«Ma quante sono, pensavo,
le persone che si nascondono?»
Nuovo avvistamento qui a Cuore D'inchiostro: un romanzo di una scrittrice esordiente italiana, che ci ha colpito immediatamente per la sua copertina: un insetto tenuto al guinzaglio da una ragazza, e poi dalle notizie reperite al riguardo:
"Quando non capisce il mondo degli adulti, Bianca lo osserva a occhi spalancati come sotto la lente di un microscopio. Cerca nei loro gesti affannosi i movimenti ordinati e rassicuranti degli insetti, dove i padri non dicono bugie e le famiglie non si sfasciano. A guardare le cose da vicino, anche i sentimenti più spietati possono sembrare naturali."
Bianca già ci affascina e un po' ci spaventa: come sarà il nostro incontro con lei?
Fortunatamente non ci sarà molto da aspettare: il romanzo, pubblicato dalla Einaudi, è uscito il 24 maggio nelle librerie. Presto sarà nelle nostre mani!
Trama:
«Erano le sue colleghe a farmi paura. Depositavano il rossetto sulle tazzine del caffè, guardando attentamente si potevano vedere le uova. Parlavano, prolificavano, e mio padre non si accorgeva di niente, pagava tutti i caffè. Una di loro, di solito la piú pericolosa, diceva: e come si chiama questa bella bambina?»
«Da qualche parte ho letto che la muta è la fase più delicata della vita di un insetto, il momento in cui è maggiormente esposto ai predatori e alle cadute ». Bianca guarda accadere le cose, le osserva nei dettagli, come un'entomologa ragazzina. Solo che il mondo è troppo grande, mobile e complicato, scappa continuamente da tutte le parti.
Soprattutto la sua famiglia. Un padre sempre circondato da donne-mantidi. Una madre operosa con gli occhi di Jane Birkin, posati ormai solo sui figli. Un fratello adolescente che la sua forza se l'è tatuata come monito sul braccio. Ma lo sguardo di Bianca è implacabile, perché la felicità della sua famiglia è solo una superficie luccicante. Per questo la rabbia che le si è infilata dentro, quella specie di scheggia tra le pieghe più morbide, Bianca vorrebbe spingerla su, arrotolarla sulla lingua e sprigionarla come un veleno.
Se «crescere è abbandonare» - così dice sua madre -, allora forse occorre imparare a fidarsi di nuovo, con quel misto di adrenalina e timore che si prova quando ci si tuffa da uno strapiombo.
Procedendo per fotogrammi pungenti, cronache intime e precise, Ester Armanino conquista da subito il lettore. Con una scrittura fresca e sicura, straordinariamente limpida, affronta in modo originale il tema classico dell'attraversamento della linea d'ombra.
«Da qualche parte ho letto che la muta è la fase più delicata della vita di un insetto, il momento in cui è maggiormente esposto ai predatori e alle cadute ». Bianca guarda accadere le cose, le osserva nei dettagli, come un'entomologa ragazzina. Solo che il mondo è troppo grande, mobile e complicato, scappa continuamente da tutte le parti.
Soprattutto la sua famiglia. Un padre sempre circondato da donne-mantidi. Una madre operosa con gli occhi di Jane Birkin, posati ormai solo sui figli. Un fratello adolescente che la sua forza se l'è tatuata come monito sul braccio. Ma lo sguardo di Bianca è implacabile, perché la felicità della sua famiglia è solo una superficie luccicante. Per questo la rabbia che le si è infilata dentro, quella specie di scheggia tra le pieghe più morbide, Bianca vorrebbe spingerla su, arrotolarla sulla lingua e sprigionarla come un veleno.
Se «crescere è abbandonare» - così dice sua madre -, allora forse occorre imparare a fidarsi di nuovo, con quel misto di adrenalina e timore che si prova quando ci si tuffa da uno strapiombo.
Procedendo per fotogrammi pungenti, cronache intime e precise, Ester Armanino conquista da subito il lettore. Con una scrittura fresca e sicura, straordinariamente limpida, affronta in modo originale il tema classico dell'attraversamento della linea d'ombra.
L'autrice: Ester Armanino ha 28 anni, è architetto e vive a Genova. Storia naturale di una famiglia (Einaudi, 2011) è il suo primo romanzo.