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The Grand Sophy
Trama:
Sophy la Grande narra le avventure di un’eccentrica ventenne, che, affidata per alcuni mesi alla zia, darà una svolta non solo alla propria vita ma anche a quella dei suoi cugini. Simile a Emma della Austen, solo un poco meno ingenua, Sophy ama ficcare il naso nelle vite altrui, non certo per curiosità, bensì “perché ci sono talmente tanti guai che qualcuno dovrà pur risolverli…”. E a Ombersley Park i problemi sono molti: la giovane Cecilia che rifiuta di sposare l’innamorato lord Charlbury perché invaghitasi di un poetuncolo, il giovane Hubert in difficoltà a causa dei debiti di gioco… Il tutto ricade sulle spalle di Charles, il figlio maggiore – fidanzato con l’insopportabile signorina Wraxton – che oberato dalle gravi responsabilità reagisce stizzito alle intromissioni della stravagante quanto affascinante cugina.
Ambientato, come la gran parte dell’opera di Heyer, nel periodo della Reggenza (1811-1820), contraddistinto da una certa rilassatezza di costumi dell’aristocrazia e contrapposto perciò alla stretta morale vittoriana che ancora imperava nell’Inghilterra degli anni cinquanta, Sophy la Grande ci offre un meraviglioso personaggio di donna intraprendente e responsabile.
L'autrice:
Georgette Heyer (1902-1974) cominciò giovanissima a raccontare storie ispirate alla Primula rossa della baronessa Orczy per intrattenere il fratello malato. Spinta dal padre, Georgette mise questi racconti in forma scritta e nel 1921, a soli diciannove anni, pubblicò il suo primo romanzo, La falena nera. A partire da lì e fino al 1973 Georgette Heyer scrisse senza interruzione un best-seller dopo l’altro. Il suo costante successo nell’arco di cinquant’anni la conferma come un fenomeno letterario unico nella letteratura inglese del XX secolo, più volte assimilata a Jane Austen o a Charles Dickens per la precisione maniacale nella ricostruzione di ambienti, atmosfere e gergo del XIX secolo inglese, e ammirata da scrittori del calibro di A.S. Byatt e Margaret Drabble, Anthony Burgess e India Knight. Relegata a lungo con un condiscendente disprezzo nel settore rosa, Georgette Heyer si rivela ad anni di distanza un’autrice intelligente, capace di costruire trame suggestive, personaggi credibili e incantevoli, e di assicurare ai propri lettori quella “letteratura d’evasione che offre la possibilità di fuggire dalle tensioni della propria vita soddisfacendo un desiderio universale, che risale all’infanzia, di essere qualcun altro e vivere in qualche altra epoca per qualche ora” (A.S. Byatt)
Sophy la Grande narra le avventure di un’eccentrica ventenne, che, affidata per alcuni mesi alla zia, darà una svolta non solo alla propria vita ma anche a quella dei suoi cugini. Simile a Emma della Austen, solo un poco meno ingenua, Sophy ama ficcare il naso nelle vite altrui, non certo per curiosità, bensì “perché ci sono talmente tanti guai che qualcuno dovrà pur risolverli…”. E a Ombersley Park i problemi sono molti: la giovane Cecilia che rifiuta di sposare l’innamorato lord Charlbury perché invaghitasi di un poetuncolo, il giovane Hubert in difficoltà a causa dei debiti di gioco… Il tutto ricade sulle spalle di Charles, il figlio maggiore – fidanzato con l’insopportabile signorina Wraxton – che oberato dalle gravi responsabilità reagisce stizzito alle intromissioni della stravagante quanto affascinante cugina.
Ambientato, come la gran parte dell’opera di Heyer, nel periodo della Reggenza (1811-1820), contraddistinto da una certa rilassatezza di costumi dell’aristocrazia e contrapposto perciò alla stretta morale vittoriana che ancora imperava nell’Inghilterra degli anni cinquanta, Sophy la Grande ci offre un meraviglioso personaggio di donna intraprendente e responsabile.
