Trama:
Irlanda, Contea di Cork, 1920. Seria e composta come si conviene a una diciottenne dell'aristocrazia anglo-irlandese, i capelli intrecciati coi nastri che scendono in bella mostra sulle spalle, la candida camicia coi fiori bianchi che esaltano la sua giovanile innocenza, Lois accoglie insieme con Sir Richard e Lady Naylor, gli zii coi quali vive dopo la prematura scomparsa dei suoi genitori, i coniugi Montmorency, ospiti attesi da tempo nella grande dimora di Danielstown. L'ampia facciata della casa fissa fredda il declivio dei prati, i cani trotterellano nell'atrio, quando Francie Montmorency, la mano a proteggere la veletta viola agitata dal vento, e suo marito Hugo oltrepassano la soglia della villa in cui hanno vissuto dodici anni prima gli spensierati anni della giovinezza.
Raggiungeranno la camera blu, la stanza degli ospiti con i gerani sul tavolo da toilette , il grande letto e un fresco odore di cretonne appena candeggiato. Divideranno le ore con Sir Richard e Lady Naylor, affettuosi amici di sempre, con Lois, così impaziente di vivere e di amare, con Laurence, l'altro nipote dei Naylor, un giovane intellettuale dall'aspetto etereo la cui vita emotiva trascorre futilmente in attesa del prossimo pasto. Giocheranno a tennis nei campi allestiti attorno alla villa, dove accorreranno i rampolli dell'aristocrazia anglo-irlandese, fanciulle meravigliose e fanciulle che nessuno vuole sposare, colonnelli e giovani ufficiali che animeranno le danze e allieteranno gli astanti con la loro galanteria. Ma non rivivranno gli spensierati anni della loro giovinezza.
Danielstown è, infatti, la stessa soltanto per occhi distratti ed estranei. I davanzali bianchi mostrano bolle di vernice, come se la casa abbia trascorso un giorno ai tropici. Dalle pareti, le foto di reggimenti, dei Naylor riuniti, dei vicini di casa di una generazione precedente, emanano una vaga cupezza. Sulle librerie sfila una parata di elefanti di ebano di cui nessuno ricorda l'origine. Sui campi di tennis, nei giorni di pioggia, si riversa il bestiame. E tra un tè e l'altro, una partita di tennis e l'altra, gli aristocratici ospiti discorrono smarriti della guerra che già insanguina le strade della Contea chiedendosi «cosa fare oltre a cercare di non farci caso».
Magnifico romanzo sul tramonto dell'aristocrazia anglo-irlandese al tempo dell'efferato conflitto tra l'ira, l'esercito repubblicano irlandese, e i Black and Tans inglesi, L'ultimo settembre apparve per la prima volta nel 1929 e incontrò subito il favore della critica. Nel decennio successivo, l'opera di Elizabeth Bowen fu unanimemente accostata agli scritti di Virginia Woolf, E. M. Forster e Henry James.
L'autrice:
Elizabeth Bowen è una delle più grandi scrittrici irlandesi, nata a Dublino nel 1899. Autrice di numerosi romanzi di successo, tra i quali La casa a Parigi (The House in Paris 1935), La morte del cuore (The Death of the Heart, 1938, di prossima pubblicazione in questa stessa collana) Nel cuore del giorno (The Heat of the Day, 1949), ricevette la laurea honoris causa in letteratura dal Trinity College di Dublino e dall'Università di Oxford, e nel 1948 fu insignita dell'onorificenza britannica CBE - Commander in the Order of the British Empire. È morta nel 1973.
Perché regalo questo libro
Difficile nel ventunesimo secolo riuscire ad apprezzare a pieno un romanzo come L'ultimo settembre. Immersi nel ritmo frenetico della nostra società, guidati da scelte utilitaristiche, abituati ad andare dritti al punto, noi lettori di oggi possiamo sentirci dei disadattati tra le pagine della Bowen.Speriamo da un momento all'altro che l'introduzione a quello che sarà il romanzo prima o poi termini per dare consistenza al romanzo vero e proprio, rendendoci conto fin troppo tardi che in realtà non era un'introduzione, ma si era nel pieno della storia vera e propria.
Mi sono sentita un pesce fuor d'acqua di fronte a quello stile di vita, a quei discorsi e a quelle preoccupazioni. Mi sono sentita superiore, ridendo di ciò che scorreva davanti ai miei occhi, e tutto questo perché non riuscivo a capirlo, non riuscivo ad accettarne la frivolezza, la superficialità. O ciò che a me appariva pura superficialità. E non riuscivo a conciliare quella scrittura magistrale al contenuto così... vuoto.
Come se quel niente prendesse forma concreta attraverso le parole e assumesse maggiore significato.
Una scrittrice da ammirare per aver saputo descrivere in maniera incantevole un luogo, l'Irlanda, un tempo, il 1928 e chiunque si sia trovato a passare per la tenuta di Danielstown.
A chi puoi regalare questo romanzo?
Regalalo a chi non è completamente immerso nella società tecnologica di oggi. Regalalo a chi ama trascorrere serate a fare lunghe chiacchierate, per il semplice gusto di scambiarsi opinioni. Regalalo a chi non va di fretta, a chi non corre dritto al punto, a chi non legge una storia per conoscerne il finale: L'ultimo settembre sembra restare sospeso nel tempo, senza un preciso inizio e una determinata fine...
Regalalo a chi è interessato a conoscere la vita di chi aveva il privilegio di non dover lavorare, di non dover preoccuparsi della guerra o di altro, se non di come accogliere i propri ospiti e di fare piacevoli passeggiate.
Regalalo a chi legge per il gusto di leggere, a chi non è alla ricerca di un particolare romanzo.
Regalalo a chi ama la scrittura.
Titolo: L'ultimo settembre
Titolo originale: The Last September
Titolo originale: The Last September
Autore: Elizabeth Bowen
Editore: Neri Pozza
Traduttore: Katia Bagnoli
Pagine: 304
Isbn: 9788854505421
Prezzo €14,50
Valutazione: 3 stelline
Valutazione: 3 stelline
Questo libro mi ispira molto, sarà perchè oggi mi sento molto in stile anni 20 e perchè in particolare amo gli anni 20 =) Grazie per il consiglio prezioso!! ^^
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