giovedì 16 agosto 2012

Inchiostro Estivo (Recensione): Blood Magic di Tessa Gratton

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e  perché le recensioni  sono così brevi!
Blood Magic


Trama:
Silla è disposta a tutto pur di scoprire cosa è successo davvero la notte che i suoi genitori hanno perso la vita, anche a provare gli incantesimi del misterioso libro trovato sulla soglia di casa sua. E poi c’è Nick, il ragazzo che ha incontrato nel cimitero di fianco a casa: anche lui nasconde un segreto e conosce la magia del sangue. Uniti dal destino e da una fortissima attrazione, Nick e Silla dovranno combattere contro la presenza oscura che vuole entrare in possesso del libro e di tutto il suo potere.


L'autrice:
Prima di diventare una scrittrice, Tessa Gratton avrebbe voluto fare la paleontologa o la strega. È molto attiva sul suo sito http://tessagratton.com. Questo è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.

Inchiostro Estivo
Ho visto il massimo delle stelline.
Ho letto commenti più che positivi.
Ho sentito complimenti all'autrice.
Vuoi vedere che mi ero fatta sfuggire lo young-adult dell'anno? Avendo a casa una copia di Blood Magic, ma non avendo mai avuto intenzione di leggerla nei mesi passati, ho deciso di dedicarmici ora, complice questa lunga estate caldissima e gli incentivi elencati sopra.
Ecco. Mai fidarsi troppo di stelle, stelline e valutazioni eccellenti. Alzano oltre misura le aspettative e non si rivelano sempre in linea con i nostri gusti. Blood Magic di Tessa Gratton non è altro che uno dei soliti romanzi fantasy per adolescenti che ha per protagonisti un ragazzo e una ragazza, Nick e Silla, non del tutto normali.
Lui vive col padre e la matrigna, allontanato fin da piccolo da una mamma che praticava la magia e che lo coinvolgeva nei suoi incantesimi.
Lei vive col fratello Reese e con la nonna acquisita, i genitori morti tragicamente. Scopre un libro di incantesimi di sangue appartenuto al padre e insieme al fratello proverà a realizzarli, rivelando così la loro natura forse magica.
Nick e Silla si incontrano, si guardano, si innamorano. Dopo di che ci ritroveremo con circa 400 pagine di: prove di incantesimi, caccia al cattivo che ha ucciso i genitori di Silla (se mentre leggete vi chiedete chi sia questo cattivo... sì, è esattamente la persona cui avete immediatamente pensato. Che gran colpo di scena), solite lotte tra bene e male dove qualcuno ci lascia le penne (toh, anche questo era prevedibile fin dalle prime pagine...).
A parte la storia, che può essere o meno piacevole - per me no, troppo scontata - lo stile non mi è per niente parso gotico, come pare sia stato definito. Solito liceo, soliti personaggi, solita narrazione in prima persona. Anzi, i narratori sono due, il che rende la lettura a tratti tragicomica: qual è la differenza tra il racconto di Nick e quello di Silla? Nessun cambiamento di tono, nessuna differenza nell'affrontare la quotidianità, stessa percezione del mondo. Nick e Silla sono interscambiabili. 
Né vi ho trovato una particolare caratterizzazione dei personaggi. A parte i due protagonisti, abbozzati in maniera molto superficiale, tutti gli altri personaggi sono comparse senza spessore.
Una nonna, acquisita a quanto pare, di cui capiamo solo che vuole fare la moderna. Ma qual è il suo rapporto col figlio - figliastro - scomparso? Era a conoscenza della magia? Perché non si pone domande su ciò che sta accadendo?
La matrigna di Nick, Lilith: questa sconosciuta. Abbozzata come la cattiva di turno. Quasi una barzelletta che alla fine l'autrice forse vuole riscattare. Ne esce fuori un personaggio piatto, privo di qualsiasi coerenza.
Wendy, la migliore amica. E qui mi son detta: seriously?? Dov'è che risulterebbe il legame tra la ragazza e Silla? anche lei passa nella storia e scompare, senza lasciare alcun segno. 
Unico lato positivo? il volume è autoconclusivo!


Titolo: Blood Magic
(The Blood Journals #1)
Titolo originale: Blood Magic
Autore: Tessa Gratton
Traduttore: Simona Brogli
Editore: Piemme - Collana Freeway
Pagine: 320
Isbn: 9788856615784
Prezzo: €16,00
Valutazione: 2 stelline
Data di pubblicazione:  6 Marzo 2012















10 commenti:

  1. Domanda che non vuole assolutamente essere provocatoria ma...: non è che gli Young Adult andrebbero letti dagli young adult e non dagli adulti adulti?
    Ci credo che a una persona di 30 anni e più (non dico te Girasonia nello specifico, ma in generale) una storia del genere non può piacere! Immagino sia difficile immedesimarsi! Io non potrei mai leggere un libro con una protagonista di 60 o anche solo di 30, perché di anni ne ho 17 e non riuscirei a mettermi nei loro panni!!!!!

