martedì 6 novembre 2012

Recensione (in anteprima): La pedina scambiata di Georgette Heyer

These Old Shades


Trama:
In una notte della Parigi pre-rivoluzionaria, il duca di Avon s’imbatte casualmente in un ragazzino in fuga dalle botte del fratello. Léon, così si chiama il fuggitivo, ha capelli incredibilmente rossi e occhi violetti e questi tratti richiamano al duca quelli di uno dei suoi più vecchi nemici, il conte de Saint-Vire. È subito chiaro che la decisione del duca, non a caso soprannominato Satana, di “comprare” il ragazzo per farne il suo paggio non è frutto di tenera compassione. Ma gli sviluppi della storia non sono altrettanto chiari, e ben presto si resta affascinati dalla sottile intelligenza di Avon, dall’impetuosità e coraggio di Léon, dagli intrighi e misteri che a poco a poco vengono alla luce. Fuori commercio da anni, La pedina scambiata è davvero un classico della classicissima Georgette Heyer.

L'autrice:
Georgette Heyer (1902-1974) cominciò giovanissima a raccontare storie ispirate alla Primula rossa della baronessa Orczy per intrattenere il fratello malato. Spinta dal padre, Georgette mise questi racconti in forma scritta e nel 1921, a soli diciannove anni, pubblicò il suo primo romanzo, La falena nera. A partire da lì e fino al 1973 Georgette Heyer scrisse senza interruzione un best-seller dopo l’altro. Il suo costante successo nell’arco di cinquant’anni la conferma come un fenomeno letterario unico nella letteratura inglese del XX secolo, più volte assimilata a Jane Austen o a Charles Dickens per la precisione maniacale nella ricostruzione di ambienti, atmosfere e gergo del XIX secolo inglese, e ammirata da scrittori del calibro di A.S. Byatt e Margaret Drabble, Anthony Burgess e India Knight. Relegata a lungo con un condiscendente disprezzo nel settore rosa, Georgette Heyer si rivela ad anni di distanza un’autrice intelligente, capace di costruire trame suggestive, personaggi credibili e incantevoli, e di assicurare ai propri lettori quella “letteratura d’evasione che offre la possibilità di fuggire dalle tensioni della propria vita soddisfacendo un desiderio universale, che risale all’infanzia, di essere qualcun altro e vivere in qualche altra epoca per qualche ora” (A.S. Byatt).

Recensione:
E' la seconda volta nella mia intensa vita di lettrice che mi capita tra le mani un romanzo di Georgette Heyer. Non mi stupisco che non mi sia accostata a questa autrice in passato, ingannata dalle "dicerie" su di lei, dato che era tacciata di essere autrice di harmony, di scrivere romanzetti rosa. Il mio lato snob mi aveva obbligata a tenermene lontana. Lo snobismo però viene meno se l'autrice in questione viene riportata alla luce da una delle mie case editrici italiane preferite. Bando ai pregiudizi, il primo romanzo della Heyer da me letto mi ha immediatamente convinta. Se per romanzetti rosa o harmony si intendono i romanzi alla Heyer, allora che ben vengano: leggerli è un'esperienza tra la delizia e lo spasso. Lo è stato l'uragano Sophy, lo è l'ambiguo Léon e il suo adorato Monseigneur, dai più ritenuto Satana in persona.
Non serve a molto dilungarsi sulla trama, sia perché la trovate immediatamente qui sopra, sia perché non voglio privare chi desidererà leggerlo del gusto che si prova a scoprire l'evoluzione del romanzo, sia perché il punto forte della storia non è nella trama. Questa è sì interessante e coinvolgente, ma per noi lettori del 2012 potrebbe parere ovviamente banale e prevedibile: è difficile stupirci, difficile tenerci all'oscuro e nasconderci qualche mistero. L'hanno già fatto in passato e la nostra immaginazione, o forse il nostro intuito, è fin troppo abituato ad andare oltre per dedicarsi a svariate congetture senza restare nei confini che l'autore ci pone. E la maggior parte delle volte facciamo centro. Perciò, mentre leggiamo, non stiamo lì a chiederci chi è davvero Léon: ma sì, l'abbiamo capito e non ci vuol tanto, non stiamo a domandarci cosa guida il duca dal comportarsi in quel modo, non facciamoci deludere dall'aver intuito il finale della storia. Questo è un romanzo da godersi per ogni personaggio che appare in scena, per i dialoghi brillanti conditi da un costante sarcasmo, per le ambientazioni accurate di una Parigi (e ancor più di una Versailles) settecentesca. Una lettura che solletica i nostri sensi, che ci intrattiene in maniera raffinata ed elegante, che ci regala pagine originali pur nella loro prevedibilità e personaggi che non andranno via facilmente dalla nostra memoria. Così come la grande Sophy è ancora presente (e non penso verrà facilmente cancellata) nel database del mio cervello, anche il magnifico duca di Avon ha trovato il suo bel posticino accanto alla sua collega: sono lì, nei miei pensieri, a scambiarsi battutine sagaci e sarcastiche su ogni mia lettura. 
Credo che la Heyer sia stata fraintesa e fin troppo bistrattata in passato. Non c'è che da ringraziare per la seconda possibilità che viene data a lei di riscattarsi attraverso queste ripubblicazioni e ai lettori di ricredersi e dandole una nuova occasione per dimostrare quanto sia in gamba e quanto meriti di essere conosciuta dal grande pubblico. 

