mercoledì 4 aprile 2012

Avvistamento: Un Matrimonio in sospeso di Ada Leverson

Come già avrete capito dai molteplici post dedicati ai romanzi appartenenti a questa casa editrice, vado pazza per gli Astoria. Sembra che ogni pubblicazione rispecchi esattamente i miei desideri: come se quelle autrici, tutte (quasi) rigorosamente del passato avessero scritto le loro storie per destinatari(e) molto simili a me.
A fine aprile vedrà quindi la luce Un matrimonio in sospeso, secondo volume della trilogia "I piccoli Ottley" iniziata con Amori e malintesi (Astoria, giugno 2011).
La scrittrice è Ada Leverson, londinese vissuta a cavallo tra ottocento e novecento. Il suo stile la accomuna alle altre scrittrici pubblicate da questa casa editrice: pungente, satirica, ironica. Bersaglio per le sue frecciatine sarà il matrimonio di inizi '900.

Un matrimonio in sospeso
di Ada Leverson

Trama:
Un matrimonio, agli occhi di noi contemporanei, assolutamente disastroso: la noia, la supponenza e la stupidità di Bruce contrapposti al garbo, allo spirito e all'intelligenza di Edith rendono quasi incomprensibile la durata del legame. 
Eppure…
Sono passati alcuni anni ma Bruce Ottley è, se possibile, ancora più insopportabilmente borioso di quando lo abbiamo lasciato alla fine di Amori e malintesi. Obbligato dal padre a non lasciare il Foreign Office almeno fino al compimento dei cinquant’anni, fa davvero di tutto per andarci il meno possibile, elaborando malessere su malessere. E tale è ormai la convinzione di versare in gravi condizioni di salute, che non tollera che chiunque altro gli rubi la scena quanto alle malattie, neppure la gravidanza di sua moglie. 
Edith, dal canto suo, appare disponibile, sempre di buon umore, interessata ai propri figli e agli amici, ma particolarmente concentrata – sembrerebbe – sul salvare Bruce dalla sua stessa stupidità: caccia di casa con eleganza ma fermissima determinazione l’istitutrice dei bambini perché scopre una tresca col marito, e molto prima di Bruce capisce che un’avventura che il marito vuole intraprendere non andrà mai a buon fine, e quindi gli copre le spalle.

L'autrice:
Ada Leverson (1862-1933) nacque a Londra in una famiglia ebrea colta, liberale e assimilata. Amica di Oscar Wilde, che la chiamava la Sfinge, di Somerset Maugham e di T.S. Eliot, Leverson scrisse numerosi romanzi, accumunati da una satira sociale divertente e appuntita. Dotata di una notevole capacità nel costruire dialoghi scintillanti e nell’osservare i personaggi e i costumi del proprio tempo, Ada Leverson continua in questo romanzo, il secondo della trilogia dedicata ai “Piccoli Ottley”, la sua irriverente e ironica descrizione di un matrimonio agli inizi del novecento. Probabilmente la stessa Leverson subì per molti anni una situazione analoga: sposata a Ernest Leverson, noto giocatore d’azzardo e donnaiolo impenitente, attese che il marito morisse in Canada (dove viveva da molti anni) per decidersi a vendere la casa di Londra e vivere parte dell’anno in Italia, ospite dei Sitwell, una famiglia di eccentrici intellettuali inglesi.

Incipit del romanzo:

“Edith non era stata molto bene, ma questo non poteva davvero essere un motivo sufficiente perché diventasse il centro dell’attenzione; e Bruce, con la tipica gelosia dell’invalido verso i privilegi e con quel bizzarro spirito di competizione che sua moglie aveva osservato così spesso, aveva iniziato, con intraprendenza, un’indisposizione tutta sua, quasi a sviare la pubblica attenzione. Mentre era a Carlsbad, sentì la notizia. 
In seguito ricevette una lettera da Edith, in cui la moglie parlava con sollecitudine e rispetto dei suoi reumatismi, lo supplicava di fare bene le cure, e suggeriva che chiamassero la piccola Matilda, in onore di una zia di Edith, ricca e santa, per quanto ancora vivente. Poteva essere un vantaggio per il futuro della bambina (in ogni senso) avere una madrina così ricca e religiosa. Dalla descrizione dettagliata che mandava, sembrava che la nuova figlia avesse, in modo del tutto naturale (e a soli due giorni di vita), lunghi capelli dorati che arrivavano molto sotto la vita, ciglia immense e sopracciglia disegnate, una bocca come un bocciolo di rosa, una fronte intellettuale, tratti cesellati e una figura alta ed elegante. Era una creatura magnifica, regale, una bellezza superba di tipo classico, tuttavia raffinata e seducente. Aveva un gran talento musicale. Questo, sembrava, era evidenziato dalla distanza tra gli occhi e dal timbro della sua voce.
Sopraffatto dalla gioia per l’arrivo di un tale modello di perfezione, e disgustato dalla scelta del nome di Edith, Bruce aveva risposto immediatamente e d’impulso con un telegramma: 
‘Certamente non Matilda piuttosto chiamiamola Aspasia.’ 
Edith lesse questa manifestazione di sentimenti su un telegramma incolore e, visto che era a Knightsbridge, non poteva sentire il tono ironico del messaggio, che prese quindi alla lettera.”