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    1. Gaietta, hai ragione, gli young adult sono indirizzati ad un pubblico di adolescenti. Questo è vero.
      Ed Harry Potter è stato scritto per i bambini.
      E il conte di montecristo ha per protagonista un uomo con cui non riuscirei mai ad immedesimarmi.

      Insomma, la letteratura, quella bella vera giusta appagante convincente, è universale. Fa in modo che una persona di qualsiasi età possa accostarsi con piacere ad un romanzo, con protagonista di qualsiasi sesso, età ed estrazione sociale. Comprendendolo, amandolo, vivendo le esperienze di quella storia come se si fosse in prima persona.

      Ho letto young adult che mi hanno intenerita, emozionata, convinta ed avevo già più di 30 anni. Ho letto Harry Potter dopo i 25 anni. E il conte di montecristo prima di quell'età.
      Quelli citati sono solo degli esempi: chi scrive può certo avere un pubblico di riferimento, ma se il romanzo è valido, può essere letto e apprezzato da chiunque.

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    2. Harry Potter è uno dei rarissimi casi di serie che cresce con i lettori, partendo da un libro diretto ai bambini che, dopo 10 anni, sono diventati ragazzi per non dire adulti: una scelta mirata e consapevole quella dell'autrice. Ogni libro rappresenta un anno dell'età di Harry, e quindi "cresce" con lui in stile, trama, complessità. Peraltro, la serie è stata "vittima" di censure da parte di alcuni associazioni, perché gli ultimi libri non erano ritenuti adatti ai più piccoli. Mia sorella di nove anni ha letto i primi 5, ma il 6 ha faticato molto e il 7 l'ha lasciato a metà. Per dire che come esempio non mi sembra molto calzante.
      Mi sembra ovvio che nessuno potrebbe immedesimarsi nel Conte di Monetecristo, nemmeno in Anna Karenina, né in Furore per non dire in Cime Tempestose, ma gli Young Adult sono espressamente scritti per ragazzi, per il loro mondo, per quelle che sono le loro piccole realtà - migliore amica, stronzetta della scuola, figo inarrivabile, professori stronzi ecc ecc - che magari a voi adulti annoiano, ma per noi sono maledettamente vere!!!
      Mi sembra indicativo che quando leggo un libro e ne parlo con le mia amiche 17enni che l'hanno letto anche loro, i pareri bene o male siano più o meno sulla stessa lunghezza d'onda, e quando leggo recensioni fatte da adulti leggo cose completamente diverse. Per esempio, io non amo il genere "romance" (un regalo da Tiffany e tutti quei libri simili) e so che quei libri sono espressamente indirizzati a un certo tipo di pubblico, donne/ragazze giovani, che sognano di sposarsi, con l'amore tra i primi pensieri ecc ecc... nemmeno li leggo, perché so che non sono rivolti a me e il mio giudizio sarebbe viziato dalla mia impossibilità di vivere davvero certe cose.
      Che poi un vampiro non busserà mai alla mia finestra, o che non sarò mai una sirena in fondo al mare è un altro discorso, ma credo che ogni genere abbia un pubblico di riferimento, e bisognerebbe attenersi a questo e giudicarlo pensando "per il pubblico a cui si riferisce, va bene?" e non "a me che ho 35 anni piace?" Perché se la risposta è sì, è un miracolo.

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    3. Gaietta, capisco benissimo il tuo punto di vista e concordo con te. Ma bisogna comunque distinguere tra buoni romanzi e mere trovate commerciali. Ecco perché ho citato i casi sopra. E la maggior parte degli young adult di stampo fantasy che vengono pubblicati oggi appartengono al secondo criterio. Ok l'immedesimazione, c'è gente che si immedesima anche negli harmony di infima qualità: l'immedesimazione non è tutto e non fa un buon romanzo. Ok che gli adolescenti vogliono sentire sulla propria pelle le storie che leggono, ma c'è bisogno di altro oltre al riconoscersi nei personaggi. Altrimenti addio letteratura, addio saper scrivere, addio stile.
      Bisogna imparare ad essere selettivi: a furia di leggere sempre le stesse storie, ci appiattiamo anche noi. Quando io ero un'adolescente come te, i miei ya erano Narciso e Boccadoro, Il giovane holden e pochi altri, anche perché non c'era la scelta che c'è oggi. Ma purtroppo quantità non vuol dire qualità: oggi c'è una marea di romanzetti tutti uguali, che fanno leva sugli stessi sentimenti, sugli stessi stati d'animo.
      Li leggo anche io, tantissimi, nella speranza di trovarne qualcuno in cui lo stile dell'autrice (99% son donne) possa differenziarsi, possa essere degno di lettura. Ho trovato un gioiellino la saga della Gier, ad esempio.
      Ma se avessi dei figli adolescenti vorrei che fossero in grado di leggere questi romanzi con un senso critico, e che non si limitassero assolutamente solo a questi. Vorrei che si accorgessero di quanto alcuni prodotti siano "furbi", confezionati apposta e solo per piacere. La libertà di leggere qualsiasi libro è sacrosanta, ma è anche giusto che un lettore impari a riconoscere cosa gli viene proposto.

