Ancora tre romanzi per il post del giorno.
Ho deciso di raggrupparli perché hanno in comune l'essere stati scritti il secolo scorso, e l'essere stati pubblicati per la prima volta - o ripubblicati a distanza di anni - solo ora. Romanzi vintage, mi piace definirli, o rétro.
Storie che raccontano di un passato brillante e piacevole, la cui lettura indurrà in noi un senso di nostalgia.
Si tratta di tre romanzi scritti da donne con protagoniste, anche qui, tre donne.
La prima, la Dolly di Giornata ideale per un matrimonio, ci viene presentata come una ragazza fintamente indecisa. In realtà Dolly sa cosa vuole e, se dovrà sacrificare amore e sentimenti per il proprio benessere, non avrà troppi scrupoli a farlo.
La seconda, Miss Pettigrew, è una donna triste e solitaria, delusa dalla vita. Una donna che avrebbe desiderato amore e felicità ma che ormai si è arresa al suo destino. Nel romanzo la sua vita avrà un'inaspettata possibilità di riscatto e di gioia.
La terza, la Elizabeth di Uno chalet tutto per me, è una donna decisa e riflessiva, cui la guerra ha sottratto una buona dose di felicità ma sa quel che deve fare per iniziare a ricostruirla. Sicuramente la più saggia e più positiva delle tre.
Ci si ritrova ad allontanarsi da Dolly, a tifare per miss Pettigrew, e ad affiancarsi a Elizabeth perché sarebbe l'amica ideale. Tre ragazze che provocano nel lettore tre diversi atteggiamenti. Tre persone che hanno un importantissimo elemento in comune: sono tutte e tre credibilissime e ci risultano tutte e tre profondamente umane.
Vi auguro di scegliere una di loro o tutte per qualche ora di compagnia ;)
Ho deciso di raggrupparli perché hanno in comune l'essere stati scritti il secolo scorso, e l'essere stati pubblicati per la prima volta - o ripubblicati a distanza di anni - solo ora. Romanzi vintage, mi piace definirli, o rétro.
Storie che raccontano di un passato brillante e piacevole, la cui lettura indurrà in noi un senso di nostalgia.
Si tratta di tre romanzi scritti da donne con protagoniste, anche qui, tre donne.
La prima, la Dolly di Giornata ideale per un matrimonio, ci viene presentata come una ragazza fintamente indecisa. In realtà Dolly sa cosa vuole e, se dovrà sacrificare amore e sentimenti per il proprio benessere, non avrà troppi scrupoli a farlo.
La seconda, Miss Pettigrew, è una donna triste e solitaria, delusa dalla vita. Una donna che avrebbe desiderato amore e felicità ma che ormai si è arresa al suo destino. Nel romanzo la sua vita avrà un'inaspettata possibilità di riscatto e di gioia.
La terza, la Elizabeth di Uno chalet tutto per me, è una donna decisa e riflessiva, cui la guerra ha sottratto una buona dose di felicità ma sa quel che deve fare per iniziare a ricostruirla. Sicuramente la più saggia e più positiva delle tre.
Ci si ritrova ad allontanarsi da Dolly, a tifare per miss Pettigrew, e ad affiancarsi a Elizabeth perché sarebbe l'amica ideale. Tre ragazze che provocano nel lettore tre diversi atteggiamenti. Tre persone che hanno un importantissimo elemento in comune: sono tutte e tre credibilissime e ci risultano tutte e tre profondamente umane.
Vi auguro di scegliere una di loro o tutte per qualche ora di compagnia ;)
Giornata ideale, per un matrimonio
di Julia Strachey
Trama: Fa freddo, il giorno in cui Dolly deve sposare l’uomo sbagliato. Subito dopo la cerimonia la coppia si trasferirà in Sudamerica, e tutto cambierà. E se lei dicesse “no”? Mentre i preparativi travolgono la grande casa nella campagna inglese, la futura sposa annaspa tra dubbi e rimpianti. E se stesse per rovinarsi la vita? E se Joseph confessasse finalmente di amarla, impedendo le nozze? Pubblicato nel 1932 dalla prestigiosa Hogarth Press di Leonard e Virginia Woolf, il romanzo di Julia Strachey racconta con grazia arguta l’upper class inglese degli anni Trenta portando in scena una deliziosa commedia degli equivoci sulle occasioni mancate e le parole mai dette. Un drappello di eccentrici personaggi che avanzano con britannico fair play verso la catastrofe, sulle note di una improbabile marcia nuziale.
