Divergent
Trama:
La società distopica in cui vive Beatrice Prior è suddivisa in 5 fazioni, ognuna delle quali è consacrata a una virtù: sincerità, altruismo, coraggio, concordia e sapienza. Il momento cruciale nella vita dei cittadini è il Giorno della Scelta, che cade allo scoccare del 16° compleanno: ogni giovane sceglie a quale fazione votare il proprio futuro. Ora tocca a Beatrice, e la sua scelta non solo sorprenderà tutti, ma segnerà per sempre il suo destino. Nella fase iniziale altamente competitiva, la protagonista rinominando se stessa (Tris), lotta per determinare chi sono realmente i suoi amici, interrogandosi se la sua storia d'amore possa adattarsi alla vita che ha scelto.
Catapultata in un mondo duro e violento Beatrice scoprirà le crepe di una società che è tutto tranne che perfetta. Una società che la vorrebbe morta se scoprisse il suo segreto... Perché Beatrice non è una ragazza qualunque, lei è una divergent. Una diversa.
L'autrice:
Veronica Roth si è laureata in scrittura creativa presso la Northwestern University e ha esordito giovanissima proprio con Divergent, scritto rubando il tempo agli esami: ora ha 22 anni, vive vicino a Chicago e fa la scrittrice a tempo pieno. Divergent è il suo romanzo d’esordio: uscito negli Stati Uniti a maggio 2011, è restato nella top ten dei libri più venduti per tre mesi consecutivi.
Sito dell'autrice: http://veronicarothbooks.blogspot.com/
Recensione:
Cosa mi aspetto da un distopico?
Che mi proponga un'immagine di una società diversa, distorta, all'apparenza perfetta e nella pratica impossibile da accettare. Mi aspetto che questa società venga descritta nei minimi particolari, tali da farmela immaginare e temere. Mi aspetto che i personaggi che si muovono nel romanzo sappiano gestirla in maniera perfetta fino a quando non scopriranno l'errore presente in essa.
Penserete che aspetto che mi venga presentato uno stereotipo.
Un romanzo distopico per definizione ha bisogno di certi elementi. Ma ogni romanzo distopico saprà puntare non solo sulla creazione di società diverse con diverse ambientazioni e dinamiche ma soprattutto sulla presenza di diversi temi, valori e ideali da affrontare. Nutro sempre alte aspettative verso la distopia: può portare il lettore a riflettere, a interrogarsi, a fare delle scelte.
Cosa non mi aspetto?
Semplice: che diventi il solito romanzetto young-adult scritto per far ingannare il tempo a teen-agers in cerca di emozioni e storie d'amore.
Questa premessa è necessaria perché alcuni romanzi appartenenti a questo genere mi hanno del tutto delusa (vedi Delirium): non hanno saputo approfittare dell'idea cadendo in ovvie e prevedibili banalità.
Divergent è riuscito lì dove altri romanzi hanno fallito?
Se inizialmente la storia mi stava trovando indifferente e mi stava lasciando annoiata, fortunatamente ad un certo punto si è del tutto ripresa e mi ha appassionata e tenuta incollata fino alla fine. Divergent si è meritato le 4 stelline, che però necessitano di una conferma che si avrà solo col secondo volume. Solo allora mi renderò conto se l'autrice ha saputo essere coerente e portare avanti un racconto originale, o se si sarà fatta tentare anche lei dalla facile strada delle scelte di comodo.
Sì, perché per quanto questo primo volume consti di quasi cinquecento pagine, non accade granché. E' una sorta di preparazione a ciò che verrà ed è là, nel seguito, che ci sarà la vera prova. Qui assistiamo alla presentazione della società, una Chicago basata sulla divisione in cinque fazioni: gli Intrepidi (consacrati al coraggio), i Candidi (alla sincerità), gli Abneganti (all'altruismo), gli Eruditi (alla sapienza) e i Pacifici (alla concordia). Ogni fazione si dedica al mantenimento della virtù cui è consacrata. Grazie a tale distinzione la società sembra essere rodata per funzionare perfettamente, permettendo soprattutto la convivenza nello stesso luogo di persone appartenenti a fazioni diverse.
