venerdì 2 marzo 2012

Recensione: Il messaggero di Lois Lowry

Messenger

Trama:
In una realtà futura segnata da “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”, i difetti fisici sono puniti con la pena di morte. Ma nel Villaggio in cui Matty abita, anche gli ultimi della scala sociale sono accolti e tenuti in grande considerazione. La comunità è gestita dal Capo, una versione adulta del Jonas di The Giver – Il Donatore. Matty lavora per il Veggente, un vecchio cieco che lo ha aiutato a maturare. Ma adesso qualcosa sta cambiando, i rifugiati improvvisamente non sono più i benvenuti al Villaggio e gli abitanti stanno diventando vanesi e ottusi. A Matty, uno dei pochi capaci di districarsi nella fitta Foresta che circonda il Villaggio, viene affidato il compito di portare il messaggio del drammatico cambiamento ai paesi vicini. Purtroppo la Foresta, animata ora da una forza oscura, si rivolta contro di lui e Matty si trova a fronteggiare il pericolo armato solo di un nuovo potere, che ancora non riesce completamente a comprendere.
Un’allegoria spietata dell’animo umano e della nostra società, che conclude la trilogia profonda e provocatoria di Lois Lowry.

L'autrice:
Lois Lowry è nata nel 1937 alle Hawaii. Vincitrice due volte del Newbery Medal, il più importante riconoscimento letterario nell'ambito della letteratura per ragazzi, ha al suo attivo oltre trenta romanzi. Da qualche anno vive nel west Cambridge, con il suo cane Bandit.
Prima di dedicarsi alla letteratura per ragazzi è stata una fotografa e giornalista freelance. Si laurea in Letteratura Inglese nel 1972, e nel 1977 pubblica il suo primo libro. Come autrice è famosa per trattare, nei suoi libri, temi complessi e "delicati", come razzismo, malattia terminale, sessualità, infanticidio, eutanasia. Temi che le sono valsi numerosissime censure o addirittura, nel caso di The Giver, la proibizione del titolo in molte scuole americane.
"Il Messaggero-Messenger" è il terzo libro della trilogia di Lois Lowry, di cui fanno parte "The Giver-Il Donatore" e "La rivincita-Gathering Blue" primo e secondo capitolo della trilogia entrambi già pubblicati nella Y.

Recensione:
Poter portare a compimento la lettura di questa trilogia per me è stato speciale. 
(sì, lo so che è stata annunciata l'uscita di un quarto volume, ma la trilogia è comunque perfetta così). 

Avevo ammirato la trama, l'idea e lo stile del primo volume, The Giver - Il donatore
La Lowry aveva messo in scena questo mondo perfetto, privo di errori, privo di emozioni, privo delle possibilità di scelta: un mondo che funzionava alla perfezione, che procedeva sempre con lo stesso ritmo e con le stesse dinamiche da anni e che avrebbe potuto continuare su quella strada se non si fossero verificati intoppi. La lettura di quel primo romanzo mi aveva colpita per la mancanza di un'originalità di fondo che non ne minava la profondità: avevo già assistito alla creazione di mondi perfetti cui ci si ribella per sentirsi vivi, per poter scegliere, per poter sbagliare, per poter amare. Eppure quel romanzo che sembrava non presentare un'idea così originale, era riuscito a colpire il mio animo di lettrice, a coinvolgermi e convincermi, a far scattare il processo di immedesimazione e a far diventare quella storia la mia storia. 

Proseguire la lettura con La Rivincita - Gathering Blue mi aveva lasciata un attimo interdetta: che fine aveva fatto Jonas e il suo tentativo di ribellarsi al sistema? E il piccolo Gabe? Erano sopravvissuti o no? Erano riusciti a cambiare le cose?
Invece di trovare risposta alle mille domande sorte alla fine del primo romanzo, mi sono trovata di fronte ad una storia del tutto diversa, ambientata in un mondo che è tutto fuorché perfetto. Una visione del mondo egoistica, dove malattie e imperfezioni sono punite con l'abbandono e la morte, dove la mancanza di un ruolo specifico all'interno del sistema non viene tollerata. Un mondo che si basa sulla violenza, sugli impulsi più primitivi. 
Siamo lontanissimi dalla perfezione della società in cui viveva Jonas. E siamo lontanissimi anche dalla soluzione che ci viene data alla fine di The Giver. Se lì la scelta è quella di scappare, per poter finalmente vivere una vita di scelte e emozioni, qui la scelta è quella di restare, per poter attuare il cambiamento dal di dentro, per poter attuare una vera e propria rivoluzione pacifica. E se nel primo volume è un ragazzino a stravolgere l'ordine, qui sarà una ragazzina, Kira. 
Scusatemi se ho preferito ripercorrere la storia dei primi due volumi, una storia apparentemente slegata, ma era necessario per poter arrivare all'ultimo. 

