sabato 27 agosto 2011

Le lettere segrete di Jo di Gabrielle Donnelly

The Little Women Letters

"Ieri ero una donna che viveva, molto felicemente e fedelmente, con il suo ragazzo. 
Oggi non sono più la solita. Sono una moglie, quindi faccio parte della stirpe di donne in questa famiglia
che si sono innamorate e si sono sposate, una stirpe lunghissima che risale indietro nella storia oltre la mamma 
e nonna Jojo, persino oltre nonna Jo, sua madre e la trisnonna di sua madre, 
fino alla donne di cui non sappiamo niente ma alle quali somigliamo nel modo 
di camminare e di pensare, perché è da loro che discendiamo.
La mamma dice sempre che per le donne i tempi sono cambiati, 
ma questo è rimasto uguale, innamorarsi e promettersi di stare insieme per sempre, 
anche quando la passione sarà svanita e saremo vecchi, indaffarati e stanchi, dopo aver allevato
figli, sistemato case, cambiato lavoro e ascoltato le battute e le storie reciproche mille volte, 
quando Matthew avrà la pancia come suo padre e io non troverò le chiavi della macchina 
come la mamma. Lui sarà mio marito e io sua moglie. 
E questo è... straordinariamente meraviglioso."

Trama:
Mentre Emma è elettrizzata per i preparativi del suo matrimonio e Sophie disdegna una fila di corteggiatori per dedicarsi anima e corpo alla carriera di attrice, Lulu, la più inquieta delle sorelle, passa disordinatamente da un lavoretto all’altro, con una grande passione per la cucina, ma senza alcuna prospettiva sentimentale all’orizzonte. E che cosa succede se un giorno, in soffitta, rovistando in una vecchia valigia alla ricerca di alcune ricette, si imbatte per caso in un plico di lettere scritte nientemeno che dalla trisnonna Jo March, l’intrepida protagonista di Piccole donne? Nonna Jo era proprio come lei, amava passare ore scanzonate a fare pettegolezzi con le adorate sorelle, pur essendo molto diversa dalle altre. Per Lulu le lettere di nonna Jo sono una vera illuminazione.Piene di segreti, di saggezza, di consigli meravigliosi sull’amore e sulla vita sprigionano una forza e un coraggio tali da spingerla finalmente a immaginare la sua strada.

Vibrante, fresco e divertente, Le lettere segrete di Jo racconta le vite delle tre pronipoti di Jo March. E, proprio come Piccole donne di Louisa May Alcott, parla a chiunque sappia cosa significa avere una sorella o un’amica del cuore, a ogni giovane donna che si chieda cosa mai le riserverà la vita, a chi non riesca a resistere a un favoloso paio di scarpe.

L'autrice:
Gabrielle Donnelly è nata e cresciuta a Londra, dove ha scritto per diverse riviste femminili, prima di trasferirsi a Los Angeles e specializzarsi in giornalismo dello spettacolo. Insieme a Julia Braun Kessler ha pubblicato, con lo pseudonimo di Julia Barrett, Presumption: An Entertainment, uno dei primi sequel di Orgoglio e pregiudizio. Vive a Los Angeles con il marito ed è una fan sfegatata di Louisa May Alcott da quando era bambina. Sito dell'autrice: http://gabrielledonnellyauthor.com/default.html