Julia Strachey (1901-1979), scrittrice e intellettuale inglese, nipote del famoso scrittore Lytton Strachey, era ben inserita nell’esclusivo circolo letterario e artistico di Bloomsbury, di cui facevano parte tra gli altri anche Virginia Woolf, D.H. Lawrence, Bertrand Russel ed E.M. Forster. Da questo romanzo – il suo primo pubblicato in Italia – è stato tratto il film con Felicity Jones ed Elizabeth McGovern.
Recensione:
Protagonista apparente di questo romanzo breve, forse più assimilabile a un racconto, è Dolly, nel giorno delle sue nozze. Nel giorno in cui tutto dovrebbe essere perfetto, il giorno che ogni donna vorrebbe ricordare come "il più bello della propria vita". Eppure questa atmosfera di gioia incontenibile non sembra aver luogo nella casa, né nell'animo della ragazza. Dolly non attribuisce grande importanza a queste nozze: il suo non è un matrimonio d'amore ma di convenienza, di sicurezza, a noi lettori appare quasi un matrimonio per noia. Dall'altra parte c'è poi Jospeh, che ama Dolly e che vorrebbe davvero averla tutta per sé, ma non è lui il futuro sposo, non sarà lui ad attenderla all'altare. L'intera giornata gira intorno a Joseph, che ai miei occhi è apparso come il personaggio principale della storia, e al suo coraggio di voler strappare Dolly dal gesto che sta per compiere. A far da sfondo a questa coppia infelice, una serie di personaggi che, col loro apparire in scena, danno voce, movimento e colore alla storia. Una madre i cui tentativi di tenere tutto sotto controllo si trasformano nella peggiore disorganizzazione; una sorella ingombrante, urlante, spara-giudizi; due fratellini che discutono su tutto e si rivelano fastidiosi per chi si trova ad incrociarli. Il padre? Non pare ci siano evidenti tracce.
La storia cerca di mantenere toni allegri e ironici, anche se nasconde una profonda amarezza.
Devo ammettere che non sono riuscita a entrarci dentro, non sono riuscita ad apprezzarla in maniera adeguata né a comprenderla. L'impressione che ne ho ricavato è stata frastornante: quasi fossi stata ospite a quelle nozze e non vedessi l'ora che queste avessero fine. Solitamente adoro i romanzi scritti nella prima metà del '900, ma questo non è riuscito ad affascinarmi come avrei voluto. Forse la sua brevità non mi ha dato il giusto tempo di apprezzarlo a pieno, forse la storia non mi è parsa di grande interesse e l'ironia di cui le pagine dovrebbero essere permeate non l'ho avvertita nella giusta maniera. O più semplicemente mi manca la giusta chiave di lettura. Chissà, forse un giorno la troverò e proverò nuovamente ad aprire le porte di questa storia.
Protagonista apparente di questo romanzo breve, forse più assimilabile a un racconto, è Dolly, nel giorno delle sue nozze. Nel giorno in cui tutto dovrebbe essere perfetto, il giorno che ogni donna vorrebbe ricordare come "il più bello della propria vita". Eppure questa atmosfera di gioia incontenibile non sembra aver luogo nella casa, né nell'animo della ragazza. Dolly non attribuisce grande importanza a queste nozze: il suo non è un matrimonio d'amore ma di convenienza, di sicurezza, a noi lettori appare quasi un matrimonio per noia. Dall'altra parte c'è poi Jospeh, che ama Dolly e che vorrebbe davvero averla tutta per sé, ma non è lui il futuro sposo, non sarà lui ad attenderla all'altare. L'intera giornata gira intorno a Joseph, che ai miei occhi è apparso come il personaggio principale della storia, e al suo coraggio di voler strappare Dolly dal gesto che sta per compiere. A far da sfondo a questa coppia infelice, una serie di personaggi che, col loro apparire in scena, danno voce, movimento e colore alla storia. Una madre i cui tentativi di tenere tutto sotto controllo si trasformano nella peggiore disorganizzazione; una sorella ingombrante, urlante, spara-giudizi; due fratellini che discutono su tutto e si rivelano fastidiosi per chi si trova ad incrociarli. Il padre? Non pare ci siano evidenti tracce.