      Se poi per te la lettura è mera immedesimazione, allora le mie parole sono inutili: abbiamo due punti di vista opposti.

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    4. Ma no, certo che non è solo "mera" immedesimazione la mia, faccio anche io il "controllo qualità", ma mi sembra logico che tra due persone con 20 anni di differenza, il calibro sia completamente diverso!

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    5. Certo ma mi piace pensare e credere che la lettura sia universale. Ecco perché leggo spesso libri per bambini, pur non avendo ancora figli. Ne ho trovati di stupendi, nonostante la mia età. E' bello saper riconoscere una storia bella (e con bella intendo anche scritta bene, con sapienza, con ironia, con stile ecc. ecc.) in ogni romanzo. Quando una storia è così, cadono tutte le classificazioni: può essere letta e apprezzata ad ogni età!

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  2. Uh, uh, mi trovo d'accordo con Gaietta... Senza offesa per nessuno, tantomeno la proprietaria del blog però... a ognuno il suo genere! Io ho 15 anni e sono stufa di leggere pareri di persone che hanno venti/trent'anni più di me e che non riescono a capire cosa piaccia a noi "young adult"!

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    1. Cara Carolina,
      capisco il tuo sfogo, ma credimi: sono a contatto con gli adolescenti per buona parte della mia vita. Finita la mia, di adolescenza, ho iniziato a prendermi cura di quelli che son venuti dopo di me: so cosa vi piace.
      E non sono la sola. Anche la pubblicità, il marketing e compagnia bella lo sanno: è facilissimo! ecco perché spuntano come funghi romanzi-fotocopia. Tutti uguali, dinamiche, sentimenti, crisi: tutti identici.
      Che ben venga che gli adolescenti si avvicinino alla lettura attraverso questi romanzi, sia lodato il cielo se grazie ad essi anche i ragazzi scoprono il piacere della lettura, ma che non ci si limiti solo a questi.

      E io che ho una certa età ma che non ho assolutamente dimenticato le emozioni, gli sbalzi d'umore, i sogni, le cotte, i brividi, gli affetti della mia adolescenza, posso leggerli e riconoscere che alcuni sono davvero piatti.

      Spero che non penserai che tutti gli ya siano perfetti se letti da ragazzi della tua età? Nelle mie recensioni non faccio altro che distinguerli tra quelli più o meno originali, quelli che hanno più o meno stile, quelli che possono lasciare qualcosa in più di un semplice brivido.
      Ecco tutto.

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    2. No, certo che no, gli YA non sono tutti perfetti per noi YA, ma la penso un po' come la ragazza qui sopra, Gaietta, non credo che voi adulti possiate sempre e comunque capire uno YA come noi che lo siamo davvero.
      Poi, non dico che nessun adulto posso davvero apprezzare uno Ya per quello che è senza sminuzzarlo come se fosse una carota da passare al microscopio, magari tu sei una di queste, però non mi sembra.
      Noi ragazzi non siamo stupidi, capiamo benissimo quando un libro è una "commercialata" o meno, e ci vanno bene le commercialate a volte, per distrarci, passare due ore piacevoli e leggere. Vanno presi per quello che sono questi libri secondo me, senza stare troppo a cavillare. La trilogia delle gemme è molto carina secondo me ma... alla fine, cosa apporta? ti fa riflettere? ti insegna qualcosa? no, è pure intrattenimento! originale, ma semplice intrattenimento. Blood magic a me è piaciuto, ci ho visto un "senso di famiglia" e anche un po' di quell'inadeguatezza che spesso noi ya proviamo.
      Buon lavoro comunque!

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    3. Ho trovato la trilogia delle gemme qualitativamente più elevata per lo stile, per il non prendersi sul serio dell'autrice, e per l'originalità che la contraddistingue da altri romanzi.
      Certo, come spunti di riflessioni ne ha pochi, ma è migliore sotto molti punti di vista.
      Anche io leggo commercialate, mi divertono, spesso mi rilassano ma quando poi recensisco mi sento in dovere di mettere a nudo i loro difetti (insomma, la carota al microscopio ogni tanto la passo, anche se non minuziosamente come accade in tanti blog migliori del mio).

      Carolina, noi adulti non siamo più adolescenti, è vero, ma la vostra è una fascia d'età che capisco a pieno, che vivo ogni giorno, di cui so riconoscere desideri, bisogni e paure.

      Quando critico un romanzo, non sto criticando chi lo legge. Vorrei che voi capiste questa cosa: non lo farei mai.

      Detto questo,
      mi dispiace se con le mie parole vi ho fatto innervosire, vi siete sentite attaccate o incomprese: le mie recensioni sono dirette sì ai lettori ma i giudizi che esprimono sono su autori, editori e traduttori.

      Auguro a te e Gaietta tante belle letture!



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