Recensione:
il mio primo romanzo
Quand'è l'ultima volta che leggendo un libro vi siete sentiti felici, perché ogni pagina vi regalava una nuova emozione, un ricordo, un sentimento lontano che pensavate di aver perduto, un momento del vostro passato che credevate non sarebbe tornato più così facilmente?
L'ultima volta in cui, giunti all'ultima pagina di quella storia, avete dovuto ricorrere al fazzoletto e far sparire immediatamente quella lacrima che proprio non ce l'ha fatta a trattenersi? Lacrima che non è stata l'unica: altre l'hanno preceduta durante la lettura e silenziosamente preannunciata. Non perché la storia fosse necessariamente commovente, ma perché quelle pagine a voi personalmente hanno detto e raccontato qualcosa di diverso, qualcosa di più rispetto a qualunque altro lettore che ci si sia imbattuto. 
O vi è mai capitato che durante la lettura di un libro, c'è improvvisamente una frase che vi riporta indietro all'incipit del vostro cuore? All'inizio degli inizi, al vostro primo inizio...
A me è successo oggi.
Pochi minuti fa. E andando contro il mio modus agendi, che prevede la recensione di un libro solo quando sono trascorse almeno 24 ore dalla sua conclusione, mi sono ritrovata a dover mettere giù le mie impressioni, le mie sensazioni, i miei complimenti a questa storia, alla sua autrice, alla casa editrice che l'ha portata qui da noi.
Ho 35 anni e 29 anni fa mi fu regalato il mio primo romanzo. Ero piccola, all'epoca, ma grande abbastanza per innamorarmi di quella storia e delle sue protagoniste: era Piccole Donne di Louisa May Alcott.
Si dice che il primo amore non si scorda mai, e a me è accaduto così. Non solo non l'ho dimenticato, ma l'ho rivissuto tante di quelle volte da distruggerlo quasi, quel povero libro, che almeno non era da solo a subire quella sorte: ad esso avevo affiancato gli immancabili seguiti Piccole donne crescono, Piccoli uomini e I ragazzi di Jo. Vivevo costantemente insieme alla famiglia March. Non dimenticherò mai le prime parole, lette e rilette mille volte: 

"Un natale senza doni non è un Natale, brontolò Jo distesa sul rustico tappeto."

Son trascorsi quasi 30 anni da quella prima volta, e oggi ne ho vissuto un'altra. 
Oggi ho avuto tra le mani Le lettere segrete di Jo, The little women letters, ed è stato come ritornare a casa.
Non potete immaginare la pelle d'oca che mi è venuta quando, a pag. 298, mi sono imbattuta in quella magica citazione:

I beni materiali non le importavano granché, ma senza poter fare i regali, pensò, Natale non sarebbe stato Natale.  

