sabato 9 marzo 2013

Recensione: Meno di zero di Bret Easton Ellis



Trama:
«Cos'è giusto? Se si vuole una cosa è giusto prendersela. Se si vuole fare una cosa è giusto farla». Sesso facile, cocaina, feste sempre piú trasgressive, auto di lusso, rock a tutto volume: a Los Angeles i giovanissimi che frequentano l'ambiente patinato degli studios cinematografici hanno tutto e non desiderano piú niente. In un mondo illuminato dai bagliori spettrali dei videoclip e svuotato di ogni sentimento, Clay, Blair, Daniel e Julian, biondi e abbronzati, esplorano le pieghe infernali del «paradiso» californiano in un crescendo di moralità e devastazione interiore che presto sconfina nell'orrore. Meno di zero è il ritratto disincantato dell'ultima «generazione perduta», il romanzo che ha catapultato Ellis sulla scena letteraria americana, diventando il libro culto della Mtv generation.

L'autore:
Bret Easton Ellis è nato nel 1964 a Los Angeles. Vive tra Los Angeles e New York. È autore di sei romanzi, Meno di zero, Le regole dell'attrazione, American Psycho, Glamorama, Lunar Park e Imperial Bedrooms, tutti pubblicati da Einaudi, e di una raccolta di racconti, Acqua dal sole.
Pagina Facebook dell'autore: https://www.facebook.com/BretEastonEllis

Recensione:
Per ogni libro che leggo mi diventa sempre più complicato scrivere quel che penso al riguardo. Come se avessi usato troppe parole, le avessi ormai finite e non me ne restassero più di nuove.
Questo romanzo mi ha lasciata così: un po' muta, un po' impreparata.
Un romanzo consigliatomi da un fratello entusiasta dello stile dello scrittore, un fratello che mi aveva invogliato a leggerlo citandomi le prime pagine, riassumendomene il senso, sottolineandomene il ritmo. Son bastate poche parole per convincermi che la lettura era d'obbligo. Il fatto che lui avesse lì il libro da prestarmi a portata di mano, che questo non fosse voluminoso ma il contrario, e che quindi ogni ostacolo tra me e la prima pagina non avesse ragione d'esistere... bé tutto ciò ha aiutato a farmi immergere nelle pagine di Easton Ellis a una velocità che non avrei creduto.
Ed ecco l'impatto con l'inizio. Bé, l'inizio è davvero meritevole. Mio fratello me l'aveva detto, (e io gli avevo creduto) ma ritrovarmelo lì - come una promessa mantenuta - è stata davvero una bella esperienza. 
Un ritmo incalzante, frasi che si rincorrono l'una dopo l'altra a velocità costante, che sembrano ripetere le stesse note per poi arrestarsi e ricominciare daccapo. 
Ancora e ancora. 
Tutto per dirci che "la gente ha paura di buttarsi nel traffico delle autostrade a Los Angeles". Per poi arrivare a capire, quando le frasi hanno smesso di inseguirsi, che la gente ha paura di buttarsi
Punto.
Ringrazio quel gran lettore di mio fratello per avermi fatto soffermare su queste frasi: forse è lì il senso di un intero romanzo che non è riuscito a scalfire del tutto la mia indifferenza, non ha saputo aprirsi un varco nella mia mente. 
Meno di zero può essere considerato un capolavoro e allo stesso tempo un romanzo indegno di tanta attenzione. 
Un capolavoro dal punto di vista stilistico: lo scrittore sa usare parole e frasi, sa giocarci, sa mescolarle, sa costruire castelli con una tastiera e un foglio bianco. Questo è solo il primo romanzo di Bret Easton Ellis ma già siamo di fronte a un autore navigato, maturo, intelligente.
Un capolavoro può esserlo anche nei contenuti, per la capacità che ha avuto l'autore di descrivere una generazione vuota, disinteressata, viziata. Per aver raccontato quel vuoto fatto di droga, alcol e feste. Per aver saputo riempire pagine con vite inconsistenti, trascinate, spente. E non stiamo parlando di adulti disillusi, di persone mature che ne hanno già viste troppe per dirsi felici. No. Protagonisti sono adolescenti. Annoiati, indifferenti, non interessati. Adolescenti la cui vita scivola su di loro senza che essi facciano nulla per afferrarla. Ragazzi per i quali la parola amore non esiste, il sesso va bene con chiunque sia, la droga serve per poter provare qualche sensazione, l'alcol per poter osservare la vita da fuori, senza dover scegliere, decidere, prendere posizione. Ogni tanto nelle loro giornate fanno capolino il cinema e Mtv. Due possibilità di distrarsi estraniandosi. Al cinema per assistere passivamente allo scorrere della vita in quel che è un mondo inventato, finto, inesistente. La musica, o meglio i video musicali, da osservare imbambolati in maniera fin troppo passiva.
Meno di zero trasmette un senso di angoscia che noi lettori non vogliamo provare. Ci parla di un vuoto che per noi è sempre stato riempito dagli affetti, dagli obiettivi, dal senso che cerchiamo di dare ogni giorno alla nostra vita. Ci racconta di una generazione di ragazzi che non vogliamo incontrare, conoscere o riconoscere, che ci sembra fin troppo portata agli estremi e esasperata.
Da questo punto di vista il romanzo è un capolavoro. Non si può restare indifferenti alla lettura: provoca forti reazioni nei lettori.
Da un punto di vista emozionale e del coinvolgimento invece manca qualcosa, manca tutto. Osserviamo quei ragazzi e non proviamo empatia. Leggiamo dello scorrere delle loro giornate sballate ma sempre uguali e a un certo punto ci stanchiamo, non le reggiamo più. Se dovessi cercare di riassumervi la trama, troverei grandi difficoltà: è un romanzo che parla per immagini che si ripetono, si sovrappongono, si mescolano. Una storia fatta di episodi in cui gli attori in scena spesso cambiano, ma le azioni no. Queste si ripetono in maniera quasi ossessiva e noi vorremmo dire: basta! Basta, Bret. Abbiamo capito cosa vuoi dirci già qualche decina di pagine fa, non ce la facciamo più a sentirtelo ripetere ancora. Abbiamo la tentazione di mollare la lettura, perché sentiamo che non potrà darci nulla di più.
L'autore il suo obiettivo l'ha raggiunto: ci ha mostrato la sua bravura stilistica, ci ha mostrato la sua capacità di descrivere una generazione pericolosa perché indifferente alla vita, ed è riuscito a mostrarsi convincente su entrambi i fronti. Bret Easton Ellis ci ha fatto capire cosa accade quando la gente ha paura di buttarsi: non vive più in prima persona ma non fa altro che assistere passivamente allo scorrere della vita altrui. 
Non abbiamo più bisogno di nulla, se non di allontanarci da quelle pagine così negative.
Eppure ce ne allontaniamo con la convinzione di aver assistito a uno spettacolo degno di nota, a un virtuosismo che capita fin troppo raramente nei libri che leggiamo. Un'esperienza da provare. 

