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sabato 13 aprile 2013

Recensione: Il cuore innanzitutto di Claudia Priano


Trama:
«Quella è una ragazzina speciale, vedrai, un giorno lo scoprirai.» Questo dice Marta a suo marito Andrea. E Andrea, coinvolto in un evento inatteso che porterà un cambiamento non comune nella sua vita, riconoscerà il valore di sua nipote, Nina, che si affaccia all’età adulta, diventando una donna. Il passaggio avviene nell’arco di un solo anno, ma non potrebbe essere più radicale e straordinario. Per sfuggire alla sua famiglia, devastata da rancori e profonde frustrazioni, Nina si è rifugiata in un mondo di personaggi immaginari, a cui dà vita costruendo storie a partire da vecchie fotografie. Questo però ha dato a Nina occhi più sottili per gli altri, e quando, per una fatale concatenazione di fatti drammatici, sarà chiamata a dimostrarlo, non esiterà. Sarà un viaggio del tutto inatteso e costellato di imprevisti, anche comici, a darle identità e coraggio, su un pullman sgangherato e su auto di fortuna, verso un paese, una cultura e un popolo che sono diventati l’emblema dell’«altro»: i rom. In mezzo a loro, Nina scoprirà l’umanità dei diversi, e una famiglia allargata dove parlarsi davvero, con il cuore, oltre il muro dei pregiudizi, ritorna a essere una possibilità concreta: la più importante, la più preziosa che abbiamo.

L'autrice:
Claudia Priano è nata e vive a Genova. E' autrice dei romanzi Cose che capitano (2006) e Con il cuore leggermente indolenzito (2007), Smettila di camminarmi addosso (2009) e ha scritto la novellizzazione della fiction Medicina generale (2007).
Sito dell'autrice: http://www.claudiapriano.com/

