Trama:
Margot ha trentotto anni, un gatto, un fidanzato soprannominato Tormento e un lavoro precario. Giovanna, la caporedattrice del quotidiano genovese dove lavora, la costringe a un'assoluta flessibilità anche nella scrittura, chiedendole articoli in tempi record e sugli argomenti più improbabili, dalle ultime novità in fatto di cake design ai modi per favorire i migliori auspici per l'anno nuovo.
Non era così che Margot aveva immaginato la propria vita: il lavoro la fagocita, Tormento si rivela ancor peggiore del suo soprannome e persino Diesel, il gatto dispensatore di abbracci, non sta niente bene.
Un giorno, intenta a scrivere un nuovo pezzo, Margot varca la soglia di una piccola ricevitoria del centro di Genova gestita da un'ottantenne del tutto fuori dal comune, Caterina: lo sguardo saggio e lieve che l'anziana signora rivolge al mondo la colpisce in profondità.
Pochi giorni dopo il loro incontro, Caterina viene aggredita nel suo negozio e in poche ore si ritrova incomprensibilmente travolta da una vicenda che rischia di toglierle tutto ciò che le è rimasto: la ricevitoria, la libertà, il calore della gente, la reputazione.
Margot non può stare a guardare. Per affetto, per un senso di giustizia che le impedisce di assistere indifferente a un torto e anche per non farsi ingoiare dal vuoto che ha allagato la sua vita, Margot si trasforma in àncora di salvataggio della sua anziana amica e si improvvisa detective per capire chi ha interesse a rovinare la vita di Caterina. Rischia molto, Margot, rischia del suo: ma - vantaggi emotivi della precarietà! - sa che rischiare a volte è il solo modo per vincere.
Con straordinaria ironia e delicatezza, Barbara Fiorio scrive la storia di un'amicizia capace di annullare il tempo e ci accompagna in un mondo - quello delle ricevitorie e di chi affida ai numeri i propri sogni - fatto di contraddizioni, speranze e desideri che sono quelli di tutti noi. La sua protagonista è capace di sorridere di sé e degli altri ma anche di prendere la vita ostinatamente sul serio, quando è necessario: sarebbe davvero bello, ogni mattina, trovare sul giornale i pezzi di Margot a darci il buongiorno...
L'autrice:
Barbara Fiorio, nata a Genova nel 1968, formazione classica, studi universitari in graphic design, un master in marketing communication, ha lavorato per oltre un decennio nella promozione teatrale ed è stata la portavoce del presidente della Provincia di Genova.
Tante passioni e due, in particolare, la accompagnano fin da quando era una bambina: leggere e scrivere. Ha pubblicato il saggio ironico sulle fiabe classiche C'era una svolta (Eumeswil 2009) e il romanzo Chanel non fa scarpette di cristallo (Castelvecchi 2011).
Sito dell'autrice: http://www.barbarafiorio.com/
Sito dell'autrice: http://www.barbarafiorio.com/
Recensione:
Ero in attesa dell'uscita di questo romanzo da fin troppo tempo.
Controllavo costantemente la pagina dell'agente letterario di Barbara per verificare se ci fossero novità, se ci fosse una data, un titolo o un editore. Sapevo che prima o poi il secondo (per me, terzo per l'autrice) romanzo di Barbara sarebbe giunto tra le mie mani, ma non mi bastava: avevo bisogno di una certezza, di un giorno di un mese di un anno. E invece mi era toccato accontentarmi solo di un titolo (che poi è stato cambiato) e di una trama, elementi che ancor di più intensificavano la mia curiosità. Quando finalmente Buona fortuna è giunto tra le mie mani, alternavo felicità e preoccupazione. Ero un poco in ansia. Il romanzo precedente, Chanel non fa scarpette di cristallo, è stato uno dei romanzi più belli che abbia letto negli ultimi anni: il desiderio che Buona fortuna fosse alla sua altezza faceva a botte col timore (immotivato) di andare incontro a una delusione.