Titolo: La pedina scambiata
(The Alistair Trilogy #1)
Titolo originale: These Old Shades
Autore: Georgette Heyer
Traduttore: Anna Luisa Zazo
Editore: Astoria
Pagine: 368
Isbn: 9788896919460
Prezzo: €17,50
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 7 Novembre 2012

27 commenti:

  1. Mi fa piacere che ti sia piaciuto anche a te ^^ anche io la penso uguale ha una scrittura fantastica, sopratutto il modo di svolgere la trama ^^

    RispondiElimina
  2. Intanto grazie per la recensione, è da un po' di tempo che mi chiedo come diamine fai a divorare tutti questi libri. Io mi definisco un discreto lettore, ma in confronto a te mi sa che sono abbastanza stitico. Comunque, credo che metterò il libro in lista per essere letto, mi va proprio di leggere qualcosa ambientata nel settecento, ma soprattutto vedere un po' lo sfarzo della nobiltà francese.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, Vito, me lo chiedo anch'io. Mi aiuta tantissimo la mia disoccupazione cronica e la mancanza di figli: non ho granché da fare, quindi, oltre alla ordinaria amministrazione della casa. E poi mi aiuta essere in compagnia di altre tre donzelle che hanno i miei stessi ritmi e con cui da secoli mandiamo avanti una sfida che consiste nel leggere un tot di libri al mese e aumentare di un'unità ogni mese. A novembre ce ne toccano 20 (http://www.anobii.com/forum_thread?topicId=3208890#new_thread)
      Insomma non sono la sola!

      Elimina
  3. Anche a me è capitato di scoprire libri davvero piacevoli mettendo da parte i pregiudizi! Certo, è capitato anche di prendere delle fregature, ma sono i rischi del mestiere :)
    Tornando alla Heyer... di lei ho sempre sentito parlare bene, più o meno negli stessi toni che hai usato tu nella recensione; mi incuriosisce da sempre il suo "Il Dandy della Reggenza"!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece in vari gruppi su anobii, secoli fa, c'era gente che la snobbava, che la considerava un'autrice di serie b e via dicendo... al punto che per anni ho pensato fosse davvero un'autrice di harmony e basta, senza documentarmi perché in realtà non m'interessava la cosa. Felice di essermi ricreduta.

      Sai che ho letto in qualche dove, ma poi non sono più stata capace di ritrovarlo, che Il Dandy della reggenza (che tutti mi consigliano... ma ho quasi deciso di leggerli tutti in edizione astoria, aspettando perciò i loro tempi di pubblicazione) dovrebbe essere il terzo volume di questa trilogia, composta comunque da volumi autoconclusivi, che inizia con La pedina scambiata, prosegue con Il figlio del diavolo e termina per l'appunto con Il dandy della reggenza. Ma cercherò conferma, magari su goodreads ;)

      Elimina
    2. Gentile lettrice, una precisazione: l'ultimo volume della trlogia è "an infamous army" (non so esattamente come è stato tradotto in italiano), il quale è a sua volta anche il seguito de "Il dandy della Reggenza". Buona lettura!

      Elimina
    3. La ringrazio, Signor Anonimo!
      in effetti non ho più controllato l'esattezza della notizia che avevo fornito, ma sapevo che poteva non essere del tutto giusta.
      Grazie ancora per la precisazione :)

      Elimina
  4. Vedo che questa CE ti da tante soddisfazioni! Prima o poi dovrò legger qualcosa pubblicato da loro perchè penso possa piacermi da come ne parli. Questa autrice me la segno ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma tante!
      provaci, Fede, li trovi anche sul nostro amico Libraccio ;)
      (e ti suggerisco di partire dalla Heyer!)

