanea. Il risultato nella creazione di personaggi come questi è quasi sempre la loro difficoltà di inserimento e adattamento all'interno della società, che sia la famiglia, la scuola o il lavoro.
Ma procediamo con ordine.
Rose è una bambina di nove anni che il giorno del suo compleanno scopre un aspetto speciale ma terribile della sua vita: riesce a risalire, attraverso il sapore di ciò che mangia, alle emozioni di chi quel pasto l'ha cucinato. Ansie, paure, desideri e segreti di chi c'è dietro la preparazione di quel cibo. Da quel momento le diventa impossibile riuscire a gustarsi un pasto, visto che il gesto si trasforma in un'esperienza troppo forte. Rose è spaventata, preoccupata. Non ne parla con la famiglia, non ha il coraggio di dirlo a nessuno se non all'amico del fratello, di cui si sta segretamente innamorando, per poter trovare con lui una soluzione.
La storia, poco più di 300 pagine, ruota intorno alla capacità di Rose di adattarsi a questo suo modo di essere, senza però riuscire ad accettarlo del tutto, cercando perciò i modi per aggirarlo.
Accanto a Rose, una famiglia normale all'apparenza ma altrettanto particolare come la piccola di casa.
Rose scoprirà doni simili nei suoi familiari, anche se son sempre stati visti in malo modo, quasi che fossero delle maledizioni.
Il romanzo si concentra quindi sulla bambina e sui suoi rapporti con la madre, che da anni vive una segreta relazione extraconiugale; col fratello disadattato, geniale, forse autistico (?); col padre, il più assente della famiglia ma colui che più l'avrebbe potuta comprendere e aiutare. Ogni personaggio ci appare in un modo ma ci fa intravedere un mondo dietro e dentro di lui a cui però non ci è concesso accedere; ogni situazione è estremizzata, eccessiva, senza possibilità di soluzione o riscatto.
Ho trovato in giro un sacco di pareri negativi su questo romanzo, e ne sono rimasta colpita perché io l'ho immediatamente trovato geniale. Una genialità che non son capace di raccontarvi, di trasmettervi o di farvela anche solo lontanamente immaginare. La Bender sa raccontare e conquistare, sa riempire le pagine con una storia per cui ce ne sarebbero volute sicuramente di meno, ma a lei non mancano le parole, le idee e le immagini. L'inconfondibile tristezza della torta al limone diventa, così come era stata Un segno invisibile e mio, una fiaba contemporanea, la cui protagonista potrà avere il suo lieto fine mettendo a frutto i suoi poteri magici, fino a quel momento visti come un peso di cui liberarsi. Una fiaba che racconta di come sia difficile crescere portandosi un fardello, di come le perdite immotivate devastino la vita ma ci diano la forza per non cadere nello stesso tranello, di come riconoscere che non si è soli ci aiuti e ci dia la spinta giusta per diventare grandi. Un ottimo romanzo.

Titolo: L'inconfondibile tristezza
della torta al limone
Titolo originale: The Particular Sadness of 
Lemon Cake
Autore: Aimée Bender
Editore: Minimum Fax
Traduttore: Damiano Abeni e Moira Egan
Pagine: 332
Isbn: 9788875213626
Prezzo: €16,50
Valutazione: 3 e1/2 stelline



giovedì 5 gennaio 2012

Recensione: Un segno invisibile e mio di Aimée Bender

An Invisibile Sign of My Own

Trama:
Mona Gray, vent'anni, è innamorata dei numeri fino all'ossessione: l'ordine e la precisione dell'aritmetica le servono a difendersi dall'instabilità del mondo. Da quando il padre ha contratto una misteriosa malattia, infatti, Mona ha bloccato ogni propria aspirazione, ha paura di innamorarsi e si rifugia in una serie di piccoli gesti e oggetti scaramantici. Ma quando viene assunta come insegnante di matematica alle elementari, la sua vita - grazie a un'allieva fuori dal comune e a un collega capace di fare breccia nella sua timidezza - comincia a cambiare irreversibilmente. Tenero, spassoso, commovente, acclamato dal Los Angeles Times come uno dei libri dell'anno, questo romanzo ha lanciato Aimee Bender come una delle migliori voci della nuova narrativa americana. Ne è stato tratto un omonimo film con Jessica Alba, uscito negli Stati Uniti nel 2011.

