Der Augen-Sammler
Trama:
Gli piace il gioco più antico del mondo: nascondersi. Lo fa con i vostri figli. Avete quarantacinque ore di tempo per ritrovarli. Ma la vostra ricerca durerà in eterno. Il nuovo agghiacciante psychothriller di Sebastian Fitzek.
Un pericoloso maniaco, detto il Collezionista di occhi, rapisce i bambini e li nasconde. Uccide la madre. Il padre ha quarantacinque ore a disposizione per scoprire il nascondiglio. Questo è il gioco. Quando l’ultimatum scade, la vittima muore. Ma l’orrore non finisce qui, perché al cadavere del bambino manca qualcosa: l’occhio sinistro. L’assassino però non vuole essere considerato un collezionista, ma un giocatore. E in questo gioco sinistro è intrappolato anche il reporter Alexander Zorbach, un ex poliziotto, narratore in prima persona, che man mano che la storia procede si rende conto che sta diventando sempre di più una pedina in un duello mortale. Il Collezionista di occhi finora non ha lasciato tracce. Ma improvvisamente compare una testimone misteriosa: Alina Gregoriev, una psicoterapeuta cieca, che sostiene di poter vedere nel passato dei suoi pazienti attraverso il semplice contatto fisico. E forse, ieri, ha avuto in terapia proprio il Collezionista di occhi… Con questo romanzo, Sebastian Fitzek, il più importante autore tedesco di psychothriller, dà vita alla sua seconda serie, senza voltare però completamente le spalle al passato: Il gioco degli occhi nasce proprio da Schegge, l’ultimo thriller della trilogia precedente. Si tratta di un passaggio lampo che prepara il lettore all’arrivo di questa grandiosa nuova invenzione in cui l’inizio è la fine di tutto.
L'autore:
Sebastian Fitzek è nato a Berlino nel 1971 ed è autore di numerosi thriller di grandissimo successo tradotti in tutto il mondo, tra cui Il ladro di anime, Il bambino, Schegge e La terapia, tutti usciti in Italia per Elliot Edizioni. Il suo sito internet italiano è www.sebastianfitzek.it.
Recensione:
La prima volta che si incontra Fitzek si corre il rischio di restarne stregati, addirittura drogati. Come se non si riuscisse più a farne a meno. Si avverte il bisogno di restare in quell'atmosfera thriller, di farsi trasportare dall'ansia e dall'orrore di ciò che potrebbe accadere, perché per qualche stranissima ragione quell'ansia ci piace e ci rende quelle pagine piacevoli e spaventose. Mi era accaduto con Schegge, e questa sensazione si è ripresentata con Il gioco degli occhi.
Un serial-killer che agisce in modo macabro (tratto probabilmente distintivo di ogni serial killer): rapisce le sue vittime, dei bambini, ne uccide la madre e concede 45 ore di tempo al padre per ritrovare i figli. Allo scadere del tempo, i bambini verranno uccisi e il loro occhio sinistro verrà asportato.
Una storia che non vorremmo ascoltare, non vogliamo che ci venga raccontata. Eppure restiamo lì, pagina dopo pagina, a viverla insieme a Zorbach, un ex-poliziotto ormai trasformatosi in giornalista, che si trova coinvolto in quel gioco dell'orrore, aiutato da una terapeuta cieca, Alina, l'unica che sembra aver avuto un contatto con lo psicopatico Collezionista di occhi.
Il romanzo è una vera e propria corsa contro il tempo, si arriva vero la fine con l'affanno, senza che le idee si schiariscano minimamente, senza comprendere perché stia accadendo ciò... si continua a correre sperando di arrivare per primi, sperando di sconfiggere la morte e di fermare quel gioco crudele, ingannandosi che una volta battuto sul tempo, quel gioco possa finire per sempre.
Non sarà così.
Un thriller che non finisce, che ci accompagna per le sue 376 pagine iniziando dall'ultima verso la prima, come se quella storia ci fosse raccontata al contrario. Ci viene detto il finale, sta a noi correre verso l'inizio. E quando arriviamo finalmente al prologo, col cuore in gola ma speranzosi di poterci fermare a tirare un profondissimo sospiro di sollievo, pensando di avercela fatta, ci accorgiamo con raccapriccio che in realtà non è l'inizio che ci aspettavamo e che la corsa non finisce lì, anzi. La corsa non è mai finita, bisogna ricominciare daccapo.
L'autore sa creare un'atmosfera mista di tensione e ansia, i suoi personaggi sono sempre ben caratterizzati e mai banalizzati. Nulla resta in superficie: si cala nel dettaglio approfondendo ogni aspetto.
Fitzek è un maestro.
La prima volta che si incontra Fitzek si corre il rischio di restarne stregati, addirittura drogati. Come se non si riuscisse più a farne a meno. Si avverte il bisogno di restare in quell'atmosfera thriller, di farsi trasportare dall'ansia e dall'orrore di ciò che potrebbe accadere, perché per qualche stranissima ragione quell'ansia ci piace e ci rende quelle pagine piacevoli e spaventose. Mi era accaduto con Schegge, e questa sensazione si è ripresentata con Il gioco degli occhi.
Un serial-killer che agisce in modo macabro (tratto probabilmente distintivo di ogni serial killer): rapisce le sue vittime, dei bambini, ne uccide la madre e concede 45 ore di tempo al padre per ritrovare i figli. Allo scadere del tempo, i bambini verranno uccisi e il loro occhio sinistro verrà asportato.
Una storia che non vorremmo ascoltare, non vogliamo che ci venga raccontata. Eppure restiamo lì, pagina dopo pagina, a viverla insieme a Zorbach, un ex-poliziotto ormai trasformatosi in giornalista, che si trova coinvolto in quel gioco dell'orrore, aiutato da una terapeuta cieca, Alina, l'unica che sembra aver avuto un contatto con lo psicopatico Collezionista di occhi.
Il romanzo è una vera e propria corsa contro il tempo, si arriva vero la fine con l'affanno, senza che le idee si schiariscano minimamente, senza comprendere perché stia accadendo ciò... si continua a correre sperando di arrivare per primi, sperando di sconfiggere la morte e di fermare quel gioco crudele, ingannandosi che una volta battuto sul tempo, quel gioco possa finire per sempre.
Non sarà così.
Un thriller che non finisce, che ci accompagna per le sue 376 pagine iniziando dall'ultima verso la prima, come se quella storia ci fosse raccontata al contrario. Ci viene detto il finale, sta a noi correre verso l'inizio. E quando arriviamo finalmente al prologo, col cuore in gola ma speranzosi di poterci fermare a tirare un profondissimo sospiro di sollievo, pensando di avercela fatta, ci accorgiamo con raccapriccio che in realtà non è l'inizio che ci aspettavamo e che la corsa non finisce lì, anzi. La corsa non è mai finita, bisogna ricominciare daccapo.
L'autore sa creare un'atmosfera mista di tensione e ansia, i suoi personaggi sono sempre ben caratterizzati e mai banalizzati. Nulla resta in superficie: si cala nel dettaglio approfondendo ogni aspetto.
Fitzek è un maestro.
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Titolo: Il gioco degli occhi
Autore: Sebastian Fitzek
Editore: Elliot Edizioni
Pagine: 376
Prezzo: €18,50
Paretecipo e condivido sulla mia pagina facebook a nome Antonella Montesanti
RispondiEliminamail:antonellamontesanti@yahoo.it
Grazie