mercoledì 19 ottobre 2011

Recensione: La Signora Harris di Paul Gallico

Mrs. 'Arris Goes to Paris


Trama:
A Parigi, a Parigi! Nella testa della signora Harris risuona battagliero il grido che la sta portando oltre Manica, alla conquista della ville lumière e del suo bottino: l'abito del quale non può più fare a meno. Perché la più che matura vedova londinese, di umili natali e ancor più umile professione, è stata folgorata sulla via della haute couture mentre svolgeva le mansioni di donna a ore nell'abitazione della sua cliente più aristocratica: dentro l'armoire della lady era comparso il vestito più bello che Ada Harris avesse mai visto, e alla bellezza non si resiste.
Cuore impavido e spirito indomito, la fragile Mrs Harris si è armata così del suo cappottino spigato, della borsa marron imbottita di risparmi, dell'improbabile cappellino ornato da un fiore più grande di lei, e si è imbarcata sul volo per Parigi, destinazione Avenue Montaigne: la casa di Christian Dior. La britannicissima signora, tutta tè, lotteria e breakfast, non ha fatto però i conti con i pregiudizi e lo snobismo, tutta concentrata com'era su seta e taffetà. Ma niente può fermarla, perché Ada ha un cuore grande, un'immaginazione sconfinata e l'anima candida di una donna perbene. È per questo che anche a Parigi il suo bottino più grande saranno l'affetto e la generosità delle persone ben felici di darle una mano.
Scritto e ambientato negli anni Sessanta, "La signora Harris" è una perla di umanità e humour, un piccolo classico ritrovato della comedy of manners, una favola moderna nella quale il Principe Azzurro è solo un trascurabile accessorio. Un piccolo "classico" ritrovato, una perla di umanità, un condensato di humour britannico.

L'autore:
Paul Gallico (1897-1976) nacque a New York da un immigrato italiano e da un'austriaca. E' stato uno scrittore di successo, autore di romanzi e racconti, e giornalista sportivo. Da molti dei suoi lavori sono stati tratti film famosi. Alla sua prima pubblicazione, negli anni Sessanta, La Signora Harris è stato un grande bestseller: per 61 settimane in classifica, 70.000 copie vendute negli Stati Uniti, tradotto in Francia, Germania, Italia. Ha ispirato un film e un musical.

Recensione:
Nella nostra vita di lettori ci capita spesso di imbatterci in personaggi di carta che avremmo voluto conoscere o avremmo preferito evitare, personaggi che avrebbero potuto tranquillamente diventare i nostri migliori amici, altri di cui ci saremmo innamorate al primo colpo, altri ancora che ci saremmo scelti come confidenti. Noi lettori lo sappiamo: la magia di un libro si manifesta nei modi più diversi, più strani o più quotidiani.
Così sono stata vittima di una stupenda magia non appena mi sono imbattuta nella signora Harris. Ritrovare romanzi che non appartengono ai nostri tempi, ma che furono pubblicati una cinquantina d’anni fa e che ora vengono riproposti, mi sta facendo apprezzare autori e storie passate, modi di essere e di vivere così lontani dai nostri eppure così comprensibili, così condivisibili. Mai avrei potuto immaginare che l’incontro con la signora Harris, una donna vissuta negli anni ‘50 sulla carta, sarebbe stato un incontro eccezionale.
Una donna normale, tranquilla, che si è fatta strada nella mia mente e all’improvviso nel mio cuore con la stessa energia di una Agnes Browne o di una ziaMame: una forza della natura!
Chi è la signora Harris? È una donna ormai matura, che non chiameremo vecchia solo per educazione e delicatezza, una donna che ormai ha passato la giovinezza, vedova da anni, e che trascorre il suo tempo dedicandosi al lavoro: governare le case altrui, pulirle, tenerle in ordine. Non ha grandi pretese o ambizioni: le piace quel che fa, le piace poi rintanarsi nella sua casa e concedersi gerani sempre freschi, come unico vezzo, e giocare ogni settimana qualche spicciolo alla lotteria. Tutti la apprezzano e si fidano della donna. 
Ad un certo punto nella storia c’è un vero e proprio squarcio, come se la vita della dolce signora Harris fosse stata improvvisamente interrotta, staccata, tagliata. 
Che succede? 
Nessuna malattia, morte, o disgrazia.
La nostra protagonista incontra la bellezza e da quel momento in poi non riuscirà più a liberarsene. Quella bellezza dovrà essere sua, e tutta la sua vita inizierà a ruotare intorno a quell’obiettivo. 
Dove l'ha trovata? 
Nell’armadio di una donna presso cui lavora: le si è presentata sotto le spoglie di un abito di Dior. Da questo punto in avanti niente sarà più come prima. Ma non posso continuare a raccontarvi io la storia: Paul Gallico ci è riuscito davvero bene.
Lo scrittore in poche semplici pagine ci racconta come i sogni aiutino le persone a credere e ad avere più ragioni per vivere, come ci si impegni per raggiungere quei sogni, sia quando il mondo sembra cospirare per aiutarti a raggiungerli, sia quando invece sembra remarti contro. Ci racconta di come ciò che conti, alla fine, non è tanto o almeno non è solo il raggiungimento dell’obiettivo ma il percorso che abbiamo fatto per arrivarci, gli ostacoli superati, la pazienza che abbiamo esercitato e le persone che ci hanno aiutato. Avere un sogno arricchisce, in ogni momento, e il solo pensiero rende la vita più bella.
Banalità? Certo, a qualcuno potrebbero sembrare. Potrebbero essere concetti chiari, scontati, risaputi.
Ma Gallico li ha saputi trasformare in una favola moderna, la cui protagonista non è certo una principessa, ma una donnina che sembrava non avere più sogni nella vita, ma solo una noiosamente tranquilla quotidianità. La storia è riuscita ad emozionarmi, ad elettrizzarmi, a farmi amare autore e protagonista.
Scoprire, grazie ad un blog amico (My Bookshelf) che questo non è l’unico romanzo dedicato alla Harris ma ne esistono altri tre, anche se nessun altro è stato tradotto in italia, mi ha resa ancor più felice: riuscire a recuperarli potrebbe diventare il mio piccolo sogno del momento!

Titolo: La Signora Harris
Titolo originale: Mrs 'Arris goes to Paris
Autore: Paul Gallico
Editore: Frassinelli
Traduttore: Ninì Boraschi
Pagine: 192
Isbn: 9788820050405
Prezzo: €17,50
Valutazione: 4 stelline

2 commenti:

  1. Mi piacciono i libri che hanno per protagoniste vecchiette simpatiche e arzille. Uno dei motivi per cui mi sta piacendo molto "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop" e uno dei motivi per cui da piccola ho amato "La nonna sul melo".

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    1. Bellissimo Pomodori verdi fritti! dopo quello sono andata in fissa con la Flagg e ho letto quasi tutti i suoi romanzi, anche se questo resta il più bello. Un'altra vecchina cui mi sono affezionata è quella di Una testa selvatica di Marie-Sabine Roger e i vecchietti di La banda degli invisibili: se non li hai letti te li consiglio tantissimo, sono eccezionali entrambi!

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