Cosa mi avrebbe riservato Il messaggero - Messenger
Che tipo di società mi sarei ritrovata ad osservare?
E' stupendo il modo in cui la Lowry abbia saputo ricongiungere le due storie, creandone una nuova. Il modo in cui abbia ripreso i protagonisti dei primi due volumi e abbia conferito loro un ruolo fondamentale: quello di creare un nuovo ordine, un ordine necessariamente umano.
E' straordinario come l'autrice abbia messo a punto un progetto ad ampio respiro, che partendo dall'analisi dei diversi tipi di società, arrivi a formulare l'idea della necessità della collaborazione, del sacrificio, dell'impegno di ogni cittadino, della distinzione di ruoli.
Jonas è cresciuto ed è riuscito a creare una società migliore, aperta, accogliente, disponibile. 
Kira anche è cresciuta ed è riuscita a portare il cambiamento nella sua società, rinunciando alla possibilità di riconciliarsi col padre per poter dedicarsi a migliorare le cose. Il legame tra i due sarà il piccolo Matty, già presente nel secondo volume, il piccolo messaggero che può portare velocemente messaggi da una comunità all'altra. Non vi dirò di più, per non togliervi assolutamente il gusto di sapere come questa storia si evolverà. 
La Lowry non fa scelte di comodo: non scrive per accontentare i lettori, non improvvisa facili emozioni o l'immediato immotivato sbocciare di un amore. 
No, la sua visione del romanzo, e probabilmente del mondo intero, è più saggia, più matura. Non prende in giro chi legge: lo aiuta, lo spinge alla riflessione, fa sì che il cervello e il cuore si mettano in moto insieme. Vuole aprire gli occhi del lettore e mostrargli il marcio che c'è intorno e dentro di lui, e vuole allo stesso tempo fargli capire che la chiave per cambiare le cose c'è: bisogna solo alzarsi e cercarla.
I suoi romanzi sono brevi, circa duecento pagine, eppure in quelle poche pagine  riesce a raccontare la storia del mondo. E a far sì che quella storia sia la storia di ognuno di noi. 
Credo che la Lowry sia una scrittrice universale, e sono convinta che i suoi romanzi saranno attuali ancora per molti, moltissimi anni.


Titolo: Il Messaggero
Titolo originale: Messenger
Autore: Lois Lowry
Editore: Giunti - Collana Y
Traduttore: Sara Congregati
Pagine: 208
Isbn: 9788809751736
Prezzo: €14,50
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 8 Febbraio

4 commenti:

  1. nonostante la tua bella recensione non sono ancora convinta che sia fatto per me..

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    1. Saya, ogni lettore ha la sua predisposizione per certe storie e per certi romanzi, è normale. Ci sono bellissimi romanzi che non dicono nulla a me lettrice, ma anche in quel caso sono capace di riconoscerne la bellezza o la profondità. Credo che quelli della Lowry possano rientrare in questa categoria, li considero una sorta di "classici del futuro", probabilmente indirizzati ad un target giovane, ma comunque leggibili e apprezzabili da chiunque.
      C'è un solo modo per scoprire se la trilogia sia fatta per te o meno: provare a leggerla!!

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  2. Quando lessi "the giver" sentii il bisogno di scrivere all'autrice per sapere se esisteva un seguito del libro e se Jonas moriva o no.
    Lei mi disse che Jonas non moriva e che c'era il seguito.
    Quando in italia uscì Gathering blue lo lessi tutto d'un fiato, ma rimasi delusa perché non riuscivo a capire dove fosse il seguito ... poi dopo le prime tre pagine di "the messanger" ho iniziato a piangere comprendendo la maestria di questa autrice che riusciva a tenere i suoi lettori sospesi sul filo del sogno per così tanto tempo donando poi a piene mani.
    Certo la fine del racconto non è quella classica delle fiabe, ma ci sta... altrimenti sarebbe stato tutto troppo perfetto.
    L'unica cosa, per conto mio, rimane troppo buio sui sei anni di cambiamenti nei "tre regni", se vogliamo definirli con un termine favolistico... e mentre si capisce come sia diventato il Regno da cui proviene Matt, perché lui ci ritorna spesso, non si capisce che cosa sia successo nel Regno diprovenienza di Jonas, altro che per la donazione dei libri sulla chiatta.
    E poi, la storia del "baratto"... come caspita è successo che in un posto così pefetto si sia potuto insinuare un simile flagello?
    Ma è proprio su questo non detto che lois lowry gioca per far pensare i suoi giovani e meno giovani lettori.
    In ogni caso vale la pena di leggere queste tre storie, sono brevi, avvincenti e fanno veramente pensare!
    Buona lettura

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    1. Mi sa che il mio lato ottimista prevale sempre, perché quando finii di leggere The Giver, io diedi per scontato che Jonas non sarebbe certo morto. Non sapevo se l'avrei ritrovato nei libri successivi, perché ricordavo si dicesse fossero comunque autoconclusivi, ma l'importante era che il ragazzino avesse finalmente iniziato una nuova vita.
      Tempo fa si vociferava l'aggiunta di un quarto romanzo alla serie (forse la Lowry avrebbe trovato il modo per dare qualche spiegazione in più?) ma ora la presenza di quel futuro quarto volume non è più certa...
      Chissà.

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