La storia cerca di mantenere toni allegri e ironici, anche se nasconde una profonda amarezza.
Devo ammettere che non sono riuscita a entrarci dentro, non sono riuscita ad apprezzarla in maniera adeguata né a comprenderla. L'impressione che ne ho ricavato è stata frastornante: quasi fossi stata ospite a quelle nozze e non vedessi l'ora che queste avessero fine. Solitamente adoro i romanzi scritti nella prima metà del '900, ma questo non è riuscito ad affascinarmi come avrei voluto. Forse la sua brevità non mi ha dato il giusto tempo di apprezzarlo a pieno, forse la storia non mi è parsa di grande interesse e l'ironia di cui le pagine dovrebbero essere permeate non l'ho avvertita nella giusta maniera. O più semplicemente mi manca la giusta chiave di lettura. Chissà, forse un giorno la troverò e proverò nuovamente ad aprire le porte di questa storia.
Titolo: Giornata ideale, per un matrimonio
Tit. originale: Cheerful Weather for the Wedding
Autore: Julia Strachey
Traduttore: Chiara Gabutti
Editore: Bur
Pagine: 144
Isbn: 9788817058599
Prezzo: €11,00
Valutazione: 2,5 stelline
Data di pubblicazione: 31 Ottobre 2012
Un giorno di gloria per Miss Pettigrew
di Winifred Watson
Trama: È una fredda, grigia giornata di novembre degli anni Trenta a Londra e Miss Pettigrew, l’aria di una signora di mezza età e un’espressione timida negli occhi, è alla porta di un appartamento lussuoso al 5 di Onslow Mansions, uno dei quartieri più eleganti della capitale inglese. Stamani si è presentata come sempre al collocamento e l’impiegata, anziché recitarle la solita litania «nessuna richiesta di istitutrici, Miss Pettigrew», le ha dato l’indirizzo di Onslow Mansions e un nome: Miss LaFosse. Miss Pettigrew suona ripetutamente prima che la porta si spalanchi e appaia sulla soglia Miss LaFosse, una creatura così incantevole da richiamare subito alla mente le bellezze del cinematografo. In preda all’ansia, stringendo la borsetta fra le dita tremanti, Miss Pettigrew si sente stranamente elettrizzata. Gente di quel livello! Con quella vita… Quella sì che è un’esistenza vera, fatta di dramma e azione. Così comincia una delle più esilaranti commedie inglesi mai scritte.
Un «capolavoro di sofisticato umorismo», come ha scritto il Guardian, al centro oggi di una vera e propria riscoperta internazionale.
L'autrice:
Winifred Watson (1907-2002) è nata a Newcastle e ha lavorato come segretaria fino al suo matrimonio nel 1935. Un giorno di gloria per Miss Pettigrew uscì per la prima volta nel 1938 e fu subito un bestseller.