L'autrice:
Georgette Heyer (1902-1974) cominciò giovanissima a raccontare storie ispirate alla Primula rossa della baronessa Orczy per intrattenere il fratello malato. Spinta dal padre, Georgette mise questi racconti in forma scritta e nel 1921, a soli diciannove anni, pubblicò il suo primo romanzo, La falena nera. A partire da lì e fino al 1973 Georgette Heyer scrisse senza interruzione un best-seller dopo l’altro. Il suo costante successo nell’arco di cinquant’anni la conferma come un fenomeno letterario unico nella letteratura inglese del XX secolo, più volte assimilata a Jane Austen o a Charles Dickens per la precisione maniacale nella ricostruzione di ambienti, atmosfere e gergo del XIX secolo inglese, e ammirata da scrittori del calibro di A.S. Byatt e Margaret Drabble, Anthony Burgess e India Knight. Relegata a lungo con un condiscendente disprezzo nel settore rosa, Georgette Heyer si rivela ad anni di distanza un’autrice intelligente, capace di costruire trame suggestive, personaggi credibili e incantevoli, e di assicurare ai propri lettori quella “letteratura d’evasione che offre la possibilità di fuggire dalle tensioni della propria vita soddisfacendo un desiderio universale, che risale all’infanzia, di essere qualcun altro e vivere in qualche altra epoca per qualche ora” (A.S. Byatt)
Inchiostro Estivo
Non ci si può avvicinare a Georgette Heyer senza restarne deliziati.
Questo è stato l'effetto provato venendo a contatto con la giovane, inarrestabile, impertinente, spiritosa, adorabile Sophy. Si è detto tanto sulla Heyer: c'è chi in passato l'ha relegata a semplice autrice di romanzetti rosa, chi l'ha voluta rivalutare (la Byatt tra tutti), chi l'ha sempre disprezzata per i suoi tentativi di emulare la Austen. Non avevo mai letto nulla di suo per poter esprimere la mia poco autorevole opinione, ma la Astoria mi ha dato la possibilità di recuperare pubblicando la versione integrale di Sophy la grande.
Durante questa lunga estate trascorsa tra romanzi di ogni genere, non ce n'è stato nessuno finora che mi abbia divertita, rallegrata, intrattenuta, stupita e soddisfatta come è riuscito a fare questo. Una vera delizia.
Ambientato nell'epoca Regency, la protagonista è Sophy è una ragazza fin troppo moderna e indipendente. Il suo arrivo nella famiglia della zia sconvolgerà la vita di tutti coloro con cui entrerà in contatto. Soprattutto dei cugini, persone da sempre più riflessive e posate. Con ironia e genialità, la Heyer ha creato una donna che agisce fregandosene delle convenzioni e dei costumi rigidi dell'epoca ma che parla e si muove come un ciclone, senza preoccuparsi delle conseguenze. Tra equivoci e malintesi, fortuiti o voluti, Sophy è la regista delle vite di tutti coloro che la circondano: una forza della natura inappropriata, disubbidiente, ma pur sempre affascinante. Lasciatevi prendere dalla storia, la cui prevedibilità non è un difetto in questo caso ma un elemento necessario a questo genere di romanzo, dai personaggi unici e strambi in cui forse noterete somiglianze con i personaggi austeniani, dall'ambientazione così perfettamente descritta. Per qualche ora al lettore parrà di vivere in quell'epoca, tanto da sentirsi malinconico quando dovrà tornare alla realtà. Per ora non abbiamo letto altro dell'autrice. Se ci dovessimo fermare a questo, non potremmo che definirla geniale, originale, irresistibile. Ma sappiamo che non ci fermeremo: la Heyer provoca dipendenza! Contiamo sull'Astoria affinché pubblichi altre opere dell'autrice in versione integrale.
Nel frattempo leggete questo: è una delizia.
Nel frattempo leggete questo: è una delizia.
Titolo: Sophy la Grande
Titolo originale: The Grand Sophy
Titolo originale: The Grand Sophy
Autore: Georgette Heyer
Traduttore: Anna Luisa Zazo
Traduttore: Anna Luisa Zazo
Editore: Astoria
Pagine: 320
Isbn: 9788896919361
Prezzo: €17,50
Valutazione: 4,5 stelline
Valutazione: 4,5 stelline
Data di pubblicazione: 6 Giugno 2012
La Heyer mi piace tantissimo come scrive e le sue storie sopratutto il libro La pedina scambiata!!!
RispondiEliminaNon conoscevo La pedina scambiata, perciò lo prendo come un consiglio ;)
EliminaAnche a me piace moltissimo Georgette Heyer. Non sapevo che la Byatt l'avesse rivalutata. L'ho sempre letta in inglese e ne apprezzo il regency cant (il gergo dell'epoca) e le espressioni utlizzati e la ricerca storica applicata ad arredi, vestiario, cosmesi, personaggi reali... Spero che anche nella versione italiana si sia riusciti a rendere il linguaggio elaborato dell'originale.
RispondiEliminaLudo.
La Byatt dice che "Georgette Heyer è una scrittrice migliore di quel che si pensi"
EliminaVisto che finora ho letto solo questo, devo assolutamente farmi una cultura di questa autrice. L'unica pecca è che la Sperling e Kupfer pubblicava i romanzi in versione ridotta, e non mi va di leggerli così, anche se me ne son già procurata tre. Spero che l'Astoria si dedichi alla traduzione di altri :)