Hanno detto di Amori e Malintesi (primo volume della trilogia):

Donna vivace e spiritosa (Ada Leverson) contribuì a “Punch” e scrisse romanzi di tono brillante e leggero, oggi dimenticati. (…) Il suo talento eccelleva nell’osservazione dei personaggi e dei costumi. (…) La pagina è sempre piacevole, e l’attenzione rivolta ai personaggi femminili, di solito assai più intelligenti di quelli maschili, è penetrante.
Masolino d’Amico – “Tuttolibri”

Un plot elegante impregna il romanzo di Ada Leverson. (…) Il suo romanzo straripa di coppie improbabili, di flirt che divampano e si spengono, di futilità sentimentali. Nell’impossibilità di riassumere una trama avvolgente e sopraffina in ogni suo angolo, basterà preavvertire il lettore che si troverà in mano un esauriente prontuario dello snobismo, così come esso vigeva in certe sacche mondane del Regno Unito a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Nello Ajello – “L’Espresso”

Le follie, i tormenti e i paradossi dell’amore non corrisposto sono la materia di questa brillante commedia degli equivoci.
Eleonora Di Blasi – “Il Venerdì di Repubblica”

Siamo dalle parti di Un marito ideale, in questo girotondo di borghesi e nobili che si inseguono, si lasciano, si riprendono, sempre rigorosamente per futili motivi. (…) In questa society comedy compaiono tutti i meccanismi di arguta osservazione di tic sociali che saranno poi al centro della popolare saga di Lucia di E.F. Benson o di certe pagine di Woodehouse.
Luca Scarpini – “Alias”

Satira coniugale in perfetto stile british: un marito pomposo, una donna annoiata e una serie di amori non corrisposti. Non a caso l’autrice era amica di Oscar Wilde che la definì ‘la donna più divertente del mondo’.
Raffaella De Santis – “la Repubblica”

Una commedia arguta, raccontata a capitoli alterni che passano dalla storia della coppia Edith e Bruce a quella di Hyacinth, in un gioco di continui intrecci dove l’autrice non rinuncia a bacchettare le assurdità del tempo e gioca a riflettere sull’amore e sulle stranezze che porta.
Marco Ragni – “gothicNetwork” 

Titolo: Un Matrimonio in Sospeso
Titolo originale: Tenterhooks
Autore: Ada Leverson
Traduttore: Clementina Liuzzi e 
Daniele Parisi
Editore: Astoria
Pagine: 224
Isbn: 9788896919316
Prezzo: €15,00
Data di pubblicazione: 26 Aprile

12 commenti:

  1. Sembra veramente interessante... Astoria sta facendo proprio dei bellissimi libri!

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  2. Sembra veramente interessante... Astoria sta facendo proprio dei bellissimi libri!

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  3. Grazie a te per facerli conoscere.

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  4. Ada Leverson mi piace tantissimo, ti capisco perfettamente quando dici che sembra aver scritto apposta per te! :)
    Ti aspetto a http://thecatsedge.blogspot.it, mi fanno sempre piacere le tue visite!

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  5. molto interessante questo libro
    mi piace già partendo dal titolo

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  6. Il romanzo mi è piaciuto moltissimo, Ada Leverson è una scrittrice deliziosa e intelligente (non è un caso che andasse tanto d'accordo con Oscar Wilde!).
    Ma che fatica per "digerire" l'epilogo della storia! Io, Bruce Ottley lo spingerei volentieri sotto un omnibus...

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    1. Purtroppo questo ancora non ce l'ho (è solo un post di anteprima che feci all'epoca dell'uscita) ma prima o poi...

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  7. E' bello lo stesso avere dei libri "potenziali"!
    E a proposito: complimenti per il blog. L'ho trovato per caso ma mi propongo di esplorarlo in lungo e in largo, con calma. Mi sembra molto ben organizzato, al confronto il mio è vergognosamente spartano (anche per mancanza di tempo).

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    1. Grazie per i complimenti! a dire il vero ho dato uno sguardo al tuo blog e adoro lo stile più essenziale. Mentalmente io sono per l'essenzialità: foglio bianco senza fronzoli. Praticamente, quando vado ad applicare il mio concetto mentale, mi ritrovo a volerci mettere tante di quelle cose da riempire ogni spazio... alla fine mi arrendo a ciò che ne esce fuori!

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  8. Grazie a te per l'apprezzamento! Anch'io sono tendenzialmente minimalista, ma se avessi più tempo ed abilità tecniche più raffinate, magari il PAPERLIFE somiglierebbe ad un bazar...
    Così come sono, mi trovo "costretta" a concentrarmi su ciò che scrivo, e non è poi tanto male. Ciao, a presto.

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  9. E' bello ritrovarti qui per la recensione di questo libro. Ho letto il primo della trilogia e mi sono molto piaciuti sia lo stile che i personaggi. Grazie!

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    1. Mi dispiace non averti risposto prima, ma ho visto solo ora il tuo commento :(((
      I libri dell'Astoria sono sempre delle chicche (anche se questa qui su non è una recensione ma una presentazione del libro che sarebbe uscito a breve!)

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