Recensione:
Un giorno di gloria per Miss Pettigrew fa assaporare al lettore la Londra degli anni '30. Ci si ritrova circondati da donne avvolte in abiti di seta e immancabili cappellini, uomini in gessato e papillon; ci si aggira in saloni di bellezza in cui sembra di respirare aria e cipria, per poter poi giungere preparati alle serate negli eleganti ma allegri night club. Atmosfera briosa e frizzante, tipica di quell'epoca di cui avverto la nostalgia pur senza averla mai vissuta, cui fa da contraltare la protagonista, la non più giovanissima Miss Pettigrew: donna di mezza età (a 40 anni!), scialba, povera, sola. Ginevra Pettigrew rappresenta l'altra faccia della città: la parte che non può permettersi aperitivi e serate nei night, la parte di mondo che non veste di seta, non brinda con champagne, non ha più un futuro da immaginare. L'incontro dei due mondi, per quanto possa accadere in maniera prevedibile, o poco credibile, per quanto possa procedere in modo banale, è descritto e raccontato per deliziare i lettori. Non avvicinatevi al romanzo della Watson per trovarvi un capolavoro di alta letteratura, per potervi abbandonare a profonde riflessioni: leggetelo se volete essere intrattenuti da una storia di altri tempi, se volete assaporare le glorie di un'epoca passata, se desiderate rallegrarvi con personaggi simpatici, bizzarri, adorabili. Leggetelo se avete bisogno di alleggerire il cuore, di non smettere di sorridere, di vivere un romantico lieto fine.
E se, come me, ne resterete incantati, allora sarà il caso di procurarvi anche il film, con la brava Frances McDormand nei panni di Ginevra, o meglio Guinevere, Pettigrew. Una chicca come il romanzo.
Un giorno di gloria per Miss Pettigrew fa assaporare al lettore la Londra degli anni '30. Ci si ritrova circondati da donne avvolte in abiti di seta e immancabili cappellini, uomini in gessato e papillon; ci si aggira in saloni di bellezza in cui sembra di respirare aria e cipria, per poter poi giungere preparati alle serate negli eleganti ma allegri night club. Atmosfera briosa e frizzante, tipica di quell'epoca di cui avverto la nostalgia pur senza averla mai vissuta, cui fa da contraltare la protagonista, la non più giovanissima Miss Pettigrew: donna di mezza età (a 40 anni!), scialba, povera, sola. Ginevra Pettigrew rappresenta l'altra faccia della città: la parte che non può permettersi aperitivi e serate nei night, la parte di mondo che non veste di seta, non brinda con champagne, non ha più un futuro da immaginare. L'incontro dei due mondi, per quanto possa accadere in maniera prevedibile, o poco credibile, per quanto possa procedere in modo banale, è descritto e raccontato per deliziare i lettori. Non avvicinatevi al romanzo della Watson per trovarvi un capolavoro di alta letteratura, per potervi abbandonare a profonde riflessioni: leggetelo se volete essere intrattenuti da una storia di altri tempi, se volete assaporare le glorie di un'epoca passata, se desiderate rallegrarvi con personaggi simpatici, bizzarri, adorabili. Leggetelo se avete bisogno di alleggerire il cuore, di non smettere di sorridere, di vivere un romantico lieto fine.
E se, come me, ne resterete incantati, allora sarà il caso di procurarvi anche il film, con la brava Frances McDormand nei panni di Ginevra, o meglio Guinevere, Pettigrew. Una chicca come il romanzo.
Titolo: Un giorno di gloria per Miss Pettrigrew
Tit. originale: Miss Pettigrew lives for a day
Autore: Winifred Watson
Traduttore: Isabella Zani
Editore: Beat Edizioni
Pagine: 208
Isbn: 9788865591161
Prezzo: €9,00
Valutazione: 3,5 stelline
Data di pubblicazione: 10 ottobre 2012
Uno chalet tutto per me
di Elizabeth von Arnim
Trama:
Estate 1919. Oppressa da una profonda tristezza causata dagli orrori della guerra, Elizabeth si rifugia nel suo chalet svizzero. Arriva sola, l’animo rabbuiato dalle pesanti perdite subite e consapevole della malvagità umana, nella casa tra i monti che fino a pochi anni prima riecheggiava della presenza e delle risate di numerosi amici. Vuole ritrovare la gioia di vivere, scuotersi dall’apatia, tornare ad amare la natura, ad apprezzare i fiori e i panorami incantevoli che la circondano. Non è un’impresa facile, ma lentamente comincia a riaccendersi in lei una sottile vena di energia.