Se l'autrice fosse cambiata? Se fosse diventata più realistica e disamorata? Se avesse perso il tocco magico?
E se invece fossi cambiata io come lettrice? Se non mi bastasse più quel che mi aveva convinto anni fa?
Dura la vita di una lettrice! (e di un'autrice che deve lasciare il suo romanzo in balia ad assurdi esistenzialismi del genere...).
Ecco perché non ho immediatamente letto il romanzo. L'ho messo in attesa, lì accanto a me, aspettando che arrivasse il momento giusto. E quando finalmente è arrivato, ho affrontato la lettura delle prime pagine dicendomi: "ecco, lo sapevo, è diversa. Ecco qui, non è come speravo. Uff, mi sa che stavolta non mi piace." Ero così concentrata sui miei timori che quasi non mi sono accorta che, arrivata semplicemente alla quarta pagina, già ero parte del libro.
C'è Diesel che esce dalla gabbietta e abbraccia la dottoressa e... come si fa a resistere a un gatto abbraccione? Diesel è stato l'artefice della magia: dal suo ingresso in scena con abbraccio ho ritrovato la Barbara di Chanel, ho detto addio ai miei pregiudizi e timori, ho dato il benvenuto alle mie emozioni di lettrice. Pronta per farmi trasportare per le vie di Genova, per farmi abbracciare da un gatto ammalato, per farmi sottovalutare da una caporedattrice tanto assurda quanto esilarante e farmi tradire bellamente da un ragazzo che risponde al nome di Tormento. E pronta prontissima per l'incontro con Caterina, l'anziana donna della ricevitoria che cambierà la vita di Margot, o forse anche la mia, che un po' Margot lo sono anche io. Seguiamo la protagonista nella sua quotidianità, una quotidianità che vista da fuori può suonare divertente e spassosa, vissuta da dentro potrebbe risultare esasperante e deprimente. Ma Margot non è né esasperata né depressa. Rassegnata, ogni tanto. Ironica, fortunatamente molto. Il suo personaggio vive la situazione disperata del lavoro sottopagato e sottovalutato senza farcene sentire il peso oppressivo. L'ironia gioca un ruolo fondamentale nel romanzo, assieme ad un pizzico di magia che si presenta sotto le spoglie di strane coincidenze.
Le pagine scorrono e i nostri occhi si spalancano, le bocche assumono la forma della oh dello stupore, per poi dare spazio a continui sorrisi e risate che escono dal cuore. A cui fanno seguito imbarazzanti lacrime che cercano di non farsi notare.
Buona fortuna si presenta in uno stato di calma apparente. Una narrazione tranquilla, sempre precisa e impeccabile, in cui sono abilmente inserite situazioni che travolgono il lettore e lo emozionano inaspettatamente. Buona fortuna è un piccolo terremoto che inizia a scuoterci con piccole scosse, indizi dell'ondata che sarà poi. Un gatto che non sta bene, un fidanzato che sembra non dire tutta la verità, una vecchietta che finisce in ospedale e, ciliegina sulla torta, un lavoro che richiede impegni assurdi. Le pagine volano e tutto cambia: gatto, fidanzato, vecchietta, lavoro. Niente tornerà più al suo posto: se tutto cambia, anche Margot deve cambiare. Accettare le sconfitte, apprezzare le vittorie, affrontare le nuove sfide. Col sostegno di noi lettori, che non possiamo che tifare per lei, sostenerla nelle sue scelte, sentirci pare della sua vita.
Vorrei inventare un nuovo aggettivo per definire questo romanzo, perché dire che è bellissimo mi fa sentire una bambina delle elementari mentre scrive il suo temino. Ma mi piace poterlo definire con questo aggettivo, così semplice e inequivocabile: Buona Fortuna è bellissimo.
Fortunati saranno i lettori che lo leggeranno!