Ma è davvero possibile dividere le persone per virtù? Può un coraggioso essere anche altruista, o altrettanto erudito? Cosa succede se non ci si sente portati verso nessuna virtù in particolare, ma verso più di una?
La risposta c'è, e non accettabile. Si è Divergenti. E i Divergenti non sono assolutamente visti di buon occhio perché non porterebbero altro che rovina, rompendo il delicato ma stabile equilibrio creato con la formazione delle fazioni.
Mi piace raccontarvi solo questo aspetto della storia e non soffermarmi sulla protagonista, sulle amicizie che stringerà, sui nemici che incontrerà e soprattutto sull'amore che troverà. Questi ultimi elementi, per quanto indispensabili per lo sviluppo della storia, rappresentano sicuramente l'aspetto meno distopico e più naturale dell'essere umano (in qualunque società si viva, l'uomo è sempre alla ricerca di affetto, sicurezza e protezione ed è pronto a lottare contro chi rappresenta una minaccia a tutto ciò), quell'aspetto cioè presente in qualsiasi romanzo. Preferisco pertanto fermarmi all'idea principale, abbastanza originale, e alle riflessioni che questa può indurre: una società strutturata in tal modo che speranze di vita ha? Provate a immaginare una risposta e confrontatela poi con la lettura del romanzo.
Mi sento di consigliarlo non solo a chi è amante del genere, ma anche a tutti coloro che in una storia cercano azione, ribellione, difesa dei valori, amore. Lo consiglio a chi ha voglia di farsi mettere alla prova, leggendo non in maniera superficiale ma immedesimandosi e raccogliendo le provocazioni che si incontrano nella lettura.
... pensandoci meglio, mi sa che lo consiglio a tutti!
Cosa mi aspetto da un distopico?
Che mi proponga un'immagine di una società diversa, distorta, all'apparenza perfetta e nella pratica impossibile da accettare. Mi aspetto che questa società venga descritta nei minimi particolari, tali da farmela immaginare e temere. Mi aspetto che i personaggi che si muovono nel romanzo sappiano gestirla in maniera perfetta fino a quando non scopriranno l'errore presente in essa.
Penserete che aspetto che mi venga presentato uno stereotipo.
Un romanzo distopico per definizione ha bisogno di certi elementi. Ma ogni romanzo distopico saprà puntare non solo sulla creazione di società diverse con diverse ambientazioni e dinamiche ma soprattutto sulla presenza di diversi temi, valori e ideali da affrontare. Nutro sempre alte aspettative verso la distopia: può portare il lettore a riflettere, a interrogarsi, a fare delle scelte.
Cosa non mi aspetto?
Semplice: che diventi il solito romanzetto young-adult scritto per far ingannare il tempo a teen-agers in cerca di emozioni e storie d'amore.
Questa premessa è necessaria perché alcuni romanzi appartenenti a questo genere mi hanno del tutto delusa (vedi Delirium): non hanno saputo approfittare dell'idea cadendo in ovvie e prevedibili banalità.
Divergent è riuscito lì dove altri romanzi hanno fallito?
Se inizialmente la storia mi stava trovando indifferente e mi stava lasciando annoiata, fortunatamente ad un certo punto si è del tutto ripresa e mi ha appassionata e tenuta incollata fino alla fine. Divergent si è meritato le 4 stelline, che però necessitano di una conferma che si avrà solo col secondo volume. Solo allora mi renderò conto se l'autrice ha saputo essere coerente e portare avanti un racconto originale, o se si sarà fatta tentare anche lei dalla facile strada delle scelte di comodo.
Sì, perché per quanto questo primo volume consti di quasi cinquecento pagine, non accade granché. E' una sorta di preparazione a ciò che verrà ed è là, nel seguito, che ci sarà la vera prova. Qui assistiamo alla presentazione della società, una Chicago basata sulla divisione in cinque fazioni: gli Intrepidi (consacrati al coraggio), i Candidi (alla sincerità), gli Abneganti (all'altruismo), gli Eruditi (alla sapienza) e i Pacifici (alla concordia). Ogni fazione si dedica al mantenimento della virtù cui è consacrata. Grazie a tale distinzione la società sembra essere rodata per funzionare perfettamente, permettendo soprattutto la convivenza nello stesso luogo di persone appartenenti a fazioni diverse.