L'autrice:
Aimée Bender è autrice del romanzo L'inconfondibile tristezza della torta al limone (minimum fax 2011) e di due raccolte di racconti, Creature Ostinate (minimum fax 2006) e Grida il mio nome (Einaudi 2002 di prossima riedizione per minimum fax). I suoi libri sono stati tradotti in più di dieci lingue.
Sito dell'autrice: http://www.flammableskirt.com/home.html


Recensione:
Ho inaugurato il 2012 con un romanzo che merita davvero.
Buon segno per me, per le mie letture, per i miei libri. 
Un romanzo che fin dalle prime pagine mi aveva già convinta ad attribuirgli le 4 stelline anobiane. 
Aimée Bender sa scrivere, sa raccontare, sa spiazzare, sa confondere, deludere, rallegrare, inorridire... tiene costantemente il nostro bagaglio di emozioni in movimento.
Inizia la sua storia con una fiaba dal retrogusto amaro ma dal lieto fine, ed è a quella fiaba che tutto ritorna. 
Protagonista è un'adolescente di vent'anni (non me ne vogliano le ventenni, ma a quell'età si ancora del tutto immersi nel pieno dell'adolescenza!) che si ritrova con un padre improvvisamente vittima di un male senza nome (depressione), messa fuori casa dalla madre non per cattiveria ma per ricevere la possibilità di iniziare a vivere la sua vita. 
A vent'anni Mona ha già rinunciato ai suoi sogni, all'amore, a un futuro. Le resta un'ossessione per i numeri e un rassicurante tamburellare con le dita su ogni superficie a portata di nocche. Senza averlo cercato si ritrova insegnante di matematica in una scuola elementare, i cui studenti sembrano essere tutti normalmente problematici, quanto o più di lei. 
Non continuo nella narrazione: la Bender ha saputo immergere un racconto originale e difficile in una storia quotidiana. 
Non avremo a che fare con una giovane adolescente (la tipica americana dei romanzi contemporanei) ma un personaggio nuovo, diverso, unico. Una ragazza che deve affrontare un mondo adulto senza averne apparentemente la voglia, ma che in realtà ha a disposizione tutti i mezzi possibili per poterlo vivere al meglio. 
Tutte le persone che incontrerà sarebbero sembrate fuori dagli schemi in qualsiasi altro romanzo: il vicino di casa che si appende ogni giorno al collo un numero diverso a seconda del suo umore, l'insegnante di scienze che fa impersonare ai bambini le malattie più terribili, i bambini stessi che ci appaiono come dei piccoli terroristi... siamo capitati in un mondo dove la parola "normale" non rispecchia assolutamente il nostro criterio di normalità (e questo dovrebbe farci porre dei dubbi su cosa possa essere davvero normale...).
Personaggi usciti da un manicomio? Certamente no, ma dalla sapiente penna della Bender che non vuole assolutamente seguire la scia dei suoi colleghi. Spiazza e soddisfa allo stesso tempo.
E' un piacere leggere queste pagine, da qualcuno definite una fiaba per adulti. 
Come ogni fiaba che si rispetti, anche questa ha il suo lieto fine ce l'ha, anche se non come ce lo si aspetterebbe.


Titolo: Un segno invisibile e mio
Titolo originale: An Invisibile Sign of My Own
Autore: Aimée Bender
Editore: Beat Edizioni
Traduttore: Damiano Abeni e Martina Testa
Pagine: 300
Isbn: 9788865590669
Prezzo: €9,00
Valutazione: 4 stelline