      Elimina
    2. No no, per un po' non ordino nulla su Libraccio.it
      MA ho visto che c'era un libro della Heyer su bookmooch e l'ho subito richiesto. Forse non è uno dei più riusciti, ma magari capirò se è il mio genere. Si chiama "Matrimonio alla moda" ^_^

      Elimina
    3. Guarda, tutto ciò che so è che quando la Heyer è stata pubblicata dalla Sperling (praticamente tutti i volumi che si trovano in giro) non erano versioni integrali ma riduzioni dei romanzi, da cui veniva tolto una bella fetta di descrizioni dell'ambientazione per renderlo più accessibile alla lettura (insomma per adattarlo a una sorta di Harmony del secolo scorso).
      Perciò non so se la lettura in quelle versioni ne può risentire... se te lo procurerai presto e lo leggerai mi farai sapere ;)

      Elimina
    4. Ma dimmi te, non sapevo che erano riduzioni! La Sperling non mi piace di per se e se mi dici pure questa cosa me la svaluti ancora di più. E come si fa a sapere se ne mancano dei pezzi, sono obbligati a scriverlo da qualche parte?
      Che fregatura... Pazienza, ci provo comunque.

      Elimina
    5. Guarda, se ti leggi questo articolo, c'è scritto alla fine:
      http://www.astoriaedizioni.it/img/2012-05-30_lastampa.pdf
      però l'articolo riguarda Sophy la grande.
      Mentre La pedina scambiata è tradotta da Anna Luisa Zazo, praticamente la stessa traduttrice delle vecchie edizioni Sperling, perciò a questo punto non so se ci sia stato qualche cambiamento...

      Elimina
    6. Sì, ho visto che su ibs.it c'è proprio scritto "Sophy la grande. Ediz. integrale" nel titolo del libro. Ma dato che non hanno ancora riproposto il libro che leggerò io non si può ancora sapere che trattamento gli è stato riservato... si vedrà.
      p.s. voglio comprarmi un e-reader e un giorno che avrai tempo dovrai spiegarmi un po' come funziona con i vari formati e-book e compatibilità che non si sto capendo nulla ^_^
      Ciao ;)

      Elimina
  5. Ciao, qui c'è un premio per te:
    http://il-flauto-di-pan.blogspot.it/2012/11/premio-unia-7-domande-per-7-blog.html

    RispondiElimina
  6. Ciao, ho voluto assegnarti un premio...passa da me qui:http://giardinodellerose.blogspot.it/2012/11/premio-unia-7-domande-per-7-blog.html

    RispondiElimina
  7. Ciao, mi hai incuriosito con questa recensione, mi sa che la proporrò nel club del libro che frequento :) Grazie!
    Mrs Fog

    RispondiElimina
  8. Anch'io ero diffidente nei confronti di Georgette Heyer, avendola creduta un'autrice rosa (il genere che detesto sopra ogni altro). Poi però, quando mi sono decisa a provarla, l'ho trovata grandiosa: brillante e divertentissima in quasi tutti i suoi romanzi, dove le storie sentimentali ci sono, ma vengono circondate e accompagnate da tante altre cose ben più interessanti. E lo sfondo storico, molto accurato eppure fantasioso.
    In breve, i romanzi della benemerita Georgette li ho letti quasi tutti (compresi un paio di gialli, nello stile alla Agatha Christie): i miei preferiti in assoluto sono "La grande Sophie" e "Venetia", uno più bello e spassoso dell'altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ne ho letti solo due, La pedina scambiata e Sophy la grande e mi sono piaciuti entrambi (spero che tu abbia letto Sophy nella versione Astoria, perché pare sia l'unica versione integrale del romanzo, mentre le altre in giro son ridotte). Ne ho comprati però altri tre e li leggerò al momento giusto... pian piano me li procurerò tutti!

      Elimina
  9. Purtroppo ho letto il romanzo nell'edizione Sperling perché all'epoca c'era solo quella, ma non è detto che non vada a cercare anche l'altra dato che "Sophy" mi è piaciuto così tanto.
    Fai bene a continuare la lettura, Georgette ne vale la pena. Se non ricordo male, "La pedina scambiata" ha un seguito (con il figlio dei protagonisti) ne "Il figlio del diavolo". Sono romanzi più avventurosi che brillanti, ma si lasciano leggere benone ugualmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì sì so che ci sono due seguiti, e da una parte sono tentata di aspettare che l'Astoria annunci la sua prossima pubblicazione, prima di procurarmi le copie sperling... Aspetterò un po'!

      Elimina
  10. Recensione molto bella, un libro che non conoscevo ma che adesso mi ispira tantissimo!! ;)
    Un saluto!
    PS: Ho messo il tuo banner sul mio blog ;D

    RispondiElimina
  11. Sapete se questa edizione ha delle parti in più rispetto alle edizioni precedenti della Mondadori?
    Ci terrei davvero a scoprirlo prima di ordinarlo. Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Penso di averti già risposto in anobii (se sei la stessa che ha posto la domanda). Purtroppo non so dirti, questa edizione non riporta indicazioni riguardo all'integralità del testo o alla differenza con l'edizione dell'epoca... Mi dispiace, forse potresti provare a chiedere direttamente sulla pagina fb della casa editrice. Se riesco a sapere qualcosa, ti informo ;)

      Elimina