Jo March
Da un'affezionata come me alle quattro sorelle March, il rischio di deludere le aspettative era alto: non avrei tollerato che lo spirito di quella famiglia venisse tradito o distorto, o magari attualizzato in maniera improbabile.
Nessuna delusione: Gabrielle Donnelly deve averle amate altrettanto, e capite, e tenute vicine come ho fatto io, e come me tante altre donne della mia età, probabilmente.
Ed è così che apriamo il libro e ci troviamo di fronte ad una scenetta familiare: entriamo dalla porta di casa e sentiamo un chiacchiericcio allegro e confortevole; oltrepassiamo l'ingresso per seguire quelle voci. Di fronte a noi ecco le donne della famiglia Atwater: la mamma Fee, una psicoterapeuta che negli anni settanta fu una delle paladine del femminismo, e le figlie Emma, Lulu, Sophie. Prendiamo una sedia e accomodiamoci con loro: le loro chiacchiere sono amabili e non potremo che sentirci accolti come se fosse la nostra famiglia.
Il ramo femminile della famiglia Atwater discende direttamente dall'eroina della nostra infanzia (/chi non ha desiderato essere lei?), l'energica Jo March, trisavola delle ragazze. Le tre ragazze in realtà non conoscono molto della loro antenata, se non le poche notizie che sono giunte alla madre, ma che non sono abbastanza per rendere ai loro occhi quella donna ammirevole o invidiabile come invece è stato per noi.
Meg
Eppure la loro vita, le loro esperienze, il loro modo di essere non fa che rispecchiare l'appartenenza al ramo March; in fondo la vita non è poi così diversa a distanza di un secolo e mezzo. E in Emma, Lulu e Sophie ritroviamo i caratteri, le lotte, le esperienze di Meg, Jo e Amy.
A scoprire questo parallelismo sarà Lulu, che grazie al suo ritrovamento diventa uno dei personaggi principali della storia come un tempo era Jo: protagoniste tutte insieme ma con  i riflettori puntati maggiormente su una di loro.
Lulu ritrova in una soffitta le lettere che Nonna Jo scriveva alle sorelle.
La ragazza sente il bisogno di tenerle per sé, almeno per il momento, e in esse trova un rifugio sicuro ogni volta che ne avverte l'esigenza.
Lettere in cui anche noi lettrici - ma sì, lettrici perché Piccole donne è sempre stato per donne! - troviamo un rifugio, troviamo il conforto di una storia che non è stata dimenticata e che non ci viene raccontata in maniera diversa, scopriamo che avevamo bisogno anche noi di farci raccontare ancora una volta quelle pagine.
Non posso andare oltre col racconto di questo romanzo, perché presa dall'euforia lo riassumerei tutto, fino alla fine.
c'è qualcosa di stonato in questo romanzo?
Amy
Non l'ho trovato. Gabrielle Donnelly ha saputo riprodurre le dinamiche di una famiglia con prevalenza donne senza renderla mai sdolcinata e calandola perfettamente nel suo secolo. Le tre ragazze non parlano dell'affetto che provano tra di loro, ma lo dimostrano dicendo il contrario: prendendosi continuamente in giro, usando l'ironia in maniera rassicurante, in un modo così carino che ti fa sentire parte di quella famiglia. Non c'è bisogno di essere mielosi per volersi bene: l'importante è ciò che si fa, non ciò che si dice.
Quel che esce in maniera potente da queste pagine è un fortissimo messaggio d'amore, sembrerebbe quasi urlato, ma in realtà non lo troveremo scritto da nessuna parte: lo viviamo senza rendercene conto.
Se ci si ama, niente sarà mai totalmente perduto. Lo avevamo capito con la famiglia March, ci viene ricordato con le ragazze Atwater.
E' difficile separarsene, dopo aver vissuto intense ore con loro.
Beth
Un tempo pensavo che quando quel sipario calava sulla famiglia March, l'unico modo per poterlo rialzare era prendere quei libri, e ricominciarli daccapo.
La Donnelly mi ha dimostrato che il sipario poteva essere alzato di nuovo, senza necessariamente tornare indietro... ora mi ritrovo a pormi la stessa domanda: è calato per sempre o qualcuno un giorno lo rialzerà?
Qualsiasi cosa accada, per ora mi basta la felicità che ho guadagnato in questa lettura.




Per chi volesse un assaggio del libro, 
su 10 righe dai libri le prime 68 pagine


Titolo: Le lettere segrete di Jo
Autore: Gabrielle Donnelly
Editore: Giunti - Collana A
Pagine: 400
Prezzo: €16,00


5 commenti:

  1. Io ho amato tantissimo i libri della Alcott e sono sempre più convinta di prendere questo!
    Grazie della bella recensione!

    RispondiElimina
  2. @missFlour: allora leggilo leggilo leggilo!!! *_*

    RispondiElimina
  3. @Girasonia: concordo pienamente con te, questo libro va letto! Bellissima recensione, che mi ha fatto rivivere le emozioni che ho provato nel leggere il libro. Ribadisco: siamo tutte pronipoti di Jo March, non solo Lulu, Emma e Sophie!

    RispondiElimina
  4. @gabriella: verissimo!! credo che ogununa di noi in passato si sia sentita un po' Jo March...

    RispondiElimina
  5. L'ho letto ieri tutto d'un fiato..che dire, che emozione ritrovare la famiglia March, e soprattutto la mitica Jo, ancora una volta!Piccole Donne è decisamente il mio libro preferito, a cui ritorno sempre nei momenti difficili ed è per me un luogo sicuro in cui trovo tutte le risposte alle mie domande...complimenti per la bellissima recensione! ;-)

    RispondiElimina