Titolo: Meno di zero
Titolo originale: Less Than Zero
Autore: Bret Easton Ellis
Traduttore: Marisa Caramella
Editore: Einaudi
Pagine: 186
Isbn: 9788806184445
Prezzo: €10,00
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 2006

9 commenti:

  1. mmmmmm....
    non è il mio genere ma apprezzo molto gli autori che sanno scrivere. Magari, in futuro...

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    1. In realtà non lo ritengo manco il mio di genere, ma penso ci siano degli autori che vadano comunque letti, e di Ellis almeno un romanzo dovevo provarlo :)

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  2. La descrizione di Ellis è sicuramente calzante con lo spirito di questa epoca. Gli adolescenti di oggi sono proprio così o quanto meno si identificano in questo tipo di modelli. L'ho visto con i mei occhi e l'ho visto su internet. Mi chiedo se all'epoca in cui Ellis ha scritto questo romanzo esistesse già la serie tv "Skins" trasmessa propio da Mtv, perchè i protagonisti di questa serie fanno solo tre cose: bevono, si drogano, fanno sesso. Non ho letto il libro, ma me lo hai fatto immaginare bene.:)

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    1. L'autore ha pubblicato il romanzo ben vent'anni prima della serie Skin (che non seguo, ma mi è capitato di vedere qualche episodio). Meno di zero parla degli anni '80 in America, Skins degli anni 2000 in Inghilterra. A quanto pare passano gli anni ma gli adolescenti non cambiano.
      Anche se devo dire che conosco tantissimi adolescenti e fortunatamente sono vivi, hanno obiettivi, sogni, voglia di fare. Niente a che vedere col vuoto descritto nel romanzo.

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  3. Ellis è un autore che leggerò sicuramente, prima o poi; quando sarà il momento giusto per me. Ora come ora, ho bisogno di un po' di positività xD

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    1. In effetti per questi autori ci vuole davvero il momento giusto, e neanche quello a volte è abbastanza. Mi sembra sempre di riuscire ad ammirarli da lontano: riconosco la bravura, li leggo ma non faranno mai per me.

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    2. Capisco quello che hai scritto e concordo! D'altronde, credo che sia inevitabile, no? Se io adoro un determinato tipo di scrittura/genere di libri, è improbabile che riesca ad appassionarmi allo stesso modo a una tipologia totalmente diversa, pur apprezzandone la qualità :)

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    3. In effetti io non saprei dire qual è il mio genere di libro, quello in cui mi riconosco maggiormente. Però so che quando sono ben scritti e raccontano una storia interessante, allora sono perfetti. Questo è ben scritto ma manca l'interesse della storia

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  4. Sto per finire questo libro e mi sono a cercarne una recensione o dei commenti e questa direi che rispecchia al 100% la mia lettura di Meno di zero

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