Around the World on Two Wheels:
Annie Londonderry's Extraordinary Ride
La dama, con la ruota di un tempo,
sedeva al focolare tessendo,
mentre il lino scivolava leggero
davanti al suo volto austero.
Oggi il rocchetto e la matassa
giacciono dimenticati in una cassa,
e la dama adopera la sua ruota,
per girare il mondo come un pilota.
Madeleine Bridges, Outing, settembre 1893
Trama:
Annie “Londonderry” Kopchovsky non era un’attivista né una benestante cosmopolita, ma diventò un simbolo della libertà femminile perché fu la prima donna a fare il giro del mondo in bicicletta, sfidando le proprie difficoltà economiche e i pregiudizi altrui. Ebrea lettone emigrata negli Stati Uniti, sposata e madre di tre bambini, nel giugno del 1894, all’età di ventitré anni, in seguito a una scommessa (“Nessuna donna è in grado di compiere in quindici mesi il giro del mondo”) abbandonò la famiglia e partì da Boston in bicicletta lasciando nel guardaroba le gonne lunghe e i corsetti. Arrivò fino in Cina, passando per Parigi, Gerusalemme e Singapore, superando incredibili difficoltà e sopportando innumerevoli calunnie (“troppo mascolina per una donna”, “deve essere un eunuco travestito”), e persino la prigione, fino al suo ritorno in patria, dove ebbe un’accoglienza trionfale e venne eletta simbolo della lotta femminile. Si dedicò al giornalismo ma, nonostante la celebrità, dopo la sua morte, avvenuta nel 1947, la sua vicenda è stata completamente dimenticata. Oggi, grazie allo straordinario lavoro del suo pronipote, il giornalista Peter Zheutlin, abbiamo la possibilità di rileggere una delle più importanti avventure che abbiano avuto luogo nel XIX secolo, un’esperienza che ha simboleggiato la voglia di ribellione, di sfida alla morale comune, di ricerca della libertà da parte di tutte le donne che in quel periodo hanno voluto cambiare il loro destino. Dopo una sosta durata più di un secolo, il giro di Annie oggi raggiunge nuove tappe.
L'autore:
Peter Zheutlin, giornalista e pronipote di Anne Kopchovsky, “dopo aver superato molti ostacoli familiari” è riuscito a recuperare tutti i documenti e gli articoli apparsi sui giornali dell’epoca, in un lavoro durato circa due anni. Ha anche collaborato a un cortometraggio sulla storia dell’avventurosa prozia: The New Woman. The Life and Times of Annie “Londonderry” Kopchovsky.Visitate il sito: www.annielondonderry.com
Recensione:
Non si tratta di un romanzo. O di una biografia. O di un saggio sui benefici e non della bicicletta.E' qualcosa in meno di quel che si può pensare dal titolo, ma ha qualcosa in più da quel che ci si poteva aspettare dopo aver letto le prime pagine.
Pensavo fosse la storia romanzata della famosa (non per tutti) Annie Londonderry, e della sua impresa compiuta a fine diciannovesimo secolo per una scommessa: fare il giro del mondo in bicicletta. Il racconto del suo giro c'è, ma di romanzo c'è ben poco. Alle prime pagine ho temuto perciò la noia, che avrebbe avuto come conseguenza l'abbandono... e invece ciò non è accaduto. Il libro si è rivelato interessante, le pagine scorrono velocemente e hanno un solo immediato effetto: sapere cosa accadrà, come ha portato avanti quella scommessa, come è andata a finire.
La storia mi ha stupita.
Ammetto di non aver mai sentito parlare di questa donna, che a vent'anni o poco più decide di accettare una scommessa, partendo da Boston lasciando a casa il marito e tre figli piccoli, per andare alla volta del mondo in sella a una bici. Con l'impegno di pagarsi il viaggio e qualsiasi bisogno avesse, e tornare entro quindici mesi con 5.000 dollari guadagnati...
La sua è una vera e propria impresa titanica, molto impegnativa e sconvolgente, non solo a quei tempi. Eppure sembra che Annie non si lasci assolutamente sconfortare.
Da queste pagine emerge il ritratto di una donna decisa, forte e determinata, una donna che non si fa abbattere da niente e nessuno, ma che affronta il peggio a testa alta.
Una donna che fa di necessità virtù, e che di fronte alle difficoltà trova sempre il giusto modo per reagire.
La storia è ricostruita attraverso gli articoli dei giornali apparsi all'epoca nei paesi che si trovava ad attraversare. Il suo passaggio in alcuni paesi, come la Francia, fu accolto con entusiasmo e ardore, in altri, come la Cina, fu quasi ignorato.
I vari giornali riportano notizie e indiscrezioni su quella che si stava rivelando un'eroina, che amava far parlare di sé e che cercava in tutti i modi di attirare l'attenzione e di colpire la gente. A suon di bugie.
Annie Londonderry (cognome utilizzato per l'occasione, perché suonava meglio del suo Kopchovsky, troppo ebreo per essere accettato ovunque) ha saputo vendere la sua immagine, ha saputo costruirsi un personaggio, che fosse amato e acclamato dalla gente. In ogni intervista, è riuscita a creare un clima di "mito" intorno a sé, infarcendo la sua storia di bugie, bugie che la gente amava ascoltare e a cui voleva credere.
Tutto ciò, la realtà mista alla finzione che Annie stessa diffondeva, rende ancora più affascinanti il suo personaggio e la sua impresa e rende le pagine ancora più scorrevoli.
Ci si ritrova immersi nella lettura, a chiedersi cosa inventerà la prossima volta, alla prossima intervista.
Unica pecca del libro è che avremmo desiderato qualcosa in più, il punto di vista di Annie: le sue emozioni, le sue stanchezze, le sue scelte... insomma avremmo desiderato conoscere di più la persona e di meno il personaggio che emerge dalla ricostruzione attraverso gli articoli.
In cuor nostro speriamo che qualcuno un giorno decida di farlo, decida di immaginarsi LEI e di raccontarci la storia attraverso le sue parole... la aspettiamo!!
Titolo: Il giro del mondo in bicicletta
Autore: Peter Zheutlin
Editore: Elliot Edizioni
Pagine: 336
Prezzo: €17,50