C'è Diesel che esce dalla gabbietta e abbraccia la dottoressa e... come si fa a resistere a un gatto abbraccione? Diesel è stato l'artefice della magia: dal suo ingresso in scena con abbraccio ho ritrovato la Barbara di Chanel, ho detto addio ai miei pregiudizi e timori, ho dato il benvenuto alle mie emozioni di lettrice. Pronta per farmi trasportare per le vie di Genova, per farmi abbracciare da un gatto ammalato, per farmi sottovalutare da una caporedattrice tanto assurda quanto esilarante e farmi tradire bellamente da un ragazzo che risponde al nome di Tormento. E pronta prontissima per l'incontro con Caterina, l'anziana donna della ricevitoria che cambierà la vita di Margot, o forse anche la mia, che un po' Margot lo sono anche io. Seguiamo la protagonista nella sua quotidianità, una quotidianità che vista da fuori può suonare divertente e spassosa, vissuta da dentro potrebbe risultare esasperante e deprimente. Ma Margot non è né esasperata né depressa. Rassegnata, ogni tanto. Ironica, fortunatamente molto. Il suo personaggio vive la situazione disperata del lavoro sottopagato e sottovalutato senza farcene sentire il peso oppressivo. L'ironia gioca un ruolo fondamentale nel romanzo, assieme ad un pizzico di magia che si presenta sotto le spoglie di strane coincidenze.
Le pagine scorrono e i nostri occhi si spalancano, le bocche assumono la forma della oh dello stupore, per poi dare spazio a continui sorrisi e risate che escono dal cuore. A cui fanno seguito imbarazzanti lacrime che cercano di non farsi notare.
Buona fortuna si presenta in uno stato di calma apparente. Una narrazione tranquilla, sempre precisa e impeccabile, in cui sono abilmente inserite situazioni che travolgono il lettore e lo emozionano inaspettatamente. Buona fortuna è un piccolo terremoto che inizia a scuoterci con piccole scosse, indizi dell'ondata che sarà poi. Un gatto che non sta bene, un fidanzato che sembra non dire tutta la verità, una vecchietta che finisce in ospedale e, ciliegina sulla torta, un lavoro che richiede impegni assurdi. Le pagine volano e tutto cambia: gatto, fidanzato, vecchietta, lavoro. Niente tornerà più al suo posto: se tutto cambia, anche Margot deve cambiare. Accettare le sconfitte, apprezzare le vittorie, affrontare le nuove sfide. Col sostegno di noi lettori, che non possiamo che tifare per lei, sostenerla nelle sue scelte, sentirci pare della sua vita.
Vorrei inventare un nuovo aggettivo per definire questo romanzo, perché dire che è bellissimo mi fa sentire una bambina delle elementari mentre scrive il suo temino. Ma mi piace poterlo definire con questo aggettivo, così semplice e inequivocabile: Buona Fortuna è bellissimo.
Fortunati saranno i lettori che lo leggeranno!
Titolo: Buona Fortuna
Autore: Barbara Fiorio
Editore: Mondadori
Pagine: 204
Isbn: 9788804625384
Prezzo: €14,90
Valutazione: 4,5 stelline
Valutazione: 4,5 stelline
Data di pubblicazione: 5 Febbraio 2013
Recensione entusiastica e ben 4.5 stelline assegnate da te che di solito ne dai 3, 3.5 quando sei magnanima. Direi che è proprio da leggere! :D
RispondiEliminaSì, praticamente a 5 stelline non ci arrivo mai, solo per i classici forse!
Eliminama questo romanzo merita davvero :)
Che voglia di leggerlo! Adoro le tue recensioni :)
RispondiEliminaGrazie!!!!^_^
EliminaUna recensione davvero meravigliosa. Lo attendevo anch'io, ma quasi quasi me lo compro. Fatto sta che devo leggerlo! :)
RispondiEliminaGrazie, Mik! Non puoi non leggere questo romanzo, DEVI assolutamente!
Eliminasono stata alla presentazione del libro a MI ed è piaciuto tanto anche a me!!
RispondiEliminasandra
http://ilibridisandra.wordpress.com