Ma è davvero possibile dividere le persone per virtù? Può un coraggioso essere anche altruista, o altrettanto erudito? Cosa succede se non ci si sente portati verso nessuna virtù in particolare, ma verso più di una?
La risposta c'è, e non accettabile. Si è Divergenti. E i Divergenti non sono assolutamente visti di buon occhio perché non porterebbero altro che rovina, rompendo il delicato ma stabile equilibrio creato con la formazione delle fazioni.
Mi piace raccontarvi solo questo aspetto della storia e non soffermarmi sulla protagonista, sulle amicizie che stringerà, sui nemici che incontrerà e soprattutto sull'amore che troverà. Questi ultimi elementi, per quanto indispensabili per lo sviluppo della storia, rappresentano sicuramente l'aspetto meno distopico e più naturale dell'essere umano (in qualunque società si viva, l'uomo è sempre alla ricerca di affetto, sicurezza e protezione ed è pronto a lottare contro chi rappresenta una minaccia a tutto ciò), quell'aspetto cioè presente in qualsiasi romanzo. Preferisco pertanto fermarmi all'idea principale, abbastanza originale, e alle riflessioni che questa può indurre: una società strutturata in tal modo che speranze di vita ha? Provate a immaginare una risposta e confrontatela poi con la lettura del romanzo.
Mi sento di consigliarlo non solo a chi è amante del genere, ma anche a tutti coloro che in una storia cercano azione, ribellione, difesa dei valori, amore. Lo consiglio a chi ha voglia di farsi mettere alla prova, leggendo non in maniera superficiale ma immedesimandosi e raccogliendo le provocazioni che si incontrano nella lettura.
... pensandoci meglio, mi sa che lo consiglio a tutti!
Titolo: Divergent
(Serie Divergent #1)
Titolo originale: Divergent
(Serie Divergent #1)
Titolo originale: Divergent
Autore: Veronica Roth
Editore: De Agostini
Traduttore: Roberta Verde
Pagine: 480
Isbn: 9788841871423
Prezzo: €16,90
Valutazione: 4 stelline
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 22 Marzo 2012
Non conoscevo questo libro, ne hai proposto un'immagine molto interessante, che mi ha davvero incuriosita! :) Approfondirò!!
RispondiEliminaBuona domenica e a presto,
Laura
P.s. Sarei felice di avere un tuo commento sul mio nuovo post! :)
Aspettavo la tua opinione! Adoro il genere distopico (se non lo hai ancora letto ti consiglio "Unwind" il migliore fin'ora, ha tutto quel che cerchi e niente storia d'amore sdolcinata) questo mi ispira tantissimo anche perchè ho letto le prime 20 pagine on-line e le ho trovate appassionanti e ben scritte. Ora non mi resta che procedere all'acquisto appena possibile :D
RispondiEliminaFede, Unwind mi attira da parecchio ma per ora ha ancora un prezzo inaccessibile!!! spero lo mettano in economica quanto prima... e dello stesso autore mi incuriosisce molto anche Everlost. Li leggerò al più presto ;)
EliminaMi fido del tuo giudizio e lo metto in wish list, devo ammettere che pensavo non fosse granché. Probabilmente mi era entrato in antipatia a causa della copertina che richiama un po' (tanto) Hunger Games. Però se è così carino vale la pena di passare sopra il pregiudizio, anche perché un distopico di tanto in tanto ci vuole :)
RispondiEliminaE' vero: per come è stato presentato e per il simbolo sulla cover, il richiamo a Hunger Games nasce immediato. In realtà la storia è abbastanza diversa e coinvolgente. Mai quanto Hunger games, però...
EliminaCiao! Anche a me Divergent è piaciuto molto! Infatti, per certi versi, la mia recensione è piuttosto simile alla tua.
RispondiEliminahttp://lerecensionipositive.blogspot.it/2012/05/recensione-divergent-di-veronica-roth.html
A parte che Beatrice e il fratello non possono passarsi "solo pochi mesi" perché è impossibile.
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