Anche per il suo compleanno è sola. Concede ai domestici un giorno di libertà e si accinge a dedicarsi a qualche lavoro pesante che la costringa a non pensare, quando le arriva un regalo inatteso: due donne inglesi, reduci da un’escursione e in cerca di una pensione dove trascorrere la notte, giungono per caso allo chalet. Elizabeth le invita a pranzo, poi per il tè, quindi a rimanere con lei per alcune settimane. E dalla loro presenza nascerà la promessa di una nuova felicità.
Pieno di scene divertenti e intriso della solita lieve ma spietata ironia che contraddistingue lo stile di Elizabeth von Arnim, Uno chalet tutto per me, scritto in forma di diario, ci offre una serie di pensieri profondi sull’importanza del preservare la vita e sull’insensatezza della guerra.
L'autrice:
Elizabeth von Arnim (Mary Annette Beauchamp 1866-1941), nata a Sydney in Australia e cresciuta in Inghilterra, fu cugina di Katherine Mansfield e amica di E.M. Forster. In seguito al matrimonio con il conte H.A. von Arnim, figlio adottivo di Cosima Wagner, visse diciotto anni in Pomerania. Rimasta vedova, tornò in Inghilterra.
Fu l’amante di H.G. Wells, che nell’autobiografia la descrisse come «la donna più intelligente della sua epoca»; sposò poi Francis Russell, fratello di Bertrand. Visse tra Inghilterra, Svizzera, Francia e morì negli Stati Uniti. Tutti i suoi romanzi sono pubblicati da Bollati Boringhieri: Il giardino di Elizabeth (1989), I cani della mia vita (1991), Un incantevole aprile (1993), La memorabile vacanza del barone Otto (1995), Elizabeth a Rügen (1996), Amore (1998), Un’estate da sola (2000), Mr Skeffington (2002), La moglie del pastore (2003), Cristoforo e Colombo (2004), Lettere di una donna indipendente (2005), Vera (2006), Il padre (2007), Vi presento Sally (2008), La storia di Christine (2009), Colpa d’amore (2010), La fattoria dei gelsomini (2011) e Il circolo delle ingrate (2012).
Recensione:
Ho scoperto la von Arnim appena un paio di mesi fa (che ritardo imbarazzante) e all'attivo, a parte questo romanzo, ne ho solo un altro, Un incantevole aprile. Mi sento una lettrice in difetto, con un senso di vergogna per il mancato recupero delle letture perse. So che ci sono centinaia di scrittori cui vorrei accostarmi il prima possibile, ma la von Arnim per ora detiene il primo posto in classifica tra questi. Il suo stile è geniale ma mai pesante, cinico ma pur sempre ironico, realistico ma leggero. L'impressione che se ne ricava è di freschezza: mentre leggo i suoi romanzi mi ritrovo a ridere e a rilassarmi, a divertirmi e a riflettere, a fermarmi a pensare, a chiudere ogni tanto il libro per potermi soffermare su determinati punti. Uno chalet tutto per me è tutto questo. La protagonista decide di ritirarsi in uno chalet isolato dal resto del mondo per potersi riprendere dagli orrori della prima guerra mondiale e provare a rinascere grazie al contatto con la natura. Trascorre il suo tempo tra passeggiate, prati e riflessioni nel suo diario personale. A lungo andare la solitudine la stanca: Elizabeth non vuole davvero uno chalet tutto per sé (non facciamoci ingannare quindi dal titolo, in quanto quello originale è più semplicemente In the mountains) ma ha un tremendo bisogno di compagnia, di scambi di riflessioni, di chiacchiere e risate. Troverà la risposta ai suoi desideri in due donne che capitano di lì: due vedove che accettano di buon grado l'invito di Elizabeth a restare nello chalet e che in poco tempo diventeranno parte integrante di quel luogo. Dalle iniziali riflessioni solitarie ora la protagonista può finalmente condividere pensieri, bisogni e desideri. Presto si renderà conto che non è così semplice, quando ci si ritrova con persone che non vogliono sfuggire neanche un attimo agli schemi sociali, per dovere o per timore.