Recensione
Credo che la maggior parte dei libri che leggiamo arrivino sui nostri scaffali con uno scopo, non necessariamente coincidente con quello di chi quel libro l'ha scritto. Ogni libro che passa per le nostre mani ha il compito di lasciarci qualcosa, di rendersi essenziale per la nostra vita non solo di lettori. I libri che non ci lasciano nulla sono i meno degni, sono quelli che potremmo cancellare tranquillamente dalle nostre liste di libri letti, perché tra qualche anno neanche ci ricorderemo di averli mai visti o sfogliati. Sono partita con questo preambolo perché il romanzo di Claudia Priano, autrice a me sconosciuta prima di dedicarmi a questa lettura, è stato importante e delicato e mi ha regalato qualcosa che difficilmente si è pronti ad accettare: una nuova prospettiva. 
Sono così abituata ad avere le mie idee e i miei principi che a volte dimentico che il fatto che siano miei non li renda automaticamente universali. Dimentico di mettere in atto quel famoso esercizio che renderebbe i rapporti sociali più semplici e amichevoli: cambiare punto di vista. Provare a mettersi nei panni dell'altro. Ammettere che il proprio modo di pensare non sia sempre l'unico giusto. Il cuore innanzitutto mi ha lasciato questo monito, una sorta di "ricordati che non hai sempre ragione": se tra qualche anno avrò dimenticato la storia di Andrea e della nipote Nina, se avrò dimenticato quel viaggio tra i Rom, se non ricorderò più perché fu intrapreso e cosa comportò, so che non dimenticherò mai il piccolo insegnamento che ne ho tratto. 
Chi si accosta al romanzo guidato da un titolo che inneggia all'amore, sperando di trovarsi tra le mani la storia di un sentimento forte ed eterno, potrebbe restarne deluso: protagonista non è l'amore tra due persone. Il cuore del titolo, quel cuore da mettere innanzitutto, è quello stesso cuore di cui ci parlò, più di venti anni fa, la volpe nel suo dialogo col piccolo principe: l'essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che col cuore. Un invito a non soffermarsi all'apparenza, alle circostanze, a ciò che sembra. A non giudicare un uomo per le sue origini. A non condannare un popolo per le sue abitudini. Iniziamo a guardare col cuore, a dare un'altra occasione. 
E' questo, per me, il senso del romanzo. Claudia Priano mi ha portato a fare la conoscenza di un universo a me noto solo attraverso chiacchiere e pregiudizi: parlo dei Rom, di quelle persone di cui siamo abituati a diffidare perché riteniamo capaci dei peggiori reati. Eppure venendo a contatto con questa realtà attraverso il romanzo, qualcosa inizia a farsi strada nella mia mente. Un pregiudizio che si incrina, un'ammissione di errore. La conoscenza dei Rom avverrà prima tramite Andrea su territorio italiano, poi tramite le impressioni della nipote Nina, direttamente in Romania. 
Un cambiamento di prospettiva iniziato da una crepa sul muro, che porta a uno sconvolgimento totale come la scoperta di un naso storto portò Vitangelo Moscarda a riflettere e a mettere in discussione su se stesso. 
Ho amato ogni pagina di questo romanzo. 
I due personaggi principali, l'adolescente Nina e lo zio Andrea, mantengono per tutto il tempo una certa riservatezza e sembrano duri a sciogliersi, non solo tra loro ma anche con noi lettori. Andrea è un uomo abitudinario, serio, affidabile. Nina è una ragazzina chiusa, poco socievole, sognatrice. Colleziona cartoline di persone di altri tempi e altri luoghi: foto di sconosciuti di cui non potrà mai saper nulla. Le loro strade non sembrano destinate a incrociarsi, eppure accade. L'evento drammatico che metterà in discussione l'intera esistenza di Andrea sarà anche il motore che porterà alla scelta di Nina di appoggiare lo zio in quel viaggio assurdo e apparentemente immotivato. Lo stile dell'autrice è essenziale, ma efficace.
I dialoghi sembrano scarni, ma in realtà sono un botta e risposta ad alta velocità, senza essere delimitati da punteggiatura, tranne per quei casi meno importanti in cui essa compare. 
E ancora: il primo dialogo tra Nina e lo zio Andrea è virgolettato. Tra i due c'è ancora formalità e ci si muove con circospezione, come se nessuno dei due si sentisse a proprio agio con l'altro. Se le virgolette scompaiono, allora si è instaurata una certa familiarità. Questi dettagli hanno reso la lettura ancora più convincente e incisiva. Come se l'autrice volesse dare al lettore tutti gli strumenti per comprendere cosa stesse accadendo in quelle pagine e come si stesse svolgendo. 
E poi, gli anacoluti. Il fratellino di Nina ha una particolare passione per loro e la sorella, quando ne trova uno, si sofferma, lo conserva, glielo ripete facendolo diventare un gesto d'amore semplice ma emozionante. E' stupendo il modo in cui l'autrice ci costringe a riconoscere la presenza della figura retorica ogni volta che essa si presenta: quasi come se Teo fosse nostro fratello e noi dovessimo segnarli per lui. Anacoluti che prima ci sarebbero passati sotto agli occhi in maniera indifferente, da allora ci appaiono evidenziati e in primo piano. 
Tutta la narrazione sembra voler coinvolgere continuamente il lettore, senza permettergli di distrarsi e allontanarsi. L'autrice ci porta in un viaggio a ritroso le cui motivazioni verranno svelate poco alla volta. Un viaggio lungo, interminabile, pieno di deviazioni, così come il tentativo del protagonista di ricostruire il passato. Si comincia a raccontare ma ci si perde nei ricordi, abbandonando facilmente la storia principale. Accade così anche nella realtà. 
E così è accaduto nella realtà di Claudia Priano, che per prima ha tentato quel viaggio di cui ci parla, mettendo in gioco tutte le proprie certezze e probabilmente sfidando le proprie paure. Dice Nina: quando ero piccola avevo paura grandi e paure piccole. Quelle piccole in qualche modo le affrontavo, mi dicevo che prima o poi le avrei sconfitte. Ma quelle grandi no, erano loro a sfidare me, e vincevano sempre.
Leggete questo romanzo se avete voglia di mettervi in gioco, di mettere in discussione le vostre abitudini, se volete sfidare le vostre paure. O farvi sfidare da loro. E se siete pronti a mettere il cuore innanzi a tutto.


Titolo: Il cuore innanzitutto
Autore: Claudia Priano
Editore: Guanda
Pagine: 312
Isbn: 9788860889072
Prezzo: €18,00
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 7 Febbraio 2013