giovedì 31 maggio 2012

Recensione: La stanza delle meraviglie di Brian Selznick

Wonderstruck


Trama:
Ben e Rose hanno un sogno in comune: avere una vita completamente diversa da quella che si ritrovano.
Ben vorrebbe riunirsi al padre che non ha mai incontrato. 
Rose colleziona articoli di giornale e foto di una misteriosa attrice che sogna di conoscere. 
Quando entrambi trovano un pezzettino di puzzle che potrebbe aiutarli a ricostruire il quadro della loro vite, partono alla ricerca di quello che hanno perso. Due storie lontane cinquant’anni, una raccontata in parole, l’altra in immagini, procedono parallele per poi incontrarsi in maniera inaspettata, in un gioco di meravigliose simmetrie.

L'autore:
Brian Selznick nato nel New Jersey nel 1966 si è diplomato alla Rhode Island School of Design e ha pubblicato il primo libro nel 1991. Ha illustrato molti libri per ragazzi, tra i quali un vincitore di un Caldecott Honor. Vive tra Brooklyn e San Diego e fa parte della buona famiglia di produttori che ha fatto la storia del cinema a Hollywood.



La stanza delle meraviglie
Recensione:
Ci sono libri che durano decisamente troppo poco. Che si presentano come volumoni enormi ma che nel giro di un'ora abbiamo già terminato. 
Non è giusto!
La storia che abbiamo letto ci piace e vorremmo durasse di più. 
Vorremmo essere più lenti quando leggiamo, in modo da poter trascorrere più tempo in compagnia di quelle pagine. Eppure con Brian Selznick funziona così: ci regala ogni volta qualcosa come seicento pagine, ma ci permette di viverle nel giro di poche ore. Eppure si tratta pur sempre di seicento pagine strepitose, favolose... magiche. 
Se la lettura si concentra in poche ore, l'autore fa in modo che quelle ore siano intense e perfette e che nel momento in cui ne usciamo, noi lettori possiamo dire di aver vissuto quelle pagine, di averle sentite parte di noi. 
E se volessimo prolungare l'incantesimo? Con i romanzi (è poi giusto definirli semplicemente romanzi?) di  Selznick non è così difficile rivivere la magia contenuta in essi. Basta aprire il libro a una pagina qualunque e soffermarsi sull'immagine: credo che ognuna di esse sia capace di trasmettere sensazioni e emozioni diverse di volta in volta. Sta a noi lettori interpretarle, tradurle in parole, trovare la didascalia perfetta. 
Ma passiamo alla geniale storia de La stanza delle meraviglie. Se si fosse trattato di un semplice racconto, non solo si sarebbe esaurito in un centinaio di pagine ma credo che avrebbe incantato forse ben poche persone, e sarebbe stata letta solo dai bambini. La storia in sé non è così particolare (La straordinaria invenzione di Hugo Cabret mi era apparsa molto più eccezionale di questa) ma ciò che la rende diversa, e le conferisce la stessa eccezionalità del primo romanzo, è la decisione dell'autore di raccontare due diverse vite in due diversi modi. 
Attraverso le parole conosceremo la storia ambientata nel 1977 di Ben, ragazzino rimasto orfano di madre e che non ha mai conosciuto il padre.
Attraverso le immagini incontreremo Rose, ragazzina sordomuta che vive nel 1927 sola col padre. 
Il racconto delle due storie si alterna, le immagini hanno la stessa forza delle parole, ci sembra di assistere a due vite parallele, totalmente simmetriche. Noi lettori già immaginiamo che prima o poi i due protagonisti si incontreranno in una sorta di dimensione parallela: siamo sicuri che si sfioreranno, che si guarderanno negli occhi e si riconosceranno. Ma abbiamo letto troppi fantasy - forse troppi young-adult - : la fantasia e l'immaginazione di certo non mancano a Selznick, ma non vengono utilizzate nel modo che al momento ci è consueto. 
Selznick riesce a rendere straordinario l'ordinario, a raccontarci una storia comune nel più eccezionale dei modi, convincendoci di quanto la quotidianità possa essere sorprendente, magica, emozionante. 
Ben e Rose si incontreranno e si riconosceranno, ma il come lo lascio scoprire a voi. Sappiate solo che quel momento sarà intenso, vivo, vero. Sarà un momento in cui parole e immagini si fonderanno, perché la storia è diventata una, un momento in cui conosceremo Rose attraverso le sue parole e Ben attraverso il suo volto. 
Rose
Sarà meraviglioso rendersi conto che Selznick è riuscito a raccontarci la storia di due persone che non possono parlare né sentire, ma che possono comunicare attraverso i libri, attraverso i disegni, attraverso i segni. Il libro supera i confini e diventa una possibilità, un mezzo, un legame tra chi non può esprimersi nella maniera più tradizionale. E le immagini, finché restano mute, finché non verrà loro inserito il sonoro come accadde al cinema alla fine degli anni '20, potranno dire più di quanto immaginiamo. Ci sembrerà di assistere alla meraviglia di un piccolo miracolo, e noi lettori saremo i testimoni che lo renderanno autentico. 
Altre parole mi mancano per descrivere quanto è meraviglioso La stanza delle meraviglie: se fossi capace, userei anch'io le immagini per potervi convincere, ma lascerò che sia Rose a farlo per me. Se non volete che la sua storia resti intrappolata nel libro, aiutatela leggendolo!




Titolo: La stanza delle meraviglie
Titolo originale: Wonderstruck
Autore: Brian Selznick
Traduttore: Giuseppe Iacobaci
Editore: Mondadori
Pagine: 656
Isbn: 9788804616702
Prezzo: €16,00
Valutazione: 4 stelline
Data di pubblicazione: 29 Maggio 2012

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