Leggere Uno chalet tutto per me è puro piacere: per la storia in sé, per ogni personaggio che appare, per le riflessioni contenute nel diario della protagonista, per lo stile, per la descrizione della natura. Nessun elemento interviene a disturbare la lettura o a renderla meno gradevole. Non posso sapere se sia migliore, peggiore o alla pari di tutti gli altri romanzi dell'autrice, ma posso consigliarvelo caldamente o semplicemente consigliarvi di accostarvi a uno qualsiasi dei suoi titoli, perché al di là di ogni trama, la von Arnim incanta con il suo stile.
Ho scoperto la von Arnim appena un paio di mesi fa (che ritardo imbarazzante) e all'attivo, a parte questo romanzo, ne ho solo un altro, Un incantevole aprile. Mi sento una lettrice in difetto, con un senso di vergogna per il mancato recupero delle letture perse. So che ci sono centinaia di scrittori cui vorrei accostarmi il prima possibile, ma la von Arnim per ora detiene il primo posto in classifica tra questi. Il suo stile è geniale ma mai pesante, cinico ma pur sempre ironico, realistico ma leggero. L'impressione che se ne ricava è di freschezza: mentre leggo i suoi romanzi mi ritrovo a ridere e a rilassarmi, a divertirmi e a riflettere, a fermarmi a pensare, a chiudere ogni tanto il libro per potermi soffermare su determinati punti. Uno chalet tutto per me è tutto questo. La protagonista decide di ritirarsi in uno chalet isolato dal resto del mondo per potersi riprendere dagli orrori della prima guerra mondiale e provare a rinascere grazie al contatto con la natura. Trascorre il suo tempo tra passeggiate, prati e riflessioni nel suo diario personale. A lungo andare la solitudine la stanca: Elizabeth non vuole davvero uno chalet tutto per sé (non facciamoci ingannare quindi dal titolo, in quanto quello originale è più semplicemente In the mountains) ma ha un tremendo bisogno di compagnia, di scambi di riflessioni, di chiacchiere e risate. Troverà la risposta ai suoi desideri in due donne che capitano di lì: due vedove che accettano di buon grado l'invito di Elizabeth a restare nello chalet e che in poco tempo diventeranno parte integrante di quel luogo. Dalle iniziali riflessioni solitarie ora la protagonista può finalmente condividere pensieri, bisogni e desideri. Presto si renderà conto che non è così semplice, quando ci si ritrova con persone che non vogliono sfuggire neanche un attimo agli schemi sociali, per dovere o per timore.
Leggere Uno chalet tutto per me è puro piacere: per la storia in sé, per ogni personaggio che appare, per le riflessioni contenute nel diario della protagonista, per lo stile, per la descrizione della natura. Nessun elemento interviene a disturbare la lettura o a renderla meno gradevole. Non posso sapere se sia migliore, peggiore o alla pari di tutti gli altri romanzi dell'autrice, ma posso consigliarvelo caldamente o semplicemente consigliarvi di accostarvi a uno qualsiasi dei suoi titoli, perché al di là di ogni trama, la von Arnim incanta con il suo stile.
Titolo: Uno chalet tutto per me
Tit. originale: In The Mountains
Autore: Elizabeth von Arnim
Traduttore: Simona Garavelli
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 206
Isbn: 9788833923130
Prezzo: €16,50
Valutazione: 3,5 stelline
Data di pubblicazione: 18 ottobre 2012
Uhm, gli ultimi due m'ispirano un sacco ò_ò Era un po' che cercavo pareri sulla von Armin *w*
RispondiEliminaAnche io cercavo pareri su di lei, poi alla fine ho fatto da me. Leggila!!!
EliminaDi Miss Pettigrew ho visto il film: delizioso! :)
RispondiEliminaAnch'io, un paio di giorni fa! :)
Eliminauuuh *-* messi in wishlist!
RispondiEliminaGli ultimi due li aggiungo alla wish list.
RispondiEliminaMannaggia a te....
mannaggia a tutte noi e ai nostri post!!! :D
EliminaBellissimi gli ultimi due, il primo non mi ispira tanto... :) ^^
RispondiEliminaFai bene a non farti ispirare: a me ispirava tantissimo, l'ho preso e... delusione!
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